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Autore: DalamarF16    15/07/2014    6 recensioni
Sono passate poche settimane dagli eventi di New York, e Clint deve fare i conti con la sua coscienza, con le azioni commesse sotto il controllo di Loki. Accanto a lui, a cercare di aiutarlo, ci sarà Natasha, ma una nuova recluta darà una svolta alla vita di Occhio di Falco...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: Rieccomi!!! Sono tornata con un po' di ritardo, ma sono di nuovo qui! Grazie di nuovo a tutti quelli che mi commentano, Mumma, Ledy Leggy e Alexis in particolare, e tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite!
Vi lascio al capitolo...buona lettura!

Capitolo 12: Rapporti

Natasha si svegliò che erano quasi le quattro del pomeriggio, ancora avvolta nell'asciugamano che aveva trovato in bagno e che l'avvolgeva completamente. Il sole penetrava diretto nella finestra, scaldandola piacevolmente.
Si stiracchiò con cautela, cercando di non riaprire le ferite sulla schiena. Finalmente era riuscita a dormire tranquilla, senza la febbre o gli incubi a tormentarla. Sorrise nel vedere che Clint le aveva lasciato accanto una pistola e un cellulare.
Non era mai stato un tipo da rose, in effetti.
Si alzò e aprì l'armadio, alla ricerca di qualcosa che non fossero i vestiti comprati in aeroporto. La facevano sentire sporca ed erano ormai abbastanza lerci.
Trovò i pantaloni di una tuta che sembravano provenire dal secolo scorso, ma facevano al caso suo, e una felpa di non sapeva nemmeno lei quale film/fumetto/videogioco. Era calda, e questo le bastava.
Solo quando mise piede fuori dalla stanza per entrare nel salotto con angolo cottura si accorse della presenza di Clint, che dormiva beatamente sul divano. Iniziò a fare molto piano, anche se dormiva così profondamente che probabilmente non sarebbe riuscita a svegliarlo nemmeno se gli avesse fatto esplodere una delle sue frecce esplosive a mezzo metro di distanza.
Sorrise e iniziò a cercare cosa poteva fungere da pranzo.
Clint era il solito disorganizzato: in casa non c'era niente che non fosse scaduto da almeno un mese, eccetto lo scatolame, ma solo perchè avevano data di scadenza così lunga che solitamente Natasha riusciva a rubarglieli quando era a corto di provviste.
Trovò miracolosamente una scatola di pasta e una confezione di un sugo pronto alla bolognese che portava la dicitura: più buono di quello fatto in Italia.
Sbuffò, divertita: probabilmente quel condimento aveva visto dei pomodori solo lungo il trasporto in camion, ma il casa non c'era niente di meglio (non osava aprire il frigorifero) per cui si sarebbero dovuti accontentare.
Mise su l'acqua e mentre aspettava che bolliva raccolse un po' di cose sparse in giro. Si stupiva di come la sera prima fosse riuscito ad avvicinarsi alla porta tanto silenziosamente che lei non se ne fosse accorta, probabilmente quella roba stazionava sul pavimento da talmente tanto tempo che lui ne conosceva a memoria l'abitazione.
Sapeva che non era suo compito farlo, ma aveva notato che se restava inattiva la sua mente risvegliava ricordi spiacevoli, per cui preferiva riordinare casa di Occhio di Falco, sperando che nel frattempo non si fosse creata vita sufficientemente sviluppata da morderla.
Solo quando la pasta fu pronta si decise a svegliare Clint.
Lui aprì gli occhi di soprassalto, ci mise qualche secondo a fare mente locale e a svegliarsi del tutto.
-Ehi-
-Ciao, Natasha...che ore sono?-
-Quasi le quattro. Credevo avessi lezione-
-Sì, beh...Cap mi ha spedito a casa, non riuscivo a tenere gli occhi aperti- si mise seduto mentre parlava, le mani che andavano a stropicciargli gli occhi ancora pieni di sonno e ridotti a due fessure.
-Scusa-
-Va tutto bene, ti sei fatta ripagare-
Capì subito a cosa si riferiva e gli piantò scherzosamente la forchetta che aveva in mano in una gamba
-Porco-
-Ahi! Sì ok, ma non di quelli da mangiare- replicò lui sottraendo la gamba.
Risero entrambi.
-Ho fatto un po' di pasta. Mangiamo?-
-L'hai avvelenata?-
-Non lo so, sei tu che hai il frigo che ormai è un microsistema!-
-Ehi non insultare la mia popolazione frigorifera! Mi paga l'affitto!!-
L'indignazione di Clint la fece ridere.
La maggior parte delle volte l'avrebbe ucciso per come sembrava prendere comicamente qualunque cosa, incluse le missioni. Aveva giurato che l'avrebbe fatto, e prima o poi l'avrebbe realizzato: mettere un qualcosa che desse delle scosse comandabile a distanza nella tasca dei pantaloni di Clint e farla scattare a ogni battuta inopportuna durante una missione in cui lei andava sotto copertura e lui le offriva supporto dall'esterno.
La scena di solito era così. Lei andava a sedurre o comunque a conquistare la fiducia del magnate di turno, e lui la sfidava a restare seria mentre sparava stronzate a raffica via auricolare.
Ogni tanto, a random, gli partiva un complimento, o una battuta che doveva essere un complimento, e lì lei avrebbe voluto poterlo zittire. Una scossa le sembrava una buona mossa.
Ora però ringraziava l'amico burlone.
Averlo accanto con la sua allegria la metteva di buon umore.
Mangiarono punzecchiandosi a vicenda, o meglio, lei commentava il perenne disordine in casa dell'amico e lui cercava in qualche modo di giustificarsi. Non gli riusciva molto bene, ma era buffo.
Solo dopo, quando andò in bagno, ne tornò abbastanza tesa, con il test in mano. Era uno di quelli classici, non digitali, e gli serviva qualche minuto per agire. Clint la guardò, improvvisamente serio e teso quasi quanto lei.
Natasha non disse niente, semplicemente gli passò, con mano tremante, lo stick con il responso girato verso terra. Clint lo prese.
-Giro?-
Mordendosi un labbro, annuì, studiando ansiosa la reazione dell'amico. Occhio di Falco lo voltò, studiandolo per un minuto prima di stringerla.
-E' tutto ok, Natasha. E' negativo-
Fu lieta di essere tra le sua braccia, perchè il sollievo le provocò un capogiro che quasi le fece venire un mancamento. La prima buona notizia da giorni. Clint la sorresse prontamente portandola sul divano e dandole un bicchiere d'acqua.
Nessuno dei due parlò per un po', finchè non vennero interrotti dal suono del campanello.
Si guardarono in faccia per un attimo, mentre Occhio di Falco andava allo spioncino.
-E' Cap- disse aprendo la porta mentre la Vedova Nera faceva sparire il test nascondendolo sotto il cuscino dal divano.

