Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: autumnleaf    17/07/2014    4 recensioni
"Forse ti amo, Matt, e mi viene da ridere, perché ci penso soltanto adesso, contando i passi che mi allontanano sempre più da te, su questo vialetto di ghiaia grigia che scricchiola sotto i miei stivali, sotto una pesante pioggia che batte beffarda su Winchester dall'alba."
"Sorrido, Mello, perché ti prenderei a schiaffi, e allo stesso tempo ti stringerei e ti bacerei le labbra e la fronte e le palpebre per farti entrare in quella cazzo di testa dura che non è così terribile essere amati. Non è ridicolo tutto ciò?"
I pensieri di Mello e Matt, mentre il primo lascia per sempre la Wammy's House: un profondo addio che però non si diranno mai veramente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Your Funny Valentine
•Matt•








E così te ne vai davvero.
 
Ti guardo percorrere questo vialetto da dietro i vetri della finestra, la nostra finestra, quella dalla quale guardavamo le stelle nei cieli d'estate e la neve scendere lenta durante i lunghi inverni della nostra infanzia. Oggi, solo una grigia e monotona pioggia che schernisce il nostro dispiacere.
E' incredibile come ad ogni tuo passo in avanti la tua figura scura si rimpicciolisca in maniera direttamente proporzionale all'ampliarsi del vuoto nel mio petto. Se potessi saperlo, probabilmente mi prenderesti per il culo dandomi del patetico, ma intanto distoglieresti lo sguardo dal mio, in un inutile tentativo di nascondermi il cipiglio che incresperebbe i tuoi bei lineamenti di porcellana. Sorrido, Mello, perché ti prenderei a schiaffi, e allo stesso tempo ti stringerei e ti bacerei le labbra e la fronte e le palpebre per farti entrare in quella cazzo di testa dura che non è così terribile essere amati. Non è ridicolo tutto ciò? Oh, sì che lo è, perché dopo aver spezzato il tuo guscio di ghiaccio stringendoti quella mano così dannatamente fredda, stanotte, forse avrei finalmente avuto il coraggio di prenderti e farti mio, e fanculo gli schiaffi, i pugni e le ingiurie che mi avresti tirato, tanto avresti ceduto.
E invece ti ho guardato e basta, nel tuo respiro che sapeva di cioccolato, ho passato una notte intera ad osservare il tuo viso cambiare colore nella luce del cielo virante all'alba, i tuoi capelli tornare spighe di grano, le tue pupille - fisse a loro volta su di me - divenire spilli, inghiottite come isole dal mare chiaro che le circonda. Le tue labbra fremevano, quando mi sono aggrappato disperatamente alle tue dita, ma non sono riuscite ad aprirsi e liberare parole che d'altronde nemmeno io, stupido, ho avuto la forza di dire. Questa notte era nostra, doveva essere nostra, ma noi l'abbiamo fatta trascorrere così, nel silenzio rotto soltanto da lievi sospiri e fruscii di lenzuola, nell'angoscia dell'addio che incombeva crudele dietro il sole nascente.
 
E così ti ho lasciato andare.
 
Ti guardo infrangere la pioggia sferzante con noncuranza, senza mai voltarti indietro verso il relitto che stai abbandonando alle tue spalle, il relitto che come unico obiettivo ha la tua serenità, e che per questo non ti ha chiesto di restare.
Se questa missione - come tu l'hai definita - servirà a darti anche solo un po' della soddisfazione che tanto disperatamente cerchi e che io non posso darti, soffrirò più volentieri.
Se solo potessi sgonfiare il tuo ego e tirarti giù dal soffitto, farti capire che l'orgoglio a volte deve essere messo da parte per trovare la pace e che sono altre le cose che rendono serena la vita... cercherei un posto dove entrambi potremmo nasconderci dalla feccia del mondo che non ci riguarda e non ci capisce, e riempirei ogni tuo respiro di significato.
Ma finché non ti libererai da quel senso di competizione, dall'ingiustificata frustrazione che provi verso te stesso e dal rancore che hanno distorto la tua capacità di amare, non sarai mai pronto.
 
