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Autore: VeraNora    15/07/2014    7 recensioni
Ebbene sì... ecco che arriva il proseguo di "Strano il mio destino" e "Family Buisness"... non è esattamente un proseguo... è più un tassello mancante, quella parte di storia che in molti mi hanno chiesto di scrivere: Klaus e Jessica.
Ma non è solo questo... è molto di più.
Tutto inizia con l'incontro che fa Gala, questa ragazza speciale, in un freddo giorno di dicembre.
Cosa scoprirà la ragazza? Perché proprio ora?
Spero vi piacerà anche questo mio nuovo progetto.
***************************DAL CAPITOLO*********************************************
«Devo sapere in cosa credi, Gala… devo sapere quanto la tua mente è in grado di accettare e quanto sei disposta ad ascoltare… perché vedi… se la risposta è “tanto” ti racconterò una storia… la tua storia! Ma se non è così… ti dimenticherai di questo incontro, di questo discorso e di me…»
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Damon pose le mani su quelle di Gala, ancora adagiate sul suo viso.
Si perse negli occhi di giada della ragazza, così uguali a quelli di Jessica, e non solo per il colore. Avevano la stessa luce, la stessa cieca fiducia che tutto sarebbe andato bene, eventualmente.
Erano passati anni dall’ultima volta in cui il vampiro si era lasciato convincere da quell’entusiasmo, era passata una vita dall’ultima volta in cui si era concesso di pensare che ci sarebbe stata una svolta positiva.
Provò ad aggrapparsi con tutte le sue forze a quel moto di speranza, ma il ricordo di ciò che li attendeva dietro la parete rocciosa lo ricacciò fino al fondo del suo tormento.
Sospirò e sorrise mestamente, anche se Gala non aveva avuto modo di crescere con sua madre, era riuscita ad ereditarne tutte le qualità che l’avevano resa tanto speciale.
Si chiese come fosse possibile e trovò la risposta ricordando Jessica.
Sin da piccola aveva dimostrato un’elasticità mentale non consona ad una bambina comune. Era questo l’aspetto di lei che più l’aveva colpito. Spesso, nel corso degli anni, si era preparato all’ipotesi di soggiogare la piccola e lasciarla in qualche orfanotrofio, per consentirle di vivere una vita vera, ma tutte le volte in cui si era aspettato dei capricci, o delle domande più che lecite, Jessica lo aveva sorpreso, seguendolo ovunque, senza fare domande, affidandosi solo all’amore che per lui provava.
Non era stato di certo Damon ad insegnarle ad essere così, ed ora, di fronte a Gala, capiva che doveva trattarsi di qualche dote genetica.
«12 secondi»
Quasi non si rese conto di aver parlato. La ragazza corrugò la fronte interrogandolo con lo sguardo.
«12 secondi…» ripeté lui «... è finito tutto in 12 secondi…»
Gala capì a cosa si riferisse ed attese in silenzio. Alle sue spalle Jeremy emise un suono soffocato, quasi impercettibile, istintivamente guardò in direzione di Jenna, trovandola a fissare la roccia dietro la quale si nascondeva un vero e proprio cimitero. L’espressione della donna era dura e fragile al contempo ed in quel momento si sentì un po’ stupida per l’entusiasmo dimostrato. Si era fatta così prendere dalla smania di risolvere tutto che aveva finito per dimenticare che per loro era rimasto solo il premio di consolazione: non c’era nessuno da salvare, solo anime da liberare.
«In realtà non sono stati proprio 12 secondi…» continuò Damon, distraendola dalla sua triste realizzazione «…ma quando ripenso a quegli ultimi istanti, li immagino scanditi dai rintocchi dell’orologio che segna la mezzanotte…» guardò anche lui verso la parete ed allungò una mano sulla fredda pietra «12 “dong”… è così che rivedo tutto… 12 diapositive di una tragedia inevitabile » scosse la testa lievemente «Un altro countdown per Damon Salvatore»
«Damon… mi spiace, io…»
«Agh… lascia perdere» la interruppe «Sto solo provando a rimandare questa follia…» le scoccò un sorriso storto «Ma se somigli a tua madre come credo, non ti convincerei a tardare nemmeno raccontandoti dettagliatamente la mia prima volta…» prese un gran respiro sfregandosi i palmi delle mani «Che lo spettacolo abbia inizio!»
