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Autore: AssodiPicche    18/07/2014    1 recensioni
Dal capitolo 1
"É notte fonda. È notte fonda e sono ufficialmente una deficiente. La prima affermazione richiede spiegazioni(e mi saranno richieste anche domani mattina, per mia sfortuna), mentre per aver conferma della seconda è sufficiente conoscermi. Eccomi qui: Amelia Brunelleschi, a incartare WC con la plastica trasparente!"
ATTENZIONE!: Leggere e conservare questo foglietto illustrativo:
alto contenuto di demenzialità e irrazionalità, fortemente sconsigliato ai diabetici [alto e eccessivo contenuto zuccheroso] e alle persone acide che vogliono mantenere la loro reputazione intatta. La sottoscritta declina ogni responsabilità in caso di attacchi epilettici e mal di pancia dovuti all'eccessiva schifosità di questi testi.
Leggere per credere :)
(sappiate che la maggior parte dei protagonisti ha seri problemi mentali :) )
Grazie in anticipo se avrai il coraggio di leggere :)
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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stronzi. Una massa di enormi stronzi. Era l'unica cosa che riusciva a pensare, mentre saliva le scale che portavano all'appartamento dove viveva. Dei grandissimi pezzi di merda. Inserì la chiave nella serratura e la girò in senso orario. Come abbia fatto a fidarmi di gente del genere è un mistero! Che gran figli d... Si bloccò e fissò Marie e Marie ricambiò lo sguardo allucinato, il cucchiaio con cui stava mangiando il gelato sospeso a mezz'aria e la voce di Frank Sinatra che continuava, indisturbata, a far capolino dalle casse attaccate al cellulare.

-Perché sei qui?

La porta sbatté alle sue spalle.

Irritato più che mai, la guardò torvo e buttò giubbotto a terra. -Perché la gente è stonza! Ecco perché sono qui. Cazzo! Il sabato sera peggiore della mia vita!

Lei lo guardò imperturbabile, ingoiando un'altra cucchiaiata di gelato. -Le persone sono stronze, non la gente.

-Non c'è differenza.

-Sì, invece.

-E quale sarebbe?

-Sei tu a permettere alle persone di essere stronza.

-Quindi ora sarebbe colpa mia?

-Non ho detto questo. Mi limitavo a renderti noto che questi comportamenti sono da mettere in conto quando ci si affeziona a qualcuno.

-Facile dirlo, tu te ne stai qua sola come un cane e sei pure felice!

Le si inumidirono gli occhi, mentre Alex percorreva velocemente il corridoio che lo separava dalla sua stanza e sbatteva la porta. Frank Sinatra aveva lasciato il posto agli Immagine Dragons.

 

Alex e Marie si erano conosciuti un anno e mezzo prima, quando lei, in cerca di un appartamento da occupare durante il periodo universitario, si era rivolta a Anna, proprietaria del locale dove abitava attualmente. Era un ampio appartamento al quinto piano di un palazzo in stile fascista, vicinissimo a una fermata della metro. Le stanze da letto erano cinque, tutte occupate da giovani di età compresa tra i 20 e i 25 anni. Marie era la più giovane e, come Giacomo, studiava giurisprudenza. Alex non era solo più grande di tre anni, ma anche più espansivo e affascinante. Studiava medicina, come Stefano, ma gli obiettivi dei due ragazzi non potevano essere più diversi: mentre il primo aveva intenzione di intraprendere la strada della neurochirurgia, il secondo voleva diventare medico patologo. Anna, invece, studiava economia.

I cinque ragazzi si trovavano piuttosto bene insieme, anche se, di fatto, non avevano un rapporto che potesse essere definito come di amicizia e non passavano troppo tempo insieme.

 

Mentre Marie fissava la vaschetta di gelato con gli occhi gonfi di pianto, Alex stava seduto sul suo letto tenendosi la testa tra le mani. Merda! Sono stato più stronzo di loro. Merda. Si sfilò la maglietta e i jeans, si infilò i pantaloni blu, in cotone, del pigiama che sua madre gli aveva regalato a natale e, con un immenso sforzo di volontà, tornò nel salotto/ingresso. Si sedette sul divano accanto a lei, senza guardarla. Si sentiva una merda.

