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Autore: AlexisVictorie    16/07/2014    6 recensioni
Hola amigos!
Questa storia narra il primo anno dei Malandrini.
I primi capitoli possono sembrare frettolosi ma poi ci sarà un grande miglioramento (parole delle mie recensitrici).
In questa storia ci saranno nuovi personaggi che accompagneranno i Malandrini.
Voldemort e Peter Minus non ci saranno ma i pericoli sono sempre dietro l'angolo.
Leggete vi prego!
Dal testo:
Lily assunse un'aria severa ma dentro di sé doveva ammettere che erano geniali.
-Siete dei malandrini!-*
Avanzò ma si bloccò quando notò una figura per terra.
Aveva lo sguardo vacuo e un'aria sofferente.
Lily sussultò quando lo riconobbe: Sirius Black.**
-Sono solo dei bulli! Lily apri gli occhi!-
Avevano gridato fino ad allora ma Lily l'ultima frase la sussurrò- Sono meglio di te Severus-
Con le lacrime agli occhi se ne era andata pensando che Hogwarts aveva cambiato il suo migliore amico.
-Bene,bene Potter. La nostra nuova celebrità è nei guai!-
-Cosa vuoi farmi Mocciosus? Uno shampoo? Vorrei ricordarti che a differenza tua io non sono allergico.-
-Sì mantieni pure la tua spavalderia Potter vedremo chi riderà! Serpensortia!-
Un serpente sbucò dalla bacchetta di Piton e si diresse strisciando verso James che si irrigidì appena.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Alexis tremava.

Il gelo della notte penetrava nella stanza e la bambina si ritrovò a rimpiangere il suo lettino, che aveva lasciato per raggiungere la sua mamma.

Scrutò dubbiosa il corridoio che la separava dalla camera dei suoi geniori.

Era ancora aggrappata alla porta della sua stanza e riusciva a sentire il respiro profondo dei suoi due gemelli.

Anche la sua nuova sorellina, Hikary, nata da meno di un mese, dormiva con loro e, in quei giorni, aveva vegliato su di lei mentre cercava di prendere sonno.

Quella notte, però, il sonno non arrivava, e neanche la sua sorellina riusciva ad infonderle la pace cheil suo corpo richiedeva.

Avanzò nel corridoio ma era troppo buio.

Alzò la sua manina, piccola e morbida e la fissò con insistenza.

Quando le sue dita presero fuoco, sorrise estasiata.

La sua mamma diceva che lei e i suoi fratelli erano speciali.

Erano fate e potevano controllare gli elementi senza bisogno di bacchette magiche.

La piccola Alexis era una Fata del Fuoco, l'unica al mondo dopo secoli.

Ne andava estremamente fiera.

Con la sua torcia improvvisata, avanzò nel buio, stavolta più tranquilla.

Arrivò velocemente alla camera della sua mamma.

Fece per bussare, stringendo con forza il ciondolo che le era stato regalato dalla sua amata madre.

Le era stato chiesto di custodirlo e Alexis non se ne separava mai, tenendolo nascosto sotto i maglioni ed esponendolo solo d'estate.

Era a forma di cuore ed era bianco.

La mamma diceva che era pietra d'onice.

Alexis lo adorava.

La sua manina si era allungata a colpire il legno della porta quando una luce verde, proveniente dalla stanza, illuminò il corridoio, rendendo inutile la sua magia del fuoco e spaventando a morte la bimba, che si affacciò prudente alla porta.

La vide a terra e i suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime.

Vittoria Montella, la sua amata mamma, era morta e la fissava con i suoi grandi occhi cielo, gli stessi di Alexis, ormai vuoti e spenti.

La bimba chiuse la porta e corse via.

Non tornò mai più in quella stanza.

Senza sua madre, la sua famiglia sarebbe precipitata nel terrore di un uomo senza cuore.

 

 

 

 

 

 

La giornata era iniziata come ogni altra.

Alexis aveva buttato giù dal letto la sua gemella e aveva riso dell'espressione dolorante di Alessia.

Sua sorella era esilarante e soprattutto, incapace di arrabbiarsi davvero.

La Fata del Fuoco era corsa allo specchio e aveva rivolto un'occhiata scettica ai suoi capelli.

Erano anni ormai, che il biondo della sua chioma era stato sostituito da molti altri colori.

La ragazzina spazzolò i capelli lilla e scrutò gli occhi (anch'essi lilla) alla disperata ricerca di qualche traccia dell'azzurro di un tempo.

L'azzzurro degli occhi di sua madre.

Pensare a Vittoria Montella la incupì e, come ogni volta,chioma e sguardo, da lilla divennero celesti.

In seguito ad un incidente, Alexis si era ritrovata a cambiare aspetto insieme al carattere, una caratteristica che la infastidiva terribilmente.

L'irritazione portò il suo sguardo a farsi color arancione e si ritrovò a fissare la sua versione pel di carota.

Invidiava sua sorella, Alessia.

Anche lei aveva subito i danni dell'incidente ma la ragazza non cambiava continuamente colore.