La ragazza cercò con lo sguardo Jenna, la quale le rivolse un cenno affermativo: era ora.
 
Non appena la lama del pugnale affondò nella carne del collo di Diana, Gala emise un urlo che riempì l’antro umido della grotta.
Damon si preparò a scagliarsi contro la strega, ma Jessica lo fermò.
«No! Fermo!» urlò «Fermi tutti! Non entrate qui dentro!»
Il vampiro riuscì a non oltrepassare la soglia grazie ad Elena che fulminea lo afferrò per un braccio.
«Diana ha lanciato un incantesimo di confine» spiegò «Se entrate qui, non potrete più uscirne!»
«Quando avrò il suo cuore stretto tra le mani, l’incantesimo si spezzerà»
ringhiò Klaus avanzando minaccioso verso la soglia.
«No! Fermati!» gli ordinò la giovane «Non toccarla! Nessuno osi fare del male a Diana!»
Il gruppo di vampiri rivolse uno sguardo spiazzato alla giovane.
«Guardate Gala…» li invitò cercando di restare calma «Guardatele il segno che ha sul collo…»
I quattro obbedirono continuando, però, a tenere d’occhio la strega.
Elena notò subito la piccola incisione nella carne della piccola che ormai piangeva senza sosta.
«Ma… cosa…»
Le parole le morirono in gola non appena realizzò cosa avesse fatto Diana.
«Hai legato la tua vita a quella della bambina?!?» si scandalizzò Damon «Ma che razza di mostro sei?»
La strega fece scoccare la lingua sul palato.
«Da che pulpito!» replicò, rigirandosi il pugnale tra le mani «Sono stata solo previdente… ho studiato tutto nei minimi particolari, niente andrà storto questa volta!»
«Questa volta?» intervenne Klaus «Stai ancora cercando di portare a termine il piano di mia madre?»
«Agh! Non dire idiozie!» rispose lei, agitando una mano in aria «Il piano di Esther prevedeva di ripulire il mondo dalla vostra razza… il mio è assai diverso…»  strinse gli occhi «Tuttavia, devo confessare, che ho dovuto mantenere le sue basi… quindi… sì, direi che la vostra estinzione sarà un male necessario, dopotutto…»
«Ma hai appena detto che avevi altro in mente»
commentò Elena.
«Infatti!» ribadì la strega «Esther avrebbe semplicemente posto fine ad un incantesimo, sprecando tutta quella magia così… senza batter ciglio! Io, invece, catalizzerò tutto quel potere e finalmente avrò tutto quello che mi spetta!»
«Uno sconto per una settimana in una SPA?»
ironizzò Damon.
Dana gli scoccò un’occhiata tagliente.
«Sono contenta tu non abbia perso il tuo spirito… almeno morirai felice!»
«Cosa vuoi, Diana? Perché hai preso Jess e la piccola?»
domandò Stefan.
La strega gli sorrise maliziosa e si avvicinò alla culla di Gala.
«Io voglio la vostra giovinezza, la mia magia ed una vita vera…» accarezzò il pancino della piccola «E per farlo mi servono determinati elementi… un potere vergine…»  sollevò lateralmente il suo braccio sinistro e le torce appese alle pareti rinvigorirono le proprie fiamme, illuminando l’antro buio «Il sangue Originario…» spostò il braccio in avanti e lingue di fuoco illuminarono un altro angolo «Il cuore della magia di cui mi voglio appropriare...»
Non appena Stefan realizzò di chi fosse il corpo senza vita accanto al cadavere di Tyler, si mosse in maniera automatica, correndo verso Meredith, incapace di credere a ciò che stava vedendo.
Damon tentò di fermarlo ma si mosse un secondo troppo tardi per riuscirci.
«Meredith… oh cielo… no… no! Meredith!»
«… e due volontari per il sacrifico finale…»
concluse Diana, osservano il vampiro cadere in ginocchio a pochi centimetri dal cadavere della sua amata.
Stefan si voltò a guardarla con furia omicida.
«Tu… maledetta…»
«Quante storie! Tanto alla fine della giornata sarete di nuovo insieme…»
«Io ti ucciderò!»
la minacciò lui, mostrando le zanne.
