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Autore: NightWatcher96    15/07/2014    4 recensioni
La natura ha modi strani per favorire l'evoluzione di una specie. E Leonardo con Raphael scoprono qualcosa di inaspettato, nato dal loro rapporto. In un'avventura breve ma dolce, la famiglia Hamato è lieta di annunciare qualcosa di nuovo! T-Cest (LxR) / Mpreg
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il giorno della partenza giunse. 

Ognuno era letteralmente eccitato di poter nuovamente mettere piede su quel mondo tanto fantastico, popolato da diverse specie viventi, più o meno gentili.

Splinter sospirò, chiudendo la zip della sua borsa che conteneva piccole cose a lui preziose e uscì dalla sua stanza, dando un veloce sguardo all'orologio del salottino. Erano, ormai, le 05:20 e tra non molto sarebbero stati sull'incredibile Nexus.

"Sensei" richiamò Raph, uscendo dalla zona notte "Siamo tutti pronti".

Mikey aveva una giacca arancione con colletto e polsini bianchi per proteggersi dai violenti cambi d'aria e Leonardo indossava semplicemente un largo maglione nero, con un piccolo drago cobalto sul fianco sinistro. Il nero, come sapeva, affinava... ma non abbastanza per nascondere la pancia più sporgente.

Se di profilo, essa era ben visibile, grande quando una giacca ripiegata.

Don aveva un borsone pieno zeppo di medicine e altre cianfrusaglie da genio.

"Molto bene" istruì il maestro, dirigendosi verso l'ascensore ovoidale.

Non appena le porte si aprirono con uno sbuffo, ognuno entrò il silenzio, salendo verso la superficie.

In quell'attimo di attesa, Leonardo non poté fare a meno di guardarsi un'ultima volta alle spalle con un'aria leggermente malinconica. Non avrebbe voluto restarsene a casa ma nemmeno restare fuori dal girone delle eliminatorie. Adorava misurarsi contro ogni tipo di guerriero, poi.

Donatello guardava Mikey, invece: il fratellino era in silenzio, continuando ad avere una fronte arricciata in preoccupazione; non aveva più detto dei suoi incubi a nessuno e perciò, la famiglia non sospettava nulla. 

"Cavolo" fece Raphael, accarezzando un po' il sellino della moto "Sono talmente eccitato che non so se riuscirei a tenere sotto controllo la mia forza!".

"Allora dobbiamo tenerci alla larga!" ridacchiò Mikey, riparandosi subito il capo per un pugno mai arrivato dal fratello.

Splinter sospirò con un sorriso e lasciò a Donatello il compito di aprire la serranda del magazzino, con un cigolio davvero snervante; poi, ognuno lasciò l'altra porzione di tana, dileguandosi nelle tenebre del mattino, rintanandosi in un vicolo ancora carico di ombre notturne.

C'era quasi un silenzio irreale nella caotica città e inquietava: ma alla famiglia guerriera non causò preoccupazione, troppo concentrati nel seguire il padre disegnare i classici simboli in una forma ovale, mentre Leonardo pronunciare quella fastidiosa litania.

Non appena il fascio caratteristico di luce rosata si accese, usando una pozzanghera per comporre la dimensione da prendere, i cinque svanirono nel portale...


....


Il Nexus era sempre un luogo molto suggestivo, nella sua suddivisione in Padiglioni, Arena e Villaggio. Circondato da cascate, vegetazione e un cielo prevalentemente rosato per gran parte del mattino e cobalto per il cuore della notte. Inoltre, ciò che affascinava parecchio erano le doppie lune che brillavano verso sera, ma anche al mattino, sebbene una soltanto. Due satelliti di differente grandezza componevano il meraviglioso quadro immaginario di questo posto.

"E' sempre bello venire qui" commentò Michelangelo, il primo a uscire dal portale che si richiuse.

"Concordo" rispose Donatello.

Per Leonardo, il viaggetto non fu altrettanto: non appena mise piede sulla terraferma, un forte capogiro lo fece immediatamente impallidire, causando un ondeggiare pericoloso.

"LEO!" esclamò subito Raphael, attutendogli la caduta all'indietro con il suo corpo "Amore... che succede?".

L'azzurro espirò un po', schiudendo gli occhi improvvisamente pesanti e sorrise un po'.

"Probabilmente il portale ha interferito con la gravidanza" accennò Donatello.

