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Autore: Haku_chan    01/09/2008    0 recensioni
Le strade di Konoha non erano mai state così tranquille come quella notte. Il vento frusciava disturbando le insegne dei negozi addormentati, la città sonnecchiava pacifica, sotto il flebile dormiveglia della luna. Un uomo tormentava la pace del paesaggio, i suoi capelli erano di un biondo così acceso che la luna sospettò che il sole fosse in anticipo. Passeggiava tranquillo, incurante della notte e delle stelle che vaneggiavano la bellezza del cielo. Nella sua innaturale calma, l’uomo si lasciò cadere in mezzo all’erba. Là, finalmente, si arrese e riconobbe lo splendore del cielo in quella notte di primavera. Una lacrima slittò lungo le sue guance, andando a infiltrarsi tra le sue labbra e facendogli assaporare il suo gusto amaro. Non aveva mai perso un allievo. Mai, fino a quel giorno. Obito … come era potuto succedere? Il suo allievo più spiritoso, più ribelle, più imprevedibile era scomparso per sempre, andando a congiungersi a quelle centinaia di milioni di stelle, che quella notte lo salutavano indisturbate. - Io di letti strani ne ho visti, ma come quello che ti sei scelto tu non ne avevo mai sentito parlare.- Era una voce morbida e gentile che lo riportava sulla terra, strappando i suoi occhi turchesi da quel cielo e da quelle stelle vanitose.(MinatoxKushina)
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1

Parve una stella

Le strade di Konoha non erano mai state così tranquille come quella notte. Il vento frusciava disturbando le insegne dei negozi addormentati, la città sonnecchiava pacifica, sotto il flebile dormiveglia della luna.

Un uomo tormentava la pace del paesaggio, i suoi capelli erano di un biondo così acceso che la luna sospettò che il sole fosse in anticipo. Passeggiava tranquillo, incurante della notte e delle stelle che vaneggiavano la bellezza del cielo.

Nella sua innaturale calma, l’uomo si lasciò cadere in mezzo all’erba. Là, finalmente, si arrese e riconobbe lo splendore del cielo in quella notte di primavera. Una lacrima slittò lungo le sue guance, andando a infiltrarsi tra le sue labbra e facendogli assaporare il suo gusto amaro. Non aveva mai perso un allievo. Mai, fino a quel giorno. Obito … come era potuto succedere? Il suo allievo più spiritoso, più ribelle, più imprevedibile era scomparso per sempre, andando a congiungersi a quelle centinaia di milioni di stelle, che quella notte lo salutavano indisturbate.

- Io di letti strani ne ho visti, ma come quello che ti sei scelto tu non ne avevo mai sentito parlare.- Era una voce morbida e gentile che lo riportava sulla terra, strappando i suoi occhi turchesi da quel cielo e da quelle stelle vanitose.

E per un attimo pensò che una di quelle stelle si fosse staccata dal cielo e fosse precipitata sulla terra. Chi aveva davanti era una ragazza che si preparava a diventare donna. I suoi capelli rossi fiammeggiavano illuminando la notte morella. Aveva grandi e deliziosi occhi azzurri e gentili, e le sue mani, dolci e affusolate, sembravano fatte apposta per regalare carezze.

- Allora …è così comodo questo?- Chiese sorridendo. Minato si alzò velocemente.

- ecco, io veramente…- la ragazza scoppiò a ridere, una risata semplice e vivace, che Minato desiderò davvero che non smettesse mai.

- Certo che sei strano!- si avvicinò furtiva, e, con grande stupore di Minato, si sedette accanto a lui.

-Guardi spesso le stelle?- Gli chiese, anche lei ormai dispersa in quell’oceano di piccoli fuochi scintillanti.

Minato pensò che quella donna fosse un po’ strana. Non gli chiedeva il suo nome, o da dove venisse e neanche perché si trovasse steso in un prato nel bel mezzo della notte. Gli aveva chiesto se guardava mai le stelle.

