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Autore: Misukichan    14/07/2014    3 recensioni
Jennifer, ragazzina di quasi sedici anni, vuole staccare dalla sua vita in California. Non sopporta i burrascosi rapporti con i coetanei, ha solo bisogno di un estate diversa. I suoi le permettono un viaggio a Miami, per dimostrare la sua autonomia e maturità. Presto, però, si accorge che qualcuno di non desiderato si trova proprio a Miami, e comincia a stravolgerle i piani.
«Non sai nemmeno dove siamo, non è buffo?» parla con la bocca piena.
«No, non è buffo per niente. Ti hanno mai insegnato a non parlare con la bocca piena?»
«Sì, mamma.»
«Ok, va bene, hai vinto, cosa devo fare per sapere...?»
«Ti porto a casa io» vengo interrotta bruscamente.
«Sei proprio u-un...»
Ride e mangia il panino. «Ne vuoi un po'?» Ho fame, ma non accetterei un panino da lui neanche sotto tortura. (capitolo 5).
«stai scherzando, vero?» dice lei seria.
«no, quando mi sono alzata mi sono ritrovata nel letto di casa sua. Era piuttosto seccato di aver scoperto che quella che ha recuperato ero io» dico con nonchalance, «magari si aspettava qualche affascinante donzella» sorrido tra me.
«ma, non è niente di grave, giusto?»
«no, solo qualche botta» (capitolo 9).
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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7. Disneyworld is not always just fun





«Jenny! Finalmente ti fai sentire! Come stai?» la mia migliore amica è raggiante.

«Sto bene» la mia voce è ancora giù di qualche tono, cerco di fare la finta felice quando in realtà non lo sono. Vorrei esserlo, ma non lo sono. Non è questa la vacanza perfetta che cercavo. Non lo voglio ammettere, non voglio ammetterlo con nessuno.

Tanto vale stare al gioco.

Peccato che la mia migliore amica sa bene con chi sta parlando.

«Jenny? che succede? Perché hai pianto?»

«Cosa? No. Nono, non ho pianto»

«Si che hai pianto, hai la voce nasale e pronunci male la esse quando hai pianto, ti ho scoperta. Andiamo, dimmi che è successo.»

«Niente»

«Dai, Jennifer» la sua voce mi riempie di una sicurezza che mi mancava da quasi due settimane, di colpo mi sento più forte.

«Laura, la mia vacanza non sta andando bene...»

«Che vuoi dire?»

«Voglio dire che... ti ricordi il motivo che mi ha spinta a venire, il perchè volevo a tutti i costi fare questa vacanza da sola?»

«Volevi allontanarti dai soliti chiacchiericci e da quelli che continuano a rompere l'anima con i loro insulti provocatori di tutti i giorni eccetera, eccetera.....» mi dice assumendo tono di una che ha sentito queste cose tante volte.

«Esatto, insomma... voglio dire, l'andata in aereo è stata tranquilla, mi sono rilassata, ho conosciuto due tipi simpaticissimi che sono tutt'ora nel mio hotel, il problema è quando sono arrivata. Luke, il ragazzo che ho conosciuto insieme alla sua fidanzata Kandy, mi ha presentato la sua compagnia per uscire assieme e indovina chi c'era fra loro? Ti assicuro che è stato un colpo basso per me, e lo sarà per te.»

«Spara» dice lei, sull'attenti.

«Jack Pearson» C'è un minuto di silenzio, poi risponde sconvolta: «Oh oh... oh no»

«Oh si, invece! Laura non hai idea di quanto mi manchi, ho bisogno di averti qui accanto a me.»

«Non appena tornerai a casa ti prometto che ci rivedremo e tu ti sarai decisamente già dimenticata dello spiacevole incidente capitato, mi racconterai di tutte le cose magnifiche che hai visto e soprattutto mi parlerai di quanto è fantastica Miami!»

Le sue parole mi fanno tornare la motivazione, sono d'un tratto determinata a godermi questa vacanza, nonostante lo spiacevole inconveniente.

«Lui che reazione ha avuto quando ti ha vista?»

«Beh... diciamo che non lo so. Io ero svenuta.»

