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Autore: Maybeisyou    17/07/2014    2 recensioni
Luke: "Un mese fa ho incontrato una ragazza. Era così diversa da tutte quelle che ci seguono di solito..”
Calum: “Oh si, la ragazza del McDonald!”.
Smetto di scarabocchiare e alzo lo sguardo.
Luke mi guarda, io lo guardo. Riprende a parlare: “Si, lei Calum. Dicevo, ho incontrato questa ragazza per caso e.. Beh la storia la sapete.. Avrei voluto chiederle il suo numero di telefono, o la sua mail, o almeno il suo nome. Mentre non ne ho avuto la possibilità. E ancora oggi non ho idea di quale sia, il suo nome; o di che suono abbia, o se renda giustizia al suo sorriso timido..” dice mentre appoggia i gomiti alle ginocchia ed accenna ad un sorriso sbilenco, proprio come quando mi ha rivolto la parola per la prima volta.
“Quindi, signorina White, come si chiama?”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I can't remember the last time I saw your face
I feel so lonely when I'm in a crowded space
You left me without direction."


YOU COMPLETE MEss.

È Novembre e gli alberi sono quasi tutti spogli. Le giornate in Università si fanno sempre più impegnative e io sono entusiasta. Entusiasta dell’ambiente, del fatto che in Lettere Moderne ho il massimo dei voti, della gente. Sì, perché per una volta nella mia vita riesco a passare inosservata perché sono io a volerlo, e non perché vengo esclusa. Mi salutano tutti, qualcuno mi ha pure invitata fuori, e Gio, il ragazzo che si siede sempre di fianco a me durante l’ora di Storia, prende il mio stesso tram. A volte occupa due posti e ne conserva uno per me, così da scambiare due chiacchiere durante il tragitto.

Si fanno le due di pomeriggio in fretta, siamo a metà settimana e io già sono distrutta. Forse dipende dall’influenza che mi sono beccata la settimana scorsa. Alzo fino in cima la zip del giubbotto di pelle e corro sui quattro gradini che precedono l’entrata del McDonald che si trova ad un isolato dalla mia università. Ho una sete impressionante, così scelgo di prendere una Sprite prima di tornare a casa a studiare. La fila alla cassa non è molto lunga e io mi posiziono in quella tutta a destra, verso i tavoli pieni di ragazzi e ragazze con computer portatili e libri. Si stanno preparando tutti per gli esami, cosa che dovrei fare pure io. Mi stupisco di vedere che all’interno del locale il riscaldamento è già stato acceso, così tolgo il giubbotto di pelle e lo incastro nella tracolla della borsa. Ho i capelli raccolti in uno chignon disordinato, che lascia liberi alcuni riccioli nocciola. Sono struccata e, come sempre, il mio abbigliamento è sciatto in confronto a quello delle mie coetanee: indosso la mia maglia preferita, che porta la scritta 
“YOU COMPLETE MEss”. La guardo e sorrido: è stata il mio portafortuna per anni, la mia compagna di viaggio, le braccia in cui rifugiarmi quando non potevo ricevere abbracci reali. La persona che stava in fila di fronte a me se n’è andata con il suo vassoio e io faccio la mia ordinazione, appoggio i soldi sul bancone e prendo il cellulare. Si sono fatte già le 14:22. Sospiro e mi chiedo perché la cameriera ci sta mettendo molto quando sento una voce che conosco fin troppo bene alzare la voce.

“Ehy ragazzina, bella maglietta!”. Parla con calma e riesco a comprendere il suo accento inglese. Mi volto, con il cuore che batte a mille, perché sicuramente sto sognando ad occhi aperti. E invece no: alla mia sinistra, con un sorriso sbilenco e il cappuccio in testa c’è proprio lui.
 Luke Hemmings. Mi squadra per un secondo e io resto totalmente immobile, anche se le mani mi tremano. I suoi occhi azzurri sono così dannatamente belli visti da vicino e, nonostante la felpa nera, il braccio che tiene in mano  una bibita ha i muscoli tesi. Studio ogni dettaglio della sua figura per quella che mi pare un’eternità, e poi mi rendo conto: ha indosso la sua canottiera preferita, quella che reca la scritta identica a quella che porto addosso io. Scoppio in una breve risata, probabilmente per combattere il nervosismo. Respiro e rispondo tranquillamente, perché in fin dei conti è un ragazzo come un altro. In fin dei conti per me è ancora l’Hemmo1996 che pubblicava cover su Youtube sperando di sfondare.

“Potrei dirti la stessa cosa”.
La cassiera è arrivata a mi consegna il bicchiere di Sprite, lo prendo con dita tremanti e mi volto ancora verso Luke. LUKE HEMMINGS, ma ci rendiamo conto? Il mio idolo è a due metri da me e mi ha parlato per primo. Le mie ginocchia tremano quando incontro i suoi occhi. È leggermente confuso, infatti sfila la mano che aveva in tasca e si tocca i capelli senza togliermi gli occhi di dosso.
“Aspetta.. Perché non stai urlando? Insomma, hai addosso la mia maglietta e questo indica che evidentemente sei una nostra fan, eppure.. perché non stai facendo una scenata isterica?” mi chiede con evidente sorpresa.
La mia espressione è più confusa della sua: si impegnano sempre a dire che sono ragazzi normali, che gli farebbe piacere esser trattati come tali, che non c’è bisogno di strapparsi i capelli quando li si incontra e poi? Appena una ragazza lo fa, pare che ci restano male perché non vengono trattati da Superstar? Mi innervosisco e, stringendo forte il bicchiere che tengo in mano, inizio ad urlare come una pazza. Batto i piedi per terra e, con un ultimo acuto, dico: “Oh mio Dio, è Luke Hemmings!!"