-No, non è una mia azione abituale … e tu?-

- Io …- lo sguardo della rossa si era fatto vacuo, tanto che Minato temette stesse per tornare ad essere una stella, ciò che probabilmente era.

- A volte ho come l’impressione che …che le stelle mi ascoltino più degli esseri umani.-

- Davvero?- Che strana questa tipa.

- Sì …come ti chiami?- A Minato venne da sorridere. Da come parlava, sembrava una  bambina. E questo a lui piaceva.

- mi chiamo Minato. Minato Namikaze. E tu?-

- Kushina. Kushina Uzumaki. Sei di qui?-

Una debole luce emanata da una lucciola li sorvolò, poi di nuovo tutto perfettamente ombroso.

-Sì…ma tu non hai l’aria di una che viene da qui. Perlomeno, io non ti ho mai vista …me ne ricorderei…- aggiunse poi a bassa voce, in modo che lei non potesse sentirlo.

- No, io infatti vengo dal paese del vortice.-

Una folata di vento gelida li fece rabbrividire entrambi. D’istinto, Kushina si avvicinò un po’ di più a Minato. L’uomo era impacciato, non se ne intendeva di quel genere di cose. Doveva cingerle il collo con un braccio? Ma si erano appena conosciuti, sarebbe passato da maleducato.

- Senti …non per sembrarti indiscreto ma …cosa ci fai qui a Konoha?-

Lei lo osservò a lungo.

- Una missione …- ma non sembrava troppo convinta. Il suo angelico viso sembrava divorato dal dubbio e dall’ansia. Si era come spenta.

Il biondo però non aggiunse altro.

Vedeva la rosea pelle di Kushina scossa dai brividi.

- Almeno hai dove dormire, Kushina Uzumaki?-

Lei lo osservò a lungo. Poi  le sue labbra si incresparono in un sorriso furbetto.

- Come? Tu di solito non dormi in mezzo all’erba?-

Lui sorrise.

- No, ma posso sempre iniziare …-

Kushina si fece più stretta a lui, appoggiano la testa rossa sul suo petto. E là, tutto il freddo, il gelo, la paura della notte e della realtà scomparvero. Lui le passò un braccio attorno alla schiena, attirandola più vicina a se.

- Se vuoi, ti trovo un posto dove alloggiare durante il tuo soggiorno.-

Lei lo squadrò con i suoi radiosi occhi azzurri.

- No …non muoverti, voglio stare ancora qui.-

Detto questo chiuse gli occhi e si lasciò cadere in un sonno ristoratore. Minato stette un po’ a guardare Kushina, poi anche lui si addormentò, l’immagine solare della ragazza ancora impressa nella mente.

 

***

 

Il giorno dopo Minato era normalmente impegnato ne suoi compiti di routine. Eppure era ossessionato da Kushina Uzumaki. La mattina stessa si era subito accorto che la ragazza non era più tra le sue braccia, era sparita, come inghiottita dal cielo. Aveva seriamente temuto che si fosse trattato di un banale sogno, eppure ricordava ancora perfettamente la sensazione di calore che provava stringendola a se. Non poteva essere stato un sogno …o sì?

D’altronde, era talmente sconvolto dalla morte del suo studente che non si era da escludere che avesse avuto una banale allucinazione. Eppure lei era così  perfetta … così reale. Se dopotutto non si fosse trattato di un sogno, avrebbe avuto un posto dove alloggiare? Non poteva permettere che una così incantevole creatura dormisse per terra.

Magari era nei guai …e se l’avessero rapita? Se qualcuno, magari in quel preciso momento, le stesse facendo del male? Come avrebbe potuto permetterlo?

Sconsolato, si prese la testa tra le mani.

“ Che cosa devo fare?”