La visita di Steve fu un vero toccasana per entrambi.
Il test fortunatamente si era rivelato negativo, e Clint ne era davvero sollevato. Natasha non avrebbe retto la notizia che oltre ad averla violentata, era anche incinta del suo stupratore.
Capitan America fu come sempre un signore.
Lo scagionò, raccontando che era stato lui a spingere perchè gli raccontasse cosa fosse successo, e si dimostrò sensibile e disponibile.
Ma il problema restava. Ora bisognava dirlo a Fury, che secondo Cap iniziava a essere molto molto preoccupato dal silenzio di Natasha.
La russa annuì
-Sì, ci stavo pensando...domani mi presenterò a fare rapporto. Rimandare non serve a nulla-
-Sai che noi ti copriamo se vuoi- le disse Steve -Nessuno a parte noi sa che sei tornata-
-Lo so...però è un peso che mi porto dentro. Prima me ne libero, prima mi lascerò questa storia alle spalle, se non mi tolgono dal servizio attivo-
-Hanno già me fuori, non ti toglieranno. Tu sei più brava a fingere di star bene-

Non era più tanto sicura che di essere pronta, non ora che era davanti all'ufficio di Fury, la cartellina con il rapporto dettagliato degli avvenimenti più o meno veri (Clint aveva insistito nel dire che lui l'aveva incontrata per caso e costretta a stare da lui per rimettersi in sesto) e la richiesta di un test dell'HIV.
-Sicura che non vuoi che entri?-
-No, Clint tranquillo. Sei già abbastanza nei guai. Va pure dalle tue reclute-
-Ah, a proposito di reclute, poi dobbiamo parlare-
Lei lo guardò curiosa, ma annuì. Aspettò che Clint fosse lontano prima di bussare all'ufficio di Fury, più sicura di quanto non si sentisse in realtà.
La voce del direttore dello SHIELD la invitò ad entrare. Fece un bel respiro e aprì la porta.
-Agente Romanoff- la accolse con non poco sollievo nella voce- Iniziavo a preoccuparmi. Problemi?-
Ci siamo. Pensò prima di parlare.
-La missione è fallita- esalò in un respiro prima che il coraggio le venisse meno, e poggiò la cartellina con il rapporto e il materiale raccolto sulla scrivania di Fury. Ebbe la tentazione di abbassare lo sguardo, ma poi si ricordò di quello che Steve e Clint le avevano detto solo il giorno prima.
Non aveva niente di cui vergognarsi. La missione era finita male, ma chi ci aveva rimesso era lei.
L'uomo con un occhio solo non disse nulla, iniziò semplicemente a leggere le carte, dopo averla fatta accomodare. Rialzò gli occhi solo quando ebbe finito di esaminarle, richiesta medica inclusa. Solo dopo alzò lo sguardo.
-Sta bene?-
-Sì- Nessuna esitazione.
-Ne è sicura?-
-Il KGB mi ha addestrato anche per questa eventualità. Facevamo delle simulazioni, quindi sapevo come comportarmi. Sono rimasta dall'agente Barton solo perchè lui ha insistito-
Fredda, calma. Stava parlando del proprio stupro come se niente fosse. L'avevano preparata così.
Fury annuì, forse non pienamente convinto, ma nelle parole di Natasha c'era la pura verità, almeno in metà di essa. La congedò invitandola a prendersi un paio di giorni per le analisi e un check-up completo al centro medico dello SHIELD.

