Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt
Prompt: Haikyuu!! UkaTake *^* by iwillbecomehokage on The Flash Point
Titolo: Kaleidoscope
Personaggi: Takeda Ittetsu, Ukai Keishin
Pairing: UkaTake
Genere: introspettivo, fluff, generale, slice of life
Avvisi: NN
Rating: verde
Note:
Andiamo, lo sappiamo tutti che quella beneamata bottiglia di sakè darà questo genere di risultati *ammicca*
Prompt: Haikyuu!! UkaTake *^* by iwillbecomehokage on The Flash Point
Titolo: Kaleidoscope
Personaggi: Takeda Ittetsu, Ukai Keishin
Pairing: UkaTake
Genere: introspettivo, fluff, generale, slice of life
Avvisi: NN
Rating: verde
Note:
Andiamo, lo sappiamo tutti che quella beneamata bottiglia di sakè darà questo genere di risultati *ammicca*
Kaleidoscope
Gli gira la testa.
Probabilmente non avrebbe dovuto lasciarsi convincere a condividere la bottiglia di sakè che ha portato al suo collega come ringraziamento per il duro lavoro svolto con i ragazzi della squadra. Non avrebbe mai dovuto lasciarsi convincere a farsi invitare a cena e a farsi riempire il bicchiere.
Non avrebbe neppure dovuto togliersi gli occhiali, a ben vedere, ma aveva bisogno di sfregarsi le palpebre e schiarirsi la mente offuscata, e quindi...
-Accidenti, sensei, ci vedi proprio male!- e dal timbro acuto della voce altrimenti controllata Ittetsu capisce di non essere l’unico, ad avere troppo alcol nello stomaco. Storce il naso per cercare di mettere meglio a fuoco il mondo, a discapito delle mancanze delle sue cornee, e si sporge verso l’altro allungando la mano per cercare di riprendere possesso delle lenti.
-Ukai-kun, ridammeli, mi servono!- si lamenta, petulante, e al diavolo se le parole si arrotolano male sulla lingua e finiscono per impastarsi tra di loro. Ukai ride, sguaiato e incoerente, tirandosi indietro per non farsi prendere; ma ha i riflessi rallentati, così Takeda riesce comunque ad acchiappargli la felpa e a strattonarlo fino a fargli perdere l’equilibrio sui talloni e farlo ruzzolare lungo disteso a terra.
E gli finisce addosso. Kaishin ride, divertito, e Takeda vorrebbe fargli capire che non è esattamente un comportamento consono e che sono due adulti vaccinati, non dovrebbero comportarsi come gli adolescenti che hanno rimproverato neppure due ore prima. Ma c’è che Ukai è caldo, che sia merito del kotatsu o del sakè, e ora che è così vicino che può vederlo distintamente, anche con degli occhiali non suoi sul naso e il viso distorto dal riso resta bello da mozzare il fiato.
E forse glielo spezza veramente, perché come incrocia il suo sguardo l’altro smette di botto di sghignazzare e si acquieta, restando a guardarlo fisso dal pavimento; e, oh, diamine, forse dovrebbe rialzarsi e smettere di schiacciargli lo stomaco; ma sente un braccio correre a circondargli la schiena e una mano infilarsi tra le onde nere dei suoi capelli, e decisamente ci sono modi peggiori di terminare la serata.
Ci sono anche modi peggiori per iniziare a baciarsi, ragiona, ma non è che abbia tutta questa esperienza sulla questione, quindi si limita ad aggrapparsi alle sue spalle e a chiudere gli occhi –gli gira la testa, ma deve ammettere che è la sensazione più bella che esista.
Probabilmente non avrebbe dovuto lasciarsi convincere a condividere la bottiglia di sakè che ha portato al suo collega come ringraziamento per il duro lavoro svolto con i ragazzi della squadra. Non avrebbe mai dovuto lasciarsi convincere a farsi invitare a cena e a farsi riempire il bicchiere.
Non avrebbe neppure dovuto togliersi gli occhiali, a ben vedere, ma aveva bisogno di sfregarsi le palpebre e schiarirsi la mente offuscata, e quindi...
-Accidenti, sensei, ci vedi proprio male!- e dal timbro acuto della voce altrimenti controllata Ittetsu capisce di non essere l’unico, ad avere troppo alcol nello stomaco. Storce il naso per cercare di mettere meglio a fuoco il mondo, a discapito delle mancanze delle sue cornee, e si sporge verso l’altro allungando la mano per cercare di riprendere possesso delle lenti.
-Ukai-kun, ridammeli, mi servono!- si lamenta, petulante, e al diavolo se le parole si arrotolano male sulla lingua e finiscono per impastarsi tra di loro. Ukai ride, sguaiato e incoerente, tirandosi indietro per non farsi prendere; ma ha i riflessi rallentati, così Takeda riesce comunque ad acchiappargli la felpa e a strattonarlo fino a fargli perdere l’equilibrio sui talloni e farlo ruzzolare lungo disteso a terra.
E gli finisce addosso. Kaishin ride, divertito, e Takeda vorrebbe fargli capire che non è esattamente un comportamento consono e che sono due adulti vaccinati, non dovrebbero comportarsi come gli adolescenti che hanno rimproverato neppure due ore prima. Ma c’è che Ukai è caldo, che sia merito del kotatsu o del sakè, e ora che è così vicino che può vederlo distintamente, anche con degli occhiali non suoi sul naso e il viso distorto dal riso resta bello da mozzare il fiato.
E forse glielo spezza veramente, perché come incrocia il suo sguardo l’altro smette di botto di sghignazzare e si acquieta, restando a guardarlo fisso dal pavimento; e, oh, diamine, forse dovrebbe rialzarsi e smettere di schiacciargli lo stomaco; ma sente un braccio correre a circondargli la schiena e una mano infilarsi tra le onde nere dei suoi capelli, e decisamente ci sono modi peggiori di terminare la serata.
Ci sono anche modi peggiori per iniziare a baciarsi, ragiona, ma non è che abbia tutta questa esperienza sulla questione, quindi si limita ad aggrapparsi alle sue spalle e a chiudere gli occhi –gli gira la testa, ma deve ammettere che è la sensazione più bella che esista.