Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
Segui la storia  |       
Autore: skyewardlover    15/07/2014    3 recensioni
È passato un anno dalla sconfitta dell’Hydra e dalla morte di Garrett.
Il team di Coulson, nascosto in una delle basi segrete dello SHIELD, è stato rimesso in sesto e anche Fitz incomincia, finalmente, a stare bene.
I problemi, però, sembrano non essere ancora finiti. Molti traditori sono fuggiti e tocca proprio ai nostri agenti catturarli.
Ward è prigioniero nel carcere di massima sicurezza dello SHIELD e, Coulson, incarica Skye di fargli visita per proporgli un accordo.
La giovane ragazza si ritroverà ad affrontare le sue più grandi paure e a combattere contro i sentimenti che ancora la legano al suo ex A.S.
Questa storia racconta di come sia cambiata la vita del team e di come Ward cercherà la propria via per la redenzione.
Ma la squadra riuscirà a perdonarlo, dopo tutto quello che ha fatto? Ci riuscirà Skye?
In fin dei conti, resta pur sempre un assassino.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
 
 
"Nowhere"



“Il coraggio di allontanarsi funziona
solo se avete la forza di non tornare indietro.”
 
 
 
Dopo tre ore di volo, l’aereo dello SHIELD toccò terra, entrando nella base segreta dove, il resto della squadra di Coulson, attendeva Skye.
La ragazza ormai viveva in quel posto da un anno, ma la posizione di quella base le era ancora sconosciuta, come a tutto il team, del resto.
Dopo che l’Hydra si era infiltrata nell’organizzazione, Fury aveva dato le dimissioni, dando carta bianca a Coulson su come rifondare lo SHIELD, ma su una cosa sola era stato intransigente: tutte le basi dello SHIELD dovevano rimanere segrete. Solo Coulson, il nuovo direttore dello SHIELD, e pochi agenti fidati di Fury conoscevano le esatte coordinate del luogo ma, alle altre persone, l’informazione rimaneva sconosciuta. Ecco perché, da un anno a quella parte, la nuova casa del team di Coulson e di altri agenti, rimasti fedeli all’organizzazione, era stata ribattezzata: “Nowhere”.
 
Perché, diciamocelo, “Parcogiochi”, il nome che le aveva affibbiato Billy Koenig, non le si addiceva per niente.
 
-Ordini di Coulson.- disse Skye a Ward, mentre gli sventolava davanti al viso una benda per gli occhi.
 
Skye gli coprì il viso, assicurandosi che non potesse vedere assolutamente nulla.
Non c’era rischio che Ward capisse dove fossero, perché l’aereo in cui avevano viaggiato era privo di finestrini e, in più, i piloti avevano impiegato più tempo del necessario per tornare.
Coulson, però, aveva voluto assicurarsi che Ward potesse vedere il meno possibile di Nowhere, in modo da non poterla riconoscere, se mai fosse riuscito a scappare.
 
Due specialisti liberarono Grant dalle cinture di sicurezza e lo misero in piedi, tenendolo per le braccia, mentre il resto della squadra li scortava fuori dall’aereo.
 
-Cerca Coulson e digli che siamo arrivati.- ordinò Skye a Tripp, quando raggiunsero l’uscita dell’hangar.
–Io inizio a portare il nostro nuovo ospite nella sua stanza.- aggiunse lei, sarcastica.
 
-D’accordo!- rispose Tripp, ridendo sotto i baffi per la battuta di Skye.
 
-Non capisco, avevi detto che saremmo andati sul Bus.- fece notare Ward, mentre camminava a tentoni, trascinato, in malo modo, dagli specialisti che seguivano a ruota Skye.
 
-Ci andremo, non subito. I dettagli non ti riguardano.- lo rimproverò Skye, senza voltarsi e aumentando il passo, solo per farlo sentire ancora più a disagio nel camminare senza poter vedere niente.
 
Lo SHIELD era ufficialmente caduto, non esisteva più ufficialmente, ma questo non voleva dire che fosse sparito. In segreto, molti agenti erano rimasti fedeli a Fury e a Coulson e non avevano mai smesso di servirli.
Le risorse erano diminuite e anche gli uomini, ma nell’ombra lo SHIELD stava risorgendo dalle ceneri.
 
-Agente Skye, vedo che hai portato a termine la tua missione.-
 
Ward fu sorpreso di sentire la voce, stranamente famigliare, di una donna che non aveva sentito arrivare.
 
