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Autore: hugssavepeople    16/07/2014    0 recensioni
5 ANNI PRIMA
Damon era appena arrivato in città. Portando con se la sua nebbia e il corvo fidato. Non avrebbe dovuto camminare per le strade di Mystic Falls con così tanta tranquillità,ma voleva godersi quella che un tempo era la sua casa, prima di tornare ai complotti e al male. Il suono assordante di un clacson lo strappò via dalla sua passeggiata nostalgica. Una ragazzina stava per essere investita,rimaneva ferma immobile,senza muoversi. Non si fece domande,usando la sua velocità da vampiro la strappò da morte certa. Fu nell’attimo in cui la stringeva tra le braccia,mentre lei apriva gli occhi,che intravide la sua condanna. Sentiva che quella ragazza ,dagli occhi color miele, le avrebbe cambiato la vita. Il suo nome era Ambra.
OGGI
Ambra è appena tornata in città,dopo essere stata per anni lontana da Mystic Falls per volere di sua madre. Sta cercando qualcuno. Sta cercando un uomo. L’uomo che le aveva salvato la vita e che gliel’aveva cambiata . La stessa persona dalla quale sua madre aveva cercato di tenerla lontana. Sta cercando Damon Salvatore. Ora è qui per lui. Ma lui dov’è?
[POST QUINTA STAGIONE,PERICOLO SPOILER.]
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

Memories.

Elena era seduta proprio di fronte a me. Le mani poggiate sulle ginocchia e il volto distrutto di chi aveva perso tutto. Stefan mi diede una pacca sulla spalla,era un gesto consolatorio? Ero arrivata fino a lì,soltanto per ritrovare Damon e lui era semplicemente morto? Una pacca sulla spalla credo non basti quando scopri che le ultime parole che hai detto a qualcuno che ami sono state le peggiori al mondo. Ti odio.
 
Mystic falls 2012
 
-Damon! Grazie a dio! – mi guardò sorpreso di vedermi.
-Ambra,che ci fai qui?-
-Mia madre! Vuole che me ne vada in Florida! Sta cercando di separarci. Dice che sei pericoloso. Devi fare qualcosa!-spiegai agitando forse un po’ troppo velocemente le mani.
-Devi calmarti adesso. Che ti ha detto di preciso?- mi domandò , ma non sembrava affatto sorpreso.
- Mi ha detto che non ho idea di quanto sia pericoloso per me stare in questa città,con te..ma che importa?- rimase in silenzio,sembrava meditare – Damon,parlami.-
-Ambra,devi andare.-
-Ma siete tutti impazziti?!- gli urlai contro. –La notte in cui mio padre è morto , tu mi hai promesso che mi avresti protetta,che mi saresti stato accanto! E ora vuoi che me ne vada?- sentivo il sapore salato delle lacrime in bocca. Credevo mi avrebbe aiutata,e invece stava aiutando mia madre.
-Ci sono cose da cui non posso proteggerti.- sussurrò catturando con il pollice una lacrima sulla mia guancia – Io ti voglio bene,non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa. –
-Ma di che diamine stai parlando?- chiesi sconvolta. Da cosa doveva proteggermi?
-Ci sono delle cose che non ti ho mai detto. E questo non è il momento adatto. Ma ti prometto che un giorno ti spiegherò ogni cosa. –
-Io non me ne andrò. Sei la mia famiglia.- lo implorai con lo sguardo di cambiare idea.
-E lo sarò anche da lontano. Te lo prometto.-
-Non posso vivere con l’idea che potrei non vederti mai più.- sussurrai ormai arresa all’idea che neanche Damon potesse più aiutarmi.
-Mi ritroverai. Io ne sono sicuro. Ma ora , questo posto è troppo pericoloso. Delle persone hanno preso Stefan e io devo riportarlo a casa.-. Chi è che aveva preso Stefan? Continuavo a non capire di cosa stesse parlando. Era tutto così confuso. E l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che non avrei più potuto correre da Damon dopo aver litigato con mia madre,non avrei più potuto vederlo sorridere in quel modo strano,non avrei più potuto abbracciarlo quando ne avrei avuto bisogno. Mi stava allontanando per proteggermi dal male eppure lui me ne stava facendo di più.
-Credevo avresti lottato per non farmi andare via. E invece ti stai inventando una marea di scuse per mollarmi proprio ora che ho bisogno di te. Come puoi farmi questo? Non funziona così. Non puoi salvarmi la vita e poi rovinarmela. Se permetti a mia madre di portarmi via da Mystic Falls non te lo perdonerò mai. -. Non avevo più scelta.
-Sto cercando di fare la cosa giusta,Ambra.- Lui invece l’aveva,e aveva scelto di perdermi.
-Io ti odio.- corsi via piangendo,senza riflettere,senza guardarmi indietro. Senza Damon.
 