Allora, vai.
 
Per il momento, sorriderò alla consapevolezza che nonostante i tuoi modi bruschi, l'irascibilità e la frequente violenza nelle tue impulsive reazioni, ci tieni a me, e - a parte qualche raro, ma infinitamente apprezzato piccolo gesto di gentilezza, come l'offrirmi un pezzo della tua preziosa cioccolata, o una scompigliata di capelli che somigliava tanto ad una carezza - la dimostrazione più grande me l'hai data accettandomi nella tua vita, permettendomi di starti accanto e conoscere lo spettro completo del tuo intricato essere, privilegio che, in quindici anni, non hai concesso mai a nessuno eccetto me, il solitario e taciturno nerd malato di videogiochi che fuma decisamente troppo per la sua età, ma che tu, solo tu, non hai mai giudicato per questo.
Chissà, forse avrai pensato che potevamo essere soli in due. Farci compagnia mentre le nostre cattive abitudini ci portavano alla rovina e alla dannazione. Ma, onestamente, il motivo per cui mi abbia tenuto con te non m'interessa, l'importante è che tu l'abbia fatto.
Perciò ora me ne starò qui ad aspettarti, a sanguinare in questo letto che mi sembrerà così grande e freddo dopo averlo condiviso con te, a sentire le ferite della mia anima riaprirsi ogni volta che il mio pensiero andrà a te - mille, duemila volte al giorno, non si cicatrizzeranno mai -, a sognare i tuoi pugni, le tue labbra, i tuoi baci che forse non diverranno mai realtà, ma non potrò fare a meno di sperarli.
 
Ora vai, dunque. Sbatti il muso contro i tuoi insulsi ideali. Crepa, magari.
Se avrai bisogno di me io ti aiuterò lo stesso, morirò con te, se necessario.
Sei uno sciocco, ridicolo sentimentale, mi diresti in una risata di scherno, Dio, mi sembra quasi di poterne sentire l'eco, perfida, pungente. Ed io riderei con te, perché avresti ragione, sono un povero sognatore e non potrei permettermelo in questa fottuta vita, ma chissà, magari mi sarà utile nella prossima, perché, Mihael, qualunque sia il nostro destino, io rimarrò in eterno il tuo buffo innamorato.










 
If I could tear you from the ceiling
And guarantee a source divine,
Rid you of possessions fleeting,
Remain your funny valentine


Don’t go and leave me
And please don’t drive me blind.

I'd fill your every breath with meaning
And find a place we both could hide
.


Don’t go and leave me
And please don’t drive me blind.










 
N.D.A.
Allora, innanzitutto chiedo venia per il casino che ho fatto con questa fanfiction, ma sono stata travolta dalla creatività e ho partorito il sequel (?) durante la scorsa notte. Inizialmente pensavo di pubblicarla come storia a parte, ma che senso avrebbe avuto? E' tutto molto più giusto e bello così u.u
E dopo essere impazzita per fare tutti i cambiamenti, ora DOVREBBE essersi conclusa con questo bel pov di Matt ispirato da due meravigliose canzoni dei Placebo (che tra l'altro mi hanno ispirato anche il titolo generico con la loro Song To Say Goodbye), la prima - che dà anche il titolo - è Blind, la seconda - dalla quale ho solo tratto un paio di frasi - è Pierrot the Clown. Ascoltatele e leggetene i testi se vi va, meritano :)
Questa volta sono un pochino più soddisfatta di ciò che ho prodotto (miracolo!),quindi non smontatemi troppo! :P
Ultima cosa, ma non meno importante: vorrei dedicare questo capitolo in particolare ad una ragazza che è stata davvero una medicina per la mia autostima, avendomi riempita di tanti meravigliosi (e a mio parere immeritati xD) complimenti. Siccome ama Matt, non posso che farle questo regalo! Questo è il culmine dei miei ringraziamenti per te, WhiteWitch, e perdonami se non sono capace di taggarti, se qualcuno mi insegnerà a farlo, provvederò xD
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: autumnleaf