Frank pov
Mi sveglio indolenzito.
Mikey mi dorme ancora addosso, stretto a me.
Mi faranno male le costole per giorni…
Gli accarezzo i capelli castani, alzandolo piano e gli appoggio un cuscino
sotto la testa.
Devo assolutamente pisciare.
Devo assolutamente allontanarmi da lui prima di fargli del male…
Ho già ferito un Way, non mi è bastato?
Oggi so che sarà un’altra brutta giornata passata tra letti di ospedale e
pianti illuminati da una fioca luce della lampada accanto al letto.
Non ce la faccio più.
Mi sento spento…
Non ho più motivi per vivere…
Fa tutto troppo male.
Mi appoggio con la fronte alla superficie fredda delle mattonelle davanti a me.
Con le mani mi sostengo su questo muro perché non ho la forza che mi
regge le gambe.
Non è meglio essere morti che sentirsi così?
Stare in bilico, danzare su un burrone di rimpianti e sofferenze?
Come vorrei non avere mai detto quelle cose a Gerard.
Come vorrei essere rimasto zitto.
Come vorrei non amarlo così tanto, sarebbe ugualmente doloroso se fossi solo un
suo amico?
Probabilmente non sarebbe arrivato nemmeno a questo punto se non fossimo stati
assieme, se io non lo avessi fatto soffrire così.
Forse non saremo mai arrivati a questo punto se io non lo avessi mai
incontrato.
Ora sarebbe in tour, magari sposato con dei figli, insieme a Mikey, Ray e Bob,
con un secondo chitarrista che nemmeno mi deve assomigliare…
Non vale la pena di fare nulla adesso, nemmeno lavarsi i denti.
A che scopo poi?
Che scopo ho per continuare a vivere?
Mi appoggio con la schiena al muro scivolando lungo di esso.
E pensare che noi adesso dovremmo essere in viaggio per lo Utah…
Mi alzo in piedi, prendendo le scarpe e uscendo dalla stanza.
Vedo Quinn affaccendarsi con una trolley, con la chiatarra sulla schiena.
È pronto a partire.
Ma sul suo viso non alberga il solito sorriso allegro e gioviale.
Dalla bocca non esce la solita risata allegra.
Il suo corpo non si muove in uno dei suoi stupidi balletti….
Ha lo sguardo scuro.
Dalla bocca esce solo il mio nome in un sussurro appena mi vede…
Il suo corpo si stringe sul mio mentre sento le lacrime risalire lentamente.
“mi dispiace partire, ma prometto che mi farò sentire spessissimo”
mi dice mentre nascondo il viso nel suo collo bagnandolo appena.
“ok Quinn… almeno ti porterai via lui…”
Si scosta lanciandomi un sorrisetto di incoraggiamento “tieni duro
Frank… le persone buone non soffrono mai per nulla…”
raccoglie la valigia, allontanandosi senza voltarsi.
Le persone buone non soffrono mai per nulla…
Ma io non solo una persona buona.
Io sono cattivo, il peggiore del mondo.
Scendo silenzioso e trovo Brian che già mi aspetta appoggiato a una colonna con
lo sguardo perso…
Quando lo abbiamo conosciuto è stato così disponibile verso di noi…
Ripensandoci mi viene da ridere….
È stato buffo….
Entro nella sala prove dove si registra e vedo un ragazzo che ride insieme a
Matt e Ray.
Mikey li guarda offeso.
Non preoccuparti ora che sono arrivato io prenderanno in giro me…
Gerard mi vede entrare salutandomi con un sorriso.
“ciao ragazzi!”
“ehy Franky-Candy!” ecco Toro con questa merda di
soprannome…
“lui è il secondo chitarrista, Frank Iero” spiega Gee mentre io
appoggio Pansy contro un amplificatore.
“piacere Brian! Sono il vostro nuovo manager” mi dice il ragazzo
sorridendomi.
Mi ci posso specchiare in questa due pozze blu.
E poi se è il nostro manager vuol dire che passeremo molto tempo con
lui…
“piacere mio…” dico un po’ imbambolato… è un
bel ragazzo….
Mi volto verso Gerard che mi fulmina con lo sguardo.
Sembra… geloso?
Impossibile!
Alla fine ci chiede di sentirci suonare un paio di canzoni e dopo aver
commentato che Skyliners and Turnstile è una delle canzoni più belle che abbia
mai ascoltato se ne va.
