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Autore: mary_angel    15/07/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction che scrivo, spero che vi piaccia e che la leggiate in molti. Questa storia racconta di Mary, una ragazza normalissima che fa un viaggio insieme alla sua migliore amica Genny (lei esiste davvero, ed è la mia migliore amica nonchè cugina). In questo viaggio incontrerà un personaggio famoso e dopo questo incontro la sua vita cambierà in meglio, ma non saranno solo rose e fiori, ci saranno anche delle incomprensioni che porterà a dividere per un pò le due amiche.
Spero che venga letta da molti e spero di ricevere tante recensioni sia positive che negative in modo tale da migliorarmi.
Buona lettura. Ciao a tutti!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUARTO CAPITOLO
 
Eravamo in coda per l’ingresso al concerto e grazie al carattere di Genny, che durante l’attesa aveva fatto amicizia con due ragazze del funclub, ci furono assegnati i posti in prima fila.
Per tutta l’attesa avevo risposto a monosillabi alle domande che la mia amica e le nuove conoscenti mi avevano posto. Dal momento in cui avevamo lasciato quella folla di ragazze urlanti, la mia mente pensava continuamente a quell’attore famoso (di cui non conoscevo nulla) che mi aveva rivolto la parola.
Ripensavo continuamente a quegli occhi che mi avevano guardato intensamente, che avevano attirato subito la mia attenzione, a quell’oceano con le sfumature verdi. Ripensavo al suo bellissimo viso incorniciato da un po’ di barba incolta che lo rendeva abbastanza sexy, ma a renderlo ancora più bello erano le sue labbra perfette. Speravo che la mia mente non dimenticasse velocemente la sua voce melodiosa, dolce e sensuale.
Ero assorta nei miei pensieri, quando Genny mi chiese:
«Hey, che hai? Da quando siamo arrivate hai risposto solo a monosillabi alle mie domande. Non ti senti bene?»
«Va tutto bene…sono solo emozionata per il concerto» le risposi sorridendo leggermente cercando di nasconderle i miei pensieri.
«Le ragazze ci hanno invitato ad andare con loro dopo il concerto in un discopub…ti va?» mi chiese con gli occhi colmi di speranza aspettando una risposta affermativa; ci pensai un attimo e mi avrebbe fatto bene un po’ di divertimento, forse sarei riuscita per un po’ a non pensare a lui.
Il concerto fu bellissimo, cantai a squarciagola tutte le canzoni con la consapevolezza che il giorno dopo sarei stata senza voce.
Mi emozionai a tutte le canzoni perché ognuna di esse aveva un significato diverso, Alessandra era stata formidabile per tutto il concerto e aveva indossato un abito lungo nero.
Uscimmo dal Palalottomatica felicissime e con la voce leggermente più bassa.
«E’ stato fantastico il concerto, non trovate?» dissi rivolgendomi a Genny e alle due nuove amiche, Cinzia e Giulia nostre coetanee e romane doc, che in coro mi dissero:
«Ah, ma parli anche tu!!» a quell’esclamazione ricordai di non aver spiccicato parola durante l’attesa del concerto, quindi sentivo il dovere di scusarmi e di dare loro una spiegazione.
«Ragazze vi chiedo scusa per il comportamento che ho assunto per tutto il pomeriggio, ma ero emozionatissima  e le parole non  mi uscivano di bocca…scusatemi tanto. Mi perdonate?» implorai sporgendo il labbro inferiore e con lo sguardo da cucciolo abbandonato.
Si guardarono tutte tre e poi corsero a darmi un abbraccio stritolatore. Lungo tutto il tragitto per al arrivare al discopub commentammo il concerto e ogni tanto cantavamo qualche ritornello delle canzoni ascoltate.
Entrammo nel discopub “ Emotions”, all’interno era tutto molto moderno, sulla sinistra c’era il bancone dove veniva servito da bere e da mangiare, al centro la pista per ballare e a destra tanti tavoli marroni circondati da poltroncine bianche. Ciò che mi colpì di più di quel posto furono le grandi lavagne appese alle pareti, sopra c’erano scritti tutti i pensieri e le emozioni più strane, più stupide e soprattutto romantiche di coloro che avevano frequentato quel posto.
Le luci erano basse perché avevano lasciato il posto alle luci di vario colore che si proiettavano sulla pista.
«Ragazze che ne dite se prima prendiamo qualcosa da bere e poi andiamo a scatenarci in pista?» ci propose Cinzia esultante, alzammo i pollici in segno di assenso e ci avvicinammo al bancone.
Io ordinai una coca-cola, ma le mie amiche ordinarono un cocktail un po’ alcolico, preferì rimanere sobria per tornare dopo in albergo.
Dopo aver finito di bere i nostri drink andammo a scatenarci in pista come avevo deciso appena eravamo entrate. Non mi divertivo così da moltissimo tempo, ero libera di essere me stessa, avevo fatto uscire quella parte divertente di me che tenevo nascosta agli occhi degli altri perché non volevo essere giudicata quindi preferivo essere timida e starmene per fatti miei, con Genny mi divertì a provocare qualche ragazzo che ci girava intorno.