«Suvvia! Non c’è bisogno di essere tanto melodrammatici… anche se non ci fosse il piccolo raggio di sole qui…» indicò con la testa Gala «… a garantirmi l’immunità dalle vostre cattive intenzioni, tu non potresti comunque fare nulla… chiedilo alla tua amichetta…»
Stefan rivolse uno sguardo confuso a Caroline.
«C’è un pentagramma inciso nel terreno nel punto in cui siamo noi… anche volendo, non potremmo muoverci…» si asciugò il viso dalle lacrime con rabbia «Sono inchiodata qui da ore… accanto al cadavere di Tyler…»
«Ve l’ho detto… ho pensato a tutto…»
cantilenò Diana.
«Non a tutto» commentò Klaus «Ti manca un elemento ancora… o il mio sangue non serve?»
La strega scoppiò a ridere.
«Avrò anche quello, non temere…»
«E come pensi di fare? Hai lanciato un incantesimo che mi costringerà ad essere il tuo burattino?»
commentò sarcastico.
«Non proprio» replicò l’altra «Ma ho degli ottimi argomenti per convincerti…»
si spostò di lato, liberando la visuale su Jessica. L’ibrido sentì il cuore spezzarglisi nel petto.
«Col cavolo!» proruppe la ragazza «Klaus, non osare muovere un passo in questa grotta! Tanto morirò comunque! Tanto vale mandare a puttane il piano di questa psicopatica!»
«Di che diavolo parli?»
domandò lui.
La strega tornò a ridere.
«Vedete?!? È questa la genialità del mio piano… non può fallire…» infilò una mano sotto la giacca e ne tirò fuori un oggetto oblungo e bianco «Se volete salvare Jess, c’è solo un modo: spezzare la maledizione. Per farlo, è necessario che tutti i vampiri spariscano dalla faccia della terra… il modo più rapido per garantire questo risultato, è far fuori il problema alla radice…» si rigirò l’oggetto tra le mani «L’ultima volta lo avevamo dimenticato qui… che sbadati, vero?»
«Il paletto di quercia bianca…»
disse Elena.
«Già… una fortuna che nessuno di voi sia mai tornato indietro a riprenderlo… mi ha reso le cose più semplici…»
«Io non voglio essere salvata» intervenne Jessica «Sono pronta a morire, ma tu non porterai a termine il tuo folle piano!»
«Ok, come vuoi… allora tu morirai e loro non potranno mai vendicarti senza mettere a rischio la vita di tua figlia… oh, senza contare che se non riesco a portare a termine il mio piano vivrò si e no un paio di giorni… sai, tutta questa magia è logorante! E indovina questa che vuol dire per Gala…» la bocca di Diana si allargò in un sorriso euforico «Come ho detto… il mio piano è infallibile...» si rivolse ai vampiri fuori dalla grotta «A meno che non siate interessati a vivere in eterno a discapito di madre e figlia, si intende…»
Un moto di rabbia riempì lo stomaco di Jessica che dovette costringersi a rimanere seduta e buona, Diana non aveva ancora scoperto che Mary-Anne l’aveva liberata dalle corde, era un vantaggio che voleva mantenere.
«Allora! Klaus…» esclamò la strega «Ti unisci alla festa?» si chinò a prendere qualcosa da terra, si raddrizzò e pose sull’altare di pietra un calice argentato «Manchi solo tu…»
L’Originario corrugò la fronte e fece scattare lo sguardo dove erano imprigionati i fratelli e si rese conto solo in quel momento che tutti apparivano mummificati. Spalancò la bocca incredulo.
«Oh, non preoccuparti…» lo rassicurò Diana agitando in aria il paletto di quercia bianca  «Non hanno sofferto…»
Damon avanzò di un  passo ed osservò il corpo di Rebekah, quindi si voltò a guardare allarmato Elena, la vampira non parve colta di sorpresa quanto lui.
«Doveva andare così…»
gli disse sorridendo, quindi si fiondò all’interno della grotta bloccando Diana contro una parete.
«Elena!»
urlò Damon, ma si mosse nuovamente un secondo troppo tardi.
Rimase immobile ad osservare l’amore della sua vita scagliarsi contro la donna che aveva distrutto ogni buona cosa nella sua esistenza. La sua mente si svuotò, lasciando spazio ad un solo ed unico pensiero: comunque fosse andata, lui non aveva più ragioni per vivere.