Mikey lo segue scroccando un passaggio da Diane, la sua ragazza.
Poco dopo vanno anche Ray e Matt, lasciando me e Gerard a sistemare gli
amplificatori e i cavi.
E lui non mi parla.
Ma perché poi?
“Gerard?” lui mi guarda con sufficienza “ci sono problemi
per caso?”
“No, tu hai problemi?” mi chiede quasi aggressivo.
“No…”
“allora siamo a posto. Va a casa a farti una doccia, stasera dobbiamo
suonare, quindi muovi il culo…”
Esce sbattendo la porta e lasciandomi come un cretino allucinato a fissare
il nulla.
Ho diciotto anni, ok che sono il più piccolo, ma non sono cretino!
C’è qualcosa che non va!
E me ne sono reso conto…
Sotto il getto del acqua cerco di schiarirmi le idee.
Ma che cazzo succede?
Da qualche tempo ho notato qualcosa di diverso in me…
Qualcosa di strano.
Se penso a Gee in determinati momenti, lascio la mente vagare, mi ritrovo
sempre a immaginarlo a fare cose non troppo caste, risvegliando il mio
inquilino del piano di sotto…
E questo mi fa capire solo una cosa.
Che sono gay.
Ma di brutto anche.
E che Jamia si sta illudendo.
Una volta uscito, con ancora i capelli bagnati, dalla doccia deciso a fare
io la prima mossa con Gee…
Infondo basta guardarlo per capire che si, insomma, deve essere gay!
Al massimo mi prendo un pugno e dopo dico che ero ubriaco…
Arrivo nel posto dove dobbiamo suonare praticamente di corsa.
Sono in ritardo come sempre.
Mikey, Ray e Matt sono pronti a suonare, lasciandomi entrare nel camerino.
E vedo una scena esilarante…
Gerard, seduto su una sedia con le gambe sul tavolo che in un attimo di
distrazione perde l’equilibrio e cade, rompendo la sedia.
“cazzo, merda!” dice stizzito.
Rido come un coglione tenendomi la pancia mentre Gee mi guarda confuso
“Gee sei un disastro! Dovevi vederti eri uno spasso!!”
Mi asciugo gli occhi mentre lui mi guarda scazzato, un po’ per oggi
credo e un po’ per la figura di merda.
“sei una troia!” mi urla in faccia sputacchiandomi addosso.
“oooh, Gee e che sarà mai…”
“una mano sarebbe gradita sai?” io allungo il braccio verso di
lui e vedo i suoi occhi cambiare espressione e farsi perfidi.
In poco mi ritrovo su di lui, trascinato dalla sua forza selvaggia.
Mi fa una pernacchia ma io non ho tempo da perdere.
So che il mio viso si è fatto serio mentre lo guardo voglioso.
I miei occhi brillano penso, per il desiderio che ho di lui…
Osservo ogni centimetro del suo viso, mentre mi chino su di lui leccando
quelle labbra che ho bramato da tempo…
Lo lascio un po’ sulle spine, prima di azzerare del tutto la distanza
fra noi, baciandolo con passione.
La passione che ho da troppo tempo represso in me.
E come avevo detto, faccio io il primo passo, mentre lo bacio mi posiziono
meglio fra le sue gambe, accarezzandogli le cosce.
Poi risalgo lentamente, aprendo prima la cintura e poi i pantaloni sempre
con una lentezza esasperante.
I vestiti ci abbandonano lentamente e quanto gli sfilo i pantaloni lui li
calci via frettoloso, prima di iniziare a togliere i miei con le mani tremanti
dalla fretta.
Quando rimaniamo con solo i boxer addosso lui ribalta la situazione
lasciando me un po’ scocciato.
Volevo essere io a dirigere la partita, ma non per questo mi dispiace o
terrò il muso più di tanto.
Mentre mi bacia il collo leccandolo io gli sussurro delle cose al orecchio
che quando ricorderò domani mi faranno vergognare al punto di dovermi lavare la
bocca con la candeggina…
Ma adesso, non posso farne a meno…
Mentre ci rivestiamo io non posso fare a meno che sorridere come un ebete,
memore da quello che è successo adesso.
“su bestia, è ora di andare!” gli dico mentre prendo la chitarra
a tracolla.
Sto per uscire ma lui mi ferma un attimo, attirandomi di nuovo nel camerino.
“che ti è preso Frank?” mi chiede tenendomi bloccato al muro.
E ora che gli dico?
