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Autore: Shir    16/07/2014    4 recensioni
Conoscete tutti lo scandalo del Datagate, no? Bene, e se al mondo fosse rivelata l' esistenza delle nazioni?
Cosa accadrebbe? Come reagirebbero? Cosa farà America per evitare che tutte le colpe vadano a lui?
No parings
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Baltici, Nordici, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spagna sedeva al tavolo, inquieto, guardava il contenuto della tazza di caffè caldo davanti a sé. Non aveva neppure voglia di berlo, solo l’odore gli dava il volta stomaco. Scostò indelicatamente la tazza di fronte a lui, buttando uno sguardo sull’ uomo seduto lì davanti.
Olanda continuava a fumare, immerso nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni. Gettò prima lo sguardo sulla tazza spostata dallo spagnolo, poi lo alzò incrociando gli occhi dell’iberico.
Antonio non resse il suo sguardo per molto, girò la testa quasi subito, stringendo i pugni.
Lars  continuava a fumare senza distogliere lo sguardo. Lo sguardo serio e penetrante di Olanda aveva sempre messo in soggezione il moro; forse perché c’era una punta di odio in quello sguardo.  Anche dopo secoli il suo odio rimaneva perpetuo, come una fiamma in continua alimentazione.
-Romano verrà?- La voce cupa e bassa di Lars ruppe il silenzio.
Antonio esitò prima di rispondere.
-Si, mi ha chiamato poco fa … Doveva discutere di un paio di cose insieme ai suoi capi .-
Tornò il silenzio fra i due. Non avevano intenzione di collaborare nemmeno in quel  momento di crisi.
 
Il silenzio fu nuovamente interrotto da Belgio, che aveva preparato altro caffè accompagnato da qualche biscottino. L’ olandese ne  prese una tazza, non mise troppo zucchero, a lui piaceva amaro.
E dopo ancora silenzio. Nessuno dei tre osava fiatare.
Se ne stavano seduti al tavolino a scambiarsi sguardi quasi inespressivi, sguardi di chi non sapeva che fare.
E in fondo un po’ di ragione l’avevano, insomma che potevano fare?
Ma quel silenzio… Quel silenzio era un qualcosa di insopportabile. Contribuiva a rendere l’atmosfera ancora più tesa  di quanto già lo fosse.
-Insomma basta! Ma che vi prende?-
Olanda e Spagna si girarono verso Belgio, la quale era in piedi con i palmi aperti sul tavolo.Spagna era piuttosto stupito della presa di posizione della belga, Olanda un po’ meno.
-Come potete starvene calmi senza fare niente?! C.I.A e F.B.I avevano ognuno di noi registrato nei loro database con ogni singolo minimo dato! Ciò vuol dire che ci spiavano e intercettavano le nostre telefonate. .. E chissà per quanto tempo ci hanno tenuti sotto controllo e potrebbero continuare a farlo anche ade-
Belle si fermò di colpo.
Il suo sguardo si spostò sul fratello, il quale le aveva preso di scatto una mano. Non capiva perché Lars l’avesse così bruscamente e cercava il perché nel suo sguardo.
-Belle, basta così… Siamo in una brutta situazione e lo sappiamo. Ma no non possiamo fare niente, decidono tutto i capi come è sempre stato… Non abbiamo potere, non ne abbiamo mai avuto.-
La belga sgranò gli occhi. No, non poteva averlo detto sul serio! Insomma non poteva arrendersi così! Suo fratello era un tipo che aveva sempre combattuto, se una cosa non gli andava bene la diceva, se un cambiamento non gli andava bene si opponeva; lui era sempre stato così. E allora perché adesso questo spirito combattivo mancava?
-Lars ha ragione, calmati e siediti.- Antonio lo disse quasi in un soffio. Era stanco anche lui di quella situazione.
Belle era sempre più sconvolta. Spagna era l’ultima persona dalla quale s aspettava una cosa simile.
-Antonio.. Anche tu?-
Belgio si lasciò cadere sulla sedia ancora sbigottita.
-Ragazzi, ma che vi prende?
Olanda riprese a bere il caffè come nulla fosse, nessuna emozione traspariva dal suo volto. Spagna invece  guardava la belga cercando di convincerla col suo sguardo.
-Non c è niente che possiamo fare… Né per noi né per gli altri.-
Da quel momento Belle non rivolse la parola a nessuno dei due, ne li guardò in faccia.
Per lei era come essere seduta da sola al quel tavolo, non riconosceva nessuno degli uomini che le sedevano accanto. Rimanne in balia del suo disagio finchè qualcuno bussò alla porta.
 
Antonio si alzò quasi di malavoglia, si diresse verso la porta con  passo lento e trasandato. Il suo atteggiamento non cambiò nemmeno quando aprì la porta e si ritrovò Romano davanti.
L’italiano si trovò abbastanza sbigottito di fronte  al comportamento di Spagna, poi concluse che la situazione era pesante per tutti.
Prese una sedia e si sedette al tavolo affianco a Spagna e Belgio, Olanda di fronte. Al contrario degli altri tre lui e aveva un sorriso soddisfatto sul volto.. E aveva un piano; un piano per rilanciare l economia del suo paese.
Nel vedere quell espressione sul suo volto gli altri tre lo guardarono quasi come fosse un alieno. D’altro canto Romano li guardava quasi divertito, no avevano idea di cosa aveva in mente.
Si alzò dalla sedia guardandoli uno ad uno convinto di ciò che stava per proporgli, gli atri continuavano a guardarlo confusi.
-Ragazzi…- iniziò convinto il suo discorso – Ho un piano per portare a nostro vantaggio questa situazione, ovviamente parlo di chi è in difficoltà economiche come  me.-
Spagna, sentendosi chiamato in causa, si mise composto sulla sedia, attento a ogni parola della nazione italica. Gli altri due continuarono a guardarlo senza capire, in fondo la crisi non li ha copiti in modo così devastante come ad altri.
-E come?- chiese Antonio senza muoversi dal suo posto.
Lovino sorrise, un sorriso furbo, di chi già se l’era cavata altre volte; ne aveva passate talmente tante che aveva imparato ad arrangiarsi.
 
-Denunciando la nostra situazione ai media.-
 
Angolino ino ino:
Perdonatemi.. perdonatemi per avervi fatto aspettare due mesi e per averlo scritto malissimo, ma ultimamente non ho voglia di scrivere e poi sto frequentando il corso di manga. Non ho nient’ altro da aggiungere, spero solo che nonostante tutto sia di vostro gradimento e che, se volete, mi lasciate una recensioncina.
Alla prossima
Shir
  
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