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Autore: EleEmerald    15/07/2014    1 recensioni
Cosa faresti se incontrassi una persona come te, identica in tutto e per tutto? Riusciresti a fidarti dei tuoi genitori che affermano tu sia loro figlia? La protagonista della nostra storia dovrà fare i conti con un'inevitabile verità. Tra amori, bugie, pianti e paure, la ragazza scoprirà chi è veramente.
"La ragazza tende la mano per aiutare ad alzarmi. Alzo la testa e spalanco la bocca. La ragazza davanti a me ha i capelli castani come i miei, più corti però, le arrivano alle spalle. Ha il mio stesso viso e ha gli occhi di un azzurro chiarissimo. Siamo due gocce d'acqua. Identiche."
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo a scuola i professori mi richiamano più e più volte. La mia testa non riesce certo a stare concentrata su quella stupida regola grammaticale che non ho bisogno di studiare perché conosco da quando sono nata. Non ho mai amato la grammatica, io e lei non abbiamo bei rapporti, certo, so quanto é importante ma a volte non capisco che bisogno c'é di sapere il nome di un aggettivo, o un avverbio. I miei pensieri viaggiano ancora e mi ritrovo a pensare a cosa sarebbe successo se non avessi incontrato Elettra, se ci fossimo trattenuti di più in libreria o di meno, se lei non ci fosse venuta addosso, se la sua bici fosse riuscita a frenare.
So che il pomeriggio la dovrò incontrare e ho paura, paura di scoprire qualcosa su di me. Avrei preferito non averla mai incontrata. 
Sento un foglietto di carta toccarmi la schiena, mi giro e prendo il bigliettino.

Cos'hai? É tutto il giorno che sei tra le nuvole.    M.

Mi giro, Marco é dietro di me, nella fila di fianco.
"Ieri" scarabocchio sul foglio e glielo tiro. Legge il biglietto e lo ritira.
"Sai che ci sono" c'é scritto. Sussurro un grazie e lui sorride.

I miei piedi scricchiolano sulle foglie cadute. Inizia a fare freddo, vedo il mio respiro formare una nuvola bianca. Mi avvicino all'albero dell'appuntamento: é spoglio a parte qualche foglia rossa. 
Elettra é seduta sotto l'albero, mi fa un cenno della mano per salutarmi e io mi siedo vicino a lei.
- Ciao! - mi saluta - É  strano vederti. 
- É come uno specchio - dico io.
Allunga una mano e io faccio lo stesso, le nostre dita si toccano. É come se stessi guardando me stessa, fa paura sapere che non é così. Ritaggo la mano.
- Christal ieri ho chiesto ai miei genitori spiegazioni, sono rimasti più shoccati di me e te. Non capiscono come possa essere possibile.
- Lo hai detto ai tuoi genitori? - dico sgranando gli occhi.
- Certo! Come facevo se no a capire se eri mia sorella! - osserva la mia faccia - Tu no?
- Non ho avuto il coraggio, forse non volevo saperlo. Non volevo credere mi avessero mentito. 
- I miei genitori non mentono, lo so - dice lei. 
- Come fai ad esserne sicura? 
- Oh, mia madre si strofina le mani quando mente e mio padre distoglie lo sguardo, l'ho imparato con gli anni, quando me ne sono accorta li ho messi alla prova per verificare e avevo ragione, non se ne sono mai accorti - dice ridendo. La sua risata é contagiosa e in un attimo mi ritrovo a ridere anch'io.
- Sai, non mi importa di saperlo - continua - di sapere tutto questo. Chi siamo. Infondo ormai la mia vita non cambierà, non voglio che lo faccia.
- Non sei curiosa? 
- Si. Sono curiosa. Ma non mi struggerò a cercare una soluzione, dopo il nostro incontro la mia vita continuerà così com'è iniziata. Solo con un'amica in più.
É così saggia. Le sorrido: - Allora Elettr - mi ferma.
- Se saremo amiche dovrai chiamarmi Ele.
- Okay, be' le amiche raccontano di loro. Che scuola frequenti? - chiedo.
- Faccio il liceo scientifico, sono in quinta. Tu sei in terza, vero? 
- Esatto.