Gli specialisti si bloccarono e Ward inciampò nei suoi stessi piedi, preso alla sprovvista.
 
-È andato tutto secondo i piani.- confermò Skye, in tono calmo.
-Come mai qui?- la sentì domandare.
 
-Oh, desideravo vedere con i miei occhi il traditore, uno dei migliori specialisti che lo SHIELD abbia mai avuto,- rispose la donna misteriosa, con un cenno di ironia.
- Dopo di me, ovviamente.-
 
Non può essere.
Pensò Ward, allarmato.
 
-Certamente.- obbedì, Skye.
La ragazza si avvicinò a lui e, con poca delicatezza, gli scoprì il viso.
-Beh, non credo di dover fare le presentazioni.- disse sorridendo, divertita.
 
La donna che aveva parlato era ad un paio di metri da Ward e Skye.
Indossava l’uniforme degli specialisti dello SHIELD, era alta e slanciata. I capelli rossi e ricci le ricadevano sulle spalle, come una cascata impetuosa.
 
-Romanoff?-
Fu l’unica cosa che Grant riuscì a dire.
 
-Grant Ward.- lo salutò Natasha Romanoff, con un misto di divertimento e odio nella voce.
-L’orgoglio dell’accademia delle operazioni o mi sbaglio?-
 
-Era.- la corresse Skye, guardano Ward con occhi privi di emozione. -Era l’orgoglio dell’accademia.-
 
Quello sguardo, gli fece più male di tutte le ferite che si era procurato nella vita e se ne era procurate tante.
 
-Ah, già. C’è stato quel piccolo problemino con l’Hydra giusto?- fece finta di ricordarsi la Romanoff. - In effetti, hai un pochino l’aria del nazista fuori di testa.-
 
-Sì, gliel’ho detto anche io, una volta.- confermò Skye, mettendosi al fianco di Natasha.
 
-Io non sono un nazista.- provò a dire Ward, anche se sapeva benissimo che le due agenti non gli avrebbero mai creduto.
 
-E io non sono cugina dello zar di Russia.- Romanoff scoppiò a ridere di gusto, per poi tornare subito seria.
-Beh, poco male. Almeno, adesso, Skye avrà qualcuno con cui allenarsi.-
 
-Allenarsi?-
Chiese Ward, preso alla sprovvista.
 
-In meno di un anno sono stata promossa ad agente di livello sei, ma non avevo ancora la preparazione fisica per esserlo effettivamente.- spiegò Skye, in tono distaccato.
 -Perciò, Coulson ha affidato il mio addestramento a due agenti d’eccezione: Natasha Romanoff e Melinda May.-
 
Natasha annuì, dando una vigorosa pacca sulla spalla a Skye.
-Non è ancora pronta, ma ha fatto dei miglioramenti straordinari. Ci aspettiamo molto da lei.-
 
-La Vedova Nera e La Cavalleria ti stanno addestrando?- chiese Ward, compiaciuto, guardando la sua ex allieva.
 -Si aspettano il meglio da te, Skye.-
 
-È quello che voglio essere.- rispose pronta, Skye, drizzando le spalle per assumere una posizione fiera.
-Sono cambiate molte cose, in questo anno, Ward.-
 
-Sì, l’ho notato.- confermò l’uomo, in tono triste.
 
Per un secondo, scese il silenzio e Skye e Ward si dimenticarono di tutti gli agenti che li circondavano. C’erano solo loro due, in quel silenzio pieno di tutte le cose che non si erano detti in un anno di lontananza. C’era la rabbia e la delusione di Skye, il rimpianto e il dolore di Ward. C’erano tutte le cose che avrebbero potuto fare, che avrebbero potuto diventare insieme, se solo Ward non li avesse traditi tutti. Se solo fosse stato capace di distinguere il bene dal male e capire chi fossero le persone che gli volevano veramente bene.
 
-Domani mattina potresti essere dei nostri, Ward, per l’allenamento del mattino. Finalmente, Skye potrà scontrarsi con un avversario vero e vedremo se sei ancora lo specialista migliore dello SHIELD, dopo di me.- propose la Romanoff, rompendo il silenzio.
-Qualcosa in contrario, Skye?-
 
-Sta scherzando?- ribatté, senza indugio, Skye.
La ragazza tornò ad avvicinarsi a Ward e si fermò solo quando le punte delle loro scarpe si toccarono. Infine, aggiunse in un sussurro:
-È da un anno che aspetto questo momento. –
 
-Molto bene.- concluse l’agente Romanoff, congedandosi.
 