Il focoso lo prese in stile sposa, baciandogli la fronte imperlata di sudore e non attese nessuno in modo che potesse correre rapidamente al Padiglione Medico per chiamare aiuto.

"AIUTATEMI! PER FAVORE!" urlò a gran voce, irrompendo nella principale stanza circolare e bianca, piena di porte, dell'ingresso.

Da una di esse una Guaritrice dai corti e ribelli capelli rossicci, abito bianco, viso nascosto dietro a una maschera con contorni arancioni si mostrò ma notando il caso abbastanza preoccupante, fece illuminare i suoi occhi arancioni e immediatamente altri Guaritori intervennero, portando una barella.

"Cominciamo bene..." sussurrò Mikey, guardando il fratellone che veniva condotto in una stanza ospedaliera.

Splinter poggiò la mano sulla spalla del focoso, annuendogli silenziosamente.

"Grazie, maestro Splinter" sorrise il focoso, comprendendo che aveva appena ottenuto il consenso di seguire il suo adorato Leonardo.

"E noi?" domandò Mikey, sentendosi vuoto e completamente disorientato.

Senza Leonardo e Raphael, la sua vita era completa solo per metà. Forza e Protezione erano molto incisivi per lui e lo stesso Mikey non osava neanche lontanamente immaginare un mondo o un futuro senza di loro e il resto della famiglia.

"Noi andremo ad avvisare il Daimyo, figliolo" rispose il sensei, dirigendosi verso il portone dell'uscita del Padiglione.

"Ma..." replicò il minore "Sensei, non gli diremo che Leo è incinto?!".

Il maestro non rispose. Non sapeva cosa dire o come muoversi in questa circostanza complicata e troppo velocemente.

Era iniziato tutto così bene, poi, cambiato senza che potessero effettivamente impedirlo. 

Donatello poggiò la mano sulla spalla di Michelangelo, dandogli uno sguardo perplesso. Vedere il maestro che stava allontanandosi sempre più gli aveva fornito solo mille dubbi.

"Don, come starà Leo?" mormorò l'arancione, aggrappandoglisi al petto "E il bimbo? Lo scopriranno secondo te?".

"Calmati, Mikey" ordinò il genio "Stressarti fa male a te e anche a Leo. Non sono in grado di rispondere a nessuna delle tue domande. Quindi, aspetteremo semplicemente che qualcuno si decida a fornirci notizie! Meglio seguire il sensei".

Mikey annuì, imbronciato e seguì il maggiore, guardando la porta in cui Raph era scomparso...


....


Ignaro del resto della famiglia, il focoso pazientava con l'ansia sempre più crescente in un corridoio ospedaliero, cercando di concentrarsi sulla porta bianca della stanza in cui Leonardo era stato portato d'urgenza. Voleva disperatamente sapere: come stesse l'uovo, il suo adorato compagno, che cosa gli fosse accaduto nell'arco di pochi secondi.

Guardava quei Guaritori che camminavano da un piano all'altro, senza fermarglisi un momento: Raphael li guardava con occhi sconvolti, come un cucciolo sotto la pioggia nel freddo mondo umano.

-Leo...- pensò, nascondendosi il volto nelle mani, per poi sedersi su un seggiolino rosso: -Amore mio... ti prego... dimmi che stai bene...!-.

Una piccola lacrima di una rabbia accecante e difficile da contenere gli colò lungo la guancia ma non se ne curò e guardò nuovamente la porta, cercando di abbattere la voglia di piangere e gridare.

Fu allora, nel momento agonizzante, che quella fottutissima porta si aprì.

Raphael balzò immediatamente in piedi, come una molla, avvicinandosi con occhi spalancati e ancora bagnati.

"Può entrare. E' stabile" spiegò la Guaritrice che aveva chiamato rinforzi, uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.

Raphael ringraziò con un cenno e il suo sguardo vagò sulla figura assopita di Leonardo. Sembrava così debole, pallido e vulnerabile: la sua testa era una macchiolina sbiadita nel bianco dei cuscini e delle lenzuola.

"Leo..." sussurrò Raphael, sedendosi su uno sgabello nero che affiancava il lettino con l'altra tartaruga.

Gli prese la mano, la strinse e ne baciò il dorso silenziosamente, guardando il rigonfiamento della pancia creare una cunetta adorabile sotto il piumone cobalto. Gli venne da sorridere e delicatamente scoprì le coperte, baciando dolcemente la pelle gonfia dello stomaco, strusciandosi la mano.

