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Autore: Francesco Coterpa    17/07/2014    1 recensioni
Il mondo stava rifugiandosi nella preghiera. O nella devastazione. O nel nulla.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se nessuno pensa alla fine, tutti pensano che essa non esista.

Dove sono i cieli promessi? Le ali della libertà? Dove potrò riabbracciare i miei cari? Dov'è Dio?

Dall'estremo oriente alla spiaggia dove tramonta la luce, le religioni divennero l'unica fonte di salvezza, non per il corpo ma almeno per l'anima. L'ateismo crollò come un finto castello di carte ai primi respiri del vento. Se non vi è più salvezza per la vita terrena, si cerca una salvezza illusoria per quella dopo. Tra le strade che prima udivano solo spari e sangue s'alzarono odi e preghiere e pianti, tanti pianti. La morte sembrava non accettare l'attesa del giorno stabilito, e col suo passo lento allungava sempre più la sua lista. In quanti avrebbero visto la fine?

Il 20% della popolazione umana era sparito in meno di due anni. I governi vennero rasi al suolo e ovunque regnò la più terribile anarchia. Ognuno aveva potere di vita e morte sull'altro. Nessuno si salvava e ben presto anche il mito della salvezza delle anime piombò nell'oscurità. E con sempre più sicurezza nacque l'idea che tutti saremo diventati polvere al vento nello spazio, senza spirito, senza paradiso né inferno. La fede non era nient'altro che un'illusione. Se in vita si viveva bene era già paradiso nel caso contrario si sarebbe sprofondati nel più terribile dei gironi del mondo sottostante, la pazzia.

È falso il mito che alla discesa dell'oscurità la luce si fa più intensa. Tutto è falso, sono solo invenzione delle menti malate dell'uomo che cercavano un qualche sollievo in una lontana fantasia.

Mancavano oramai solo pochi mesi al giorno stabilito, al giorno in cui tutti, tutti avrebbero dormito sulla verde collina. Come se non bastasse l'occidente era entrato in guerra. Le armi atomiche furono lanciate contro Londra, Parigi, Mosca, Milano, New York, Tokyo ed altre migliaia di città. E così in un attimo morirono ottanta milioni di persone e le città che avevano segnato la storia dell'uomo furono cancellate. Quale follia quella umana.

E se la fine non fosse stata per un cataclisma ma per solo per la mano sporca dell'uomo?

Il tempo correva troppo celermente e il ticchettio delle lancette diveniva sempre più forte e marcato, insostenibile. Perché il tempo passava? Non poteva fermarsi? Che fretta c'era? Era così impaziente di eliminarci?

 

  
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