Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Sara Scrive    18/07/2014    9 recensioni
Quante ragazze sognano di essere diverse dalle altre e fare grandi cose?
Chocolat sperava di riuscire a trovare qualcosa in lei che l'avrebbe resa felice e appagata, voleva avere un talento fuori dal comune ma...

‘L’unica cosa di cui ero certa, era che stavo riscrivendo il passato e facendo innamorare di me una futura superstar’
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
So solamente che mio nonno mi ha dimostrato che con un po' di volontà puoi fare ciò che vuoi.
 
Capitolo 2
 
«E’ solamente una coincidenza» continuavo a ripetermi prima di mettermi a dormire.
Dire che ero rimasta sorpresa dopo aver letto quell’intervista a Charlie era abbastanza riduttivo, ma la mia parte razionale era convinta che fosse tutta una casualità.
Ero totalmente convinta che quello in cui baciavo quel ragazzo era soltanto un sogno, era stato abbastanza strano, ma era pur sempre un sogno. Ero anche certa di non conoscere Harry Styles degli One Direction e non avevo modo di ritenere che lui conoscesse me, anche se assomigliava vagamente e aveva per pura coincidenza lo stesso nome del ragazzo del sogno.
‘Magari hanno cognomi diversi – pensai – si somigliano soltanto, spesso capita di immaginare cose strane’.
Non era il caso di dar peso a quella faccenda, avevo già svolto una piccola ricerca su di lui senza scoprire nulla che potesse spaventarmi. Quel cantante non parlava spesso delle sue relazioni o cose simili, era abbastanza riservato e questo fu un motivo in più, che mi spinse ad archiviare la faccenda.
Era stata tutta una coincidenza.
Impostai la sveglia e mi diedi la buona notte.
 