"Spero stai anche tu bene, piccolino... o quanti ne siete..." ridacchiò sottovoce il rosso, sedendosi in una posizione più dritta.

Fu allora che notò una cartella clinica poggiata o dimenticata sul comodino accanto al letto; la raccolse con aria curiosa e accavallando una gamba sull'altra, iniziò a sfogliarne il fascicolo.

Era sicuramente di Leonardo. Vi erano alcuni esami incredibilmente fatti nell'arco di tre minuti, grazie al metodo del Chi che curiosamente si adoperava nel mondo dei Guaritori ed era anche un discorso troppo da geni per capire il suo funzionamento.

-Transaminasi, sideremia, testosterone, celiachia...- lesse mentalmente Raphael, con attenzione: -C'è proprio tutto... ed è sano come un pesce! Che sollievo-.

Vi erano alcune note che spiegavano che l'azzurro era perfettamente sano nel sistema cardiovascolare, linfatico e scheletrico. In pratica, tutto era perfettamente nella norma... anche se...

-Ecco! Un calo di pressione! Leo è un po' carente nel ferro...!- esclamò nel pensiero, fissando il compagno.

La porta alle sue spalle si aprì: Raphael si voltò un po', salutando una Guaritrice dai capelli biondi, identica a quella rossa e si alzò educatamente.

"Leonardo Hamato è perfettamente sano" disse, ottenendo un cenno dal rosso "Ha avuto uno spossamento, causato da un calo ingente di pressione sanguigna".

Un altro cenno.

"Inoltre" continuò la donna, guardando l'azzurro "Secondo alcune analisi, Leonardo dimostrerebbe di essere in stato di gestazione".

"Sì" sorrise Raphael "Sono due mesi e mezzo, ormai".

L'altra annuì "Ha già avuto ecografie?".

"Uhm... no" rispose il rosso, grato che avesse avuto il buon gusto di prestare attenzione a una spiegazione sulla gravidanza da parte di Donnie...



Donatello studiava le ultime analisi di Michelangelo, cercando di individuare cosa impedisse all'ultimo citato di guarire completamente quando qualcuno bussò alla sua porta.

"Ehi Don!" salutò Raphael, facendo capolino nella stanza tecnologica "Posso disturbarti un attimo?".

L'altro sorrise e annuì "Sì, certo. Dimmi tutto".

"Ecco..." fece l'altro, con un piccolo imbarazzo sulle gote "Potresti... spiegarmi come avviene una gravidanza".

Il genio rimase parecchio stupito dalla richiesta ma annuì e gli prese uno sgabello per farlo accomodare e avere libero accesso al suo tecnigrafo; afferrò un foglio nuovo e una matita e iniziò.

"Una gestazione è un momento delicato oltre che affascinante. Con la fecondazione si origina lo zigote che da inizio al processo di formazione di un nuovo essere. Per mitosi, esso diventa prima morula e poi blastocisti che va ad annidarsi nell'utero".

Raphael annuì, senza più imbarazzo, seguendo quei disegni precisi, anche se non avevano nulla a che fare con il talento artistico di Michelangelo.

"E poi?".

Donnie ridacchiò e andò avanti "Ha iniziò la gravidanza che, normalmente, dura 9 mesi. Per Leo è lo stesso, solo che il bambino anziché formarsi nel solito amnios, sviluppa calcare che compone le pareti dell'uovo, rimanendo, però, collegato a Leo per il nutrimento... in altre parole, mio giovane padre, il cordone ombelicale".

"E'... molto affascinante, come hai detto" rispose Raphael "Però, devo dedurre che la pancia di Leo crescerà più velocemente?".

"Sì, esatto. I mesi che prevedono lo sviluppo del bambino sono di meno e quindi avverrà tutto molto più in fretta".

"Continuiamo la spiegazione, dai" incitò il rosso, con un dolce e raro sorriso sulle labbra.

"D'accordo. Devi sapere che la gravidanza si intende sotto forma di settimane anche. Quindi, dalla quarta settimana, l'embrione misura mezzo centimetro e pesa tre grammi. Compare un abbozzo di cuore e cervello. Dalla sesta al terzo mese, l'embrione cresce, formandosi orecchie, naso e lo sviluppo degli organi interni, arrivando a una lunghezza di circa quindici centimetri, con un peso di 25-30 grammi".