In compenso conviveva con occhi e capelli di un intenso color prugna.

Uscì velocemente dal bagno, per evitare di vedere ancora i cambiamenti nel suo aspetto, e si precipitò in cucina.

Fece attenzione a non arrostire il bacon, sebbene un elfo domestico la fissasse storto perchè gli aveva rubato il lavoro.

-Su Bobby!- lo riprese gentilmente la bimba -Voglio rendermi utile-

Alessia scelse quel momento per arrivare in cucina, e la gemella si affrettò a riempire di bacon e uova il suo piatto.

Alexis ricevette un sorriso di ringraziamento che la rallegrò non poco, ma nel frattempo, Bobby si era ripreso la sua postazione ai fornelli.

Erik entrò con la sua innata eleganza e si affrettò a salutare le sue sorelle.

Aveva i capelli biondi, completamente arruffati e gli occi dorati che si chiudevano per il sonno.

Anche Spica si unì a loro, portandosi dietro Kaito e Alexis sorrise a tutti i suoi fratelli.

Si accomodò nei posti centrali del tavolo così da poter seguire i vari discorsi intavolati dai più piccoli.

La dolce Hikary, di ancora 6 anni,arrivò di corsa e sorrise entusiasta, balzellando fino alla tavola e sedendosi in braccio alla più grande della famiglia, Alexis appunto.

Infine li raggiunse Ivo, con i capelli rossicci che sembravano un cespuglio e gli occhi rossi allegrie fiduciosi.

Bobby aveva già riempito la stragrande maggioranza dei piatti ed erano tutti seduti a mangiare tranquilli.

Il bimbo si affrettò a prendere posto e afferrò velocemente un biscotto dal vassoio, riempendosi una tazza di latte e miele.

La Fata del Fuoco rivolse una buona parola a ciascuno dei suoi fratelli prima di iniziare a mangiare.

Il silenzio calò, mentre l'unico rumore che si diffondeva era quello delle posate che cozzavano coi piatti.

Per questo, ci fu uno spavento generale quando un gufò atterrò sui biscotti e lasciò cadere due buste nel piatto delle salsicce.

Alessia si sporse curiosa e le afferrò con decisione, sventolandole per liberarle dell'unto del cibo.

C'era uno stemma inciso sopra e il destinatario era scritto con un luccicante inchiostro verde.

Erik, al fianco della sorella, si sporse per osservare lo stemma, un leone, un tasso, un corvo e un serpente uniti sotto una H maiuscola.

Lasciò che lo sguardo vagasse verso i destinatari scritti in verde e afferrò una delle buste per porgerla ad Alexis che la afferrò curiosa, notando che c'era il suo nome, in verde.

-L'altra è per Alessia- li informò Spica.

Hikary scrutò la busta nelle mani della sorella maggiore e lesse con difficoltà, essendo ancora piccola.

-Signorina Montella Alexis, Villa Montella, Primo Piano, Terza camera da Destra. Come sanno qual è la tua stanza?- volle sapere la bimba e Alexis scosse il capo sbigottita.

-C'è scritto lo stesso su questa.- annuì Kaito -Cambia solo il nome chiaramente.-

Alexis aprìn lentamente la sua e si schiarì la voce, leggendo ad alta voce:

 

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA

DI HOGWARTS

Direttore: Albus Silente

 

(Ordine di Merlino, Prima Classe,

Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,

Confed. Internaz. Dei Maghi)

 

Cara signorina Montella,

siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 Luglio p.v.

Con ossequi,

Minerva McGranitt

Vicedirettrice

 

 

 

-Credevo che Hogwarts fosse solo per i maghi. Noi siamo solo fate- osservò Ivo con aria crucciata.

-Forse no.- ribatté Erik -A volte riusciamo a compiere incantesimi che non hanno nulla a che vedere con i poteri che controlliamo. Pensi siano magie involontarie, Alexis?- domandò alla sorella maggiore.

-Può essere. Qui c'è anche tutta una lista di oggetti da comprare: libri di incantesimi, bacchette magiche, calderoni...non riesco a credere di essere una strega e una fata allo stesso tempo. Non è un controsenso?-

Alessia fissava inecifrabile la sua lettera, un vago sorriso ad illuminare il suo viso candido.

Bobby sorrise ai suoi padroncini.

-La signora Vittoria diceva sempre che sarebbe arrivata anche a voi la famosa lettera per Hogwarts. Vostro padre non ci ha mai creduto. Eppure...a quanto pare la mia padrona aveva ragione.-

Alexis ricordava quel dettagli di sua madre, ricordava i numerosi raccconti su Hogwarts, quella scuola di magia a cui credeva di non appartenere.

-Dobbiamo inviare la lettera di conferma.- osservò Erik e Alexis sobbalzò.

-No! Non posso lasciarvi qui da soli! Con Terrorius poi!- sbottò incredula e Alessia perse il suo vago sorriso.

-Noi ce la caveremo.- ribattè Ivo -Stiamo parlando di Hogwarts. Non potete rinunciare ad andarci.-

-Se vi lasciamo qui con lui potrebbe farvi del male!- osservò tristemente Alessia.