Senza sapere il perché, stavo masticando qualcosa, abbassai lo sguardo e automaticamente la mia bocca si aprì leggermente mentre la mia mano mi avvicinava alle labbra una barretta di cioccolato.
Di nuovo quel sogno strano in cui non riuscivo a muovermi come volevo.
La mia testa non voleva spostarsi e di conseguenza non riuscii subito ad identificare il luogo in cui mi trovavo, ma a giudicare dal mio abbigliamento ero sicuramente in una scuola.
Sentii dei passi e mi voltai: «Finalmente – esclamai – credevo stessi litigando col distributore».
‘Rose, lei dev’essere Rose’ pensai appena mi resi conto di chi avevo davanti.
«Il professore di letteratura mi ha dato le disposizioni per l’Open Day».
Mentre parlavo con lei, approfittai di non avere il capo chinato e analizzai la situazione: mi trovavo per la seconda volta in quel liceo, più precisamente seduta al tavolo in mensa,  avevo anche riconosciuto distrattamente qualche altro volto oltre Rose.
«Mi dici che ore sono?» chiese mentre sorseggiava un succo di frutta.
Avvicinai il braccio al viso e lessi ciò che c’era scritto sul piccolo orologio digitale da polso: ‘13.48 28-03-09’.
Mentre le mie labbra rispondevano a Rose, la mia mente si chiedeva per quale motivo avessi immaginato il giorno seguente a quello del sogno.
Tutto era così nitido,  sentivo il sapore della merenda chiaramente,  potevo udire tutte le voci dentro la sala e ascoltavo senza problemi la conversazione con quella ragazza, ma nonostante tutto,  non potevo fare niente, solo assistere.
Era la seconda volta che vivevo una cosa del genere e mi preparai mentalmente a passare le ore in quel sogno.
Mi dava fastidio non potermi muovere come volevo, era una sensazione stranissima perché sembrava stessi sul punto di svegliarmi, ma ero intrappolata in quella situazione.
‘Ma per quale motivo si danno tutti così da fare? – pensai notando tutto quel fermento – quanti ragazzini delle medie ci sono in giro!’
Se fosse stato per me, li avrei fatti saltare tutti i aria. Non sopportavo per niente i bambini, soprattutto quelli vivaci e viziati come Charlie.
Intorno a noi c’era abbastanza movimento,  benchè fosse la pausa pranzo ogni studente del liceo faceva avanti e indietro: chi stava facendo visitare la scuola a vari genitori, chi stava finendo di attaccare gli ultimi cartelloni e c’era anche gente che girava con provette  destinate all’aula di scienze.
Alla fine, dopo neanche cinque minuti, mi alzai ed iniziai a girare per la scuola dando una mano ad alcuni compagni di classe che dovevano finire di rendere presentabili ai visitatori alcune aule.
Una parte di me, era in ansia per scoprire se tutto quello che era successo nel sogno precedente l’avrei riscontrato anche in quello in cui mi trovavo; speravo che fosse tutto una coincidenza, che fosse tutto archiviato…invece, mentre aiutavo Rose a far visitare la scuola ad alcuni ragazzi delle medie, vidi il ragazzo che avevo baciato, camminare per il corridoio.
‘Cosa vuole?’ mi chiesi mentre mi faceva un cenno.
«Ehi» esclamò senza fermarsi ed entrando in un’aula.
Non avevo prestato attenzione alla reazione del mio corpo, forse avevo sorriso, forse gli avevo anche detto ciao, ma in quel momento la mia testa era rimasta ad analizzare il volto di…
‘Com’è che si chiama? -  mi chiesi. – Ah, sì, Harry…’
Aveva un viso familiare,  sapevo che il motivo era perché avevo sognato di baciarlo e di stare a pochi centimetri da lui, ma una parte della mia mente proiettava dei flash dell’intervista che avevo letto a Charlie, come per collegare le due cose.
‘Impossibile’ decretai mentalmente, provando ad interrompere quei pensieri.
Non sapevo cosa stava succedendo, se fossero coincidenze o meno, ad un tratto mi venne voglia di svegliarmi, di prendere una tazza di the e placare l’ansia che stava nascendo a causa della confusione dentro di me.
Mi accorsi solo dopo un po’ che mi ero persa qualche battuta e che dopo aver controllato l’orario su un vecchio cellulare, Rose aveva affidato quel gruppetto di ragazzini ad un professore che stava passando nelle vicinanze per caso.
«Finalmente torniamo a casa» esordì la mia presunta amica del sogno, sistemandosi lo zaino e avvicinandosi al portone d’uscita.
Il tempo era grigio e cupo, fortunatamente non pioveva, ma in mano tenevo un ombrellino pronto per l’uso.
Scendemmo lentamente le scalette dell’entrata della scuola e fu in quel momento che mi accorsi di un cartello che recitava  il nome del liceo: ‘Holmes Chapel Comprehensive School’. Di sicuro non era quello che frequentavo a Bristol quando avevo quindici anni.
La curiosità era troppa, volevo davvero capirci di più.
«Dove mi trovo?!» pensai, o meglio dopo aver sentito la mia voce dire quelle parole, mi resi conto che per la prima volta ero riuscita a far fare al mio corpo ciò che volevo.
«Che razza di domanda è?» chiese Rose.
«Dico davvero – ero sorpresa di quel cambiamento, ma ero veramente decisa a scoprire qualcosa e volevo sfruttare quegli attimi preziosi – dove siamo?»
«Non ti facevo così cretina – rispose trattenendo una risata – spero tu stia scherzando».
«Rose…» Mi fece strano pronunciare il suo nome.
«Siamo nel Cheshire, in quale scuola hai studiato geografia?» era ancora ironica nonostante non riuscivo a mascherare la mia espressione perplessa.
«A Holmes Chapel…» avrei voluto formulare una domanda, ma la mia voce si affievolì  facendola sembrare un’affermazione, mentre sentivo un torpore dentro di me.
Un istante dopo, mi ritrovai nella situazione di sempre, con la mentre intrappolata nel corpo che faceva come voleva.
«A Holmes Chapel, esatto» Rose scosse la testa facendo una smorfia.
«Dicono che ieri hai baciato Harry… - esordì lasciandomi basita – perché non mi hai detto nulla?»
Non sapevo che fare, se stare attenta alla conversazione fra il mio corpo e Rose, oppure immergermi in una profonda riflessione ed ignorare la maggior parte di quello che mi circondava.
Decisi di ascoltare: «E’ successo per sbaglio e soprattutto per colpa tua!» dopo un attimo di stupore iniziale, il mio corpo aveva reagito.
«In che senso scusa?» Rose sembrava accigliata.
«Gli sono finita addosso con i tuoi scatoloni» le risposi, guardandola di sbieco.
‘Harry, Harry, Harry… Ne ho abbastanza di questo tizio’
Chi era? Che ruolo aveva nel sogno?
«Sicuramente non gli sarà dispiaciuto» disse con una strana espressione maliziosa in viso.
«Indossavo un capello idiota, – esclamai, fermandomi – gli ho rovesciato dei coriandoli in testa!»
«Secondo te allora, - fece mettendo la mano sulla maniglia del portone – perché ha deciso di sedersi dietro di te?»
«Sciocchezze» decretai voltandomi di lato mentre usciva.
‘Come dietro di me!? – pensai sempre più sorpresa – nel sogno precedente non mi pareva di averlo visto seduto al banco dietro il mio…’
‘Rose – pensai irrequieta – aspetta!’ troppo tardi: l’immagine cominciò a sfocarsi lentamente, invece di sentire l’aria fredda di Holmes Chapel e il peso dello zaino, sentivo il calore della coperta.
Mi alzai di scatto dal letto per spegnere la sveglia del cellulare  e  mi avvicinai al computer : avevo delle ricerche da fare;  sogno o non sogno,  era tutto troppo strano, dovevo assolutamente capire se il nome di quella città o paese esistesse davvero.
‘Perché?’ mi chiesi, accendendo il portatile. Stava succedendo qualcosa. Possibile che avessi avuto dei sogni premonitori o cose simili?
Senza curarmi della colazione e se mia madre fosse ancora in casa alle dieci di mattina, iniziai a digitare freneticamente sulla tastiera.
Non sapevo cosa aspettarmi mentre il motore di ricerca caricava la pagina con i vari risultati, una parte di me sperava di trovare un reindirizzamento a parole analoghe,  ma dall’altra, ero curiosa di sapere come e perché avevo sognato una cosa del genere in un posto che neanche conoscevo per ben due volte.
Invece mi si aprì davanti una scheda piena di link con vari collegamenti, appartamenti, wikipedia, foto e…One Direction.
Per poco non mi mancò il respiro dalla sorpresa: iniziai velocemente a leggere ed immagazzinare più informazioni possibili.
Scoprii che quello era il paesino di campagna in cui viveva uno dei componenti di quella band, più precisamente Harry, Harry Styles e non potei fare a meno di notare a quanto somigliasse al ragazzo del sogno.
‘Vuoi vedere che…’
Dopo aver cercato le ultime cose su Google, la mia mente aveva elaborato una soluzione razionale a tutto quel problema: avevo sicuramente letto su una rivista di Charlie le cose che mi ero sognata, ma le avevo dimenticate ed erano rimaste nel mio subconscio.
Doveva essere stata tutta una coincidenza, ero sicura infatti che il bacio più bizzarro di Harry Styles l’avessi letto in precedenza prima di rileggerlo a Charlie.
Andai a fare colazione scuotendo la testa per liberarmi da quei pensieri, era sicuramente stata una stranezza dovuta al nervosismo di quel periodo.
Trovai mia madre seduta in cucina mentre leggeva concentrata un gruppo di fogli.
«Ehi» mi salutò, distogliendo per un attimo la sua attenzione dal lavoro che stava facendo.
«Anche oggi mi lascerai da sola con quel piccolo demonietto?» chiesi con una punta d’acidità.
Mia madre e zia Martha erano sorelle, lavoravano insieme in una tintoria che vendeva anche biancheria e così, visto che io rimanevo da sola a casa, quando Charlie rientrava da scuola o non ci andava, mi ritrovavo a fare la babysitter, senza stipendio per di più.
«La vuoi smettere di comportarti in questo modo?» rispose visibilmente alterata.
Inarcai il sopracciglio e feci per replicare con qualche rispostaccia quando lei mi interruppe: «E ora lasciami lavorare, sto preparando l’annuncio per vendere la casa»
Per poco non mi strozzai col latte che stavo appena bevendo, voleva vendere la casa?! La nostra cosa?
«Mamma ma cosa dici!?!- esclamai sorpresa – dove andremo a vivere?!Ma cos…»
«Non voglio vedere la casa in cui viviamo, ma l’altra».
«L’altra?»
Mia madre si voltò scocciata sbattendo i fogli sul tavolo: «Per la miseria Chocolat! Che diamine ti prende?!»
«Mamma – feci un passo indietro – io…»
«Ho bisogno di soldi – esordì abbastando il tono di voce – noi abbiamo bisogno di soldi».
Continuai a guardarla senza capire.
«Io e tua zia abbiamo fatto un conto: per espandere la nostra piccola impresa dobbiamo fare investimenti e richiedono sacrifici…».
«Se me l’avessi detto prima, di sicuro ti avrei aiutato…» provai a formulare qualcosa anche se ancora non capivo di cosa stesse parlando.
Sicuramente mi sarei impegnata a trovare un lavoro, anche fare la cameriera andava bene se mia madre si trovava in difficoltà.
«Chocolat –ripetè tornando tranquilla – so che ti eri affezionata a quella casa, ma è necessario…»
«Quale casa?» richiesi spazientita.
«La casa ad Holmes Chapel…»
Mia madre finì di pronunciare quelle parole con una strana espressione in faccia, mi guardava come se si aspettasse che sarei impazzita e le avrei urlato contro da un momento all’altro...
Invece feci qualche passo indietro e lasciai cadere la tazza di latte.