Che sogno di fare l’amore con lui da mesi ormai?
Ma lui so che mi reputa a malapena un ragazzino…
“Io… ecco io….”
“non mi interessa” mi dice avvicinandosi ancora a me, con quello
sguardo da predatore che mi fa venire voglia di prenderlo e rifarlo
ancora… “solo promettimi che lo rifaremo… io ti voglio ancora
Iero…”
Lo guardo iniziando ad arrossire.
Ora che la frenesia è passata so che diventerò si un allegro color
pomodoro..
“si… io… si certo” rispondo semplicemente come se ci
stessimo mettendo d’accordo per ordinare la cena.
Poi mi blocca ancora al muro tenendomi li con il suo corpo e mi bacia con
sentimento tale da bloccarmi il fiato.
Solo che ho paura che per lui io ora diventerò un giocattolo….
Ma so per certo che lo devo riavere, il prima possibile.
Entro nella stanza di Gerard e rimando imbalsamato nel vedere chi
c’è…
Bert.
Davanti al letto.
Adesso sbotto.
Lui non ha il diritto di stare qui dopo tutto quello che ci ha fatto.
“vattene…” soffio guardandolo furente.
Lui nemmeno si volta per rispondermi “ti sei mai chiesto quando la tua
vita inizia a avere un senso? Quando vedi una pallida luce alla fine del
tunnel?”
Non capisco ma i The Used sono tutti in vena di moralismi oggi?
“e adesso che ho capito posso uscire di scena con il cuore leggero”
mi dice regalandomi un sorriso.
Mi avvicino a lui e…
Sbam.
Pugno sul naso.
“ma va a fanculo te, la luce e il tunnel! L’unico tunnel da cui non
riesci a uscire è quello della droga allora?” gli dico acido
“fuori”
Lui mi guarda un attimo negli occhi con una mano sul naso prima di uscire
dalla porta.
Ecco Robert McCraken che esce di scena.
Finalmente.
Adesso posso tentare di andare avanti in modo decente…
Posso tentare di ricostruire piano piano la mia vita.
Mi siedo sul letto vicino a Gee, attento a non schiacciare i tubicini che si
spargono ovunque sul suo corpo come capelli d’angelo.
E faccio la sola cosa che mi aiuta ad andare avanti…
“Gerard…. Gee… apri gli occhi…”
Ascolta la mia voce.
Torna da me….
Gerard Pov
Per quanto una persona ami sognare e desideri stare in mezzo a suoi sogni
per tutta la vita, dopo un po’ questa fantasia comincia a starti stretta
e vorresti tornare alla realtà in fretta.
Sto continuando a vagare nei miei ricordi che stancamente rivivo in terza
persona. A volte sono ricordi insignificanti, altri invece mi riempiono il
cuore di sentimenti contrastanti.
La cosa orribile dell’essere in coma è che ogni cosa al di fuori
della mia mente non riesce a percepire nulla. Nel il mio malessere, ne le mie
parole.
Quando Frank, con il coraggio a due mani a cominciato a raccontare la nostra
storia a Mikey, avrei voluto alzarmi da quel letto e di re la mia.
Non fraintendete, non volevo negare. Mi sembrava stupido farlo.
Solo, volevo prendere la mano di Frank, che per tutto il tempo è stata nella
mia, e raccontare a mio fratello cosa realmente provavo per Frank.
Ma tutto questo era divenuto impossibile e i miei occhi chiusi rivedevano
benissimo la stupenda immagine di un Frank triste e imbarazzato.
Sento un rumore e la voce di Bert pervadermi e chiedere in tono lamentoso
scusa.
Ma lo sai Bert, io non ti perdonerò mai.
Neanche se esci di scena, giurandomi di amarmi.
Ed è con questi pensieri che ritorno indietro nel tempo e rivivo proprio uno
di quei ricordi dove le miei emozioni si contrastano e si avventano sul mio
cuore.
“Gerard mi raccomando cerca di essere sobrio almeno per una
schifosissima volta!” Brain a quel tempo era sempre incazzato come una
furia e lo era con me.
Mi voleva bene, ma io non mi facevo abbattere da questo sentimento e
continuavo a ubriacarmi e a farmi.
“si, okay.” La mia risposta arriva in un sussurrò stentato e
quando mi volto a guardare la mia immagine stravaccata sul divano, mi viene da
ridere.
Sono sempre stata una persona così insulsa e patetica?
