-
Suga! Aspetta! -
A metà del tragitto tra le porte chiuse
della palestra e la struttura che ospitava la sala del club di
pallavolo che ormai conosceva bene, Sugawara si fermò e attese
che Daichi lo raggiungesse; per quando questi gli fu accanto era già
stato in grado di nascondere la sua espressione preoccupata dietro un
sorriso.
- Sto solo andando a prendere la borsa, Daichi. -
spiegò, continuando a camminare.
Daichi aggrottò
le sopracciglia, riprendendo a seguirlo. - Sei sicuro, Suga? Hai
lasciato la palestra di fretta e furia e credevo che tu... -
-
Daichi. - Sugawara si fermò, tanto di fretta che il compagno
fu costretto a bilanciarsi aprendo le braccia per non cadergli
addosso. - Non hai nulla di cui preoccuparti. -
L'altro non
sembrava soddisfatto, ma accettò la risposta; nella poca luce
dei lampioni del cortile della scuola, gli sguardi di entrambi si
posarono sulla fascia nera stretta tra le mani di Daichi. Sugawara
sentì il palato asciugarsi alla vista di quel piccolo pezzo di
tessuto.
- ...un onore. - stava dicendo Daichi; Suga si rese
conto di faticare a star dietro a qualunque cosa lui gli stesse
raccontando, distratto com'era da ciò che gli passava per la
testa. - Che un alunno del secondo anno possa diventare Capitano,
intendo. -
Sugawara non rispose, preferendo iniziare a salire le
scale esterne che lo avrebbero portato al secondo piano, alla stanza
del club. Daichi continuò a seguirlo.
Fu il turno di
Sugawara di rompere il silenzio; non sopportava che tra loro due
dovesse esserci un qualunque tipo di tensione, anche se in questo
caso la colpa era solamente sua. - Sono fiero di te. - mormorò
sincero. Sperò che Daichi non cogliesse la nota
involontariamente smielata nella sua frase.
- Davvero? - il tono
da cucciolo ferito del suo compagno fece quasi pentire Sugawara di
essersi fatto tanti problemi. Quasi.
- Temevo fossi preoccupato
per questa faccenda del capitano. - stava continuando Daichi.
Sugawara chiuse le mani a pugni, incapace di voltarsi verso di lui ed
affrontare quella luce febbrile che aveva iniziato a brillare nei
suoi occhi dal momento in cui il Coach Ukai gli aveva allungato
quella fascia, infarcendo il gesto con un discorso su quanto questa
comportasse responsabilità e devozione. Tutte cose che avevano
fatto tremare Sugawara come un bambino spaventato.
-
Ma lo sono! - ammise, e subito si pentì di averlo fatto; il
silenzio che seguì e l'assenza di una reazione da parte di
Daichi lo spaventarono, ma non abbastanza da convincerlo a voltarsi.
- Sono preoccupato per te, Daichi. Preoccupato che tu non possa
reggere tutta questa responsabilità. Non voglio vederti
crollare sotto lo sguardo di Ukai. Non voglio vederti sconfitto.
-
Se il silenzio di Daichi non lo aveva convinto a voltarsi, i
suoi passi rapidi su per le scali furono un motivo più che
sufficiente perchè Sugawara si girasse in tempo perchè
il suo migliore amico lo afferrasse per le spalle e lo spingesse con
poca grazia contro la ringhiera della scalinata; Suga fu costretto ad
afferrare il corrimano perchè entrambi evitassero di crollare
al piano di sotto. Ma onestamente parlando, nella situazione in cui
si trovava in quel momento, poco gli sarebbe importato di cadere: le
labbra di Daichi erano sulle sue, tremanti, impegnate a bloccarlo in
un bacio ruvido.
Sugawara rimase fermo, troppo spaventato
dall'irruenza di Daichi per fare altro che stringere il corrimano con
tutta la forza che aveva in corpo. Daichi aprì gli occhi e si
allontanò da lui, improvvisamente molto meno sicuro del suo
gesto.