Elena e Jessica sarebbero morte e lui non poteva farci niente.
«Qui non c’è nessun pentagramma, vero?»
sibilò la vampira a pochi centimetri dal viso della strega.
«Sei pazza?!? Non puoi farmi del male! La bambina…»
«Jessica la porterà fuori di qui e Jenna troverà l’incantesimo per spezzare il legame… ed io e te  ce ne staremo  buone,  ad aspettare la fine… e per te sarà davvero poco piacevole… e quando tu sarai definitivamente morta, verranno a liberare Stefan e Caroline» tirò fuori le zanne «Infallibile, eh?»
Negli occhi di Diana comparve il primo alone di sincero timore.
«E se Jenna non riuscisse a trovare il giusto incantesimo?» ipotizzò con voce stridula «Sei disposta a correre il rischio? E comunque Jessica morirà! La sacrificheresti così?»
«Per mia figlia morirei in ogni istante!»
asserì Jessica, mettendosi in piedi.
«Ed io non posso permetterti di morire così…»
disse Klaus avanzando nella grotta.
«No! Klaus!» urlò la ragazza correndogli incontro «Che hai fatto! No! Perché!!!»
gli batté i pugni sul petto e provò a spingerlo invano all’esterno della grotta.
L’ibrido la cinse con delicatezza e ne inspirò l’odore fruttato.
«Jessica, che dovrei farmene  della vita senza di te?» le prese il viso tra le mani e le sorrise «E Damon cosa se ne farebbe della sua vita senza le due donne che ama di più al mondo?»
«Ma Gala… avreste Gala…»
obiettò lei ormai in lacrime.
«Quella bambina sarà più felice crescendo con la sua mamma, in un mondo senza mostri…»
rispose lui con gli occhi lucidi.
«I mostri sono ovunque, Klaus… e non tutti hanno le zanne…»
L’Originario la baciò sulla bocca e si prese qualche attimo per stamparsi in mente quell’istante, ne avrebbe fatto la sua àncora quando sarebbe giunta la fine.
Guardò verso Elena e disse:
«Ora lasciala… vai a salutare il tuo uomo…»
La vampira rimase immobile, rifiutandosi di piegarsi al folle piano. Solo il pensiero che un incantesimo legava la vita di quella spregevole alla piccola Gala, le consentì di non ucciderla seduta stante.
Diana riassunse l’espressione tronfia di vittoria e si preparò a portare a termine la sua missione, puntò gli occhi sull’ibrido  e gli sorrise in modo beffardo.
«Per lo meno puoi non annoverare la stupidità tra i tuoi infiniti difetti…»
«Non appena avrò trovato il modo di slegare le sorti di mia figlia dalle tue, ti troverò e ti farò rimpiangere di non aver accettato la mia prima tregua…»
la minacciò Jessica.
 
«Allora? Qual è il piano?»
chiese Damon mettendosi alle spalle di Jenna.
«Io devo solo aprire questa dannata grotta… per il resto, chiedi a lei»
Ed indicò con la testa la sorella.
Il vampiro fece roteare gli occhi.
«Immagino non mi dirai nulla, vero?»
La ragazza sorrise divertita.
«Non perché non voglia» rispose «Il fatto è che anche io sono molto confusa  sul da farsi… diciamo che una volta entrati conto di capirne qualcosa di più…»
«Oh, bene… ed io che credevo stessi andando alla cieca!»
ironizzò.
«Voi due, fate silenzio» li ammonì Jenna «Devo concentrarmi…»
Jeremy tossicchiò una risata e Gala e Damon si zittirono subito.
Improvvisamente la tensione nell’aria divenne palpabile e dei piccoli scoppiettii elettrici iniziarono a saturare l’ambiente circostante.
La strega  cominciò a salmodiare l’incantesimo e l’energia magica aumentò a dismisura.
Dalle ombre lungo le pareti si sollevarono fumose strane figure ed un brusio di voci soffuse echeggiò nello stretto cunicolo.
La mani di Gala corsero a cercare quelle di Jeremy e Damon.
«Sta funzionando?»
sussurrò l’anziano.
«O è così… o lì dietro hanno organizzato un rave ….»
rispose sottovoce Damon.
Gala li ignorò entrambi e si concentrò sulla parete che iniziò a muoversi.