«C-cosa?» la mia amica scoppia in una risata che mi spacca il timpano.

«Non c'è niente da ridere» sospiro io.

«Sì invece, tu... s-sei svenuta davanti a lui?» sembra sul punto di rotolarsi.

«No...» dico io, incerta se raccontarle la verità ora, al telefono. «Sono caduta da uno scoglio e mi sono quasi ammazzata. Lui mi ha “salvata”»

Non sento più nulla dall'altra parte della cornetta, segno che Laura si ci è rimasta di sasso.

Ridacchio per il suo improvviso cambiamento.

«Stai scherzando, vero?» dice lei seria.

«No, quando mi sono alzata mi sono ritrovata nel letto di casa sua. Era piuttosto seccato di aver scoperto che quella che ha salvato ero io» dico con nonchalance, «magari si aspettava qualche affascinante donzella»

«Ma, non è niente di grave, giusto?»

«No, solo qualche botta»

Adesso lei è di nuovo stesa dalle risate.

«Non posso crederci che tu abbia combinato tutto questo» dice dopo essersi ripresa.

«Sì, non ci credo nemmeno io.. figurati tu!» ribatto stizzita.

**

Mi infilo Jeans e maglietta e alle 7.45 busso in camera di Kandy, trascinandola al primo bar che incontro nella via dell'hotel. Ora sono davvero determinata a lasciarmi tutto alle spalle. Perciò non ho fatto caso alla faccia sorpresa e preoccupata che ha assunto quando mi ha visto entrare in camera sua “con lo sguardo di una decisa a combinarne una delle sue”, come mi ha detto lei. Ci siamo preparate insieme, come due vecchie amiche, dopodichè siamo uscite. Ed ora eccoci qua, fuori da un disco bar di cui non so nemmeno il nome. Ma che m'importa?

Passo probabilmente la serata più movimentata che abbia mai passato, un po' bevendo qualche cocktail, un po' ballando. Io e Kandy perdiamo la cognizione del tempo e ci tratteniamo nel bar sino alle 2 di notte. Tutto questo grazie al fake ID che è riuscita a recuperare da delle conoscenze.

E' stata la prima volta, prima d'ora non avevo mai toccato alcool. Sono rintontita, ma non ubriaca. Il divertimento al primo posto!

Quando usciamo non ci pensiamo neppure a tornare a casa, vi assicuro che se per caso volete fermarvi una notte a Miami, i divertimenti non mancano. Giriamo vari locali e proprio in uno di quelli, uno fra quelli più alla moda vedo qualche attore famoso, ubriaco, o peggio. Non li biasimo per niente, devono avere una vita piuttosto difficile.

«Jenny» sento qualcuno chiamarmi mentre sono in uno di questi bar, dove la gente dimentica tutto, persino il proprio nome.

«Sì?»

«Sei bellissima» distinguo un ragazzo biondo che mi guarda meravigliato.

«Cosa? Chi è?»

«Sono Sam»

«Sam?! No. Ahhh si, ciao Sam!!» mi scappa una risatina stridula.

Certo che mi ricordo di lui, il ragazzo dagli occhi color lapislazzulo.

«Allora come te la passi?» ride «vedo che sei molto su di giri, quanti ne hai bevuti di quei cosi?» indica il bicchiere che ho in mano e che non pensavo nemmeno di avere.

«Ah, non lo so! ma chi se ne importa del bicchiere!»

Lo lascio cadere provocando un tonfo e mille schegge per terra volano di qua e di là, la gente non se ne rende neanche conto. La musica si è fatta più forte, i tavoli sono spariti, probabilmente sono stati spostati, e la sala è diventata una mini-discoteca.

«Ma.... era di vetro!» ride.

«Vieni a ballare» mi sembra di sentire, ma non ne sono sicura.

«Che cosa?» grido, la musica ha raggiunto livelli esageratamente elevati.

«Balliamo» E non faccio in tempo a rispondere che mi sento tirare via da quella massa di gente sudata. Mi porta al centro della sala, ci vedo poco ed ho i sensi assopiti. Io detesto ballare, ho sempre detestato ballare, la danza, le scarpette di cristallo della principessa. Io sono sempre stata da pallone da calcio, capriole nel prato verde.

