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Autore: dahlia variabilis    17/07/2014    2 recensioni
-Lily.
Il suo nome è quasi una preghiera. Il modo in cui lo pronuncia, come se lei potesse dargli qualcosa che non ha. Come se lei potesse salvarlo dai fantasmi che lo divorano. Non è riuscita a salvare se stessa, come può salvare lui?
-Lily, ti prego.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ogni mattina James la osserva da lontano.
Lily è una bellezza rara, di quelle che ti si insinuano dentro piano piano e che poi non riesci più a dimenticare. Il cuore gli rallenta fino quasi a fermarsi quando, per caso, incontra i suoi occhi verdi. Le mani gli tremano e lui ricorda la prima volta che lei è andata a vedere gli allenamenti di Quidditch nonostante il temporale.  E Lily ha paura dei temporali.
James è sempre stato sicuro di sé, ma quando Lily lo perfora da lontano con lo sguardo di chi è stato spezzato, tutte le sue certezze cadono e dentro lui si apre una voragine.
Incolmabile.   
Siedono ai capi opposti della tavolata, senza guardarsi, facendo finta di non conoscersi, pretendendo che niente sia mai accaduto tra loro.
Fa male.
 
Ogni mattina James la osserva da lontano.
Lily mescola i cereali al succo di zucca svogliatamente –il latte non le piace-, mentre con l’altra mano tiene un libro. Ogni tanto il suo sguardo si perde nel vuoto e il suo cuore batte disperatamente. Le palpebre cercano invano di ricacciare indietro le lacrime.
Lily vuole essere forte, lo vuole disperatamente, ma nessuno le ha mai detto che l’orgoglio indebolisce soltanto.
 
Anche oggi la osserva da lontano.
Sirius blatera qualcosa con Remus e Peter. Attorno a lui tutti aprono pacchi o leggono lettere.
A lui Lily non ha mai scritto lettere, è una persona coi piedi per terra, che rifiuta qualsiasi romanticheria. James vorrebbe qualche segno tangibile del suo amore, non gli bastano i baci e le parole. Perché Lily non può essere come le ragazze di Sirius, che lo riempiono di bigliettini e leccalecca a forma di cuore?
James si lascia sfuggire un sospiro nel momento esatto in cui un gufetto grigio gli lascia cadere nel piatto vuoto un biglietto.
Lo gira e lo rigira.
Sulla busta non c’è scritto niente.
Gli amici si sono improvvisamente zittiti, lo guardano di sottecchi mentre spizzicano dei muffin al mirtillo.
La apre.
Il biglietto non è firmato, ma James riconosce la grafia minuta ed elegante di Lily.
Il suo cuore manca un battito. Mancano meno di quindici ore.
 
Nella stanza delle necessità c’è un pianoforte.
Quando finiscono le lezioni Lily si chiude dentro e osservava i tasti. Bianco, nero, bianco, nero, bianco, nero, bianco, bianco, nero. Desidera saper suonare il piano.
Il cuore manca un battito.
James lo suona.
James.
Lily si chiede se verrà all’appuntamento. Nonostante la rabbia che prova nei suoi confronti, non ce la fa senza di lui. Sarà sempre così, un continuo prendersi e lasciarsi, perché nessuno dei due è perfetto e nessuno dei due vuole rinunciare all’altro. James è testardo oltre qualsiasi previsione, vuole sempre aver ragione e fa le bizze se non può ottenerla. James chiede scusa anche quando è colpa di Lily. James la ama.
Lily è probabilmente la persona più orgogliosa di Hogwarts e vuole averle tutte vinte. Lily ha un cuore immenso e cerca sempre di aiutare tutti, dimenticando di aiutare se stessa. Lily si sente perennemente imperfetta, mai all’altezza.
Ricorda quando, al primo anno, dei ragazzi di Serpeverde l’hanno derisa davanti a tutti. Quei “Sei solo una nata babbana, a chi hai rubato la bacchetta?” la pugnalano ogni notte, le tagliano il respiro e gli occhi non rispondono più al cervello che ordina loro di non piangere. E ogni giorno studiare studiare studiare studiare solo per sentirsi all’altezza dei Purosangue, solo per non sentirsi esclusa, solo per dimostrare che la sua magia è come quella degli altri, che la sua magia non ha niente da invidiare a quella dei purosangue.
 