"Wow... che piccolo bozzolino!" espirò il rosso, meravigliato che qualcosa di molto piccolo potesse formarsi così.

Don annuì "Dal quarto mese è possibile scoprire il sesso del bambino, denominato ancora feto e la quantità nel grembo materno, magari gemelli, avvenuti per mezzo di più spermatozoi. Dal quinto, il bimbo pesa 600 grammi, lungo 25-30 centimetri: apre e chiude gli occhi o le mani ma è ancora immaturo".

A Raph brillavano gli occhi di gioia e voleva sapere ancora.

"Settimo mese: il feto è lungo 40 centimetri e pesa 1500 grammi. In caso di parto prematuro, ha buone probabilità di sopravvivere perché è completamente formato" continuò Donnie "Infine, nell'ottavo e nono mese, la gravidanza raggiunge il termine, con il bimbo che pesa 3000/3500 gr o più, con una lunghezza di 50 centimetri. Si posiziona con la testa rivolta verso il collo dell'utero, pronto per nascere... e sarà doloroso per la madre".

"Perché?" domandò Raphael.

"Le doglie indicano la rottura delle acque e l'imminente nascita: la madre dovrà spingere affinché l'utero si dilati abbastanza... ma poi tutto sarà dimenticato quando il bimbo le sarà dato in braccio".

"E Leo come farà? Non credo abbia un utero...".

"Tranquillo. Il suo corpo si aprirà da solo. Insomma... se ha formato l'uovo, avrà certamente la cura di farlo uscire, no?" concluse Donatello.

Raphael lo guardò, abbracciandolo fortemente "Grazie, fratello. Per tutto".

"Guarda che io non ho fatto nulla... ringrazia i siti web o i libri!".

Raphael si alzò e immancabilmente il suo sguardo cadde sulle analisi di Michelangelo; un piccolo cipiglio di tristezza lo rese prigioniero e fu costretto a chiedere a proposito del fratellino.

"Come sta la pulce?".

Donatello s'irrigidì un po' e gli si voltò, giocherellando con una matita in mano "Beh... non migliora né peggiora. Non lo so. Il virus di quell'acqua si è annidato per bene nel suo corpo. Ma la cosa buona è che finché assumerà le medicine, è ben protetto".

Raph annuì e se ne andò, improvvisamente voglioso di sentire Leo "dentro di lui"...



....


Splinter era a un passo del Daimyo, attendendo che quest'ultimo finisse di impartire alcuni ordini a tre Guaritori che annuivano. Il suo cuore batteva molto velocemente, pensando a come stesse il giovane allievo incinto. Leonardo... già, povero leader in blu. Quello sguardo che diventava spento, il pallore, le gambe molli che lo avevano costretto a lasciarsi sostenere da Raphael.

Qualcosa che un genitore non vorrebbe mai vedere...

Guardò Michelangelo che si massaggiava il petto, cercando di non mostrare un'espressione addolorata e innalzò un sopracciglio in pura preoccupazione: da quando il figlio bambino accusava questo dolore che non aveva accusato?

"Michelangelo" sussurrò "Che succede, bambino mio?".

"Nulla, maestro..." mentì l'altro, non lasciando trasparire il folle tarlo fisso che qualcosa che sarebbe accaduto lì per lì.

I Guaritori s'inchinarono e uscirono in fila indiana e ordinatamente dal portone di quel castello di cristallo e bianco splendore, lasciando finalmente il Daimyo libero di chiacchierare con l'amico Splinter.

"Perdona il contrattempo, Splinter-san".

"Non preoccuparti, Daimyo. In realtà, ero venuto qui per metterti al corrente di alcune cose. Mio figlio Leonardo non potrà partecipare quest'anno al torneo".

Il Daimyo si tolse la caratteristica maschera d'oro, mostrando una forte curiosità oltre che meraviglia. Infatti, aveva imparato a conoscere bene il figlio leader che mai si arrendeva e lottava anche con un corpo ferito. Strano. Molto strano.

"Come mai?".

"Lui è..." replicò il sensei, cercando le parole giuste "Ha...".

"In questo momento è in infermeria" rispose prontamente Michelangelo, pallido quanto un cadavere "Ha avuto un mal di stomaco molto forte che l'ha costretto a riposarsi un po'".