-Scusa. Non volevo...sì, insomma, non era mia intenzione...

-Non importa. Vuoi del gelato?

Si girò verso di lei. Aveva ancora gli occhi gonfi, ma un tenue sorriso le illuminava il volto. La guardò un attimo, mentre lei gli porgeva la vaschetta e un cucchiaio pulito.

-Grazie..-mormorò, afferrando il cucchiaio e scrutando la vaschetta piena per metà. -Hai mangiato direttamente dalla vaschetta?

-Sei incredibilmente sagace...!- esclamò, alzando gli occhi al cielo, per poi aggiungere, notando la sua espressione leggermente schifata -Pensavo di finirlo. E non mi aspettavo di certo la compagnia di Mr Popolarità!

Mangiò un po' di gelato. -Devo dartene atto: sai essere acida.

-No, sono acida. E anche abbastanza cattiva. Il che mi porta, il più delle volte, a essere stronza.

-Quindi?

-Quindi non dire che non ti ho avvisato e non fare scene come quelle di prima per me, perché lo sapevi prima di iniziare a considerarmi.

Alex si concesse un attimo per guardarla. Indossava solo una camicia in jeans da uomo, di almeno quattro taglie troppo grande, che lasciva scoperte le bellissime gambe. Indugiò un attimo di troppo sulla scollatura, prima di spostarsi sul viso. Aveva indubbiamente dei bei lineamenti e i capelli sciolti le donavano molto. Si diede ripetutamente dello stupido per non averla notata prima. Contro ogni aspettativa, sembrava anche molto intelligente. Che coglione! L'ho sempre vista e non l'ho mai guardata. L'ho sempre sentita e mai ascoltata.

-No, tranquillo, se vuoi squadrare anche il mio lato B posso andare in cucina a prendere due birre!

Alex decise di ignorare il tono ironico della sua voce e sorridere sornione. -Vada per le due birre... - ...e la panoramica del tuo fondoschiena.

Lei si alzò e si diresse verso il frigo, si chinò, prese le due birre, le stappò e tornò sul divano. Tirò uno scappellotto ad Alex e gli porse una birra.

Bevvero entrambi un sorso, prima che lei ricominciasse a parlare.

-Perché eri così incazzato con la gente? - sottolineò quella parola, ma lo guardò sinceramente interessata.

Inghiottì un altro sorso prima di rispondere. -La mia migliore amica ha messo le corna al suo ragazzo con il mio migliore amico. La storia va avanti da sei mesi. Dovevamo uscire tutti insieme stasera, lui mi ha detto come stavano le cose mentre stavamo andando al punto d'incontro. Quando ho visto lei che teneva per mano l'altro non c'ho più visto...

-Perché se vuoi capire come le persone si comporteranno con te, devi solo guardare come si comportano adesso con gli altri...

Lei gli sorrise e si attaccò di nuovo al collo della bottiglia.

-Mi ammoniva sempre mia madre...- disse lei, a mo' di spiegazione.

-Anche mio nonno borbottava spesso una frase del genere...

-Mi dispiace per quella frase, non avrei dovuto essere puntigliosa... si vedeva lontano un miglio che non eri... insomma... che la serata non si era svolta per il meglio.

Lui proruppe in una rauca risatina nervosa. -Tranquilla, non è neanche iniziata. Tu, invece, perché sei qui?

Arrossì leggermente, mentre il suo sguardo si abbassava e si posava sulla bottiglia ormai vuota.

-Ne vuoi un'altra? Tanto ho preso due pacchi da sei ieri...

Lui annuì, senza smettere di scrutarla.

Lei tornò in fretta, gli porse la bottiglia e tornò a rannicchiarsi da suo lato del divano. Riprese il cucchiaio in mano e ricominciò a mangiare il gelato al cioccolato.

-Perché non mi vuoi dire perché passi da sola il sabato sera?

-Perché non sono abbastanza ubriaca.

Guardò la sua bottiglia. Era mezza vuota.

-Hai mangiato?

Lei indicò la vaschetta di gelato.

-Nient'altro?

Scosse la testa. Lui guardò l'ora. Le 8:13.

-Pizza a domicilio?

Lei sorrise leggermente. -Perché no?

-Metti su un film, mentre ordino?