Sono molto confusa e nonostante il pomeriggio sia passato tra risate io non mi sento rassicurata. Sono curiosa e ho paura. Elettra, anche se lei preferisce Ele, non ha nessuna voglia di scoprire perché siamo così eppure io si. Sono curiosa, e non lo sono come lo si può essere per un segreto o la sciocca vita sentimentale di qualche amica, sono curiosa, voglio sapere, é una cosa che mi schiaccia le costole e mi toglie il respiro. Devo sapere, è un mio diritto. Provo rabbia, rabbia e paura. La paura riesce a vincere sulla rabbia e i miei occhi si offuscano di lacrime. Odio piangere, non ho mai pianto così tanto, tutti mi hanno sempre detto che ero una ragazza forte eppure da quando ho conosciuto Elettra sembra che non riesca più a contenere le lacrime, forse tutte le lacrime a cui non ho permesso di uscire quando ero piccola e mi facevo male o quando litigavo con qualcuno stanno uscendo in questo momento, trattenute per troppo tempo. Strizzo gli occhi cercando di ricacciare le lacrime dentro e tiro su con il naso. 
So esattamente da chi andare, non voglio che i miei genitori mi vedano in questo stato, o forse sono io che non voglio vedere loro. Ho raccontato a mia madre che sarei andata a dormire da Sara, in effetti era così prima che gli venisse la febbre.
Imbocco la via alberata che conduce a casa mia ma la supero. Sono le nove di sera quando suono al citofono.
- Chi é? - risponde la sua voce.
- Sono Ri, scusa se non ho avvisato, ho bisogno di parlarti - Ho bisogno di piangere da qualcuno.
Ri, solo lui mi chiama così. Ha inventato questo nome quando si é accorto che Chri era troppo usato, voleva qualcosa che usava solo lui. Sfioro il campanello che porto al collo, a qualcuno potrebbe sembrare una collana trovata in un uovo di pasqua, un filo rosso che regge un campanellino color oro. Per me é molto più importante.
Il cancello si apre e io entro nel giardino diretta alla porta. Marco sbuca dalla casa e mi viene incontro.
- Ri, hai qualcosa? Stai bene? - mi chiede preoccupato.
- Sto bene - che bugiarda. Non posso mentirgli - se intendi di salute.
Mi guida in casa. 
- Scusa non volevo disturbare di sera, devo scusarmi con tua mamma - mi avvio in cucina, in un luogo che per me è una seconda casa. La cucina é vuota.
- Mia mamma e mio padre sono via, tornano domani. É il loro venticinquesimo di matrimonio - spiega lui.
- Sei a casa da solo? 
- Si.
- Io avrei paura da sola di notte. Beatrice non c'é? - Bea é la sorella maggiore di Marco. Ha 24 anni ed é sempre via per l'università che purtroppo non c'é nei dintorni, costringendo la ragazza a prendersi un piccolo appartamento vicino alla sede principale.
- Università.
- Allora non do fastidio?
- Per niente. Appena é suonato il citofono mi sono spaventato ma quando ho scoperto che eri tu ho ringraziato che qualcuno fosse qui. Non dirlo a scuola. Ti prego.
Rido. Lui mi conduce nella sua stanza e io mi sdraio sul letto. Inizio a raccontargli dell'incontro con Eletta. Di quello che lei ha detto e di quello che penso invece io. Mi metto a sedere mentre racconto, e quando le lacrime cominciano a risgorgarmi dagli occhi, lui mi cinge con le sue braccia. Il suo abbraccio é così caldo che affondo la testa nell'incavo del collo e gli bagno tutta la maglietta. Piano piano mi fa stendere sul letto e tra le sue braccia riesco a calmare il mio pianto. A volte penso abbia poteri speciali, sa esattamente cosa voglio, quando lo voglio. Un altra persona avrebbe cercato di farmi sorridere e invece lui mi lascia piangere e sfogarmi. Quando sono andata da lui avevo pensato di tornare a casa verso le 10, avrei detto a mia mamma che Sara era stata male e che me ne ero andata per farla guarire, la sua assenza a scuola avrebbe confermato quello che avevo detto. Ora invece voglio  rimanere lì tra le braccia del mio amico, a respirare il profumo di liquirizia, sua madre usa sempre quel sapone per lavare i vestiti e io lo adoro, e sentire le sue mani che mi accarezzano i capelli. Infondo cosa può cambiare? Se mia madre si accorgerà che Sara non verrà a scuola domani le dirò che la mattina si é svegliata con la febbre. I miei occhi iniziano a chiudersi e mi addormento respirando contro il petto del mio migliore amico.


Angolino dell'autrice: Ciao a tutti! Scusatemi tanto se non ho pubblicato prima ma ero in Francia e, nonostante avessi il wifi purtroppo non riuscivo. Mi faccio perdonare con un capitolo più lungo! Dedico il capitolo alla mia Dolcezzina, che segue sempre la storia e recensisce, ma anche perché é una vera amica e so che questo capitolo le piacerà! Grazie a coloro che leggono, ricordatevi che se recensite mi farete felicissima! Accetto anche le critiche! Al prossimo capitolo!
  
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