Ho fatto mai qualcosa per meritare il bene di Brian e degli altri?
Guardami com’ero ai tempi di Revenge non sembra proprio.
Ho la possibilità di osservarmi e più lo faccio, più mi viene voglia di
prendermi a schiaffi da solo.
Ma chi volevo impressionare con quei capelli malandati, quei vestiti sporchi
e quell’aria da drogato che mi portavo dietro?
Brian lascia il camerino e il mio doppio si rilassa, tirando fuori dalle
tasche del jeans una boccetta arancione.
“ehi Gee!” Bob lo fa sussultare e in malo modo cerca di
nascondere la boccetta. “che stai facendo con quella?” chiede il
batterista.
“oh, ehm.. sai ho un po’ di emicrania e allora…” Bob
gli sorride sincero e gli scompiglia i capelli.
“okay allora cerca di essere al meglio per questo concerto!” ed
esce, lasciandolo solo.
So cosa prova.
È triste per aver rifilato a Bob una balla qualsiasi, lui non se lo merita.
E quindi il mio doppione, annega i dispiaceri rifilando tutto il contenuto
di quella boccetta in gola.
Mi ricordo di quella sera.
Quasi svenni collassato, ma non mi ricordo chi mi portò via anche se,
un’idea me la sono fatta. E quando questa entra sbuffando dalla porta,
sento di non potermi più trattenere e ricomincio a piangere.
“Gee!” è preoccupato? Forse si, ma ciò che noto sul suo volto è
la rassegnazione.
Quella rassegnazione che sa di provare ogni volta che mi vede così.
“sei venuto a salvarmi?” Sussurra il mio doppio. “sei un
angelo?” chiede ancora stupidamente. E Frank annuisce,
accompagnandolo in bagno dove vomita e piange e Frank con lui.
Io e Frank osserviamo il mio doppio addormentarsi pesantemente sul divano.
“andrà a finire male se continui così, lo sai vero?” la risposta
del mio doppione non arriva e io mi permetto di rispondere al suo posto, anche
se non riesci a sentirmi.
“ma per quanto mi diverta a guidare fino alla fine con te Gerard,
questa storia deve finire.” Sospira per poi appisolarsi e lasciando a me
tutto il tempo di osservarlo. Per osservarli. E quando meno me lo
aspetto, la porta si apre violentemente, facendomi sussultare, ma senza
svegliare i due dormienti.
“ma che…?” la voce confusa di Mikey mi raggiunge e lo
scruto mentre con un cipiglio sconvolto guarda suo fratello e il suo migliore
amico dormire vicini e senza pregiudizi, senza domande sorride, prendendo fra
le mani la boccetta, che precedentemente era caduta sul pavimento, e la getta
nel pattume.
“Grazie per quello che fai Frankie.” Ed esce, lasciandomi
spaesato.
È possibile che mio fratello avesse sempre sospettati qualcosa?
Conoscendolo è capace di farlo, ma se è così mi stupisce che abbia aspettato
la mia debolezza per farmi capire quanto in realtà stavo sbagliando con Frankie.
Riprendo a osservare i due e sorrido, perché in fondo è tutto grazie a Frank
se la mia vita a un senso, se riesco ad amarlo così tanto e riuscirlo a fare
sempre anche nei momenti più brutti e peggiori.
Frank pov.
Non so perché ma non mi va di fare altro che osservare il viso di Gee.
Ogni tanto mi avvio alla finestra per distrarmi appena.
Da qui si vede la pineta.
Tante coppie, forse troppe, si aggirano contente mano nella mano.
Chi mangiando il gelato, chi sussurrandosi parole dettate solo dal cuore e chi
scambiandosi sguardi complici, passeggiano allegri sotto questa luce mattutina.
È tanto sbagliato desiderare una cosa del genere Gerard?
È così brutto sperare di camminare mano nella mano con te?
A quanto pare si.
Questa storia a portato solo sofferenze e tristezza.
E io sono così stanco.
Sorrido debolmente, notando che giorno è oggi.
È passato esattamente un mese, da quando ho fatto quella famosa scommessa con
me stesso.
Tutti dovevano sapere di me e Gerard entro un mese… e invece…
Lo sa solo Mikey, e sa una cosa che non c’è nemmeno più…
Il nostro amore è andato, ha fatto puff in quella caffetteria che tanto
amavo… anche se forse era morto da tempo e io non ci ho mai fatto caso.