-Ci sono io a proteggere i nostri fratelli- rispose Erik deciso -Nostro padre non li toccherà con un dito.-

-Non puoi farcela da solo. Ragiona.- ribattè Alexis.

-Sto ragionando. E voi meritate questa opportunità.-

Ci furono dei colpi alla porta dell'ingresso e Bobby corse ad aprire, lasciando entrare due ragazzini, anche loro sugli undici anni.

Il primo aveva gli zigomi alti, una massa disordinata di capelli biondi e gli occhi si un intenso color acquamarina fissi su Alexis.

L'altro si era chiaramente pettinato, a differenza del biondo, eppure ciocche rosse ricadevano sul viso, gettando ombre sui verdissimi occhi del ragazzo.

-Vedo che è arrivata anche a voi.- sorrise il biondo stringendo la mano di Alexis, che ricambiò con forza e annuì.

-Non vogliono andarci. Dicono che non possono lasciarci da soli- lo informò Erik e il ragazzo si incupì.

L'altro, il rosso, sbarrò gli occhi e mise su la sua migliore faccia crucciata.

-Se siete proccupate, posso sempre chiedere ai nostri genitori di venire a controllare che stiano bene, ogni tanto. Invitarli a giocare con i nostri fratelli magari- suugerì Akira, il ragazzo biondo.

-Sarebbe utile ma...- provò a rispondere Alexis che venne, però, interrotta dal rosso.

-Siamo d'accordo allora! Andremo tutti e quattro ad Hogwarts!-

-Xavier...- tentò di contraddirlo Alessia ma Akira, nel frattempo aveva già scribacchiato qualcosa su una pergamena che aveva consegnato al paziente gufo della scuola.

I Montella osservarono il gufo volare via mentre Akira e Xavier si battevano un cinque.

-Abbiamo inviato la vostra conferma- spiegò birichino Xavier e un ghigno identico a quello di Akira, apparve sul suo viso.

Quando facevano così, si capiva che erano gemelli, seppur eterozigoti.

Le stesse espressioni, i lineamenti regali e le abitudini simili.

Akira e Xavier Nanhase erano i figli di Leòn e Charlotte Nanhase, dei vecchi amici di Vittoria e conoscevano i Montella dalla morte della madre dei ragazzi.

Erano stati loro, insieme ai loro fratelli, a risollevare l'umore a pezzi della famiglia.

La porta si spalancò e un uomo massiccio fece il suo ingresso, zittendo le chiacchiere che erano nate subito.

Aevea i capellli color pece, arruffati, come se ogni ciocca facesse a botte con quelle vicine, e dei cupi occhi nocciola.

Ci fu un borbottio di “buongiorno” ed Eridanus “Terrorius” Black, prese posto a tavola.

-Cosa fanno questi due qui, di prima mattina?- sibilò l'uomo e Akira borbottò qualcosa di irritato.

-Siamo venuti per parlare di Hogwarts, signore.- rispose, invece, Xavier, da sempre molto più educato del gemello.

-Hogwarts? Le mie figlie non sono streghe.-

-Sì invece.- rbattè Erik, ricevendo un'occhiata minacciosa.

-Abbiamo ricevuto la lettera- lo informò Alexis e Terrorius fissò le sue figlie maggiori con aria sospettosa.

-Abbiamo anche inviato la conferma- pigolò Alessia e gli occhi dell'uomo si fecero luminosi e spaventosamente mortali.

-Quindi è così che funziona. La mia opinione non conta nulla- osservò.

-Della tua opinione non mi frega assolutamente niente.- rispose candidamente Alexis, sfoderando anche un sorriso strafottente.

Terrorius fece per balzare in piedi ma un pensiero lo fermò.

Alexis e Alessia erano quelle che meglio ricordavano Vittoria e tutti i suoi insegnamenti sulla pace e l'amore, cose in cui lui non credeva minimamente.

Erano state loro a trasmettere quegli ideali nei loro fratelli e sempre loro li mantenevano alti.

Allontanarle per un anno intero, significava avere l'occasione di plasmare i figli che gli restavano per assoggettarli al suo volere.

-Meno vi vedrò meglio sarà. - fu la fredda risposta dell'uomo e Alexis lo fissò dubbiosa, al punto che Terrorius temette di venire spogliato di ogni pensiero.

Ma poi annuì e si voltò per sorridere ad Akira.

Quel bambino lo irritava particolarmente.

Sempre appiccicato a sua figlia.

Era anche colpa sua se la ragazza era dientata ribelle.

Presto o tardi anche Akira avrebbe fatto una brutta fine.

E allora avrebbe riso lui.

Un ghigno deformò il viso maligno di Terrorius mentre Alexis ignara, sognava già l 1° settembre.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice: ho deciso di correggere questa storia orribile e assurdamente traumatica ed è saltato fuori un prologo tre volte più lungo di quello iniziale.

Spero piacerà.

Un bacio

Alexis

   
 
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