Eppure ho voglia di ballare. Finalmente dopo tanto tempo mi sento diversa, felice. E un ragazzo mi ha appena invitato!


 

Siamo soli, io e Sam.

Siamo in una stanza, sembra un salotto arredato modernamente.

Anzi, sembra una stanza d'albergo. Non ricordo bene come ci sono arrivata.

Ho perso la ragione non appena sono partite le luci ad intermittenza che mi hanno confuso il cervello, credo di essere anche caduta un paio di volte.

Non mi importa di dove sono, mi giro verso il mio compagno. Mi sta guardando avidamente. Io lo guardo, i nostri sguardi si incrociano per un po' di secondi, poi si avvicina e le nostre labbra si uniscono.

Non c'è un modo chiaro per descrivere il mio primo bacio, posso solo dire che non è stato come me lo sarei aspettata qualche mese prima.

Tutto intorno a me si è dissolto e siamo rimasti solo io e lui, e le nostre labbra.

Ci siamo uniti, e io mi sono sentita diversa, più grande.

E' stato speciale, emozionante, lo rifarei 100 volte. La calamita si è fatta risentire, mi ha guardato ancora con quel suo sguardo dolce. Io mi sono sentita importante. Ma non nel modo in cui me lo sarei aspettata.

**

Apro gli occhi. La luce del sole mi invade le pupille e io capisco di essere nella mia stanza.

Una fitta di mal di testa non tarda a farsi sentire.

Ma cosa è successo?

Improvvisamente ricordo.

Sam. Il mio primo bacio. E' stato emozionante! Ho baciato un ragazzo! E che ragazzo...

Fremo dalla voglia di chiamare Laura ma la testa mi gira, quindi decido di stare un altro po' a letto e nel frattempo prendermi una pastiglia, attendendo che il dolore acuto passi.

Non sono pentita per niente della mia serata di ieri, anzi.

Prendo il cellulare che avevo dimenticato in stanza la sera prima, accendo il display e leggo sullo schermo un messaggio: "Eri stravolta così ti alle 3 ti ho portato nella tua stanza, buonanotte stellina." Firmato S.

Sam.

Una gioia nuova mi invade, Sam mi ha lasciato un messaggio e mi ha chiamato Stellina.

Non ha chiamato così Selena, o Laura, o qualcun'altra, ha chiamato così me.

Dopo qualche minuto sento bussare alla porta.

«Sì?»

«Sono Kandy»

«Kandy! Entra pure!» rispondo allegra. La pastiglia è ormai entrata in circolo e il mal di testa comincia a passare, io apro la porta e mi butto sul letto.

«Jenny! Che fine hai fatto ieri sera? Ti ho persa nei meandri della sala da ballo» mi dice allegra, sembra di buon umore.

«In effetti è così, oh Kandy sapessi quanto mi sono divertita! E' stato spassoso! Ma dimmi, Miami è sempre così di notte?» la guardo con gli occhi luccicanti.

«Altroché!» ride «sono contenta che ti sia divertita, e mi dispiace di averti lasciata sola per un po', ma ho dovuto raggiungere Luke» mi sorride esaltata.

Io la guardo già con interesse, «racconta dai!» le intimo rapita dalla curiosità.

«E' successo proprio quello che pensi» sorride.

«Intendi...sesso?» sono imbarazzata, in effetti Kandy non mi aveva mai parlato di queste cose prima d'ora, non che abbiamo avuto l'occasione di confidarci, ci conosciamo appena da una settimana e qualcosa... Figurati poi di parlare di sesso. A 17 anni credo non sia più una parola tabù. A parte che a scuola ci sono quelle che a 14 anni si danno già da fare.

«Sì»

«Era la prima volta?» chiedo, sperando di non essere invadente.

«Sì... è bellissimo. Cioè, Luke è bellissimo... credo di essere proprio innamorata» risponde lei con gli occhi luminosi.

«Tu invece? C'è qualcosa che dovresti dirmi?» mi guarda con la coda dell'occhio e con un sorriso furbo.

«Ti ho vista con Sam ieri sera, che stavate facendo?»

«Uhm...» le sorrido imbarazzata.