La stanchezza iniziò a far capolino nelle mie gambe , così avvisai le ragazze che sarei andata a sedermi su uno sgabello vicino al bancone. Mentre stavo bevendo la mia coca-cola, che avo ordinato poco prima, sentii una persona avvicinarsi al mio fianco continuai a fare l’indifferente e a godermi la mia bevanda.
«Come è andato il concerto?» quella voce dolce e sensuale l’avrei riconosciuta tra un’ infinità di voci. Mi girai a guardarlo e incrociai i suoi bellissimi occhi e le sue labbra incurvate in un piccolo sorriso. Sembrava un fotomodello che aveva appena finito di sfilare, indossava una camicia bianca un po’ aperta sul petto che lasciava intravedere un po’ la sua peluria, sotto indossava un paio di jeans neri, sopra la camicia indossava una giacca altrettanto nera. Ne ho visti tanti di ragazzi vestiti così, ma nessuno era così sexy come lui.
«Ehm…è andato benissimo, la mia voce lo può confermare» affermai facendo un timido sorriso che lui ricambiò con un sorriso che mi fece perdere un battito. Si sedette sullo sgabello vicino al mio e iniziò a guardarmi intensamente, mentre il mio viso iniziava ad avvampare e ringraziavo con il pensiero il tecnico delle luci che le teneva ancora basse.
«Allora…non sei una mia fan?» mi chiese continuando a sorridere.
«Mmmm…no…in realtà non so neanche chi tu sia» gli risposi con un po’ di vergogna e rimproveravo me stessa del mio mancato interessamento al gossip.
Per qualche istante restammo in silenzio poi lo vidi corrugare la fronte come se stesse pensando a qualcosa, infatti poco dopo arrivò la conferma ai miei pensieri.
Mi tese la sua mano, lo guardai un po’ scettica, ma alla fine gli tesi la mano e quando le nostre mani si incontrarono una sensazione strana quasi di appartenenza prese il possesso.
La sua mano era grande con delle bellissima dita affusolate, le paragonai a quelle di un pianista, ricopriva quasi per intero la mia essendo molto più piccola della sua.
«Io sono Robert Pattinson, piacere di conoscerti» si presentò con un ampio sorriso.
«Mary Fiore, il piacere è tutto mio» gli risposi anch’io con un sorriso.                                                  
«Allora Mary» il mio nome pronunciato da lui aveva un altro effetto  «raccontami un po’ di te…cosa fai nella vita?» mi chiese con grande curiosità che trapelava dai suoi occhi.
Mentre stavo per rispondergli, qualcuno alle sue spalle lo chiamò, era una ragazza bellissima, lo avvertì che stavano andando via e Robert le disse che li avrebbe raggiunti fuori.
«Scusa, devo andare via o i miei amici mi lasciano qui, ma ti lascio questo».
Mi lasciò un bigliettino nella mano che io non riuscì ad aprire in sua presenza perché volevo memorizzare tutti i particolari del suo viso, dei suoi gesti e della sua voce.
«Si certo…è stato un piacere per me conoscerti» affermai dispiaciuta.
«Lo è stato anche per me…a presto, ciao!» mi salutò sfoggiando il suo sorriso più bello.
«Ciao» lo vidi uscire da quel locale e sul mio volto si dipinse un sorriso amaro perché ero consapevole che non lo avrei più rivisto, se non su qualche rivista di giornale di gossip che mi promisi che avrei presto comprato per conoscere quel mondo a me sconosciuto.
Mi ritornarono in mente le parole che aveva detto poco prima “a presto”, perché avrebbe detto così se sapeva che non ci saremmo più rivisti in quanto vivevamo in due parti del mondo molto distanti tra loro?
Ricordai improvvisamente che Robert mi aveva lasciato un biglietto, lo aprii e all’interno c’era il suo numero di telefono e una frase “Chiamami, ci conto! Robert”.
Ecco a cosa si riferiva, non sapevo se il giorno dopo lo avrei chiamato o no, però avevo un sorriso ebete stampato in faccia, il mio cuore martellava di gioia perché forse non sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei visto. Le tre amiche pazze tornarono da me stanche, si sedettero sugli sgabelli e mi guardarono contemporaneamente in faccia, forse avevo un’espressione che faceva capire che fosse successo qualcosa.
«Che c’è? Perché mi guardate così?» chiesi un po’ preoccupata dalla loro risposta.
«I tuoi occhi brillano…è per caso successo qualcosa che devi dirci?» la curiosità di Genny non aveva limiti e quella sera i suoi limiti erano andati a farsi benedire, quindi decisi di parlare senza scendere nei particolari.
«Ho conosciuto un ragazzo, ci ho parlato e poi è andato via» mentre davo la risposta alla loro curiosità, guardai con insistenza Genny in modo che capisse che doveva smetterla di fare domande e che le avrei spiegato tutto appena saremmo tornate in albergo; lei percepì subito il mio sguardo e cambiò subito discorso. Dopo una mezz’oretta Genny iniziò a lamentarsi per la sua stanchezza così decidemmo di tornare in albergo, salutammo Cinzia e Giulia e uscimmo da quel locale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ho scritto un altro capitolo dopo moltissimo tempo, non avevo molta voglia di pubblicarlo perché nessuno è interessato alla mia storia, però quando inizio qualcosa la devo portare a termine.
Siete liberi di recensire o no, se lo fate mi farebbe molto piacere.
A presto.
Mary
  
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