 
#Let my Beau
First thing first, grazie a tutti per le recensioni, davvero è bello sapere che continuate a seguirmi e quindi l'esperimento di pubblicare una nuova long è funzionato haha lol
Comunque, tornando a noi, questo è solo un capitolo di passaggio per stuzzicare la vostra curiosità, come sapete sono un tipo che procede con calma, della serie che non troverete smancerie dopo tre capitol.
Per chi se lo stesse chiedendo, Harry e gli One Direction descritti in questa storia sono famosi, cioè sono i veri OneD.
Questo personaggio, Chocolat, credo abbia solo il mio viso, per il resto credo che sia una completa idiota. Qualcuno, mi aeva fatto notare che appunto non era come le altre protagoniste, però, bah, mi serviva un motivo per dare il via alla trama e dovevo trovare un personaggio diverso dagli altri, quindi... ora non posso spiegarvi niente, lo scoprirete in seguito.
Ah, già che ci penso, Chocolat è stata creata da me, quindi non posso insultarla, dovrei cercare di renderla più simile a me ed essere orgogliosa di lei, forse in questi primi capitoli se fossi sua madre la disconoscerei, ma ripensandoci bene, andando avanti, tira fuori la grinta anche se ci saranno alti e bassi.
And Rose... Rose, penso vi piacerà, è una sorta di Hermione Granger con un pizzico di pepe.
Detto questo, scusate gli errori, le attese e tutto. Buona estate e buona lettura!!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Sara Scrive