«Ti piace?» mi chiede.

«Non lo so» rispondo troppo in fretta.

«C'è stato qualcosa?»

«Ci siamo baciati»

Non nasconde un gridolino di approvazione.«Ebbrava Jenny!»

Ridiamo assieme e ci stendiamo sul letto sospirando, stiamo in silenzio guardando il soffitto per qualche minuto.

«So che all'inizio di questa vacanza hai avuto dei problemi, spero che da ora in poi non ne avrai più» afferma tutt'un tratto.

«Grazie, lo spero anche io»

«Non ti preoccupare, goditi la vacanza e non pensare al resto.»

Sorrido alla mia nuova compagna di avventure e di vacanze.

**

Due giorni dopo sono in piedi all'alba, mi tuffo nella vasca da bagno e non perdo occasione di depilarmi.

Ieri Kandy mi ha invitato al parco divertimenti di Miami, uno dei più grandi, di cui ora però non ricordo il nome.

Ci sarà anche Sam con noi. E' da due giorni che non lo vedo, non ne ho avuta l'occasione dopo la sera del mio primo bacio. E' stato strano, le sensazioni che ho provato erano di pura gioia, mentre lo baciavo il mio cuore era impazzito, però non era come me l'ero sempre aspettato, non so se sia una cosa negativa o positiva.

Mentre il mio cervello continua nelle sue riflessioni, prendo la trousse nuova di zecca che mi ha regalato mia madre per il mio quindicesimo compleanno e la apro. I trucchi sono completamente nuovi, non l'ho mai usata.

Ora che Sam mi guarda con occhi diversi, non posso fare a meno di pensare al mio aspetto, voglio essere perfetta, per una giornata che si preannuncia perfetta, o almeno spero.

Metto il cellulare nella borsa e raggiungo Kandy che mi ha appena bussato alla porta.

Prima di aprirle però metto un po' di olio per capelli, che ho piastrato.

Mi guardo allo specchio e mi sistemo il lucidalabbra, sono tutt'altra persona. Della persona che ero prima ci sono solo gli occhi, di mia madre.

Apro la porta e leggendo l'espressione di Kandy capisco che è rimasta senza parole.

«Ma chi diavolo sei tu?! Dov'è finita la mia amica Jennifer?» scherza lei assumendo un finto tono serio. Un colorito rosato divampa sulle mie guance.

«Accidenti, così però non avrai solo Sam, vuoi anche Luke eh! Non ti sai proprio accontentare» poi sorride, «sei davvero bellissima.»

«Grazie» rispondo imbarazzata.

Un'ora dopo siamo arrivati alla meta, «benvenuta a Disneyworld!» la voce di Kandy mi fa sobbalzare. Sono ancora la bella addormentata nel bosco, non ho mangiato molto per colazione, e per di più i miei pensieri vagano incerti.

«Ciao, bellissima ragazza» è la voce di Sam a farmi risvegliare.

Mi giro e mi perdo nuovamente nei suoi occhi di un azzurro intenso che mi fanno sentire calma. Se ieri non ero sicura di come si sarebbe comportato oggi, ora lo sono. Sappiamo entrambi che non si può cancellare quello che è successo, soprattutto io, che ho sperimentato con lui il piacere del mio primo bacio, le sensazioni di freddo e poi caldo, i brividi alla schiena. Sono un po' imbarazzata perché non so come comportarmi, perciò rimango zitta e non faccio commenti, piuttosto divento tutta rossa quando lo scopro osservarmi mentre Kandy mi parla.

Due ore dopo sono stanca, accaldata e rossa per il sole. Non vado spesso in questi posti perché non ce n'è nelle vicinanze del mio paese, ma la cosa che più di tutte me lo fa apprezzare è il fatto che sono con Sam, il ragazzo dagli occhi d'angelo. Proprio ora mi sorride e mi prende la mano. Sono felice, insomma, davvero felice! Come non lo sono da tanto tempo.

«Andiamo a prenderci una frittella» si gira di scatto e mi prende la mano, trascinandomi verso la bancarella, un profumo dolce si diffonde nell'aria.