Ma per me, è più forte che mai…
E ricordare i momenti felici in cui, anche se mi illudevo, ero davvero felice e
mi bastava.
Mi basterebbe anche ora.
Perché so che Gee non ha mai amato nessuno a parte me, soprattutto Eliza…
Rido forte mentre mi preparo a farmi vedere a Gee.
“Gerard! Guarda un po’!”
Lui alza piano gli occhi dalla scrivania un po’ irritato.
Detesta quando corro nel suo ufficio come ho appena fatto, disturbandolo
mentre disegna il suo stupido fumetto.
Ma io lo faccio lo stesso.
Alzo le braccia, mostrandogli le maniche della divisa che stanno di almeno
quindici centimetri a coprirmi le mani.
“pensi che abbiano preso male le misure?”
Lui scatta in piedi con una mano fra i corti capelli biondi “merda
dopodomani abbiamo il primo concerto del album nuovo e la tua divisa non è
pronta???!!!”
“Calmo la accorceranno… o al massimo taglio le maniche!”
“non pensarci nemmeno cazzo!” sbotta scazzato arrotolando le
maniche fino al mio polso.
Si esatto, come faceva mia mamma quando ero piccolo…
“Gee dai rilassati… ultimamente sei isterico….”
“bhè qualcuno deve può tenere dietro a tutto no? Se no chi lo
fa?”
“fammi pensare” replico ironico facendo finta di riflettere
“Una persona chiamata manager? Forse dovremo prenderne uno… anzi no
aspetta!! Già lo abbiamo!! Si chiama Brian lo conosci?”
“smettila di fare l’idiota….”dice severo tornando al
tavolo.
Mi siedo sulla sedia davanti a lui, mentre si arma di una matita appuntita e
gomma e ricomincia a curare con attenzione i suoi disegni.
Sono invidioso della sua bravura, io ho sempre disegnato ma non sono mai
stato così bravo…
E poi inizio a diventare dannatamente geloso.
Gerard lavora come me e gli altri della band tutti i giorni fino a tardo
pomeriggio.
Per le divise, per il tour, per questo e quello, e dopo si chiude in questo
maledetto ufficio e disegna fino al mattino tardi,.
Poi va a casa, si butta a letto e dopo pranzo è ancora qui con noi.
E io?
Dove lo mette il tempo per me?
Ora posso capire che voglia realizzare il sogno di fare fumetti, io dopo
tutto ho una etichetta di magliette e altre cose strane… ma io lo trovo
sempre il tempo per lui!!
Bussano alla porta e entra una ragazza con un cascetto platinato.
Deve essere la parrucchiera credo… o la truccatrice..
“ciao Gerard” poi guarda me e mi fa un cenno forzato.
Troppo spreco salutare a voce me.
Sono una persona di margine.
“volevo solo ringraziarti per il caffè” dice guardando il bel
biondino.
Il MIO bel biondino, sottolineo.
“figurati, bhè ci vediamo alla prossima” gli dice lui con uno
dei suoi soliti sorrisi da predatore.
Lei saluta e esce.
E lui si rimette a disegnare senza nemmeno considerarmi.
Ok…
Calma… tre, due… uno.
Do un calcio alla scrivania, e un rigone di matita si imprime nel foglio
quasi rompendolo.
“cazzo Frank ma sei scemo??? Mi ha fatto sbagliare!!”
“sei un maledetto stronzo!!” dico praticamente urlando.
“Io sono uno stronzo?” mi domanda lui stupito “chi ha
appena dato un calcio alla tavola buttando alle ortiche tre notti di lavoro
insonne?”
“per disegnare hai tempo, per cantare hai tempo, per farti la
truccatrice, o parrucchiera che ne so, hai tempo… ma solo per me non hai
tempo!!” ormai lo so che sto per iniziare a piangere.
Che ci posso fare se sono sensibile…
Lui sospira alzandosi.
Ecco, adesso se ne va.
Arriva alla porta, mettendo una mano sul pomello.
Ecco, mi lascia solo di nuovo a piangere come un ragazzino.
E invece no.
Chiude dando un giro di chiave, abbassando la tendina per coprire il vetro.
Si avvicina a me, baciandomi appena, poi mi abbraccia “scusa
amore… lo so sono un cretino…”
Sospiro, beandomi del suo calore per un attimo.
Stringo con le mani la sua camicia nera, abbandonandomi completamente.
Sono molto stupido, gli basta poco per conquistarmi e per farsi perdonare.