 
Elena si avvicinò lentamente verso l’ingresso della grotta, trafitta dagli occhi di Damon che la fissavano in un misto tra atroce dolore ed incredulità.
«Ora io entro»
annunciò poco prima che lei gli si fermasse di fronte.
«No… non morirai rinchiuso in questa catacomba»
obiettò Elena.
«Già, dimenticavo che ho una fantastica cripta da condividere con il mio amorevole padre ch mi odiava, uno zio-nipote che mi odiava e una madre che forse, se ne avesse avuto il tempo, mi avrebbe odiato anche lei!»
«Damon…»
«No, Elena» la bloccò «Non ho motivi per vivere senza di te e, credimi, non ho nessuna intenzione di morire lontano da te…»
«Ascoltami… non voglio che resti bloccato in questo inferno… voglio che vai al lago… sulla strada dove ci siamo visti per la prima volta… te la ricordi?»
«Non la potrei scordare nemmeno se lo volessi»
«Bene… voglio che vai lì, che ti sdrai come avevi fatto quella notte e che aspetti il sorgere del sole pensando a me, a noi… alla nostra incredibile avventura…»
«Io voglio stare qui, con te…»
«E ci sarai» si pose una mano sul cuore «Damon, tu mi sei entrato dentro l’anima sin da quella prima volta… non sarà la morte a separarci… non sarà il morire in due luoghi diversi a cambiare le cose…»
«Non puoi chiedermi questo…» insisté lui avvicinandosi alla soglia «Sono stato solo per tutta la vita…nella morte voglio averti accanto…»
Gli occhi di Elena si riempirono di lacrime e tutta la forza che l’aveva tenuta in piedi fino a quel momento, l’abbandonò. Voleva solo addormentarsi tra le sue braccia un’ultima volta, avere il suo sapore sulle labbra fino all’ultimo istante. Gli sorrise ed aprì la bocca per parlare, ma prima di riuscirci, un dolore lancinante le trafisse il petto. Damon la osservò confuso e lei abbassò lo sguardo e fissò le dita estranee che le spuntavano dalla cassa toracica.
«Elena… da quanto tempo!»
la voce giungeva dalle sue spalle e le sembrò familiare.
Il vampiro intanto digrignò i denti e si preparò ad aggredire la sconosciuta.
«A-ah, uomo innamorato… ho il cuore della tua amata stretta tra pollice e indice… vuoi davvero rischiare ch lo strappi via prima ancora di darti il tempo di realizzare cosa sia accaduto?!?»
«Chi diavolo sei tu?»
domandò.
«Mary-Anne…»
La voce di Jeremy sorprese il vampiro che si voltò di scatto verso di lui.
«M-Mary-Anne?!?» ripeté Damon «La Mary-Anne di Donovan?!?»
«Oh, vedo che la mia fama mi precede…»
commentò, dando uno strattone ad Elena, facendola gemere di dolore.
«Che diavolo ci f…»
iniziò a chiedere Jeremy, ma l’urlo di Mary-Anne interruppe ogni tentativo di prendere tempo.
Klaus si era avvicinato fulmineo, strappando il cuore alla vampira non appena si era reso conto di quanto stesse accadendo.
«Scusa, tesoro… non ti hanno detto che quando vuoi uccidere qualcuno non ti devi perdere in chiacchiere?!?»
ironizzò osservando il corpo ormai senza vita della ragazza.
Elena cadde a terra stringendosi le mani  sul petto e tossendo, Damon superò la soglia della grotta e si chinò accanto a lei, stringendola e accarezzandole il viso.
«Sei entrato…»
riuscì a dire con voce flebile.
«Beh, sarei entrato comunque… la tua idea di farmi morire in una suite di lusso era ridicola!»
Lei gli sorrise scuotendo la testa.
«Abbiamo finito di perdere tempo? C’è un rituale da portare a termine!»
proruppe Diana, spazientita.
Klaus si voltò scoccandole un’occhiataccia, lei guardò oltre la sua spalla e vide il fratello di Elena in piedi di fronte alla soglia. In fretta cercò la piccola Jenna.
«E tua figlia? Dove l’hai nascosta?»
gli chiese.