Sam chiede alla ragazza dietro al bancone due frittelle alla nutella e me ne porge una non appena è pronta. Io le do un morso e scopro che è la frittella più buona che abbia mai assaggiato.

Il pomeriggio soleggiato da alla mia pelle un colorito più uniforme e so che domani sarò leggermente più scura, la mia pelle si abbronza facilmente.

Anche Kandy sembra divertirsi da matti, infatti non ci pensa due volte a svuotare la bancarella dei dolciumi.

«Ingrasseremo almeno di due chili!»

«Ne sono perfettamente consapevole, ma penso anche che certe volte bisogna fare qualche strappo alla regola» mi porge due caramelle mou e altre due caramelle con una specie di glassa blu sopra, le accetto volentieri, approvando la sua teoria.

«Dov'è Luke? Non lo vedo da tutto il giorno» ho passato il pomeriggio abbracciata a Sam e con Kandy, senza neanche accorgermi che Kandy non ha passato un secondo con Luke.

«Abbiamo pensato che non fosse una buona idea invitare la sua compagnia, lui aveva promesso che sarebbe andato con loro quest'anno, perciò sono andati per conto loro.»

«E perché mai non potevano venire con noi?»

«Beh, non ho per niente voglia di invitare con noi una persona che a te non va a genio Jenny, per rispetto nei tuoi confronti.»

Rimango in silenzio e rifletto: non posso credere a quello che ha appena detto.

Ha rinunciato alla compagnia del suo ragazzo per non dover invitare anche Jack.

L'ha fatto per me. Mi sento improvvisamente un verme, schifoso e brutto.

So che sono stata una vera egoista. Dato il rifiuto dell'altro giorno di uscire con loro per il solo fatto che Jack era presente deve aver fatto capire definitivamente a Kandy che tra me e Jack non ci può essere alcun tipo di rapporto di amicizia, così deve averci rinunciato. E così ho fatto dividere la coppietta del secolo, la più affiatata. Il tutto senza alcuna lamentela da parte loro, il minimo che possa fare è mostrare riconoscenza.

«Kandy non avresti dovuto farlo. Lo so che io e Jack siamo come gatto e topo, anzi peggio, ma ci sono cose più importanti che stare a litigare tutti i giorni.»

Solo ora mi accorgo dell'effettivo egoismo del mio comportamento.

«Kandy mi dispiace, è qui ora il suo gruppo?»

«Sì, ma...» Ma io non l'ascolto più.

Estraggo il cellulare dalle tasche e cerco nella rubrica il numero di Luke.

«Pronto?»

«Luke, sono Jennifer»

«Ciao Jenny, lo so chi sei» dice sarcastico.

«Bene, raggiungeteci davanti alla statua alta di pietra, più o meno all'ingresso del parco»

«Ma...»

«Kandy mi ha riferito il motivo per cui siamo divisi, vi ringrazio di cuore ragazzi ma è il momento di ricongiungersi ora» Non gli lascio il tempo di rispondere che subito riattacco salutandolo.

Già due minuti dopo vedo arrivare un gruppo di ragazzi fra cui c'è Luke.

«Grazie davvero» mi dice, abbracciandomi.

«E' il minimo» So che quello che sto facendo è la cosa giusta. Primo perché non è mio diritto dividere una vera e magnifica coppia, secondo perché ora che sto con Sam so anche che acquisterò un posto più rispettabile nella mente di Jack, non sarò più la sfigata di turno, sarò la sfigata di turno con un ragazzo, per di più un bel ragazzo.

Non appena ci raggiungono Luke abbraccia la sua ragazza e le da un bacio sulla bocca, li guardo soddisfatti, ho fatto la mia buona azione quotidiana.

Nel frattempo il mio bel ragazzo viene vicino a me, spinto da un impeto di tenerezza, probabilmente dopo aver visto i due piccioncini al nostro lato, e mi stampa un bel bacio sulle labbra.

Arriva anche Jack, che vede il bacio e sembra infastidito.

«Ma tutto sto romanticismo?! Se era una gita romantica potevate dirmelo che la lasciavo alle magiche coppiette e io me ne stavo a casa.»

«Chiudi il becco» dice Luke di rimando e io non posso fare a meno di sentirmi soddisfatta.

