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Autore: Allie__    14/07/2014    1 recensioni
Caroline era pienamente cosciente del fatto che un matrimonio con un giusto partito, avrebbe risolto molti problemi alla sua famiglia, ma se c'era una cosa che distingueva Caroline da tutti era la sua testardaggine e nessuno l'avrebbe mai convinta a sposarsi con qualcuno che non amava. Pur essendo molto corteggiata e molti attendevano un suo prossimo matrimonio, lei rifiutava con convinzione ogni proposta che le veniva fatta. Eppure non capiva, aveva altre due sorelle Rose ed Elena e non riusciva a capire perchè tutti si accanissero su di lei, quando c'erano anche loro, che non la pensavano come lei e che quindi sarebbero state più propense ad accettare la corte e in seguito il matrimonio con uno di quei damerini impettiti.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 19.






 

 

 

La mattina seguente era stato a dir poco frustrante per Caroline.

Di prima mattina Rebekah si era presentata da lei, con il chiaro intento di convincerla a restare, provando in tutti i modi a trovare una ragione, che potesse sembrare vagamente accettabile.

Caroline però era stata chiara.

Quella non era casa sua, lei non avrebbe nemmeno potuto sposare Niklaus, il che rendeva la sua permanenza, solo uno sgradevole impiccio.

 

«Caroline, vi prego non fate questo a mio fratello.» esordì Rebekah, mentre guardava ormai disperata Caroline, che ripiegava una vestaglia, per poi depositarla nel baule.

 

Caroline si limitò a tacere, ma appena vide con la coda dell'occhio Rebekah fare un passo di troppo verso di lei, indietreggiò istintivamente, guardandola con timore.

 

«Non avvicinatevi, vi prego.» mormorò Caroline, «Ormai ho preso la mia decisione.» continuò risoluta, vedendo la delusione farsi strada sul volto di Rebekah.

 

«Eravate la sua unica speranza.» mormorò affranta la ragazza, prima di voltarsi ormai sconfitta, verso la porta. «Comunque sia, nessuno di noi vi avrebbe mai fatto del male.» intervenne poco dopo Rebekah, prima di lasciare definitivamente Caroline da sola.

 

Si, era stata la mattinata più faticosa e stancante della sua vita e per quanto cercasse di non darlo a vedere, i capogiri non l'avevano ancora abbandonata.

 

Per tutto il resto della mattinata si ritrovò ad evitare chiunque all'interno di quella casa, eccetto per Katherine, che era l'unica persone alla quale era permesso avvicinarsi a lei senza che Caroline, indietreggiasse spaventata.

 

«Quindi siete certa che sia la soluzione migliore?» chiese nuovamente Katherine, come nell'ultima ora.

 

«Continuare a chiedermelo, non mi farà cambiare idea.» esordì stanca Caroline, che stava giocando con i ricami del proprio vestito.

 

«Voglio solo essere sicura, che siete convinta di quello che state facendo.» disse Katherine, prendendo le mani di Caroline tra le sue.

 

«Lo sono e anche se non lo fossi, non ho altra scelta.»

 

«C'è sempre una seconda scelta.» fece Katherine, guardando l'amica. «Potete mandare al diavolo Mister Mikaelson e fuggire con Niklaus, potete se solo lo volete davvero.»

 

Caroline rimase alcuni istanti in silenzio.

Era vero, lei poteva fuggire con Niklaus, prima sarebbe stata la prima cosa che avrebbe proposto al suo futuro sposo, ma ora come poteva?

 

Come poteva fuggire con la persone dalla quale stava fuggendo?

 

«Non questa volta, Katherine.» disse Caroline, abbassando lo sguardo sul suo vestito, come se tutto d'un tratto fosse diventata la cosa più interessante.

Improvvisamente un capogiro più forte degli altri, la fece quasi scivolare a terra dalla panchina dove era seduta.

Katherine, l'aiutò prontamente a tornare seduta, guardando preoccupata l'amica.

 

«Caroline, vi sentite bene?» chiese con urgenza l'amica.

 

«Si, sarà stato solo un calo degli zuccheri.» esordì Caroline, portandosi una mano tra i capelli, cercando di capire cosa fosse successo.