Skye si spostò ad fianco di Ward e, con presa salda, l’afferrò per i polsi ammanettati, lasciando intendere agli specialisti che l’avrebbe scortato personalmente.
Percorsero ancora un paio di corridoi, per poi arrivare davanti ad una porta.
 
-Potete andare ragazzi, da qui in poi, ci penso io.- disse Skye e gli specialisti obbedirono senza battere ciglio.
 
-È qui che mi rinchiudete?- chiese Ward, quando rimasero soli. Notando che la porta era priva di maniglia e serratura.
 
-Ritengo che Coulson sia stato anche troppo generoso.- lo avvisò Skye, tagliente.
Fosse dipeso dalla ragazza, avrebbe buttato Ward in una di quelle segrete sotterrane che si vedevano nei film, privato della luce e del cibo.
 
-Me lo dicono in molti.-
Ward e Skye si girarono di scatto, sorpresi di sentire la voce del direttore dello SHIELD, comparso dal nulla.
 
-Bentornata, Skye.- la salutò Coulson, amichevolmente.
 
-Grazie, signore.-
 
-Ward, immagino capirai se non dico lo stesso di te.- Aggiunse Coulson.
 
-Sì, signore.-
 
Coulson si avvicinò alla porta, vi posò il palmo della mano e questa si aprì.
 
Ward lo guardò sbigottito e Coulson, divertito gli spiegò:
-L’hanno progettata Fitz e Simmons. Priva di maniglie da entrambi i lati, si apre solo in presenza di un agente ed ogni ora la richiesta di accesso viene cambiata automaticamente, una volta chiede la passward, una volta le impronte digitali, l’iride....Una grande invenzione non trovi?-
 
-Impressionante.- confermò Ward, decisamente poco impaziente di vedere la sua nuova cella.
 
Coulson entrò e Skye spinse Ward dentro la stanza.
Era priva di finestre e sbocchi d’uscita, dentro la cella c’era una branda attaccata alla parete e un tavolo con un paio di sedie al centro. Grant notò che la porta, una volta richiusa, era sparita.
 
-Cambia posizione ogni volta che viene aperta o chiusa.- disse Skye, intuendo cosa stava pensando Ward.
La ragazza lo fece sedere sulla sedia, gli tolse le manette e gli infilò al braccio il bracciale elettronico di cui gli aveva parlato. Il suo nuovo collare GPS.
 
-Allora, credo che Skye ti abbia già detto cosa ci aspettiamo da te. – iniziò Coulson, mentre Skye faceva il giro del tavolo e si affiancava al suo capo.
 
-Volete informazioni e collaborazione.- rispose prontamente Ward, massaggiandosi i polsi graffiati, a causa delle manette.
 
-Esattamente.- confermò Coulson, con il suo solito tono sicuro e divertito.
Phil Coulson era dotato della grande dote di parlare, anche agli assassini, con lo stessa voce che si usa per raccontare le barzellette.
- Simmons ti darà un’occhiata più tardi, ma prima ci sono delle questioni più importanti da trattare.-
 
Ward annuì.
Era stravolto dal lungo viaggio e dagli avvenimenti della giornata, ma non poteva assolutamente lamentarsi. Era quasi libero e poteva tornare sul campo, poteva cercare di rimediare anche soltanto a una piccola parte dei danni che aveva causato.
Non sarebbe comunque riuscito ad addormentarsi. Da un anno a quella parte, il sonno gli procurava più angoscia che sollievo. I demoni che aveva nell’anima erano difficili da debellare e lo spaventavano, soprattutto la notte, quando il suo subconscio prendeva il sopravvento e lui non era in grado di controllarlo.
 
-Tu e Garrett lavoravate per Alexander Pierce? Chi è a capo dell’Hydra, adesso?-
Chiese Coulson, abbandonando il suo solito tono solare, per assumerne uno molto più autorevole.
 
La seconda dote di cui godeva Phil Coulson, era quella di fare davvero paura, quando diventava serio.
 
