Echo
No one can understand me
Like you can understand
No one can fill your shadow
Cuz you are all I am
E poi un giorno sei arrivato.
E hai capito i miei silenzi e le mie battute intelligenti.
Non te ne sei andato di fronte alla mia espressione da “stammi lontano”. Non mi hai abbandonata quando avresti potuto – e forse anche dovuto – farlo.
Ci sei stato quando ne avevo bisogno, hai sempre saputo quando lasciarmi sola con me stessa e quando starmi accanto anche se ti dicevo “ti prego, lasciami in pace”.
A volte sei sparito (io pure). E sei sempre tornato. Non ti ho chiesto perché l'hai fatto, come è stato stare senza di me, e non lo farò. In questo siamo uguali. Fuggiamo per assicurarci di essere ancora liberi, e poi torniamo da chi e per chi vale ancora la pena tornare anche se tutto il resto ci soffoca. Però me lo domando: com'è stato stare senza di me? La vita è uguale, forse migliore? Io ho contato i giorni trattenendo il respiro, con la paura di perderti, di perderti per sempre. Io non sono abbastanza, lo so bene. Non capirò mai cosa ti ha spinto a tornare ogni volta da me. Eppure l'hai fatto. Tranne l'ultima.
Sei rimasto mentre leggevo, mentre piangevo e mentre pensavo a qualcun altro.
Sei stato arrogante, brillante, misterioso e sfacciato al punto giusto. Affascinante, ribelle, ironico, un silenzio mai dimenticato. Se mi avessero parlato della tua esistenza, lo giuro, non ci avrei mai creduto. Ma poi ti ho visto, parlato, toccato, e sì, eri vero. Così vero da far male al cuore.
La tua assenza è pesante, impossibile da ignorare. Ti vedo in ogni luogo dove sei e siamo stati, nelle foto scattate con il mio cellulare e in nessun'altra persona. Ti sento nell'aria e nell'eco di ogni mio pensiero.
Sei stato la mia ispirazione. Hai liberato parole intrappolate tra le mie dita sottili da troppo tempo, incastrate fra gli anelli troppo larghi e quelli troppo stretti. Mi hai sorriso, quel sorriso che mi ha fatta singhiozzare di felicità. A volte la felicità può fare più male del dolore.
Mi hai guardata, guardata dentro. Riempita di un sentimento mai dichiarato. Non me ne hai fatta una colpa, e io non ne ho fatta una a te. Perdonami, se avessi parlato forse le cose sarebbero andate in modo diverso.
Mi hai baciata piano e mi hai baciata forte, mi hai accarezzata e sfiorata e stretta e ancora baciata.
Quando ti penso c'è la nostalgia dei nostri giorni passati e di quelli che non ci hanno visto arrivare ancora insieme, giorni perduti che rimpiangerò sempre e per sempre. Perché eri tu.
Eri tu.
|