 

«Cara, siete pallida da tutto il giorno, c'è qualcosa che non va e non credo sia colpa degli zuccheri.» disse con fare ovvio Katherine, mentre accarezzava un braccio dell'amica. «Forse dovremmo mandare a chiamare..» iniziò a dire, prima di venire interrotta da Caroline.

 

«No..non c'è bisogno di chiamare nessuno, sto bene.» fece Caroline, prima di alzarsi, barcollando lievemente. «Devo andare ora, la carrozza sarà qui a momenti.» continuò come per spiegare il suo gesto.

 

«Va bene, ma promettetemi che appena arriverete a casa, vi farete visitare e mi farete sapere come state.» disse alzandosi Katherine, per aiutare l'amica, ancora non del tutto stabile.

 

«Ve lo prometto.» disse con fare non curante Caroline, prima di incamminarsi con Katherine, per l'ultima volta verso quella casa.

 

***

 

Non capiva e forse non avrebbe mai capito.

Se la felicità non sembrava essere fatta per lui, se nemmeno l'amore era fatto per lui, che senso aveva trattenersi dall'essere il vero se stesso?

 

Che senso aveva stare a guardare dalla finestra, la sua unica certezza svanire dentro una carrozza, che l'avrebbe riportata lontano da lui?

 

Il liquore nel suo bicchiere finì in un solo sorso, annebbiando i suoi pensieri.

 

Perchè l'alcool non faceva lo stesso effetto come per gli umani, su di lui?

Avrebbe tanto voluto riuscire ad ubriacarsi, lasciarsi andare a una lenta agonia, che piano piano sarebbe stata annebbiata completamente dal nulla, lasciandolo vuoto e pieno allo stesso tempo.

 

Niklaus abbassò nuovamente lo sguardo sulla strada, dove lei ormai era sparita e dove era rimasto solo il rumore del pianto di Katherine, immerso nella frenetica Londra.

 

Tutto aveva perso il suo senso, tutto lo stava portando ad autodistruggersi.

 

Un'autodistruzione che avrebbe avuto l'effetto di una bomba atomica, verso chiunque gli fosse intorno.

 

«Avete intenzione di restare li a compiangervi in eterno?» chiese una voce dietro di lui. «Non vi ricordavo così, Niklaus.»

 

«Lasciatemi solo.» disse con fare duro, senza voltarsi verso la propria interlocutrice.

 

«Non sono qui per impormi Niklaus e voi lo sapete bene, ma vostro padre non cambierà idea.» cercò di spiegarsi la ragazza, che si era avvicinata alla finestra e che ora sostava accanto all'ibrido.

 

«Allora convincetelo voi. Siete brava a manovrare le persone, non credo che sia un compito arduo per voi questo.» rispose Niklaus, senza degnarla di uno sguardo.

 

«Ce l'avete ancora con me e vi capisco, ma iniziare una guerra contro vostro padre, non è il modo migliore per fargli pagare tutto questo.» mormorò Hayley, guardando qualcosa di indefinito fuori dalla finestra.

 

«Cosa avete in mente?» chiese per nulla allarmato Niklaus, voltandosi verso di lei.

 

«Niente, è così difficile da credere per voi?» chiese sbuffando la ragazza.

 

«Ho i miei buoni motivi, per non fidarmi di voi.» disse con fare pratico.

 

«Vi dimostrerò allora che potete fidarvi.» fece Hayley rivolgendo un'occhiata di traverso all'uomo. «Comunque, ho trovato questa nella vostra stanza, credo che sia da parte della vostra amata.» disse dopo una breve pausa, porgendo a Niklaus, la lettera che teneva tra le mani.

 

Niklaus si limitò a guardarla, prima di prendere con poca grazia la lettera dalle sue mani.

Non fece in tempo ad aprirla, che Hayley lo lasciò solo, sparendo dal nulla dietro la porta, così com'era apparsa.

 

Niklaus si rigirò la lettera tra le mani, un po di volte prima di decidersi ad aprirla.

 

I suoi occhi scorrevano veloci sulle poche righe, che c'erano scritte.