Ho scatenato un putiferio: un rumore di sedie che si spostano e ragazze che urlano si fa sempre più vicino. Sorrido, fiera della sfida che gli ho lanciato e che ho vinto nello stesso istante in cui ho iniziato a gridare. Gli lancio un’occhiata da stronza, mentre invece lui mi guarda con gli stessi occhi che un cerbiatto ha di fronte ai fari di un’auto: l’ho colpito. Mi guardo alle spalle per un istante, rendendomi conto che nel giro di due secondi lui sarà circondato da ragazzine urlanti che pretendono un selfie con lui.

“Spero che ora tu sia soddisfatto, buona giornata Hemmings.” dico uscendo dal Fast Food ancora scombussolata e carica di adrenalina. Le gambe mi tremano, ho il cuore che batte all’impazzata e la testa che mi gira. Mi siedo sul primo gradino che prima avevo salito di corsa. Sento ancora delle urla provenire dall’interno e mi volto per guardare attraverso le due porte scorrevoli. Lo vedo lì, sorridente mentre si mette in posa con tante ragazze che, come me, lo ammirano. Eppure sono arrabbiata, perché l’ho trattato come un ragazzo normale e lui si è palesemente offeso. Mi volto e prendo a girare e rigirare la cannuccia nel bicchiere. Mi maledico, perché il mio idolo è lì dentro e io gli sto dando le spalle. A lui, quello per cui ho fatto file immense, quello per cui ho pianto in mezzo a stadi e palazzetti durante le loro esibizioni. Quello per cui ho buttato via giornate sotto alberghi, fuori da radio, solo sperando di incontrare il suo sguardo.

Persa tra i miei pensieri non noto il rumore delle due porte scorrevoli che si aprono. Sento qualcuno che corre giù dalle scale e poi si ferma di fronte a me. Alzo lo sguardo e mi trovo di fronte i suoi due perfetti occhi azzurri. Sto per aprir bocca, per chiedere scusa anche se sono arrabbiata nera, ma qualcuno alle mie spalle urla di nuovo. Probabilmente una foto non gli basta, probabilmente si tratta di qualche ragazza che era in bagno e non è riuscita ad incontrarlo. Resta il fatto che Luke guarda allarmato dietro di me e, senza dire una parola, afferra il mio polso trascinandomi in piedi, facendo cadere quello che rimaneva della mia bibita. Inizia a correre senza staccare la presa dal mio braccio e io, corro dietro di lui. Corro insieme a lui. Insieme.

“Luke smetti di correre! Luke lasciami andare! Lasciami!” urlo cercando di fermarmi. Ma la sua presa è troppo forte, come è forte l’energia che mette nella sua apparentemente inarrestabile corsa. Sembra quasi non abbia sentito neppure una parola di quelle che gli ho rivolto, infatti svolta a destra in un vicolo che non conosco. Si ferma pochi passi dopo.
“Ti rendi conto della situazione in cui mi hai cacciato? Ero circondato da pazze isteriche che mi hanno accecato per una buona mezz’ora! Non ti ho detto “Ehi ragazzina, urla!”. Non ti ho detto di farmi finire bloccato in un McDonald poco prima di un’intervista!” mi urla contro. Luke Hemmings che urla contro a me? Ma ci rendiamo conto? La vista mi si annebbia, così mi aggrappo al muro con la mano destra, chiudendo gli occhi per un secondo. È colpa della corsa, probabilmente; e del fatto che non ho ancora mangiato nulla da quando ho aperto gli occhi.
Meccanicamente inizio a ripetermi “Non chiudere gli occhi, non chiudere gli occhi andiamo!”. Così ci provo: tengo lo sguardo fisso su Luke, ma ormai non sento più una parola di quello che dice. Lo vedo iniziare a nascondersi dietro tanti pallini neri che mi oscurano la vista. Vedo il suo piercing, sempre se non si tratta di un altro dei mille puntini neri; tratti del suo ciuffo biondo. E nient’altro. Il resto sta inesorabilmente diventando nero. Tutto nero.


Vorrei urlare ma l’oscurità mi inghiotte prima. 



                                                                                 

Ciao bellezze!
Ecco a voi il secondo capitolo, ed ecco a voi il nostro buon vecchio Luke. Spero vi stiate appassionando alla storia. Ringrazio comunque chi si è preso la cura di leggere ogni parola, leggendo così ogni mio pensiero. Grazie anche alla mia amica G., che sta scrivendo con me un'altra FF (la trovate sulla nostra pagina EFP).
Io sono V, e ora (come accennato) vi lascio con questo piccolo regalo. Buonanotte a tutti! V.



 
   
 
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