Decidiamo di rifare il giro delle montagne russe, dato che sono quelle che hanno riscontrato maggior successo fra entrambi i gruppi che sono ormai uno solo.

Sam e Mike, l'altro amico, decidono di andare a fare un giro a cercare un tipo di bancarella dove vendono le armi per il Softair, così rimaniamo noi quattro.

Il giro precedente ho evitato di salire sulle montagne russe, così al momento di salire sul vagoncino mi sale l'ansia, talmente alta da spingermi a sedermi di fianco a Jack, che mi guarda inizialmente storto ma poi non commenta, concentrandosi sulla cintura.

Cerco di farlo anche io per mascherare l'agitazione ma sfortunatamente lui lo nota, davanti a noi ci sono Kandy e Luke, per niente agitati, che ridono per una battuta di Luke che non ho afferrato.

Cerco di concentrarmi su qualsiasi altra cosa che sul giro della morte che mi aspetta tra pochi secondi.

«Potevi stare giù se hai così fifa» Jack guarda davanti a se impassibile, senza nessun segno di ansia.

Quando vede che non sono intenzionata a rispondere e sono letteralmente abbracciata alla protezione che è scesa e mi salda bene al sedile, guardando fissa davanti a me e respirando a fatica, si gira verso di me.

«Non vorrai svenire spero»

Tira un sospiro vedendo che non rispondo.

«Okay, oggi non sei di molte parole»

Io lo ignoro totalmente.

Il trenino comincia a muoversi e io sto letteralmente impazzendo dal panico, ormai non penso più nemmeno a nasconderlo.
«Stai tranquilla» mi dice stranamente preoccupato dopo aver visto la mia faccia pallida.

Ma a che gioco sta giocando?

Quando il trenino parte cominciamo a salire lentamente, l'ansia è alle stelle ma il panorama è magnifico.

Il tramonto si fa ammirare in tutta la sua bellezza e, guardando a destra si scorge l'oceano piatto e luccicante, illuminato dai raggi rossi del sole.

Anche Jack sembra colpito da quel panorama magnifico, così magnifico da farmi dimenticare perfino per un attimo tutte le mie paure.

In men' che non si dica il trenino scende in picchiata compiendo un giro della morte e poi un giro su se stesso, io tengo gli occhi ben serrati e, come è iniziato, finisce: in due secondi siamo fermi e la protezione si alza, non ci posso credere, ho vinto le mie paure! Ho scoperto che è meraviglioso sentire l'adrenalina che ti scorre nelle vene, la soddisfazione che si prova quando il "pericolo" è scampato è immensa.

Scendiamo tutti e quattro soddisfatti, soprattutto io, per aver vinto le mie paure e per aver visto una tale meraviglia.

Guardo con un misto di soddisfazione e riconoscenza per non avermi fatto salire sola, Jack.

«Cerchiamo gli altri» mi grida Kandy stringendo la mano di Luke, che si volta verso Jack.

«Dove han detto che andavano?»

«Cosa vuoi che ne sappia io, chiedi alla sua ragazza» dice Jack con nonchalance alludendo a me.

Non voglio intendere la sua frase in nessun modo, ne come provocazione ne come altro perciò rispondo semplicemente, rivolgendomi a Luke.

«Penso che siano alla bancarella delle armi per il Softair» rispondo con la stessa nonchalance. Beccati questa, stronzo.

Luke devia il percorso e ci fa tornare sui nostri passi, procediamo abbastanza rapidamente poiché secondo lui dovremmo metterci in moto tra meno di mezz'ora per arrivare in tempo per la partita di football che, a quanto ho capito, i ragazzi hanno in programma di vedere.

«Allora è vero quel che si sente» Jack è di fianco a me e procede alla mia stessa velocità dietro a Luke.

«Cosa intendi?» anche se avevo capito benissimo…

«Tu e Sam»

Non rispondo.

«Allora?» Jack si gira verso di me mezzo spazientito. Anche io lo sono.

