16/07/2014
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L'asfalto scorreva veloce sotto di loro, la musica riempiva la macchina, le voci delle due amiche si fondevano mentre il CD riproduceva le canzoni una dietro l'altra.Così era iniziata la vacanza di Charlotte che, poche ore prima, era montata in macchina con la sua migliore amica Jess e, carica di energia, era partita per Sydney, pronta a passare il mese più bello della sua vita.
Certo, era stata dura convincere i suoi genitori a mandarla via da sola per un mese. La prima volta che aveva parlato di quella vacanza con la sua famiglia, tutto quel che aveva ricevuto in cambio era stato un "no" secco, ma ciò non le aveva fatto perdere le speranze. Infatti dopo molti tentativi, aveva ottenuto il permesso dei genitori e adesso era pronta a passare la sua prima vacanza da sola, era pronta a divertirsi e a scherzare con Jess, era pronta a incontrare nuovi amici e, magari, nuovi amori.
"Lottie guarda, siamo arrivate!"
La voce entusiasta di Jess la riportò al presente. Charlotte si girò verso l'amica che, con un sorriso stampato in volto, stava indicando davanti a loro, oltre il parabrezza. La ragazza ricambiò il sorriso alla vista della città di Sydney che si affacciava su una distesa brillante di acqua. Dai finestrini abbassati si potevano udire gli schiamazzi dei bambini che giocavano sulla spiaggia e il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli.
Dopo aver trovato l'hotel dove avrebbero trascorso il mese successivo, le ragazze portarono le valigie nella propria camera.
"Dai Lottie mettiti il costume, che voglio andare a fare il bagno!" disse la sua migliore amica saltellando per la camera impazientemente.
Conosceva Jess fin da bambina e aveva sempre amato i suoi atteggiamenti entusiasti e il suo continuo ottimismo.
Charlotte si infilò il costume, prese il necessario per la spiaggia e, insieme all'amica, lasciò l'hotel.
Arrivate in spiaggia, le due ragazze si sistemarono sui lettini e si spalmarono di crema solare. Charlotte aveva sempre avuto una carnagione molto chiara, al contrario di Jess, quindi la protezione era necessaria se non voleva assomigliare a un'aragosta.
"Lottie andiamo in mare? Fa caldissimo!"
"Jess, non ne ho molta voglia... Ti va se prendiamo un po' di sole?"
"Ok, ok." rispose l'amica, sbuffando leggermente.
L'ora seguente la passarono sotto il sole, a chiacchierare e ascoltare musica.
"Ho sete... Vuoi qualcosa Jess?" Chiese Charlotte a un certo punto, sfilandosi gli auricolari dalle orecchie e fermando a metà la canzone di Bruno Mars.
"Oh, no grazie. Sono apposto."
"Ok, torno subito." Aggiunse la ragazza alzandosi dal lettino e dirigendosi verso il chiosco che si trovava a pochi metri da lì.
Si mise in coda, in attesa del suo turno, guardandosi intorno e sorridendo alla vista dei bambini che giocavano con la sabbia e dei surfisti che cavalcavano le onde. C'era un atmosfera rumorosa sì, ma allo stesso tempo rilassante.
All'improvviso Charlotte sentì un dolore alla nuca. Qualcosa l'aveva colpita. Si girò, pronta a inveire contro chiunque le avesse tirato la botta in testa.
"Perché non stai un po' atten...?!"
La ragazza non fece in tempo a finire la frase. I suoi occhi nocciola incontrarono un paio di iridi verde smeraldo e le parole le morirono in bocca.
Charlotte si ritrovò davanti a un ragazzo sul metro e ottanta, magro, con delle braccia muscolose segnate da diversi tatuaggi, ognuno dei quali sembrava volesse raccontare una storia. Con la mano sinistra teneva una tavola da surf azzurra.
Il giovane si scostò con la mano libera i ricci castani dalla fronte, ancora umidi per l'acqua e, con tono preoccupato, parlò:
"Scusa, non volevo colpirti. Mi sono girato e la tavola ha sbattuto contro la tua testa... Stai bene?"
La sua voce era roca e Charlotte notò l'accento inglese del ragazzo.
Scuotendo la testa si riprese.
"Si sto bene, ma magari la prossima volta fai più attenzione!" rispose cercando di mantenere un tono irritato.
"Lo so scusa, ero distratto. Sicura di stare bene? Posso prenderti qualcosa? Del ghiaccio?"
Nonostante Charlotte trovasse carino il fatto che il ragazzo si preoccupasse così tanto per lei, ripose bruscamente:
"No, grazie."
Dichiarando così che, per lei, la conversazione era finita, la ragazza si girò verso il bancone per ordinare. Si sedette su uno sgabello in legno e iniziò a sorseggiare la sua gazzosa, convinta che il ragazzo di prima se ne fosse andato.
Ma qualche secondo dopo, girandosi, notò accanto a sé una montagna di ricci scompigliati e, poco più un basso, delle labbra piene, incorniciate da un paio di fossette, che le sorridevano.
Alzò gli occhi sul volto del ragazzo, che la osservava con aria amichevole.
Lui allungò la mano.
"Comunque piacere, mi chiamo Harry." Sorrise ancora.
La ragazza non accettò la mano, ma rispose invece freddamente:
"Charlotte."
Senza nessuna intenzione di continuare a parlare, Charlotte si alzò, lasciando lì Harry e dirigendosi verso il lettino, dove Jess la attendeva con un sorrisetto stampato in volto.
Doveva aver visto tutto e adesso Charlotte avrebbe dovuto sorbirsi i suoi stupidi commenti.
Alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
Angolo autore
OOOOKAY.
Buonsalve a tutti.
Se siete arrivati fino a qui senza insultare la mia storia, vvb.
Okay, dunque.
Questa è la mia prima ff, spero che vi piaccia
e che siate in molti a leggere e recensire.
Conto di pubblicare un capitolo a settimana. Circa. Credo.
Btw, vi terrò aggiornati su twitter u.u
(seguitemi, sono @xshekeepsmewarm)
Detto questo, buona lettura e possa la fortuna essere sempre a vostro favore.