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Autore: Puffola_Pigmea_    16/07/2014    1 recensioni
Una tranquilla gita sul lago. Sguardi che si incrociano, si incatenano, si perdono. Fino ad una terribile tempesta.
***
Liam notò la testa dell'amico apparire e sparire fra i flutti insistenti, mentre il vento soffiava violento. Gli occhi si riempirono di terrore e urlò, indicando un punto nel lago color cenere.
***
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Grazie per aver iniziato a leggere!
I personaggi non mi appartengono e non è mia intenzione dare una rappresentazione veritiera del loro carattere o delle loro possibili azioni. I fatti descritti sono di mera invenzione. Il racconto non è scritto a scopo di lucro.
Spero vi divertiate a leggere questa storia come io a scriverla.
Continuate ad usare la fantasia e a popolare di sogni la realtà!
M.


Ci siamo persi in un bicchiere e ritrovati in un naufragio
1


-Oddio cosa è stato? -
-Eli piantala di lamentarti! È una barca, sta sull'acqua, dondola!- Ribattè Chiara per l'ennesima volta.
-Veramente sta beccheggiando- intervenne Ines.
Chiara alzò gli occhi al cielo, non la sopportava proprio quando faceva la maestrina. Elisa sbuffò sonoramente.
-Non mi interessa come cavolo si chiama, non mi piace, mi fa venire la nausea e basta!-
Da quando il battello aveva mollato gli ormeggi Elisa borbottava, impuntandosi come una bambina, mentre le amiche cercavano invano di farle tornare il sorriso. Sapevano che il pessimo umore della ragazza era solo dovuto al mal di mare del quale soffriva.
-Elisa dai era l'unica alternativa! Anche io avrei preferito tornare a casa in autobus, ma oramai cosa possiamo farci? Sai che nemmeno io ho lo spirito dell'allegra marinaia!- Detto questo Chiara lanciò un'occhiata di fuoco ad Ines che, cresciuta sul lago, fra canoe e barche a vela, amando il vento del mattino e la dolce brezza della sera, sembrava invece spassarsela un mondo.
Le tre erano partite quella mattina di buon'ora, non in macchina, perché Ines aveva il terrore di guidare su quella strada di due corsie risicate, invasa da ciclisti indisciplinati. La sorpresa nel pomeriggio: tutte le corse degli autobus erano state soppresse. Inevitabile fu allora la caracollata verso il porto, per riuscire a prendere l'ultimo traghetto della sera. Ci erano riuscite per un pelo, arrivando mentre erano sul punto di sollevare la passerella, per poi crollare senza forze e con il fiatone sui sedili al coperto. Non avevano avuto problemi a trovare posto a sedere, a parte loro c'era un gruppetto di ragazzi, probabilmete inglesi, e una coppia tedesca con annessi bambini riccioli e biondi che mangiavano compiti un lecca lecca.
Chiara si alzò e si diresse verso la prua, dove Ines si godeva l'aria della sera. La ragazza guardava il cielo, lasciando ondeggiare al vento, che si faceva via via più insistente, i capelli rossi. Le nuvole stavano coprendo il delicato rosa del cielo, ma forse sarebbero riuscite ad arrivare a casa prima che piovesse.
Il suo momento di pace venne interrotto dallo starnazzare dei cinque ragazzi. Si voltò repentinamente, ma il suo sguardo assassino venne intercettato da quello incredibilmente dolce di un giovane biondo:
azzurro nell'azzurro, mare dentro mare.
-Qui fuori si sta decisamente meglio!- Elisa apparve sorridente sulla soglia della terrazza.
-Visto?- Disse Chiara, facendo trasalire Ines
-Chia ma da dove sbuchi? Non ti avevo vista!-
- Non mi stupisco proprio, eri troppo presa da altro-
Elisa guardava interrogativamente le amiche, finché, sogghignando, la mora spiegò:
-Lei e il biondino si guardavano come due pesci lessi-
-Non è vero!- Ines arrossì fino alla punta delle orecchie, abbassando lo sguardo e trovando improvvisamente interessantissimi i fiocchi delle ballerine.
- Comunque quello vicino al riccio continua a guardarti di sottecchi- Sussurrò Ines, ancora in preda al rossore.
-Cosa?!-
-No Chia non... girarti... Ecco brava!- sbuffò Elisa.
-Vergogna-vergogna-voglio-sprofondare- Anche Chiara adesso si guardava le scarpe mentre alle loro spalle si alzava un coro di risatine sommesse.

-Dai ragazzi basta fare i cretini! Adesso mi avete fatto fare una pessima figura, era carina- mugolò Louis
-Ha ragione, le mettete in imbarazzo-
-Liam uffa! Ci togli sempre tutto il divertimento- Harry si lasciò cadere sulla scomoda panca di legno.
-Zayn dai piantala di fare l'orso solitario! Sembri proprio Rose di Titanic lassù!-
Il ragazzo dalla pelle ambrata appollaiato sulla prua roteò gli occhi infastidito. Harry sapeva essere proprio irritante, voleva solo fumarsi una sigaretta in pace.
Alzò il bavero della giacca di pelle nera, sporgendosi verso l'acqua per ammirare il prorprio riflesso fra le onde.