Troppo poco, e so che un giorno mi pentirò per questa mia vulnerabilità.
“allora che ne dici? Posso rimediare a tutte le mie stupide
disattenzioni?” mi chiede strusciando il naso sulla mia guancia.
“certo…”
“solo… togliti la giacca non si deve rovinare” mi dice
pignolo, rovinando irreversibilmente l’atmosfera che si era creata.
“coglione!” gli dico lanciandogli la giacca sulla testa ridendo.
Lui la appoggia con cura sulla sedia, poi si volta verso di me, con uno
sguardo malizioso.
“Mi piaci con tutta la divisa addosso sai?” mi dice leccandosi
appena le labbra mentre si avvicina lentamente a me.
“dici?”
“assolutamente… e se non ci fossero stai Ray, Bob e Mikey più un
sacco di costumisti e persone che li centravano poco come Brian e Worm ti sarei
saltato addosso, per levartela tutta…”
“uh” dico ridacchiando mentre incrocio le braccia dietro al suo
collo “sarà il fascino della divisa…”
“o il fascino di quello che c’è sotto mister Iero…”
“ma lo vedi quanto sei perverso?”
“io lo penso davvero” ribatte “non mi eccita molto su Bob
o su Ray… e soprattutto su mio fratello!!” aggiunge rabbrividendo.
Mi impedisco di non ridere mentre lo bacio “allora ho
l’esclusiva?”
“tu l’avrai sembra l’esclusiva per me,
Frank….”
E detto questo mi fa stendere a terra, iniziando a togliermi i vestiti
mentre io lo faccio con lui.
Stiamo per fare l’amore sul pavimento del suo ufficio… e solo io
ho l’esclusiva…
Mi risiedo pensante sul materasso.
Accarezzo piano i suoi capelli lunghi e neri, leggermente arricciati sopra alle
orecchie.
Mi intenerisco, davanti alla sua bocca appena socchiusa.
Passo un dito sul suo profilo, accarezzando il naso, le labbra e il mento,
fermando la mano sul cuore.
Mi chino su di lui, facendo toccare i nostri nasi.
“Gee… io ti amo… non lasciarmi ti prego…”
Sfioro appena le sue labbra con le mie.
Ma come presumevo non succede sulla.
Mi porto le mani al viso, iniziando a piangere di nuovo.
Speravo davvero che questa copia triste della bella addormentata avrebbe
funzionato?
Ho ragione: mi illudo troppo facilmente.
Mentre mi tengo una mano sul viso appoggio l’altra sul letto per
sorreggermi dai potenti singhiozzi che scuotono le mie spalle…
Perché devono succedere tutte queste brutte cose?
Quinn dice che le cose brutte non capita a belle persone.
Ma io non sono una bella persona, perché o fatto la cosa peggiore di tutte.
Ho fatto soffrire la persona che amo.
Sono uno schifoso bastardo, non mi merito altro che l’infelicità
eterna.
Ma Gee deve essere risparmiato.
Non voglio che paghi per i miei errori.
“stai piangendo ancora per me?” una voce bassa, appena sussurrata e
del tutto inaspettata mi fa alzare il viso, incontrando una paio di occhi verdi
che conosco bene.
Lo guardo completamente stupito, poi lui con voce roca e debole dice abbozzando
un sorriso “ciao Frankie…”
E il mio pianto inizia a farsi più forte, ma ora è un pianto di felicità…
“Gerard…”
Gerard pov
I ricordi lentamente cambiano e l’immagine di me e Frank stesi ed
addormentati sul quel divano sparisce, sostituendola velocemente con
l’immagine di un Frank sognante che con quell’aria da eterno
bambino si aggira per un gigantesco Luna Park.
Anche quel giorno non è facile da dimenticare. Eravamo in tour, sempre ai
tempi di Revenge ed era uno di quei giorni dove ero fortunatamente sobrio. Così
sotto le direttive di Brian avevo accompagnato Frank in quel famigerato Luna
Park che il mio amante aveva sognato per giorni interi, parlando
insistentemente e si sa che quando Frank comincia ad essere insistente non si
può sopportarlo a lungo.
“Gee! Guarda! C’è un gigantesco stabile di zucchero
filato!” li seguo da distanza e vedo il mio doppione infilarsi le
mani nei capelli e scuotere leggermente la testa.