 
-Come conoscevi Damon?- la voce quasi tremante di Elena mi scaraventò via dai ricordi in cui stavo affogando.
-Anni fa mi ha salvato la vita. Da allora mi è sempre stato accanto,come un fratello maggiore. Dopo la morte di mio padre e i continui litigi con mia madre,lui era l’unica famiglia che mi era rimasta. Finchè..- mi tremavano le mani. Stefan continuò per me.
-Finchè sua madre non l’ha obbligata a lasciare Mystic Falls,per proteggerla.-.
-Okay. Adesso basta.- scattai in piedi e mi rivolsi a Stefan.
-Io sono stanca. Parlate tutti di protezione. Abbandonare la propria figlia per anni,non è protezione,è fare schifo come madre! Ma anche se fosse,da cosa avrebbe dovuto proteggermi? Avevo 16 anni,ero in grado di attraversare la strada da sola. Ma poi..- Elena scoppiò a ridere – Che hai da ridere? Mi sembra che mi stiate nascondendo tutti qualcosa.-
-Anch’io una volta mi facevo così tante domande. Potessi tornare indietro eviterei di porle. Fidati.- mormorò con un tono quasi sarcastico.
-Io continuo a non capire.- sbuffai.
-Se per Damon eri così importante,perché non ti ho mai vista? Perché non ha mai parlato di te? – domandò acidamente.
-Ambra era un punto debole per lui. Non ne aveva parlato mai neanche a me. Fino al giorno dell’incendio.- Stefan rispose al posto mio.
Il giorno dell’incendio. Il giorno in cui mio padre aveva perso la vita.
Mia madre mi aveva rinchiusa in casa mentre mio padre moriva in un incendio,lo stesso nel quale era morto anche il sindaco Lockwood. Nonostante fossero venute a mancare altre persone innocenti tutta Mystic falls piangeva il suo sindaco,alcolizzato e scansafatiche. Al funerale c’eravamo solo io e mia madre. Neanche il parroco venne a celebrare il rito,il sindaco veniva prima di tutto e tutti.
-Quella sera Damon mi pregò di riportare Ambra a casa,ma non mi disse chi era,accennò al fatto che fosse una ragazzina e che non era sicuro per lei stare là,così la riportai da sua madre.-
-E lei mi barricò dentro casa mentre mio padre stava morendo.- sbottai –Volete tutti proteggermi,ma lo fate proprio di merda.-
Qualcuno bussò al portone della vecchia tenuta dei Salvatore. Un uomo biondo e col naso all’insù arrivò nella sala come per magia. Si guardò intorno e puntò i suoi profondi occhi azzurri su Elena.
-Gilbert,immaginavo di trovarti qui. Ho bisogno di una cosa. E tu mi aiuterai a trovarla.- esclamò sorridendo. Aveva qualcosa di strano. Di famigliare.
-Qualsiasi cosa tu voglia,nessuno di noi può aiutarti.- asserì Stefan con tono duro.
-Forse lei può.- puntò il dito da qualche parte, ma mi ci volle un po’ prima di capire che il suo indice indicava proprio me.
                                     

-Tu hai qualcosa di tremendamente famigliare,qual è il tuo nome splendore?- mi domandò sorridendo in maniera al quanto terrificante.
-Ambra.-
-Sta’ lontano da lei.- Stefan si mise tra di noi coprendomi la visuale dell’uomo dagli occhi blu.
-Stefan il Salvatore- scoppiò a ridere –scusami il gioco di parole,caro.-. In un batter d’occhio fu ad un palmo dal mio naso,era così vicino che riuscivo a percepire il suo respiro sul viso. Ma come diamine era possibile?
-Hai qualcosa di strano. La senti anche tu. Vero,Stefan?- si voltò verso il minore dei Salvatore che si corrucciò improvvisamente.
-Di che stai parlando?- sussurrai intimorita. Puntò i suoi occhi dentro i miei,mi sentii tremare le gambe. Le sue pupille si dilatarono,le sue iridi divennero gialle. Le vene intorno agli occhi si gonfiarono e il suo viso si trasformò in quello di un mostro. Come il giorno in cui Damon mi salvò la vita,avvenne tutto in un attimo. Un dolore acuto al collo mi costrinse ad urlare. Sentivo Stefan implorare un certo Klaus di smetterla. Poi un tonfo sordo. Qualcosa era rovinosamente caduto a terra. Forse un quadro,o forse era soltanto il rumore del mio corpo che si accasciava sul pavimento esanime,mentre i miei occhi si chiudevano lasciandomi sola,nel buio.
  
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