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Autore: MerpEverytime333    16/07/2014    0 recensioni
Jack era un gatto che veniva spesso deriso e preso in giro per il suo pelo color nero, ma è pronto a superare qualsiasi cosa pur di dimostrare a tutto il suo villaggio che il mondo è bello perchè è vario.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ancor prima che gli umani incominciassero a scrivere, testimoniando le cose che si ricordavano e che vedevano, c'era un villaggio in cui vivevano tanti animali diversi: dai topi agli elefanti, dalle zebre ai leoni, dalle formiche alle balene e così via. Il villaggio era confinato a nord da una montagna perennemente innevata, a sud dal mare (se no le balene e gli altri animali acquatici dove stavano?), a ovest dai campi coltivati ed ad est da un'enorme foresta, con un fiume che le passa in mezzo e che sfocia nel mare. Molte leggende circolavano su questa foresta, così pericolosa, selvaggia e misteriosa.
In una delle tante casette di quel villaggio così animalesco, viveva una famiglia di gatti, i Mialidias. C'era il padre, un grande gatto bianco di nome Osvaldo, la madre, una gatta snella, dal pelo morbido e rosso fuoco di nome Rita, ed il loro figlioletto, un gattino magro, dal pelo nero come il carbone ed arruffato e con due curiosi occhi di colore verde smeraldo. Il suo nome era Jack. In generale, i gatti erano mal visti nel villaggio, ma i Mialidias avevano un'ottima reputazione. Peccato che Jack ne combinava proprio di tutti i colori, oltre al fatto che il colore del suo pelo sottolineava la cosa. Un gatto è ancora sopportabile, ma di colore nero?! Inaccettabile! Veniva spesso deriso ed insultato. Appena faceva un errore, tutti lo guardavano male facendo finta che aveva fatto una tragedia. Gli altri animali dicevano che non era colpa dei poveri genitori, ma era tutta colpa sua perchè era nato nero.
Un giorno di primavera, Jack si stava incamminando con tanto di borsa e libri verso la scuola per animali, quando fu bloccato da alcuni abitanti del villaggio e come al solito insultato e pestato. Lui cercava di difendersi, come al solito, ma un misero gattino, che sia nero o no, contro un gruppo di animali inferociti era difficile cavarsela. Dopo, un pappagallo coloratissimo che faceva parte del gruppo di pestaggio, gli disse un qualcosa che avrebbe cambiato la vita del povero Jack per sempre: << Se riesci a sopravvivere nella foresta ad est per 3 giorni, portando un petalo di fiore di loto, provando il fatto che ti sei addentrato fino in fondo, qui al villaggio ti lasceremo tutti stare. D'accordo? >> ridendo subito dopo. Jack, volendo porre fine a quella situazione e provando il fatto che anche i gatti, neri, bianchi o blu con strisce verdi, possono farcela nella foresta, accettò la sfida, nonostante si chiedesse perchè portare proprio un petalo di fiore di loto e non qualcos'altro, magari una banana o una pigna, e si chiedeva pure se si trovasse uno stagno in cui trovare il loto. Ma accettò lo stesso, dicendo che sarebbe partito il mattino dopo.
Qualche ora dopo, stava tornando a casa con il sottofondo di urla rivolte a lui che dicevano: << Non ce la farai mai, tanto vale che torni a casa e ti fai fuori, lurido sfigato! >>. Arrivato a casa, si stava preparando a riposarsi mentre sentiva i suoi genitori che gli imploravano di lasciare stare, erano comunque fieri di lui. Lo erano davvero, ma i genitori si preoccupavano. Sono riusciti a saperlo grazie alle voci, perchè in un villaggio le voci circolano. Allora, poco dopo, a malincuore, lo lasciarono fare, in fondo era per il suo bene. Persino i genitori di Jack avevano provato a far gradire la presenza del loro figlioletto nel villaggio, ma non servì proprio a nulla.
Il mattino dopo, Jack era pronto per partire. Fece una colazione molto sostanziosa, si prese qualcosina come scorta di cibo e partì, con i poveri genitori in lacrime, ma ci credevano in lui, si fidavano e gli volevano bene. In fondo solo i gatti capivano il micetto nero o, forse, nessuno, perchè l'unico gatto nero del villaggio era lui. Era arrivato davanti all'enorme foresta. La squadrava un po'. Si girò verso il villaggio, guardando le persone che lo odiavano a morte e gli urlavano di tutto e di più, pensando che fra 3 giorni sarà tutto diverso. Salutò un'ultima (o forse no) volta i suoi genitori con la sua tenera zampina destra. Si girò di nuovo ed entrò dove nessuno, nel villaggio, aveva mai messo piede.

Note personali: questo è il mio secondo racconto e sarà suddiviso in più capitoli rispetto all'altro, più stretto e semplice. Può essere considerato una piccola storiella per bambini, che riguarda tematiche quali bullismo e razzismo, affinchè, nelle prossime generazioni, queste problematiche così sottovalutate possano finire per sempre. Se vi va, potete raccontarla ad un bambino prima di andare a dormire (una volta che sarà finita, ovviamente). Spero che vi piaccia e che scriviate recensioni, positive o negative è uguale. Grazie!

   
 
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