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Autore: Ginnever    01/09/2008    3 recensioni
Deglutisco, terrorizzata. Decido di avvicinarmi per scoprire chi cavolo è quello che sta dormendo beatamente nel mio letto…a petto nudo, poi!!!
Respira…Rinoa, respira….
I suoi capelli castani e lunghi cadono morbidi sul cuscino bianco come la neve, le sue mani sono abbandonate sul materasso con i palmi bianchi e alzati.
Quella bocca…quel profilo…
Non c’è bisogno che veda il colore dei suoi occhi, per riconoscerlo.
*Spero che vi piaccia, è la mia prima storia con FFVIII (^^) e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...saluti, Ginnever^^*
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irvine Kinneas, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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--> Chiedo scusa a tutti per il piccolo errore cronologico commesso nel seguente capitolo, abbiate pietà! xD Per fortuna adesso è corretto, grazie alla segnalazione di Little_Rinoa (Che ringrazio personalmente ^__^’).  
PS: ovviamente, da quando Squall si sveglia e incontra Rinoa, passa un’ora, non 15 minuti xD Sorry ^^’

E ora…scusate e buona lettura!
Ginnever

*Crying*




Apro gli occhi ancora un po’ assonnati, stupito di non trovare il corpo della mia ragazza accanto a me.
Puntellandomi su gomiti, osservo confuso la parte del letto vuota che dovrebbe essere occupata da Rinoa, come l’aveva lasciata la sera prima lei stessa, poi, scuotendo la  mia chioma castana per allontanare un ciuffo fastidioso sull’occhio, mi alzo indispettito. Do un’occhiata alla sveglia che ha la lancetta puntata sulle 8.00, prima di andare in cucina, poi in salotto e infine in bagno con la speranza di trovarla. Ovviamente, di lei non c’è traccia.

Dove diavolo è andata a cacciarsi?

Penso alle cose più strane sino ad arrivare a quelle meno rassicuranti, come un’aggressione o una rapina, e mi infilo sotto la doccia, con l’ansia che cresce ad ogni mio respiro.

Giro la manopola del rubinetto e subito l’acqua scende leggera e fresca sulla mia pelle, accarezzandomi come farebbe una mamma con il suo bambino.

I capelli mi si appiccicano al volto e al collo, ma io li lascio fare. È come sentire le sue mani su di me, il suo tocco vellutato che mi scalda anche sotto una fredda doccia.

Rinoa….
Dove sei?

Lo scrosciare dell’acqua sempre più forte mi fa tornare alla realtà. Esco dal box-doccia annodandomi un asciugamano attorno alla vita e guardandomi allo specchio leggermente opaco: ho le occhiaie e i muscoli tesi, segni che mi caratterizzano sempre in negativo.
Sospiro, ripensando alla sera prima.
Maledetto lavoro!
Se non fossi stato impegnato ad arrangiare qualche appunto per oggi, sarei stato sicuramente io ad accompagnare Rinoa alla festa di Quistis per festeggiare la sua promozione in un noto albergo di Dollet, e non certo i miei migliori amici, Zell Dincht e Selphie Tilmitt.

Nudo, torno in camera a vestirmi.
Ad ogni indumento che indosso, l’idea di andare da Zell e Selphie prende forma sempre di più nella mia mente, fino a diventare una certezza.
Ho bisogno di sapere. E subito.

Esco dopo aver preso una felpa e le chiavi di casa con capelli ancora bagnati e una volta fuori, mi incammino verso la casa che i due miei amici dividono per il pagamento dell’affitto.

Una volta raggiunta la porticina in legno della loro dimora, busso un paio di volte.
Con mia grande sorpresa, non devo aspettare molto prima che la porta si apra.