Clint venne chiamato nell'ufficio di Fury in pausa pranzo. Non era riuscito a sentirsi con Natasha, ma era sicuro che si fosse attenuta al piano. Era la cosa più giusta da fare.
Entrò composto nell'ufficio del direttore.
-Ho ricevuto il rapporto dell'agente Romanoff-
Clint annuì.
-Dice che è stato lei a insistere perchè passasse qualche giorno a casa sua e si ristabilisse, pur sapendo che la priorità di un agente è venire a fare rapporto-
-Sì, signore, conosco il regolamento-
Fu la semplice risposta di Occhio di Falco, che non aveva intenzione di aggiungere altro. Ci fu qualche minuto di silenzio.
-Ha intenzione di darmi una spiegazione?-
-Ho incontrato Natasha alla stazione. Era ferita, mezza nuda e faticava a stare in piedi. Non potendola portare in ospedale, l'ho portata a casa mia, dove l'ho medicata e aiutata a ristabilirsi. È stata catturata e stuprata, mi sembrava giusto darle respiro-
-E fare rapporto a me non le sembrava giusto?-
-Posso parlare liberamente?-
-Prego-
-No. Non mi sembrava giusto. Sarà anche una macchina da guerra, l'avranno anche addestrata, avranno anche simulato una cosa del genere. Ma tra una simulazione e la realtà c'è un abisso. E io ho visto una ragazza sull'orlo di una crisi di nervi che aveva bisogno di riposare. La missione è andata comunque a puttane, quindi no signore, non mi sembrava giusto farle rapporto-
Si rese conto solo dopo di essersi spinto forse troppo oltre, di aver dato contro non solo a Fury, ma ai regolamenti dello SHIELD, quei regolamenti che aveva accettato e giurato di rispettare, ma proteggere Natasha veniva prima.
Vide Fury mordersi la guancia dall'interno, forse per evitare di esplodere, mentre rifletteva su quelle parole.
Alla fine lo lasciò andare senza dirgli altro, il che non lasciò Clint particolarmente tranquillo.
La sua tortura non era finita. Natasha lo braccò a fine lezioni, mentre con Tommy andava a riconsegnare le armi.
-Ehi-
-Ehi. Nat lui è Tommy, il ragazzino di cui ti ho parlato, Tommy, Natasha-
-Buongiorno, signora-
-Ciao Tommy. Clint, hai un minuto?-
-Sì, ho finito...Tommy se vuoi dopo le 17 sono a casa-
-Va bene, signore, la ringrazio-
L'occhiata che gli scoccò la collega fu più che eloquente. Rimandò le spiegazioni però a mezz'ora dopo, quando erano a casa.
-Che cosa hai fatto? Clint dannazione ti si è fottuto il cervello?-
-Senti non volevo che pensasse che suo padre fosse un traditore!-
-Da qui a spiattellargli segreti militari ci passa un oceano, Clint!-
-Sei tu quella che dice che non devo prendermi colpe che non ho. Bene, non voglio essere disprezzato per qualcosa che ho fatto mentre un cazzo di semidio si divertiva a giocare col mio cervello!-
-Non usare le mie parole contro di me!-
Clint sospirò e si passò una mano tra i capelli. Non poteva negare che Natasha avesse ragione su tutti i fronti, ma riteneva le sue argomentazioni più che valide.
Finalmente anche l'uragano Natasha tacque per un secondo. Alla fine sospirò
-Che intenzioni hai?- gli chiese infine
-In che senso?-
-Con Tommy-
-Non lo so- rispose con sincerità

Natasha odiava quando Clint agiva prima di pensare, anche se ormai si era rassegnata a quel lato del suo carattere. Ma ciò non toglieva che questa volta aveva passato il limite.
Un conto era cercare di superare i propri sensi di colpa, un altro spiattellare informazioni riservate al primo ragazzino che gli faceva notare che aveva seccato suo padre.
Sospirò e guardò l'amico.
Era vero, però, che Clint non aveva avuto molte altre alternative. Prendersi la colpa per qualcosa che non aveva fatto non lo avrebbe certo aiutato a star meglio, né avrebbe facilitato le cose a quel ragazzino, e capiva come non volesse che Tommy pensasse che il padre fosse un traditore.
Accidenti a te, Clint!
Se non altro, questo nuovo grattacapo le teneva impegnato il cervello. Ora era vitale che nessun altro venisse a conoscenza di quello che Clint aveva fatto.

PERSONAL SPACE: E rieccomi. Tommy è tornato di nuovo...che succederà ora? Natasha si mangerà il buon Clint? Lo scoprirere nella prossima puntata!

   
 
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