- Suga...- sussurrò. - Mi dispiace. -
Sugawara
tornò a fissare il pavimento, ansimando lievemente. Poteva
avvertire l'imbarazzo di Daichi, probabilmente impegnato a cercare di
comprendere cosa l'avesse spinto a baciarlo in una maniera tanto
disperata. Prima che lui stesso potesse chiedere spiegazioni, fu
Daichi a parlare.
- Non voglio che ti preoccupi per me, Suga. -
mormorò. - Mi dispiace di aver cercato di fartelo capire in
una maniera tanto stupida, ma...mi hai preso alla sprovvista. -
-
Da che pulpito...- sussurrò Sugawara, finalmente alzando lo
sguardo a incontrare quello dell'amico. - Ukai ha scelto come nuovo
capitano uno che non riesce a mettere due parole una dietro l'altra.
Pessima scelta. -
-
Ho bisogno di te, Suga. -
Sugawara sentì qualunque voglia
avesse di scherzare scomparire completamente con la stessa rapidità
con cui era arrivata. Guardò il pugno di Daichi alzarsi e
poggiarsi sul suo petto in un gesto che gli parve stranamente dolce.
Era il pugno che per tutto quel tempo aveva stretto la fascia da
capitano.
- Ho bisogno di te, Suga. - ripetè Daichi. - Ho
bisogno che tu mi dica esattamente tutto ciò che ti passa per
la testa. So che non ti piace farlo, ma se non puoi parlare di ciò
che provi al mondo, almeno parlane con me. Senza filtri, censure o
preoccupazioni. Ho bisogno che tu sia sincero. Puoi esserlo?
-
Sugawara rimase in silenzio per qualche secondo, impegnato ad
analizzare tutto ciò che era accaduto nell'ultimo minuto,
prima di decidersi sul da farsi e trovare la forza necessaria a
portare le mani dal corrimano al volto di Daichi. Si sporse verso di
lui fino a chiudere nuovamente lo spazio tra le loro labbra,
impiegando tutta la pazienza e la dolcezza di cui l'altro non era
stato capace.
Questa volta, quando le loro labbra si
incontrarono, Sugawara sentì qualcosa scattargli dentro. Era
come se tutto quello che aveva provato fino a quel momento guardando
Daichi avesse finalmente un senso: affetto, fiducia, paura di
perderlo. Paura di non essere necessario per lui, e paura di
parlargli a cuore aperto.
Sentì il braccio di Daichi
spostarsi dal suo petto alla sua schiena, per spingerlo ancora di più
verso sé in un abbraccio. Sugawara aprì la bocca quel
tanto che bastava perchè Daichi si convincesse a spingersi
ancora più in là con lui, e un attimo dopo stavano
baciandosi per davvero, confondendo il confine tra la passione di uno
e la delicatezza dell'altro.
Tra un sospiro e l'altro, Sugawara
si rese conto di star sorridendo di nuovo. Era grato che gli altri
della squadra stessero ancora pulendo la palestra, ma soprattutto era
grato che Ukai non fosse venuto fuori a rimproverarli per la loro
uscita improvvisa. Non avrebbe voluto essere interrotto per nulla al
mondo: non ora che aveva compreso perchè sentisse
costantemente il bisogno di stare accanto Daichi, che fosse sul campo
o nella vita di tutti i giorni.
Daichi poggiò la fronte
alla sua. - Te lo chiedo di nuovo. Puoi essere la mia colonna
portante, Suga? -
Sugawara non attese che un solo attimo passasse
da quando Daichi glielo aveva chiesto prima di rispondere. Conosceva
la risposta da tempo.
- Sempre. - sussurrò, riprendendo a
baciarlo.
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Aaaaaah questa è la mia prima fan fiction di Haikyuu!! in assoluto. La DaiSuga mi ha rapito l'anima e sono felice che qualcuno me l'abbia promptata ♥
Ci tengo a specificare, e spero non suoni come una paraculata, che per ora di Haikyuu!! ho solo seguito l'anime, e spero che questa one-shot non interferisca col canon ♥
Qui trovate il link di questa OS su Tumblr ~
Alla prossima!
- Joice