«Ma saranno fatti miei! E comunque si... o forse no! Non lo so, però questo non ti deve in alcun modo interessare»

Per la verità sono stata così impegnata a tenere a bada la marea di emozioni che mi devasta che non ho pensato a quello che siamo diventati io e Sam. In effetti, non stiamo insieme, o almeno, non ufficialmente. E poi nemmeno lo conosco bene. Ma questo non lo ammetterei con Jack nemmeno se mi comprasse una macchina.

Da lontano si sentono i fucili a pallini che vengono caricati, sembra uno sport divertente, penso che dovrei aggiungerlo alla lista delle cose da fare.

«Ehm, io direi di no»

«Cosa?» rispondo alzando la testa verso di lui, incapace di comprendere la sua affermazione ambigua. Lui mi indica con la testa verso una piccola bancarella piena zeppa di fucili, dai più grossi ai più piccoli, ma non sono i fucili a colpirmi. E' un ragazzo alto, dai capelli biondi e gli occhi color lapislazzulo che sta ridendo con una ragazza bionda dal seno spropositato, spostandogli una ciocca di capelli dal viso.

Sgrano gli occhi dallo stupore e dallo smarrimento, mi avvicino per assicurarmi che sia davvero chi penso, la risposta è sì: non confonderei i suoi occhi con quelli di qualcun altro per nulla al mondo.

Rimango in piedi frustrata e senza forza alcuna, non mi muovo. L'unica cosa che voglio fare è guardare il mio... che cos'era? ma chi se ne importa, che circonda la vita di quella bionda con un braccio e la attira a se, lei gli sorride maliziosamente. Non riesco a vedere la sua espressione poiché lui è girato di spalle, ma riesco a vedere l'espressione di lei. Malizia e ironia sono dipinte sul suo volto rifatto, ma non solo, si vede che stanno flirtando. E' decisamente una bella ragazza, non ho alcuna possibilità di competere con lei.

Sento gli occhi di Jack puntati addosso come mirini di fucile, so di dover fare qualcosa, ma cosa si può fare in queste condizioni se non rimanere a guardare con le lacrime agli occhi, completamente spaesata e confusa?

Gli altri sembrano non essersi accorti di nulla, ridono e scherzano come se non ci sia nulla di dannatamente sbagliato nella vita, come se per loro gli ostacoli siano delle nullità, come se la vita sia una cosa fantastica, come se l'amore sia la cosa più bella che ci sia al mondo. Come possono vederci tutto chiaro in quel modo? Solo a me il cammino diventa buio? Una marea di pensieri si fanno largo nel mio cervello in tilt.

Mi risolvo a stare ferma per un altro po', fino a quando anche Luke e Kandy escono dalla loro bolla isolante ritornando alla realtà, cosa assai spiacevole. Si accorgono entrambi che qualcosa non va perché ci siamo fermati e ci guardano con aria interrogativa.

Quando incrociano il mio sguardo probabilmente distrutto e vi vedono un'amara delusione seguono il mio sguardo fino all'oggetto del mio dolore.

E' passato almeno qualche minuto e le lacrime non reggono più, si spingono a vicenda per uscire fino a quando non strabordano dagli occhi gonfi e rossi.

Appena ricevono le informazioni necessarie per capire quello che sta succedendo rimangono ammutoliti a guardare.

Siccome non reggo più a quel silenzio già troppo imbarazzante e doloroso, mi avvio verso quella direzione.

Quando arrivo ad una distanza ravvicinata mi vede, diventa pallido e viene verso di me.

Io sono immobile e lui è davanti a me, mi guarda, è improvvisamente sbiancato e ha un espressione da colto nel fallo.

«Lasciami spiegare...» Ma è davvero così stupido?

Uno schiaffo arriva dritto sulla sua gote. Mi prudevano le mani e ora mi sento meglio.

«Questo è per avermi preso per il culo...»

Un altro schiaffo lo colpisce sull'altra gote.

«...e questo è per avermi bruciato così il primo bacio, che avrebbe dovuto essere con una persona speciale. Và all'inferno.»

Mi giro furiosa e supero i miei compagni con la faccia più dura che potessi fare in quelle circostanze, non appena li supero e la mia faccia non è più sotto i loro occhi, la mia espressione si scioglie e lacrime calde sgorgano e mi scendono attraverso le guance, imperterrite.

