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Autore: blissfullyunaware    15/07/2014    2 recensioni
Harry non è pazzia. Harry è reazioni incontrollate, emozioni forti che non è in grado di sostenere, è debolezza e paura.
Louis non è egoismo. Louis è poco studio, ingenuità, pentimento e sesso sbagliato.
Louis ed Harry sono amore furioso, pieno, splendente.
Regretful!Louis
Mad!Harry
PrivateLessons!AU
P0rn!Larry
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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'Ti Amo' o 'Ti Voglio Bene'?




 


A scuola, in quei giorni, stavano facendo letteratura classica. I grandi scritti latini, per essere precisi, ed Harry ne era completamente, incondizionatamente affascinato. Tutte quelle parole, quella drammaticità, quell'erotismo lo coinvolgevano più del lecito, facendogli dimenticare per qualche secondo tutti i suoi problemi. 
Inutile dire che aveva una A spaccata, in quella materia. 
Era forse quello il motivo per il quale si ritrovava a casa, in compagnia di un intrigante - quanto odioso  - Louis Tomlinson, pronto a dargli ripetizioni per l'imminente verifica. Una persona normale si sarebbe rifiutata di fare qualcosa di simile per il proprio ex, ovvio, ma Harry era troppo buono, e decisamente troppo innamorato. Già, troppo innamorato per dire di no a quei fari azzurri, a quelle labbra e a quel corpo che, ogni volta, lo costringevano a prendere appuntamento con la sua mano destra nel bagno della scuola.
«Quindi, a che carme siamo arrivati, pure?» chiese annoiato Louis, comodamente seduto sul divano, mentre il riccio era ai suoi piedi, sugli enormi cuscini che Anne aveva appena lavato. Harry sperò che la situazione non fosse così grave come temeva. «Anzi, mi correggo: quali carmi abbiamo fatto fino ad ora?» Come non detto, pensò poi, affranto, mentre si passava una mano tra i capelli. «Sei proprio incorreggibile, Tomlinson.» «Smettila di chiamarmi per cognome, Harry!, non ti si addice.» «Non mi si addice neanche il fatto che io sia costretto in casa, a perdere tempo con uno come te, a rifare cose che già so a memoria, quindi parla meno e studia di più» fece, freddo come il ghiaccio. Il maggiore sbuffò, irritato da tutta quella durezza alla quale non era abituato e alla quale non sapeva reagire. Lui lo aveva ridotto in quel modo? Davvero? Che coglione era stato, tradire un angelo come quello che si ritrovava davanti era da imbecilli. «Inizia a leggere, dai» lo distolse dalle sue riflessioni il riccio. Tossicchiò, schiarendosi la voce, pronto ad un pomeriggio alquanto faticoso. «Dicevi un tempo di avere come amante il solo Catullo, Lesbia, e che neppure con Giove mi avresti cambiato - era insicuro, Louis, mentre leggeva e pensava a quanto la situazione fosse imbarazzante - Ti amai allora non solo come si ama un'amante, ma come un padre ama i figli e i generi - continuò, tremolante. Ma che mi prende? - Ora ti ho conosciuta: se anche ardo d'amore più forte, sei per me meno stimata a meno cara. "Com'è possibile?", mi chiedi? Perché un tale tradimento costringe ad amare di più, ma a volere bene di meno» concluse, tenendo lo sguardo fisso su quelle parole. Harry lo guardava, cercando di catturare ogni sua piccola sfumatura espressiva. «Adesso ti spiegherò in breve ciò che Catullo pensava» parló poi, togliendogli il libro da sotto il naso. «Lesbia ha rinnegato tutte le sue promesse di fedeltà, ed ora che il poeta l'ha conosciuta, la gelosia accende in lui un desiderio intenso, quale l'amore, ma l'affetto e la stima sono compromessi. - lo fissò negli occhi, di un verde talmente intenso che gli fece girare la testa. - Nello sforzo di placare l'angoscia esorcizzando la pressione dei sentimenti, Catullo prospetta un vincolo amoroso nel quale, insomma, l'attrazione erotica si integra con un affetto profondo, in un rapporto di coppia fuori dagli schemi.» le sue parole erano dirette e schiette, tese a fargli capire che quei pensieri erano da lui condivisi ed approvati. Caló il silenzio per qualche istante, nel quale Louis ebbe il coraggio di chiamarlo «Hazza, ascoltam-» «Non chiamarmi così! - urlò, all'improvviso - Non ne hai più il diritto!» lo sgridò, girandosi verso di lui per ucciderlo dentro. Riusciva a percepire la sofferenza nel suo sguardo. «Catullo non prova più affetto, solo passione. Passione mossa dall'amore e dalla gelosia. Catullo è accecato da tutto ciò che è accaduto, - ricomincia