 

 

Può sembrarvi strano, ma dovevo lasciarvi qualcosa prima di partire.

Non mi sarei mai aspettata, una conclusione così per noi, ma forse quel noi non è mai realmente esistito.

Fa male, perchè vorrei tanto poter passare sopra a tutto e far finta di non aver paura di voi, ma ne ho e tanta.

Vostro padre, ha semplicemente facilitato le cose, impedendo le nozze.

Siete stato la cosa più vicina all'amore, che sicuramente mai più avrò e di questo ve ne sono grata.

Sto scrivendo frasi sconnesse, perchè in realtà non so davvero perchè vi sto scrivendo.

Spero che starete bene.

Vostra, Caroline.

 

 

Se quello era solo un incubo, avrebbe tanto voluto svegliarsi immediatamente, perchè ora gli sembrava tutto troppo tremendamente reale.

 

***

 

Caroline sentiva nuovamente l'aria di casa, entrare nei suoi polmoni e per un attimo si sentì, molto più tranquilla e quasi al sicuro, perchè dentro di lei sentiva che c'era qualcosa che non andava, qualcosa che già la stava soffocando con la sua mancanza.

 

Appena la carrozza iniziò a percorrere il sentiero di casa, la tensione che prima sembrava essersi alleggerita, era tornata a farsi sentire più che mai.

 

All'entrata, sulla veranda, notò che tutti la stavano aspettando, compresa Elena.

Scese dalla carrozza, facendosi aiutare da un servo, che l'abbandonò subito dopo, per depositare a terra il suo baule.

 

Caroline sorrise in modo tirato, verso la sua famiglia, che era rimasta immobile a guardarla scendere dalla carrozza, senza nemmeno avvicinarsi a lei.

 

Vedeva chiaramente un cipiglio di disappunto sul viso della madre, che però la fece sentire in un certo senso, a casa.

 

«Caroline!» esultò dopo un attimo Elena, fiondandosi tra le braccia della sorella, che sorrise di quel contatto.

 

Ne aveva bisogno, un tremendo bisogno in quel momento.

 

Sapeva che la prima cosa avrebbe fatto, una volta che si fosse sistemata, sarebbe stata parlare con Elena.

Tenere tutto quello che sapeva per se, era troppo e aveva davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno.

 

Caroline ricambiò la stretta della sorella, che la lasciò andare qualche istante dopo, sorridendole come solo lei poteva fare.

 

«Devi raccontarmi tutto!» disse con tono pratico Elena, afferrando per un braccio Caroline, come a non voler aspettare un minuto di più.

 

«Figlia, lascia almeno il tempo a tu sorella di entrare in casa.» disse il pastore, avvicinandosi a sua volta alle due ragazze ed abbracciando Caroline.

 

«Mi siete mancato, padre.» esordì Caroline, rifugiandosi tra le braccia del padre.

 

«Anche tu, figliola.» rispose in un sospiro.

 

Caroline si ricordava ancora le parole di Niklaus, che le aveva detto la sera in cui aveva scoperto tutto.

 

Anche tuo padre sa.

 

Avrebbe dovuto parlare anche con lui più tardi, per farsi dare delle spiegazioni concrete, perchè ora li era l'unica persona con cui poteva trattare quell'argomento.

 

«Entrate in casa, non avrete intenzione di passare il resto della serata li fuori.» disse con fare distaccato sua madre, che senza degnarla di una parola in più, rientrò dentro casa, seguita da Rose, che aveva lanciato un sorriso tirato alla sorella.

 

Qualcosa doveva essere successo durante la sua assenza ed a quanto pareva, non sarebbe stata l'unica a dover raccontare gli ultimi avvenimenti.

 

***

 

Elena piombò in camera chiudendosi la porta alle spalle.

Appoggiò la candela sullo scrittoio di Caroline e si sedette accanto alla sorella sul letto, con le spalle contro il muro.

«Allora, cos'è successo?» chiese Elena, guardando la sorella.

 

«Tu cosa sai?» chiese l'istante dopo Caroline.