 

***

 

Poco lontano, Kushina Uzumaki camminava tranquilla per il Villaggio. Era così diverso dal posto triste e malinconico in cui era nata lei. Qua tutti le sorridevano, anche se non l’avevano mai vista. E poi quel Minato …era incantevole.

Però non poteva nascondersi per sempre. Doveva trovarsi un posto dove alloggiare, per prima cosa. Dannazione, perché non aveva accettato di farsi indicare un buon posto per trascorrere la notte anziché farsi coccolare come una mocciosa?

Fece due profondi sospiri e si diresse verso il bosco. “Non posso mettermi così in evidenza, devo tenermi nascosta”.

Kushina era scappata dal paese del Vortice. Da due genitori crudeli e alcolizzati che la volevano dare in sposa ad un pallone gonfiato qualsiasi. Loro dicevano che era perché almeno si sarebbe sistemata, ma la ragazza sapeva che era solo perché così se la sarebbero tolta dai piedi e avrebbero potuto ubriacarsi a tutto fare. E magari la stavano cercando, ora. In quel preciso istante potevano essere nelle sue tracce.

Che stupida, perché si era fatta vedere da quel biondo? Non aveva  saputo resistere, l’aveva visto lì, a terra. E sembrava così triste e solo …

All’improvviso si ritrovò malamente sbattuta contro un albero. Un malvivente si dirigeva verso di lei, un kunai in pugno.

- Ehi, bella! Che ne dici di consegnarmi tutto il tuo denaro?-

Kushina non perse un secondo: - Tecnica della Moltiplicazione del corpo!!-

La ragazza  creò dieci copie di se stessa.

- Dico che te li puoi scordare!-

Senza pensarci sopra si lanciò all’attacco. Lei colpiva con le sue copie, lui cercava di ferirla con il kunai. Ad un tratto il tizio estrasse un’enorme katana . Aveva la lama sporca di sangue.

- Questo sangue è degli idioti come te che non tengono alla pelle!-

Prese la rincorsa e fece per colpire Kushina.

Ad un tratto venne sbalzato indietro. La ragazza sollevò lo sguardo.

- Sei tu …- mormorò.

Minato si diresse verso l’aggressore che si stava nuovamente preparando all’attacco. Il biondo schivò i suoi colpi, tuttavia il nemico riuscì a colpirlo con un pugno.

Kushina partì subito all’attacco. In due riuscirono ad eliminarlo.

Prima di spirare, il malvivente riuscì a protestare:

- Vigliacchi …due contro uno non è leale.-

- Ti sbagli …- disse Minato: - Chi attacca una povera ragazza indifesa è un vigliacco.-

Poi l’uomo inclinò la testa e morì.

Minato si voltò verso la sua bella, pronto a ricevere i suoi ringraziamenti, ma…

- RAZZA DI SCEMO! CHI SAREBBE LA RAGAZZA INDIFESA?!?-

- Ma io …- fece un Minato disorientato e confuso

- SE NON ERA PER ME TE NE STAVI Lì A FARTI MASSACRARE DI BOTTE!-

- Scusa se ho tentato di salvarti …- Disse Minato sorridendo. Quella ragazza era unica.

La rossa si calmò un poco.

-Io non avevo bisogno di aiuto …- Il biondo si avvicinò a lei. – E comunque ti sei fatto colpire come un deficiente, io …-

Minato la zittì con un dolce e lungo bacio.

Quando finalmente si staccarono per permettere ai polmoni di riprendere aria, Minato chiese:

-Hai un posto dove alloggiare?-

La fanciulla scosse al testa, facendo ondeggiare una cascata di capelli rossi.

- Vieni con me …- Lui le prese la mano, guidandola verso il paese. Lei, felice, si lasciò guidare.

 

 

 CONTINUA ...

 

Che fatica!! Ok, questo era il primo chappy. Conto in molte recensioni e vi aspetto al prossimo ed ultimo capitolo. Baci

Haku

  
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