Chapter twenty-seven

                                                   27. Isabelle

Morivo dalla voglia di sapere il contenuto della busta, così lasciai Travis nelle mani di Jessica e corsi qui, nella mia camera. Sola e tranquilla, almeno per un po’.
Aprì delicatamente la busta e presi il foglio che stava all’interno. Un foglio bianco e leggermente umido, come la busta che lo conteneva. Si sentiva un profumo delizioso: rose. Un profumo che mi sembrava familiare; presi il foglio e lo aprì. Lessi: “Per la mia bambina”. Un tuffo al cuore, subito pensai a lei, alla donna che ricordavo vagamente, quella donna sfocata che appariva spesso nei miei sogni. Mia madre; presi coraggio e iniziai a leggerla.
“Ciao bimba, fin da quando eri piccola ho sempre pensato che fossi una ragazza piena di vita, con tanta voglia di ridere e scherzare ma quando si tratta della famiglia è sempre lì, pronta a sostenere tutti e.. e così sei diventata. Da quel giorno le cose sono cambiate per tutti, per te, per Harry e per noi. Ricordi? O ricordi vagamente? Quel giorno io e papà abbiamo deciso di portarvi fuori a mangiare, in quel ristorante che a te piaceva tanto, te lo ricordi il nome…”
Mentre le lacrime rigavano il mio viso pensai “Aragosta rossa”. Continuai a leggere
“Si esatto, all’Aragosta rossa. Eravamo tutti pronti e ci incamminammo verso la macchina, dall’altro lato della strada. Tu indossavi un vestitino celeste con delle rondinelle rosse e blu, gli stivaletti bianchi e, quella sera, avevi deciso di portare con te anche la borsetta con dentro i trucchi, per essere uguale alla mamma. Era una serata speciale, io avevo una notizia  bellissima da dare a tutti voi ma purtroppo il destino ha voluto che le cose andassero in un’altra maniera. Aspettavo un figlio, che purtroppo non è mai nato. Non avrei mai voluto abbandonare te e tuo fratello. Subito dopo l’incendio, vi ho cercati. Vi abbiamo cercati. Ma nessuno sapeva darci notizie. Dopo vari anni di ricerche ci abbiamo rinunciato, dandovi per morti poi qualche sera fa ti ho vista, bella come sempre, con un ragazzo al tuo fianco e un bambino. Ho capito subito che si trattava di tuo figlio, somiglia a tuo fratello e a te. È bellissimo anche il tuo ragazzo.
Ora devo salutarti, amore mio. Sappi che siamo sempre qui, io e tuo padre. Ti osserviamo sempre e siamo orgogliosi di te. Non appena leggerai questa lettera vorrai subito venire a trovarci, non farlo. Verremo noi da voi quando sarà il momento. Ti mando un grosso abbraccio, figlia mia. Ci vediamo presto. La tua mamma.”
Dentro la busta trovai anche una fotografia, ritraeva me e mia mamma il giorno dell’incidente, io con il vestito celeste con le rondinelle rosse e blu, lei con un vestito lungo blu elettrico e azzurro. Era fantastica.
Strinsi la fotografia al petto e continuai a piangere per ore, fino a quando non mi addormentai sfinita dal pianto, con gli occhi rossi e con la lettera sempre vicino al mio cuore.