-I soldati di cui disponevamo , ci erano stati inviati da Pierce, ma Garrett non ha mai lavorato per l’Hydra. L’aveva sfruttata come alleata, solo perché era l’unica organizzazione capace di dargli quello che voleva.- rispose Ward, cercando di tenere lo sguardo fisso su quello di Coulson, perché avvertiva su di sé gli occhi di Skye, che lo osservavano con disprezzo.
-E no, non so se fosse Pierce il capo dell’Hydra o se, invece, lavorasse per conto di qualcuno più in alto.-
 
-Possibile che Garrett non te l’abbia mai detto?-
 
- Io e lui non facevamo effettivamente parte dell’Hydra.- ripeté Ward, per la centesima volta.
- A Garrett non importava nulla dell’Hydra o degli scopi che perseguiva, l’unica cosa che gli interessava era se stesso.-
Aveva ripetuto un’infinità di volte quelle parole, ma erano sempre girate a vuoto, perché nessuno aveva mai voluto approfondire il discorso. Di solito, quando rispondeva così, riceveva un bel pugno nello stomaco, che gli faceva mancare il fiato per dieci secondi.
 
Stavolta, invece di un colpo ben assestato, Ward sentì la voce pungente di Skye.
 
-Sul serio? Dopo un anno, credi di poterci prendere ancora in giro!- sbottò la ragazza, ad alta voce, piantando le mani sul tavolo e fulminando Ward.
 
Grant pensò che, forse, cinquanta calci nello stomaco avrebbero fatto meno male.
 
Dove erano finiti gli occhi pieni di gioia e dolcezza di Skye?
Tutta la sua spensieratezza e le battute spiritose, che non risparmiava a nessuno, nemmeno a May… Chi se le era portare via?
 
Tu, Ward.
Rispose una voce flebile, ma crudele, proveniente dalle profondità della sua coscienza.
Sei stato tu a portargliele via.
 
-Skye.- la riprese Coulson, mettendole una mano sulla spalla.
Skye lo guardò contrariata, ma lui le fece capire di calmarsi e rimanere in silenzio.
Poi Coulson tornò a guardare Grant e, con tono tranquillo, chiese:
 –Cosa vuol dire che non ne facevate parte “effettivamente”?-
 
-Dopo essere stato ferito a Sarajevo, Garrett sopravvisse grazie all’Hydra, che lo trasformò nel primo Deatlock.
Dopo il tradimento da parte dello SHIELD, Garrett si alleò con l’Hydra, l’unica organizzazione abbastanza potente e abbastanza corruttibile, in grado di sfidare Fury. L’unica cosa che voleva era vendetta. I suoi piani però, subirono un cambiamento forzato. Con il tempo, l’impianto che gli permetteva di rimanere in vita, iniziò a non funzionare più. Gli scienziati dell’Hydra gli dissero che, prima o poi, gli organi avrebbero ceduto e lui sarebbe morto.- spiegò Grant, stupito dal fatto che, per la prima volta, qualcuno gli desse la possibilità di raccontare come fossero andate le cose.
 
-E il suo obiettivo principale divenne quello di salvarsi la pelle. Queste cose già le sappiamo, dimmi qualcosa che non so.- lo esortò Coulson
 
-Garrett venne a prendermi in riformatorio, perché voleva formare un soldato secondo i propri standard. I membri dell’Hydra erano fedeli solo all’Hydra. A  Garrett non importava nulla, non gli interessava perseguire gli scopi dell’organizzazione. Voleva un infiltrato nello SHIELD che rispondesse a lui soltanto.-
 
-Tu.- concluse Coulson e Ward annuì, abbassando gli occhi.
 
-Garret era malato, sarebbe morto in pochi anni. L’obiettivo iniziale della missione, il motivo per cui vi ho preso parte, era che dovevamo trovare una cura.- continuò Grant, senza alzare lo sguardo.
-Quando Garret scoprì che erano riusciti a riportarla in vita, Coulson, mi ordinò di entrare a fare parte del suo team e di scoprire cosa l’avesse salvata.
Credevo che si sarebbe limitato a cercare una cura per la sua malattia, ma mi sbagliavo. L’Hydra gli permetteva di impadronirsi di tutto lo SHIELD, perché accontentarsi di poco?
Perché limitarsi a cercare una cura, quando poteva anche avere la sua vendetta?-
 
-Ma l’hai seguito comunque.- gli fece notare Coulson, stuzzicandolo.
 
Ward sapeva benissimo cosa stava facendo Phil Coulson.
Voleva la verità, non sul perché o come Garrett avesse fatto tutte quelle cose orribili, voleva la verità su Grant.
 
-Speravo che si sarebbe fermato, che la ragione avrebbe prevalso. Il siero che gli aveva iniettato Raina, gli aveva fatto perdere anche quel poco di senno che gli era rimasto. Quando ho capito che ci eravamo spinti troppo oltre, era tardi.-
 
Dire tutta la verità, per la prima volta, non lo fece sentire meglio.
Sentirsi pronunciare quelle parole, gli aveva solo fatto capire quanto era stato stupido a non accorgersi che, tutto quello che aveva fatto Garrett, era sbagliato.
Come aveva fatto a non capirlo? Era così palese, ora che ci pensava.
 
