Harry Potter, 'Unfaithful' di Jelly (Cap 1) su EFP Fanfiction

Avviso: Tutti i diritti di Harry Potter, e in particolar modo di Ron, Hermione, la famiglia Weasley e di tutto ciò che menzionerò in questa FanFiction, appartengono alla zia Row. Non scrivo a scopo di lucro, e non violo nessun copyright.
Avvertenze: E' la mia prima FanFiction a capitoli, e ho scritto questo breve prologo per capire se la storia possa interessarvi o meno. E anche la prima volta che scrivo di una coppia NON canon, ma quest'idea mi stuzzicava già da tempo. Se, in seguito, avrete dei consigli o mi dovrete segnalare degli errori commessi riguardo la scrittura, non avrete che da dirmelo. Ciò vale anche per le altre FanFiction che ho scritto e postato durante l'estate. Buona lettura.

Unfaithful

[Cap.1] di Jelly
Le giornate dell’inverno di quell’anno erano molto fredde e piovose. Addirittura ci fu anche qualche nevicata, per la gioia dei bambini, che aspettavano con ansia di fare pupazzi di neve.

Beh, per la gioia anche di qualche adulto. Ron, pur avendo i suoi 44 anni, non si tratteneva dal non farli.

Da qualche mese avevo avuto il posto al “Dipartimento per l'applicazione della legge magica”, lasciando quindi quello al “Dipartimento per il controllo e la regolamentazione delle creature magiche”. Il nuovo lavoro era molto più impegnativo e, lo ammetto, più noioso dell’altro. Era quasi una liberazione lasciare l’ufficio nello spacco e andare nella mia biblioteca preferita, proprio di fronte al Ministero.

Mi rilassava leggere libri di ogni genere, soprattutto quelli scolastici di Hugo, che all’epoca doveva frequentare gli ultimi due anni a Hogwarts.

Ciò scatenava puntualmente le prese in giro di Ron e Harry, dicendo che non ne avevo mai abbastanza di studiare.

Anche quel giorno di dicembre mi diressi in biblioteca.

Quel giorno di dicembre in cui lo conobbi.

Avevo delle pratiche da sbrigare, e rinunciai a una lettura piacevole del testo di Incantesimi di mio figlio. Inutile dire che volevo confrontare il libro con quello che anni prima era servito a me. Avevo solo bisogno di tranquillità e silenzio.

Procedetti sicura verso il mio tavolo preferito, vicino alla finestra. Ma, quel giorno, il tavolo era occupato.

Un ragazzo sulla ventina era seduto, intento a leggere un libro voluminoso, che ero solita leggere io quasi ogni sera prima di dormire.

I suoi capelli, biondi, gli cadevano sul viso, dandogli un’aria misteriosa. Aveva la pelle molto chiara, bianco latte.

Capì che qualcuno lo stava osservando, perché distolse lo sguardo dal libro e lo posò su di me. Aveva degli occhi chiarissimi, grigio perla.

Lo fissai per, credo, qualche secondo. Ero sicura di non averlo mai visto in quella biblioteca, mi sarei ricordata di un ragazzo del genere, tanto bello e affascinante.

Dato che io non avevo intenzione, o meglio dire non riuscivo, a spiccicare una parola, lo fece lui.

“Vuole sedersi a questo tavolo? Prego faccia pure.”

Da qual momento la mia vita non fu più la stessa.