 

«Nostro padre ci ha solo detto, che saresti tornata a casa, perchè il matrimonio non si sarebbe più celebrato, quindi ora esigo di sapere il perchè.» disse Elena, sbrigativa.

 

Caroline rimase qualche momento a pensare, cosa avrebbe potuto dire e cosa no.

Non voleva spaventare la sorella, ma non sapeva nemmeno come fare a spiegarle quello che era successo, tralasciando quella enorme informazione.

 

«Mister Mikaelson, il padre di Niklaus, non ha acconsentito al matrimonio, ma non so le motivazioni.» disse con fare vago Caroline.

 

«Non hai chiesto a Niklaus di dirti queste motivazioni? Era un tuo diritto sapere.»

 

«Io e Niklaus..non ci parlavamo più molto negli ultimi giorni.» ammise Caroline, giocando distrattamente con i fronzoli del suo scialle.

 

«Perchè? Non capisco sembravate così uniti, così innamorati.» cercò di capire Elena.

 

«A volte non basta, sorella. I segrete rovinano sempre tutto o magari alle volte sarebbe meglio che rimanessero tali.» parlò Caroline più rivolta a se stessa che alla sorella, che non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo.

 

«Segreti? Aveva un'altra donna?» chiese titubante Elena.

 

«No non era quello.. cioè si, è apparsa un'altra donna alla fine.» disse Caroline, non sapendo come esprimersi.

 

Aveva scoperto di Hayley da Katherine, ma il vero segreto non era quello.

In confronto era una cosa del tutto irrilevante.

 

Un campanello di allarme risuonò ad Elena, che stava iniziando ad avere il sospetto, che Caroline avesse scoperto qualcosa, qualcosa di molto più grande di lei.

 

«Sorella, sai che con me può dire tutto.» cercò di rassicurarla Elena, prendendo la sue mani tra le proprie. «Se qualcosa ti turba puoi parlarne con me.»

 

Caroline, la fissò per qualche momento, indecisa sul da farsi.

 

«Se ti dicessi, che Niklaus non è esattamente quello che sembra? Cioè se avessi scoperto che lui, in realtà non è come si mostra alle persone, ma che quella è solo una sua maschera per nascondere il vero se stesso?» chiese vagamente Caroline, fissando attentamente il viso della sorella, per coglierne il minimo cambiamento.

 

«Tu lo sai..» disse in un sussurro Elena, portandosi una mano alla bocca, spalancando gli occhi in modo innaturale.

 

«So cosa?» chiese Caroline, spaventata dalla reazione della sorella.

 

«Tu hai scoperto cos'è Niklaus.» mormorò quasi in modo inudibile Elena, restando immobile a guardare la sorella.

 

 

***

 

Era notte fonda, quando qualcosa lo fece svegliare di soprassalto.

Era completamente sudato e in preda a un attacco di panico si guardò intorno, pensando di vedere qualcuno o qualcosa.

 

Appena si rese conto, che era stato solo un tremendo incubo, fece ricadere la testa sul letto, puntando i suoi occhi verso il soffitto.

 

Stirò le braccia, ma nel farlo, la sua mano destra urtò qualcosa che non ricordava fosse sul suo letto.

Si sporse verso quel pezzo di carta, che era comparso dal nulla e lo prese, leggendo velocemente il contenuto.

 

Caroline era tornata quella sera ed era stato l'uomo più felice del mondo in quel momento, ma quel biglietto stava nuovamente complicando tutto.

 

Aveva sperato, che se lei si fosse allontanata dall'ibrido, le streghe l'avrebbero lasciata in pace, ma quello era stato un imprevisto che non aveva potuto e voluto calcolare.

 

Caroline era incinta e presto sarebbe morta.

 

«Dannazione.» sbuffò portandosi le mani tra i capelli.

 

L'amava, l'aveva sempre amata fin da quando erano bambini.

Il rifiuto della sua proposta era stata una mara sconfitta, che però non si era ancora deciso di dichiarare.

 

Avrebbe trovato un modo, per far morire quell'essere che ora stava crescendo dentro la pancia di Caroline.

Avrebbe trovato un modo per poterla salvare.  

  
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