«Non l’ho portata» rispose l’uomo «È piccola, non ha motivo di rischiare la vita giocando con le vecchie streghe…»
«Beh…hai fatto bene a lasciarla a casa, non avrebbe comunque potuto fare nulla…»
Damon lanciò uno sguardo indagatore a Jeremy il quale, con un piccolo cenno del capo, gli lasciò intuire che stava mentendo alla strega.
Inspiegabilmente il vampiro si concesse di essere ottimista, rifiutando di realizzare che comunque, per Elena, era la fine. La strinse istintivamente più forte e si procurò un taglio sul polso.
«Bevi» le ordinò «Guarirai più in fretta…»
«A questo punto è inutile…»
provò ad obiettare lei.
«Non passerò le mie ultime ore con te mezza morente tra le mie braccia…»
insisté lui.
Diana batté le mani.
«Avanti Klaus! Sbrigati!»
L’ibrido sbuffò dalle narici, rivolse uno sguardo omicida alla strega e le si avvicinò.
«Cosa devo fare?»
le domandò a denti stretti.
«Semplice…» rispose lei «Devi solo lasciati drenare dal paletto… vedi…» glielo allungò sotto al muso «L’ho modificato con un incantesimo… invece di indurvi a morte istantanea e ardente, vi prosciuga di tutta la magia che vi rende ciò che siete… e dopo interminabili minuti di agonia… sopraggiungerà la morte…»
«Avevi detto che i fratelli di Klaus non avevano sofferto!»
sibilò Jessica.
Diana si stampò in faccia un ghigno truce.
«Ho mentito»
Klaus riuscì ad afferrare la ragazza per i fianchi poco prima che questa riuscisse a colpire la zia in faccia con un pugno.
«Io ti ammazzo, brutta cagna!» urlò mentre l’Originario l’allontanava dalla strega «Ti faccio a pezzi! Spregevole individuo!!!»
«Calmati, tesoro… stai buona…» tentò di sedarla lui «Ricordati che se fai del male a lei, nuoci alla piccola…»
Quelle parole riuscirono a rabbonirla e a farla arrabbiare ancora di più, contemporaneamente.
Jessica non si era mai sentita tanto impotente. Tutto intorno a lei stava precipitando e non riusciva a trovare un appiglio, una via d’uscita. Smise di agitarsi e si afflosciò tra le braccia dell’Originario e l’idea che quella sarebbe stata l’ultima volta iniziò ad ucciderla.
Se il piano di Diana fosse andato a buon fine lei e Gala sarebbero state sole al mondo.
«Non è giusto…» si disperò «Non è giusto…»
«Lo so, tesoro… lo so…» le sussurrò all’orecchio Klaus «Posso renderti le cose facili…» le propose «L’ho già fatto una volta…»
Lei si irrigidì voltandosi a guardarlo.
«Stai scherzando?»
«Jess…»
«Mi ami?»
lo interruppe.
«Al punto che non so più dove finisci tu e comincio io…»
rispose.
Lei strinse forte gli occhi e si riempì le orecchie del suono della sua voce, non si sarebbe mai concessa di dimenticarlo di nuovo.
«Io finisco proprio dove non ci sei più tu…  e se mi privi di nuovo di “noi”… non sarò più niente…»
Si mise sulla punta dei piedi e lo baciò, ricacciando indietro le lacrime.
«Adesso basta! Abbiamo perso fin troppo tempo con queste inutili smancerie!» sbottò Diana «Iniziamo!»
«Non così in fretta, stronza!»
sentenziò Jeremy facendo scoccare dalla sua balestra una freccia che tagliò l’aria colpendo al petto Diana.
Tutti gli altri restarono ad osservare la scena come spettatori inconsapevoli di un’imminente tragedia. 
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Vogliate perdonare la mia "sparizione", ma tra esami, impegni e altro, non ho avuto tempo di fare nulla e, dulcis in fundo, il mio computer ha fatto PUF!, quindi, ho dovuto rispolverare il mio vecchio Ziggie dalla cantina in cui lo avevo saggiamente messo a risposo e non mi resta che incrociare le dita e sperare mi regga finché non mi rianimano Minerva (sì, io do i nomi alle cose, computer compresi ) ... detto ciò, ora ci siamo davvero, la fine è vicina ed anche la fine della sessione estiva, indi per cui, potrò dedicarmi alla scrittura in toto. Ancora perdono, enjoy... love you all!
   
 
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