poi Harry, alzandosi per avvicinarsi a lui, che cominciava seriamente a preoccuparsi - dalla sofferenza infertagli dall'amata. Riesci a capire ciò che sente? Riesci a percepire tutto ciò che vuole trasmettere? - gli chiese, le mani grandi poggiate sulle ginocchia spigolose di Louis, che cercava di schiacciarsi il più possibile contro lo schienale del divano - No che non ci riesci, e sai perché?! Perché tu non hai vissuto in prima persona ciò che lui ha vissuto» sillabò, il viso a pochi centimetri da quello del castano. «Ma sai? Io sono proprio come lui, Louis. Anche io sono accecato dalla passione, dalla gelosia. - a quell'affermazione gli occhi ghiaccio si sbarrarono ed il respirò si mozzò, sotto la pressione della mano grande del riccio sul cavallo dei suoi jeans chiari. - Fai schifo, Louis. Ti volevo bene, ti amavo, ti rispettavo. Ma tu, tu mi hai tradito. Sei solo una lurida puttana. Pensavo fossi cambiato, ma non ci hai messo molto a farti scopare da Zayn, quel pomeriggio, eh? Godevi quando lui ti toccava così, - strofinò ancora la patta dei pantaloni, sentendolo eccitarsi sotto il suo tocco. - godevi quando il suo cazzo penetrava il tuo culo, godevi quando la sua bocca ti succhiava, baciava e leccava.» la mano sinistra andò a stringergli una natica, mentre la destra ancora lo torturava.  Il viso affondato nel collo teso di Louis, a mordergli ogni lembo, ogni centimetro di pelle, per punirlo. Voleva sentirlo urlare sotto di lui, voleva dargli ciò che forse non era ancora stato in grado di dargli e che aveva ricercato in Zayn. «Ti scoperò fino a quando non mi pregherai di fermarmi, fino a quando non potrai più alzarti. Te la farò pagare e ti sbatterò fuori di casa. Godrò nel vederti supplicarmi.» Harry non era in sè, dedusse Louis, il suo amore non si sarebbe mai comportato così, aveva perso il controllo ed il castano ne era spaventato, forse quella volta non sarebbe stato in grado di fermarlo. Harry lo afferrò e lo sdraiò a forza sul divano, strappandogli letteralmente di dosso jeans e boxer, facendogli spalancare oscenamente le gambe. «H-Harry...» si lamentava di tutta quella violenza che non aveva mai visto in lui. Il riccio continuava a marchiarlo, a masturbarlo forte, mentre due dita erano affondate nella sua apertura. Entravano ed uscivano velocemente e con difficoltà. «Ti prego, amore, f-fermati!» gemette di dolore Louis. Ma il riccio non lo ascoltava, gli occhi neri non lo vedevano, i denti stretti attorno al suo capezzolo destro. «Ah!»  Continuava a fargli del male, a svergognarlo. Non indugiava e Louis lo temeva. «Angelo, ti prego, ti p-prego guardami, non sei così, r-ritorna... Ritorna da me.» il piacere, il dolore, la tristezza, l'amore. Un mix di emozioni troppo diverse tra loro. Harry urlava dentro di sé, ma il suo corpo non seguiva il cervello, il suo corpo andava da solo. «Harry io t-ti amo, ti prego, perdonami. Perdonami piccolo mio.» sussurrò poi, nel disperato tentativo di acquietarlo. 
 
“ Avevano appena fatto l'amore per la prima volta, ed Harry non poteva essere più sereno ed in pace. La sensazione di pienezza nell'averlo dentro, i baci, le carezze e le parole confortanti che cercavano di distrarlo. Era stato tutto così perfetto che temeva potesse risvegliarsi da un momento all'altro. Aveva gli occhi chiusi, il sonno stava per travolgerlo seduta stante, mentre le braccia protettive di Louis lo avvolgevano calorosamente. Il respiro tranquillo, il battito regolare. Sembrava realmente addormentato. «Ti amo, Harry.» un sussurro, tre parole, il mondo in quel letto. Ed era tutto ciò che gli serviva. «Niente e nessuno potrà farci soffrire, niente potrà separarci. Finchè morte non ci separi.» cadde in un sonno lieto, dove dei fari azzurri dominavano i suoi sogni. ”
 
Ed Harry la vide. Vide la luce negli occhi di Louis, quella stessa che aveva sognato quella notte, macchiata però dalla sua paura. Paura di lui. «T-tu hai paura di me.» fece piano, il riccio, fermando immediatamente le mani. Gli occhi di entrambi cominciarono a lacrimare. «Io, io... Perdonami Loueh.» singhiozzò, colpevole della sua pazzia. «Ti amo, Harry, non avrò mai paura di te. Ci apparteniamo! E mi dispiace per ciò che è successo.» si scusò, poi, stringendolo fra le sue braccia. «Louis.» continuava a dire, spaventato da sè stesso. «Louis. Louis. Perdonami. Louis.» tremava, tremava forte il suo petto poderoso. «Perdoniamoci entrambi, raggio di sole.» 