“salve! Uno stecco per favore, con un esagerata quantità di zucchero
filato!” esclamò saltellando e osservando la donna che con un cipiglio
divertito, obbediva ai suoi ordini.
“fanno due dollari e ottanta.” Proruppe la donna, Frank annuisce
per poi cercare disperato nelle tasche. Il mio doppione, ride dietro di lui e
poggia sul bancone tre dollari, prendendo in mano lo stecco.
“ho dimenticato sul bus il portamonete…” sussurra Frankie,
imbarazzato. Gli bacia la testa colorata e scuote il capo, abbracciandogli le
spalle affettuosamente.
“non fa nulla.” Lo consola. “ andiamo su.”
Lasciano che li segua, a loro insaputa mentre sorridenti camminano uno a
fianco dell’altro senza mai sfiorarsi.
Le montagne russe non sono mai state una grande attrattiva per Frank, ma la
mia mente ricorda che quel giorno le fece per forza e testardo com’era i
miei tentativi di persuasione non funzionarono, almeno non quel giorno.
Dopo urla assatanate e un pianto isterico contro la mia spalla, Frank scese
dalla giostra traballante e bianco come un cencio.
Ed io, tranquillissimo della situazione scesi con un saltello, sorridendo.
“Gerard?” sussurra al mio doppione, stringendogli la
camicia.
“si?”
“Devo vomitare” dice appoggiandosi a un tronco d’albero
per poi voltare la testa di lato e dare un’orrida visuale del suo vomito.
“ben, ora mi sento meglio.” Proruppe, sorridendo soddisfatto.
“sei impressionante.” Dice il doppione e Frank ride
saltellando verso un chiosco, prendendo due cole. Probabilmente quel giorno
pensai in tono deluso che sarebbe stata meglio una birra, ma quel sorriso così
sincero e adorabile che Frank mi regalò fece si che in me si scatenasse quella
forza di volontà che stancamente cercavo di raggiungere.
“okay, tesoro che ne dici di un altro giro?” chiede e io dietro
di loro li osservo sghignazzante.
“dove ti piacerebbe andare?” Frank ci pensa su, mangiucchiandosi
la cannuccia della cola.
“lì!”esclama indicando una media struttura, dove un discreto
gruppo di persone aspettava di entrare.
“Frank…” la voce del mio doppio è tremante e vergognosa.
“quello è il bruco mela.”
“si e allora?” risponde, pimpante. “dai ci
divertiremo!” dice, trascinandolo in mezzo a uno sciame di ragazzetti,
accompagnati dai loro genitori.
Mi ricordo con quanta infantilità quel giorno salì sul bruco,
sedendosi comodo affianco a me e prendermi di nascosto la mano.
Era imbarazzante stare li, ma la sua mano che accarezzava piano la mia era
una ricompensa valida.
I bambini dietro di noi ci osservavano sghignazzanti, facendo battutine
idiote e subito zittiti dai loro genitori imbarazzati.
Quel giorno pensai che se mai nella mia vita avessi avuto un bambino non
l’avrei mai portato al luna park con Frank.
Quando scendemmo, dopo un doppio giro, Frank gridava con tutte le sue forze
di avere fame.
Come al solito.
Ci rifilammo in un fast food, dove mangiammo a sazietà.
Non fu tanto quello che mangiammo che ora mi fa sorridere, ma un piccolo
particolare che mi porto nel cuore e lo farò sempre.
“dove vai?” Frank si è alzato e mentre fa un leggero occhiolino
al mio doppione risponde:
“devo andare in bagno!” e fugge, lasciando Gerard confuso.
Passano i secondi che presto si trasformano in minuti, preoccupato il mio
doppione raggiunge Frank che lo aspetta con un sorrisino furbo sulle labbra.
“pensavo fossi fuggito!” dice.
“come potrei?” risponde sorridendo. “ la finestra è grande
quanto il tubo di scarico, non riuscirei mai a passarci! Ahi!” Gerard gli
pizzica un fianco fintamente offeso.
“che ci facciamo qui?” e Frank sorride ancora, prendendolo per
mano e chiudendosi dentro un cubicolo.
“intenzioni poco ortodosse Iero?” chiede malizioso, giocando con
l’orlo della sua felpa.
“volevo solo darti questo.” E lo bacia.
Non potrò mai scordarmi quel bacio così dolce, così intenso che Frank mi
regalò quel giorno.
Me lo porto dietro come un ricordo speciale, un amuleto che mi aiutata a
pensare alla cosa belle passate con lui.