Sento di voler essere lasciata sola e i miei compagni lo capiscono, vedo Luke e Kandy andare verso il traditore. Io mi siedo vicino alla prima panchina che vedo e cerco di frenare i singhiozzi, non mi sono mai sentita così, io, così lontana da casa e per di più sola.

«Così gliela darai vinta» una voce forte supera il rumore dei miei singhiozzi.

Alzo lo sguardo.

«Non ho voglia adesso, ti prego.» altri due singhiozzi mi interrompono «almeno per oggi puoi evitare di crearmi altri problemi, di prendermi in giro facendomi sentire più merda di come mi fai sentire di solito? Per favore...» Al diavolo l'orgoglio, tutto il mio sentimento ferito e accumulato in questi giorni, o forse anni, sprizza da tutti i pori insieme al dolore momentaneo provocato dal tradimento.

Quando apro gli occhi vedo un braccio teso verso di me.

«Vieni» lo guardo negli occhi e vedo tutta la sua pena.

«No, grazie» chino di nuovo la testa e la nascondo sulle ginocchia piegate.

«Vieni» ripete un po' più duramente.

Lo guardo, poi afferro debolmente la sua mano, non ho la forza per stare a discutere, nemmeno la voglia.

«Andiamo»

«dove?»

Vengo tirata per un braccio dal peggior nemico del mio cuore, che forse ora non è più il peggiore.

Mi trascina sino all'ingresso della ruota panoramica.

«No» dico istantaneamente.

Io mi sento uno schifo e quello che pensa lui è di andare a divertirsi? Egoista.

«Vieni» mi tira con più insistenza fino a quando non sono costretta a mollare la presa al paletto a cui mi ero aggrappata e lo seguo.

Jack si siede di fianco a me e mi guarda.

L'ansia che avevo manifestato sulle montagne russe è sparita, al suo posto ora ci sono soltanto lacrime e vuoto dentro.

La ruota è ancora vuota perciò so che dovremo aspettare.

«So come ti senti» dice Jack per rompere il ghiaccio e il silenzio carico di tensione che si era creato.

«No, non lo sai»

«Lo so invece. Ti senti vuota, è come se ti avessero svuotato della tua essenza. Ti vengono alla mente tutti i ricordi che avete vissuto, anche se è stato per pochi giorni nel tuo caso, ma sono pur sempre ricordi che terrai dentro»

Lo guardo smettendo di singhiozzare finalmente.

«Ma che ne sai tu di queste cose? Che la tua ragazza è una puttana senza cervello con cui ti sei messo solo per convenienza, per mantenere una posizione di popolarità all'interno della scuola!» le parole vengono fuori rapide come il vento, sprezzanti, accusatorie.

Jack ignora la mia cattiveria, la giostra è ormai partita e io non me ne sono nemmeno accorta. Sta salendo abbastanza velocemente.

«Ora smetti di parlare e ammira quello che ti sta intorno» mi dice.

Guardo davanti a me, il buio ormai ha sostituito il tramonto, le luci dall'alto si vedono piccolissime, sembra un sogno quello che vedo, non sembra reale. E' ancora meglio delle montagne russe.

Jack mi indica il mare: un immensa massa di nero in cui a spiccare sono le grosse barche luminose. La costa è altrettanto ricca di luci. Il centro della città si riconosce dalla moltitudine di luci tutte attaccate. Miami dall'alto è la cosa più bella che ho mai visto, ancora più bella del tramonto di prima.

Ho la gola secca e gli occhi serrati dallo stupore e dalla meraviglia.

Jack se n'è accorto e sorride soddisfatto.

«Quando voglio distrarmi e dimenticare qualcosa io salgo su una di queste, ti rilassa, no?»

Non rispondo, sono stupita dal fatto che mi ci abbia portato, ma soprattutto che per la prima volta Jack mi abbia mostrato una parte di lui non coperta dalla maschera del duro.

«Perché mi hai portato qua?»

«Perché so come ci si sente»

«L'hai provato sulla tua pelle?»

«Può darsi»

«Ti va di parlarne?» azzardo.

«No» Torna a guardare le luci e poi le stelle, il suo umore sembra essersi mutato in un secondo.

 

  
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