 -Per questo ho accettato la sua offerta, Coulson. Voglio cercare di rimediare almeno ad una parte di tutto il male che ho fatto e dimostrarvi che non sono il nazista che credete.- concluse Ward, sperando che, Coulson, potesse in qualche modo capire il senso del suo discorso.
Non aveva bisogno di perdono, sapeva di non meritarlo, sperava solo che qualcuno potesse capirlo.
 
Coulson non disse nulla e questo fece sperare Ward, ma l’uomo si dovette ricredere, invece, su Skye. Non poteva biasimarla, dopotutto.
La ragazza era rimasta buona e in silenzio, ma vedere che Coulson non reagiva, l’aveva fatta scattare.
 
Skye era riuscita a vedere, benissimo, un bagliore negli occhi del suo superiore. Lo stesso bagliore che Coulson le aveva riservato, quando era entrata nel team. Quando le aveva dato fiducia, perché era sicuro di poter trasformare un hacker indisciplinato, in un grande agente dello SHIELD.
 
Coulson si era fatto ammaliare dalle parole di Ward e Skye sapeva che, nella testa del direttore dello SHIELD, stava frullando l’idea di dare una nuova possibilità a Ward.
 
-Tu sei un maledetto nazista, Ward! – disse adirata, Skye. Sperando che la sua scenata potesse far tornare Coulson sui suoi passi. -Hai lavorato con l’Hydra per tutto questo tempo!-
 
-No, non combattevo in nome dell’Hydra o di tutte le sue idee!- si difese Ward, prontamente, ma cercando, comunque, di mantenere un tono calmo.
-Io lavoravo per Garrett, per l’uomo che consideravo come un padre. Tutti gli errori che ho commesso, li ho fatti perché cercavo di salvare una persona alla quale tenevo, alla quale credevo di dovere tutto. So che tra le due cose non c’è molta differenza per voi, ma per me esiste eccome.-
 
-Tu sei...- provò a ribattere Skye, più infuriata che mai, ma la voce severa di Coulson la interruppe.
 
-Va bene, basta così.- sentenziò, alzando la mano in uno scatto deciso, l’uomo, per farli smettere.
Skye e Ward rimasero in silenzio, guardando sbigottiti il direttore dello SHIELD.
 -Più tardi, manderò Simmons a darti un’occhiata. Il resto può aspettare domani.-
 
Coulson passò alle spalle di Grant, si avvicinò alla parete e vi posò la mano. La porta d’uscita apparve magicamente e si aprì.
 
-Vieni come me, Skye.- la chiamò Coulson. Non era un invito, era un ordine.
 
Skye guardò il suo superiore preoccupata, poi tornò a guardare Grant che non aveva mai smesso di fissarla con tristezza.
La ragazza era frastornata, Coulson le aveva chiesto di reprimere tutti i sentimenti che provava per Ward e lei l’aveva fatto. Ma, allora, perché qualcosa le diceva che, il direttore dello SHIELD, stava pensando di dare una seconda possibilità all’uomo che li aveva traditi?
Bastava davvero che Grant dicesse di essere pentito, per riguadagnarsi la fiducia di Coulson?
Forse, il problema stava nel fatto che, il team aveva detto addio al vecchio Ward, ma nessuno aveva pensato che, prima o poi, tutti l’avrebbero rivoluto indietro.



Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Non ho avuto occasione di revisionare il capitolo, quindi se ci sono errori di qualsiasi genere, perdonatemi.
Allora, avete visto, non sono riuscita a tenere la Romanoff lontana dalla mia storia *-*
Forse perchè spero che nella seconda stagione, possa fare anche solo una piccola comparsa!
Spero che questo capitolo, anche se un pochino di passaggio, vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
PICCOLO AVVISO: non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, perchè venerdì ho il test di ammissione all'università, quindi sarò presissima con gli ultimi ripassi e sabato parto per il mare e starò via due settimane. La buona notizia è che mi porterò il pc e ci sarà la conessione wifii, quindi potrò collegarmi ma non garantisco di pubblicare spesso. Scusate, ma ho davvero bisogno di una vacanza!

un bacio e a presto,
la vostra
Skyewardlover.

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D. / Vai alla pagina dell'autore: skyewardlover