E non potrei desiderare altro quando il buio mi assale e la su voce roca
rotta dal pianto che mi sussurra cose bellissime.
“Gee… io ti amo… non lasciarmi ti prego…”
Voglio aprire questi occhi e guardarlo ancora.
Voglio poter muovere le mani per rassicurarlo.
Voglio aprire queste labbra per potergli finalmente parlare e quando i miei
occhi esaudisco la mia prima preghiera aprendosi, l’immagine leggermente
offuscata di Frankie mi pervade.
Quanto fa male sentirlo così, oramai la sofferenza fa parte del nostro
essere, ma quanto vorrei che terminasse.
“stai piangendo ancora per me?” dimmi di no ti prego. Gli sorrido e
osservo il suo viso stupito, quelle labbra screpolate leggermente dischiuse per
lo stupore, quelle guancie pallide che lentamente si colorano di un bel rosso.
“ciao Frankie…” mormoro, sentendo la bocca impastata.
Ho sete.
Ma ora non mi importa perché le braccia di Frank mi circondano fortemente e il
suo pianto rimbomba in tutta la stanza.
“ti prego, dimmi che tutto può tornare come prima.” Supplica
bagnando il mio collo di lacrime. “non voglio più lasciarti andare
via.” Esclama infine. Io non riesco a dire nulla, un po’ per
l’emozione, un po’ per il dolore, ma non importa ora che c’è
lui.
“Perdonami, ti prego…” deglutisco, non riesco a continuare e
Frank preoccupato si stacca dall’abbraccio, versando un po’ di
acqua in un bicchiere e tenendomi la testa con una mano e con l’altra il
bicchiere mi fa bere, sorridendomi dolcemente.
“io… ho così bisogno di te… io…” non dico altro,
lasciandomi scappare qualche lacrima che dolorosa brucia le mie guancie. Frank
mi prende la mano, intreccia le dita fra le mie e con poca forza ricambio la
stretta chiudendo gli occhi sentendo le sue calde labbra, leggere come una
farfalla, posarsi sulla mia fronte pallida.
“ben tornato amore mio…”
Eccoci tornate a far lacrimare i vostri occhietti!!! Due cose positive sono
successe e non possiamo che esserne contente. Purtroppo anche questa storia è
agli sgoccioli! Ci siamo messe d’accordo e mancano due capitoli,
l’ultimo di questi sarà l’epilogo!
Ringraziamo le 14 persone che ci hanno infilato fra i preferiti
E gli otto angeli che hanno recensito, ovvero:
my chemical vavvy: ecco qua un nuovo capitolo e i tuoi desideri sono
stati avverati, basta tristezza!! Ora si è tutti Happy!! Grazie per i
complimenti che ci hanno reso felicissime. Bacioni!
_Sophy__xX: grazie infinite per le tue parole! Ecco a te un nuovo
capitolo!!!
Dark Helena: ehi nuovo pericolo allora che ne pensi di questo
capitolo??? Noi aspettiamo una bella recensione eh? Grazie dei complimenti, un
bacio grande da tutte e due!
lithi: non piangereeeee dai non lo fare che poi ci sentiamo in colpa!!!
He!! Che ne pensi di questa rivelazione finale? Eh? Siamo state brave? Bene, un
bacio grande!
Saraio:
grazie per i compliementi! Siamo contente che la ff continui ad interessarti!
Grazie mille, un bacione! Ciaooo!!
SimmyListing:
tornata per la nostra felicità? (insomma… NdJess) ehehe!! Passando al
commento, potevamo uccidere Gerard? Certo che no, lo amiamo troppo e siamo
delle inguaribili romantiche… e poi abbiamo previsto delle scene di sesso
nel prossimo capitolo, vero Grè? Allora a presto, grande e grossa donna!!
Bacioni lo sai che ti prendiamo per il culo ma ti amiamoooo!!
Mcr_Girl:
ecco qui, così hai un’altra cosa da aggiungere alla lista delle cose da
leggere!! Muhahaha!!! Speriamo che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che
tu abbia smesso di provare a odiarci… tanto non ci riesciiiiii!!! Bacioni
da tutte e due, ti amiamo di beneeeee!!
JessRoamance:
ciao Jess! Cmq condividiamo sia l’odio per Eliza che quello per Bert
(almeno lui è utile: sa cantare) grazie per la recensione! Un bacione!
A voi la parola,
Jess&Grè<3