“Squall! Che diamine ci fai qui a quest’ora?” Esclama Selphie, ovviamente meravigliata di vedermi a quell’ora sulla soglia di casa sua.
“Buongiorno anche a te, Selphie.” Rispondo con un sorriso.
La ragazza mi guarda un momento prima di scoppiare a ridere e farmi accomodare sul divano nel salotto.
“Zell! Abbiamo visite!” Grida subito, sedendosi accanto a me.
“Visite?? A quest’ora?” Risponde confusa la voce di Zell dal piano di sopra.
Ma Selphie non si scomoda a rispondergli, dato che il ragazzo scende in un baleno sedendosi poi sul tavolino al centro della stanza e guardandomi con un sorriso un po’ sorpreso.
“Squall?”
“Sì, scusate l’orario…”
“Non devi preoccuparti.” Risponde Selphie scuotendo il capo. “Siamo svegli da un sacco di tempo. Evidentemente la festa di ieri sera ha avuto l’effetto opposto su di noi.”
“Beh, su di lei…” Mormora Zell dal basso del suo tavolino, ricevendo un’occhiata torva dell’amica.
Noi, Zell, noi.” Replica la mora, calcando bene il pronome.
Abbozzo un sorriso alla solita scenetta comica dei due, ma senza però riuscire a ridere.
Il non sapere nulla di Rinoa, mi rende nervoso.
“Ecco, è proprio di ieri sera che volevo parlarvi.” Esordisco, ricevendo occhiate interrogative da Zell e indagatrici da Selphie.
“Ieri sera?? Perché, che è successo?”
“Sta’ zitto, Zell. Continua pure, Squall.”
Annuisco come a ringraziarla e riprendo.
“Sapete dove sia finita Rinoa? Non è tornata a casa stanotte.”
Zell apre bocca per rispondere, evidentemente, che non sa nulla, ma Selphie lo blocca con un braccio, gli occhi azzurri fissi nei miei, altrettanto chiari.
“Rinoa non è tornata a casa?”
Abbasso gli occhi.
“No. Sapete qualcosa?”
La mora scuote il capo, e la tenue speranza che si era accesa confidando nel loro aiuto, svanisce.
“Mi dispiace, Squall, ma sia io che Zell l’abbiamo persa di vista ad un certo punto della serata e non l’abbiamo più incontrata.”
"Non avete proprio idea di dove sia andata? Chi c’era alla festa?”
Stavolta Selphie viene anticipata da Zell, che alzando la voce, risponde: “Non sappiamo dove sia andata, ma chi c’era sì.”
Vedo la mora schioccargli un’occhiata truce, e il mio cuore perde un battito.

Non è come penso…dimmi che non è così..

“E…chi?” Chiedo, temendo la risposta che mi viene data sempre da Zell. - E il fatto che Selphie non parli, mi dà praticamente la certezza di quello che sto per sentire-.
“Dunque….Edea, il preside Cid, Quistis, la dott. Kadowaki, molti studenti del garden veterani come noi e anche altri non-SeeD…”

Colpito…
“…tra cui Irvine…”
e affondato.
 Sento il peso del mondo che mi cade addosso, lo sguardo preoccupato di Selphie sul mio viso, le parole di Zell rimbombarmi ancora nel cervello, beffarde.

Irvine…Irvine…
Maledetto….maledetto, cosa le hai fatto!

Mi alzo di scatto, la rabbia che mi bolle come veleno nelle vene, l’agitazione e il dubbio che mi appannano la mente.
Rinoa…
Non avrei dovuto mandarla sola…non avrei dovuto….
Senza dire una parola, mi avvio verso la porta e agguanto la maniglia con le dita, ma la voce di Selphie mi blocca sulla soglia.
“Squall!” Il suo tono è supplichevole e disperato. Ha capito, ha capito tutto…
Mi volto. Non si merita le mie spalle, lei.
“Squall…” Incateno le mie iridi cerulee con le sue color del cielo che luccicano. E aspetto. “…ti prego, non fare sciocchezze…”

Nonostante la rabbia, nonostante la tensione che le parole di Zell mi hanno suscitato, nonostante il rancore che porto ancora nel cuore, le sorrido.
Un sorriso che sa di amicizia, di grande, amicizia.
Poi mi volto e senza una parola esco da quella casa accogliente e calda, anteposta alla fredda aria del mattino che a contatto con miei capelli ancora umidi, mi gela il cranio, facendomi dimenticare solo per un attimo il pensiero delle mani di quel bastardo sul corpo di Rinoa, la mia ragazza.