Ma gia sapevano che nessuno dei due aveva qualcosa da perdonare all'altro, perché già lo avevano fatto.

 
~~~~~
 
«Stai bene, Haz?» le mani piccole e sudaticce di Louis ancora gli sfioravano la schiena, mentre erano stretti l'uno all'altro.
«Questo dovrei chiedertelo io, Lou.» un sospiro e tre baci sul collo.
«E perché mai? Non hai-» il riccio lo zittì con la mano, scuotendo amaramente il capo e sollevandosi da quel nido d'amore. Afferrò i pantaloni neri, infilandoseli frettolosamente, assieme alla canottiera. Quella casa gli stava facendo perdere la ragione. «Harry, resta, ho bisogno di te, non è successo nulla, tu-»
«Io cosa, eh?! Cosa? - ruggì, furioso - Stavo per violentarti, Louis, violentarti, per Dio! Come puoi dirmi che non è successo nulla?!»
«Non dire assurdità, non eri te e poi-» «Poi cosa? Guarda! - indicò i segni sul collo - Guarda! - fece infine, additando i graffi ed i morsi sul busto - La mia pazzia stava per farti seriamente del male.» mugolò, allontanandosi il più possibile dal suo corpo che nel frattempo si era riavvicinato a lui. «La tua non è pazzia, è reazioni incontrollate, emozioni forti che non si è in grado di sostenere.» «No, è essere fragili, deboli ed incapaci di sostenere ciò che accade tutti i giorni.» mormorò, provando ribrezzo verso la persona che era. Si faceva schifo, si ripudiava, come aveva anche solo potuto pensare di far del male a Louis? Che cosa disgustosa. Era pazzomaniacalmente pazzo. «Tu sei così, così perfetto ed io volevo farti del male, volevo spaccarti in due, volevo vederti urlare di dolore, danneggiarti il più possibile.» singhiozzò quasi a quei pensieri dannatamente sbagliati. «Ora capisco il motivo per cui tu mi hai-» Louis lo strattonò, spingendolo sotto di sè, imponendosi sulla sua figura slanciata. «Non provare neanche solo a pronunciare ciò a cui stavi pensando, idiota. Io ti amo, ho fatto una cazzata, ero ubriaco, Zayn pure, avevamo litigato e...» «Avevamo litigato per colpa mia, è stata tutta colpa mia e della mia pazzia, Louis, cazzo apri gli occhi! Guarda con che mostro hai a che fare!» Louis lo zittì baciandolo, in uno scontro languido di lingue, denti e saliva.
«N-non farlo, Louis, io e te dobbiamo chiudere, non possiamo andare avanti così» lo staccò, pregandolo, Harry.
«Non farlo tu! Non permettermi di starti lontano, non permettermi di farla finita perché non è quello che vogliamo.»
«Non importa ciò che vogliamo, è per la tua sanità, mentale e... fisica.»
«Non mi farai mai del male, mi fido ciecamente di te» sussurrò, sulle sue labbra mentre i loro bacini strusciavano un po' l'uno contro l'altro. «Perché?» gli chiese, disperato, arrendevole e Louis seppe che lo aveva convinto e quasi pianse per la felicità. «Perché ti amo e ti ho fatto una promessa che ho intenzione di rispettare» gli rispose, sfiorandogli le labbra rosse «
Niente e nessuno potrà farci soffrire, niente potrà separarciFinchè morte non ci separi.» a quelle parole i loro cuori si alleggerirono, scossi da frenetici battiti. «Non siamo sposati, Lou.» «No, siamo innamorati, e questo conta più di un semplice matrimonio.» e fu li che Harry si sollevò, Louis ancora in braccio, e lo strinse forte, come per assicurarsi che fosse davvero lì con lui. «Sono pentito e follemente, incondizionatamente innamorato di te, raggio di sole.» quello era il suo Tomlinson, quello era il suo vero amore e ringraziò tutti i santi perché avesse deciso di non ascoltarlo e di non andare via. «Grazie.» «Ti Amo.» «Ti amo. Sempre.» 

 
 
  
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