Accadde tutto troppo rapidamente. Un bagliore bianco, insopportabile, imprevisto, li accecò, mentre un tuono squarciava l'aria, tremando nei loro petti. La barca prese ad ondeggiare violentemente, squassandosi: gemeva l'intelaiatura di legno.
Zayn perse l'equilibrio, schiantandosi scompostamente nell'acqua.
Non riusciva a pensare a nulla, mentre i jeans attillati si inzuppavano di acqua e la giacca lo trascinava verso l'abisso scuro. Le braccia diventavano pesanti, i movimenti afinalistici,  ma poco importava, perchè lui non sapeva nuotare.
Liam notò la testa dell'amico apparire e sparire fra i flutti insistenti, mentre il vento soffiava violento. Gli occhi si riempirono di terrore e urlò, indicando un punto nel lago color cenere. Anche gli altri, ripresisi dallo shock, iniziavano ad accorgersi che qualcosa non andava, si lanciarono verso Liam, che sembrava fuori di sé con il respiro così affannato e roco. Nel delirio i suoi occhi vennero però incatenati da un altro paio, azzurro chiarissimo,  come un turchese colpito dalla luce limpida del sole invernale, che lo guardavano preoccupati.

Elisa non capiva cosa stesse succedendo, il ragazzo la fissava disperato, nello sguardo una richiesta di aiuto. Le amiche cercavano di trascinarla al coperto, ma lei riuscì a divincolarsi,  lanciandosi verso il parapetto, seguita a ruota da una Ines alquanto sbigottita. Chiara invece rimase indietro, costretta ad aggrapparsi con forza ad una porta per non cadere all'ennesimo scossone, con le nocche bianche per lo sforzo.

Elisa e a ruota Ines raggiunsero il ragazzo urlante, seguendo con lo sguardo ciò che il suo dito indicava.

Per Ines il tempo si dilatò, scorse una testa affondare e non riemergere, avvertì la stretta gelida dell'amica, che le aveva afferrato il gomito. Senza pensare salì sul parapetto, perdendo le scarpe, e si lanciò nelle acque agitate. Aveva anni di nuoto agonistico alle spalle, ma era troppo che non entrava in una piscina. La sua non fu una vera e propria decisione: era più l'istinto che la guidava.
Fissava il punto dove il moro era sparito e si immerse invano una, due volte. Poi prese aria e si buttò sotto nuovamente.
Scorse un luccichio qualche metro più sotto, un bagliore appena accennato, forse solo un'illusione. Non risalì a prendere aria, e quello fu il suo secondo azzardo, dopo la follia del tuffo.
Andò giù, giù ancora e le mani si strinsero attorno al colletto di una giacca. Era tutto nero attorno, dov'era il sopra? L'acqua le premeva attorno al corpo, le gambe bruciavano, i polmoni volevano scoppiare. In un attimo di lucidità seguì con lo sguardo una delle ultime bolle d'aria che le sfuggivano dalla bocca.  Saliva veloce, verso la libertà, incontro alla salvezza. Chiuse gli occhi, batté le gambe in quella direzione, mentre il suo fardello si agitava. Era troppo stanca perfino per avere paura, con le lacrime salate che si perdevano nelle dolci acque lacustri.

Niall cadde in ginocchio, Zayn non riemergeva, la stessa ragazza dai capelli rossi che lo aveva incantato prima era scomparsa nel medesimo punto. Non c'era più traccia di nessuno dei due. Il vento fischiava, Liam e i ragazzi urlavano, ma lui non sentiva più nulla. Ad un tratto qualcuno lo urtò violentemente, riscuotendolo.

Chiara aveva seguito la scena da lontano, quando l'amica si era tuffata si era lanciata verso la cabina di pilotaggio. Batté forte con i pugni, ripetendo ossessivamente:
-Uomo in acqua, uomo in acqua!-
Un ragazzo in uniforme spalancò la porta:
-Un tizio è caduto in acqua e la mia amica si è tuffata! Fate qualcosa!-
Sotto di lei il motore gemette, mentre i piloti cercavano di innestare l'indietro tutta.
Si voltò, trovando il ragazzo che, secoli prima, la spiava di sottecchi. Come una cosa sola, si diressero verso uno dei salvagenti ancorati alle paratie del battello. A fatica, ansimando per lo sforzo e l'agitazione riuscirono a sganciarlo. Louis lo sollevò, mentre Chiara, con le gambe che tremavano, trascinava la spessa corda che vi era legata. Un passo falso la fece franare dalle ripide scalette, ma, ignorando il dolore lancinante alla caviglia, si rialzò, aiutata dal braccio sollecito che le aveva circondato vita. Con macchie nere che le sfarfallvano davanti agli occhi raggiunse la paratia, urtando un ragazzo biondo che sembrava in trance.

Elisa era terrorizzata, ma non poteva permettere alla paura prendere il sopravvento. Come Ines studiava medicina, era fatta per fronteggiare le emergenze.
Di fianco a lei quello che chiamavano Liam era chiaramente in iperventilazione, se continuava così sarebbe svenuto presto, andando in alcalosi. Lo prese per le spalle, costringendolo a fissarla negli occhi, con un contatto voluto, a differenza di poco prima.
-Calm down! Calm down!- strillò. Con la mano frugava alla cieca nella borsa, finche non estrasse il sacchetto di carta della caramelleria. Lo scosse, mandando orsetti gommosi ovunque, e lo ficcò tra le mani del giovane che stava recuperando la lucidità respirando nel sacchetto.
Si guardarono intensamente per un attimo fugace, ma il grido del ragazzo riccio la riscosse dall'incanto di quegli occhi nocciola.



1. Fëdor Michajlovič Dostoevskij
   
 
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