 

---> Rinoa.<----

Mi catapulto giù dalle scale della stazione di Balamb e quasi ingambandomi esco in strada.

Mi guardo attorno per qualche secondo, prima di riprendere a correre verso casa mia. La borsa blu scintillante mi sbatte dolorosamente contro la coscia destra e il fiato comincia a mancarmi.
Do un’occhiata veloce all’orologio da polso che segna le 9.00 e rallento, ricominciando a respirare con un ritmo più regolare.
Sento alcuni capelli in bocca e con una mano li porto tutti dietro l’orecchio.
Riprendo fiato.
La porta in legno risponde muta al mio sguardo stanco e un po’ sconvolto.
Mi avvicino alla serratura e con le dita cerco le chiavi nella borsetta. Una volta dentro la toppa, le faccio girare senza sforzare troppo, convinta di dover continuare, sbagliando, perché la porta mi si apre davanti con uno scatto e io entro, totalmente confusa e con il cuore a mille. 

Squall sarebbe dovuto essere a casa, prima del mio ritorno.


Spalanco la porta ed entro, chiudendomela subito alle spalle. Poi mi mordo un labbro perché, non ci sono dubbi, lui si è svegliato ed è uscito, e le tapparelle alzate ne sono la prova.

 
Tutto inutile, quindi. La mia corsa sfrenata, tutto fiato sprecato.

Sicuramente Squall, dopo essersi accorto che non c’ero, si sarà catapultato da Zell e Selphie per capire dove potevo essere, e loro, nonostante non credo mi abbiano vista sparire con Irvine ieri sera, sapevano della sua presenza alla festa, perciò...come avrebbero fatto a mentirgli? E comunque, anche se Selphie fosse riuscita in qualche modo a nasconderglielo, Zell avrebbe parlato.

Niente, non c’è più niente da fare. La verità verrà fuori, che io lo voglia o no.
Ma da un lato…è meglio così.
Vivere con il peso del tradimento per tutta la vita…non mi permetterebbe di vivere.
Scuoto il capo, affranta e rassegnata, mentre guardando le mura accoglienti della casa che condivido con lui, la gola comincia a bruciare e gli occhi pizzicare.

 

Non piangere adesso, Rinoa…il tempo per farlo, verrà.

Maledetta vocina beffarda…

Una vocina beffarda che però aveva ragione. Non serve sprecare lacrime ora. Ci penserà il confronto con Squall ad usufruirne.
Squall….
Oh, Dio!
Io…l’ho tradito!

L’impatto con la casa ha avuto l’effetto temuto: quello cioè di scaraventarmi in faccia la realtà con la forza di un pugno, facendomi rendere davvero conto di ciò che ho fatto solo in quel momento.

Io...ho…tradito…Squall…

Gli occhi mi si appannano. Vedo solo i contorni sfumati del tavolo e la finestra.
Le lacrime cominciano a farsi strada nella mia gola…le sento….


Ma uno scatto improvviso, un respiro affannato, mi costringe a voltarmi sventolando la chioma nera, gli occhi sgranati dallo stupore e dalla paura.

Una figura in ombra è ferma sulla soglia, la porta alle sue spalle è chiusa. Non l’ ho nemmeno sentito aprire la porta ed entrare.

Sento i suoi occhi su di me, mi percorrono come per analizzarmi per parecchi secondi silenziosi, fino a quando non si mostrano alla tenue luce del mattino, insieme al resto del corpo.
E quelli che vedo riflessi nelle due pozze cerulee di Squall, sono i miei occhi colmi di lacrime e impauriti, che non hanno la forza di reagire.
Mi fissa intensamente senza parlare. Sento il suo respiro aumentare ad ogni passo, avvicinandosi a me. Sento il mio affannoso che si allontana.