"Ah, mi dispiace molto. Ma come si sente, adesso?".

"Non lo sappiamo. Raph è con lui" rispose Donatello, continuando a guardare il fratellino che stava muovendo rapidamente gli occhi, come se avvertisse qualcosa di oscuro.

"Va bene. Il Torneo inizierà questa sera, verso le 19:00, come ogni volta".

Ognuno annuì e ancor prima che il Daimyo potesse effettivamente tornare sull'argomento di Leo e sulla sua non-partecipazione, un altro gruppo di Guaritori entrò, attenendo nuovi ordini da sbrigare per rendere al meglio la Cerimonia d'Apertura del Torneo.

"Noi togliamo il disturbo" fece il sensei "A stasera, Daimyo".

"Va bene" rispose l'altro, iniziando a impartire altri ordini e commissioni.

La porta cigolò alle loro spalle, mostrando un corridoio di pietra in pendenza e che conduceva ad alcune rampe di scale a chiocciola che conducevano ai piani superiori e a quelli inferiori.

"Maestro, come mai non hai detto della gravidanza di Leo?" domandò subito Donnie.

"Perché non ho avuto il consenso da parte di Leonardo stesso, figliolo".

Mikey deglutì e si fermò all'ottavo gradino, voltandosi indietro: una perla di sudore colò lungo la sua fronte, lasciandogli accelerare il respiro. Si strinse nella giacca che gli stava larga come una vestina corta e tremante cercò di raggiungere i suoi familiari che continuavano a parlare.

Però, un brivido gelido corse lungo la sua schiena, seguito da un ronzare che pesava nella sua testa e fischiava nelle orecchie. 

"D... Donnie...!" riuscì a pronunciare, sostenendosi vicino al muro, tenendo l'altra mano alla testa "Maestro!".

I due citati si voltarono e videro l'orrore: il poveretto ansimava duramente, sempre più debolmente.

"MIKEY!" gridò il genio, sostenendolo fra le braccia "Piccolo, che succede?".

"Sento... un pericolo..." mormorò debolmente.

"Figlio mio, devi restare sveglio!" implorò quasi il maestro "Su chi aggrava questo pericolo?".

Mikey forzò se stesso affinché non diventasse preda del sonno oscuro e indicò la fine delle scalinate.

"Chi, fratello?" chiese Donnie.

"Leo... Leo è in pericolo...!"...

....


Completamente ignari di questo, Raphael e Leonardo erano ancora insieme, anche se il secondo dormiva con un'espressione dolce.

"Leo..." richiamò il rosso, baciandogli la fronte "Sai che fissato un appuntamento per un'ecografia? Vedremo il nostro piccolo! Non è meraviglioso?".

Nessuna risposta, ma almeno una contrazione della mano stretta nella sua. A Raph bastò come un "sì" e sorrise.

Il rosso ringhiò quando la fastidiosa sensazione della vescica piena lo costrinse ad alzarsi da suo caldo posto accanto al compagno.

"Leo, scusami. Dovrei andare al bagno. Torno subito" e uscì per poi entrare nella porta che affiancava l'altra.

Eppure, quel momento fu cruciale per un'aura oscura che stava sempre più avanzando. Una mano veloce spinse lentamente la porta delle toilette, entrando per poi lasciar vagare gli occhi malvagi alla ricerca dei piedi smeraldo di Raph che sbucavano sotto la porticina del primo cesso.

Una risata sinistra: un blocco della serratura e quella dell'entrata principale, girando al massimo il pomello di un riscaldamento, fino a romperlo.

Raph non si era accorto di niente... troppo rilassato nello svuotare la sua vescica piena. Chi poteva essere la mano oscura che adesso aveva preso di mira la camera di Leonardo?

Chi?

L'azzurro riposava troppo profondamente per accorgersi di una possente e muscolosa creatura dinanzi, guardandolo con profondo odio che lasciava contrarre le dita in pugni duri. 

-Leonardo Hamato. Il peggior nemico. Colui che mi ha visto esiliato- ruggì mentalmente, adocchiando il pancino sospetto: -Che forma un mostro...-.

Ghignò maleficamente dietro la sua maschera rossa e senza il minimo sforzo raccolse la tartaruga incinta senza il minimo sforzo, guardandosi alle spalle: rise sottovoce, svanendo in una nube di fumo corvino.

Se solo avessero saputo...!
  
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