Il cuore manca un battito.
A James non è mai importato cosa lei fosse.
James.
James la ama a prescindere da qualsiasi cosa. Ama i suoi occhi duri quando la fa arrabbiare. Ama il modo in cui si sposta i capelli dagli occhi. Ama il modo in cui cammina, leggermente incurvata in avanti, come se portasse il peso di tutte le parole che le ha detto sulle spalle. Ama il modo in cui sfoglia i libri. Ama il modo in cui osserva le foglie in autunno, come se non ci fosse niente di più bello. Ama quando fanno l’amore dopo aver fatto pace e Lily piange, troppe emozioni per il suo cuore.
 
-Lily.                                                              
Lily si volta di scatto. James è impietrito sulla soglia, gronda acqua ovunque, ha ancora la divisa di Quidditch addosso.
-Lily.
Nella sua voce c’è qualcosa che le spezza il cuore, un dolore infinito. Lily abbassa gli occhi, non può farcela, non può sentirsi responsabile anche per il dolore di James.
James resta sulla porta, anche i suoi occhi sono bassi.
-Lily.
Il suo nome è quasi una preghiera. Il modo in cui lo pronuncia, come se lei potesse dargli qualcosa che non ha. Come se lei potesse salvarlo dai fantasmi che lo divorano. Non è riuscita a salvare se stessa, come può salvare lui?
-Lily, ti prego.
Lei alza lo sguardo, ma rifugge il suo. Gli guarda le mani. Le unghie mangiucchiate per il nervoso, le dita macchiate dall’inchiostro, l’acqua che cola dalle maniche della divisa e le bagna.

Apre la bocca per parlare.
Non esce nessun suono.
Solo lacrime, lacrime che bruciano e mandano a puttane l’orgoglio. James le si avvicina e la stringe a sé.
-Oh, Lily.
-Non ce la faccio. James, io non ce la faccio senza di te.
Il cuore che pompa sangue, troppo sangue. Ogni battito è dolore. Ogni respiro fa male.
James non risponde, la stringe e basta.
In quell’abbraccio Lily ritrova il suo posto nel mondo. In quell’abbraccio Lily si sente a casa e ogni pezzo del cuore ritorna al suo posto. In quell’abbraccio riesce a sentire tutta la disperazione di James, dal primo all’ultimo granello.
-Ti amo- scontato, banale, ma lei sente il bisogno di dirlo –perdonami, ti prego.
James le solleva il viso rigato dalle lacrime, la osserva per quello che sembra un istante infinito, la bacia. Quanto dolore, quanta disperazione può esserci in un bacio? È un bacio violento e James si aggrappa a lei come un naufrago si tiene stretto lo scoglio. La stringe tra sé e il pianoforte. Le mani vagano sotto il maglioncino di Lily, lasciando scie bollenti sotto la camicia.
Lily lo stringe a sé con le gambe, gli sposta i capelli bagnati dagli occhi e lo bacia.
Lo bacia mentre la divisa fradicia raggiunge il pavimento.
Lo bacia mentre le mani impazienti di James sbottonano la camicetta.
Lo bacia mentre la fa stendere sul pianoforte.
 
James si stacca da lei e la osserva. La pelle chiara sembra ancora più pallida a contrasto col nero del pianoforte. È la cosa più bella che abbia mai visto.
Lily guarda altrove, si imbarazza ogni volta che James la guarda, specialmente quando è nuda.
E James resta fulminato dalla consapevolezza che è lei, è lei, è lei, è lei.
-Sposami Lily.
   
 
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