Poi lui si ferma, ed io, non so perché, anche.
Ci guardiamo per un po’, concentrati uno nelle iridi dell’altro, fin quando non è lui, a parlare.

“Dove sei stata stanotte, Rinoa.”

Ti prego, non chiamarmi per nome….
Detto da te, sembra un insulto.
Non riesco, non lo sopporto. Abbasso lo sguardo, posandolo poi sulla finestra oltre il tavolo al centro della cucina.

“Dove…”
Ma il suo, capisco subito, non è un tono accusatorio. Non mi sta attaccando, mi sta quasi….oddio, non riesco a dirlo.

Implorando…?
Perché…perché, Squall? Credi che non sia colpa mia? Credi che Irvine mi abbia stuprata?

“Squall…” Tento, ma la voce è debole e lui lo capisce. Non sono convinta. Per niente.
“Rinoa, ti prego” No…Squall… “Dimmi dov’eri stanotte.”
E con tutto il coraggio che ho, mi volto verso di lui, e lo guardo.
I suoi occhi…sono bellissimi.
Di un azzurro prezioso con fili neri incastonativi, intensi e sempre vivi, adesso rabbiosi e sofferenti.
Sento un dolore al cuore pari a quello della morte, ma non sposto lo sguardo.
Devo guardarlo. Lui se lo merita, il mio rispetto.

“Sono stata in albergo.” Il cuore mi batte così forte che temo lui lo possa sentire nel silenzio della stanza. “Tutta la notte.”
Scorgo una piccola luce spegnersi nelle sue iridi sempre luminose, ma nient’altro. Rimane quasi impassibile.
Io abbasso lo sguardo.
Sentire il peso della colpa anche attraverso i suoi occhi, è straziante.Mi prendo le mani e comincio a tormentarle. La rabbia per la mia ubriachezza mi fa sentir male. Ho di nuovo voglia di vomitare.
La tensione….mi fa quest’effetto.

Ma poi…..

Quando meno te lo aspetti, l’amore fa il suo corso.
Riempie quei vuoti che si sono creati e ti scalda il cuore. Ti scalda la mente, ti sussurra parole, ti accarezza le guance e ti fa sentire importante.
Ti fa sentire viva. E pulita.

Anche quando meno te lo aspetti.
E l’amore, ha poteri miracolosi. Fa dimenticare, fa capire molte cose, fa perdonare. Fa amare.
L’amore, fa amare.

 E soprattutto quando meno te lo aspetti, ti si avvicina, stringendoti tra le sue braccia e facendoti sentire il suo calore, facendoti inebriare del suo profumo. Facendoti vivere. Facendoti piangere.
E piangere, è quello che sto facendo. Chiusa nel suo abbraccio rassicurante e caldo, verso lacrime amare, bagnandogli la maglia, ma non l’anima.

Squall…mi sta abbracciando.

Sento i suoi capelli bagnati profumare di shampoo, sento il suo cuore battere al ritmo del mio, sento il suo respiro premere sul mio collo nudo.
Lo sento. Lo sento vivo.
Proprio come lui, adesso, mi ha fatto diventare.

Viva.
Tra le sue braccia.

 

_Note autrice:_

Ecco il 2, spero vi piaccia^^. Volevo solo dire una cosa: lo scrivere tutto in prima persona non era una cosa programmata, all’inizio, infatti contavo sul fatto di usare la prima persona con Rinoa, ma poi mi sono accorta che questo rendeva più scorrevole la lettura e così…beh, spero vi piaccia lo stesso^^  Baci, Gin

 Ringrazio:

_Roxelle_: Ciao! Scusa la domanda, ma ci sei rimasta male per il fatto che Rinoa è fidanzata con Squall o perché il traditore è Irvine? Comunque sono contenta che ti sia piaciuta, grazie mille^^ Spero continuerai nella lettura^^ Baci Gin

   
 
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