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Autore: UNDERTHEWATER    17/07/2014    0 recensioni
Anja è sola su quella panchina da più di due ore. Con i mille sensi di colpa che la affliggono e i mille rimpianti. Senza un futuro, senza una meta. Senza amore, senza un'appoggio. Sola.
" scusa mamma, scusami per tutto, ti voglio bene".
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da più di due ore che era seduta su quella piccolissima panchina. Con i piedi mandava avanti e in dietro il suo skateboard. Il suo nome era Anja. Si avete capito bene. Anja era strana, il suo stile da fattona come diceva sua mamma andava molto nell'occhio. Felpa larghissima, maglietta nera sotto più grande di due taglie e dei pantaloncini da basket. Si insomma... per non parlare delle sue scarpe. Erano delle vans giganti. Tutti la guardavano esi soffermavano sui vari dilatatori e sui suoi piercing. Un monroe e un central. E i suoi capelli. Rasati da una parte e sotto un rasta pendeva con vari oggettini attaccati. La prima cosa che le persone vedevano in lei era il suo aspetto ma mai nessuno la guardava negli occhi. Mai. Mai e poi mai lo avrebbero fatto. Era la ragazza che avrebbe potuto dare il cuore ma purtroppo nessuno lo capiva. Cercava aiuto, cercava di uscire da un giro. Una giro della morte. Quel giro era proprio quello della droga, della dipendenza. Aveva diciotto anni e era letteralmente distrutta. Le veniva da piangere. Come aveva potuto schiavizzarsi a tutto ciò? Schiavizzarsi a una cosa materiale? Che per giunta non respirava? Era un corpo morto lei.. che girava per le strade di Los Angeles. Sempre con il suo skate e la sua sigaretta in mano e il suo telefono con le cuffiette nelle orecchie. Un fantasma. Sua madre era a terra, delusa. E come non biasimarla? Anja la comprendeva. Ha cominciato con l'erba, poi LSD poi coca e poi erba di nuovo. Il primo cannello se lo ricordava. Era così felice e spensierata... così libera e senza pensieri. Le cose precipitarono da li in poi. Passò a tutto pur di colmare quel vuoto. Quel senso di colpa che la divorava. " Hai rovinato l'onore della tua famiglia" ripeteva a scuarcia gola sua madre nelle bruttissime litigate che si svolgevano in camera da letto agli occhi di sua sorella minore. La sua sorellina non capiva e rimaneva nell'uscio della porta a osservare. Voleva mandarla in comunità, ma nulla, non lo fece. Anja era fissata con una cosa però. Era il suo sogno ormai da tempo. Voleva essere felice. Un sogno troppo lontano da lei. Un sogno irraggiungibile. Anja ora è ancora su quella panchina con il suo skate e la sua sigaretta a essere divorata da tutti gli sbagli della sua vita. Non è un bel finale questo, vero? Anja scriveva sulle sue pagine di diario che non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così la sua vita: una lettera bagnata da lacrime salate e un'ago che l'avrebbe portata e chiudere i suoi magnifici occhi marroni. Non lo avrebbe mai pensato la piccola Anja spensierata di qualche anno fa. Anja è incollata alla panchina da milioni di rimpianti e mentre i suoi occhi si chiudono e sente che le forze la stanno abbandonando piange con in mano una piccola lettera scritta in penna nera. La fine della lettera era solamente una scusa. "Scusa mamma, scusa per tutto, ti voglio bene".
   
 
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