-Azione?

Lui si girò verso di lei, leggermente perplesso. Prima di esclamare a mezza voce: -Dio, grazie! A morte i film romantici!

-Ti sembro un tipo da film sdolcinato?

-Beh... sembri il tipo da film fantasy.

Sorrisero entrambi a quella debole battuta, mentre lui rovistava nelle tasche del suo giubbotto.

Marie si alzò e si stiracchiò. Arrossì leggermente. Si era appena resa conto di essere seminuda in presenza di un uomo molto poco vestito. -Maratona?

-Marvel?

Lei fece spallucce e si diresse verso la porta della sua stanza. Lui la guardò allontanarsi, poi, quando i suoi neuroni ricominciarono a connettere, riuscì a urlarle. -Prendi il mio computer, è sicuramente più veloce! È sulla mia scrivania!

Vide la sua esile figura infilare la porta della sua camera in punta di piedi e uscirne un attimo dopo con il suo MacBook in mano e un cavetto nell'altra. Trovò il cellulare e telefonò alla pizzeria, guardandola sospettosamente mentre trafficava con i suoi oggetti.

 

Quando Marie finì di collegare il computer al televisore, andò in cucina e prese un pacco nuovo di tovaglioli e altre quattro birre e le posò sul tavolino basso davanti al divano nell'ingresso/salotto. Alex stava ancora contrattando al telefono per far arrivare le pizze prima delle dieci e mezza, con scarso successo. Approfittando del momentaneo impegno del coinquilino, Marie andò in camera e recuperò un paio di pantaloni, poi entrò nuovamente nella stanza del ragazzo e afferrò la prima maglietta non troppo sporca che riuscì a trovare. Tornò in salotto e gliela lanciò. -Vestiti.

-E perché?

Lei arrossì violentemente. -Perché mi metti in imbarazzo.

-Tu non mi metti in imbarazzo, quindi puoi anche non vestirti. E poi siamo a luglio, fa un caldo boia! Avrò pur il diritto di non sudare come pochi, o no?

-Non se applicando questo diritto vai contro al comune senso del pudore!

-Allora facciamo così -disse, buttandosi pesantemente sul divano -ogni indumento che indosso io, ne togli uno tu. Così siamo entrambi a nostro agio.

Marie avampò. -Va bene: caso chiuso. Le pizze quando arriveranno?

-Entro le 10. Credo che il tuo telefono si sia scaricato.

-Probabile.

Si buttò anche lei sul divano. -Non sono uscita 'sta sera perché, essendo una psicotica, come avrai già intuito, sono nel pieno del mio periodo anti-ipocrisia. Non riesco a tollerare come le persone si comportano intorno a me. Cazzo! Sono così false... gente che ti sta attorno giusto perché altrimenti sarebbe sola, cose così... non credo ti sia mai capitato.

Lui scosse la testa per rispondere alla domanda e al debole sorriso della ragazza. Deve veramente corroderla, 'sta storia... Lei si legò i capelli, bevve un sorso di birra e gli passò un'altra bottiglia.

-Teoricamente dovremmo andarci piano, visto che io nello stomaco ho solo gelato e tu solo rancore.. ma di fatto non me ne frega un cazzo.

-Idem. Mal che vada stanotte occuperemo un letto solo...

-Sei leggermente fissato. Che tu sappia è una malattia?

-Reazioni stravaganti e battutacce in presenza di belle donne? Sarebbe una patologia piuttosto diffusa...

Lei lo guardò male per un attimo, prima di tornare a ridere. -Dottor Stranamore, con me non attacca!

-Tecnicamente non sono ancora dottore!

-Ma, in pratica, hai già comportamenti in stile Gray's Anatomy!
-Dettaglio irrilevante, signor giudice!

-Tecnicamente non sono ancora giudice..-lo scimmiottò.

-O abbiamo bevuto troppo o troppo poco!

-O magari abbiamo mangiato poco...

-Ma se noi non abbiamo mangiato affatto!

Si guardarono e scoppiarono a ridere in modo incontrollato.

-La conversazione sta decisamente degenerando... meglio che faccia partire il film.

Si avvicinò al Mac e premette il tasto play.

-Xmen First Class, già visto?

-No...ma, di solito preferisco i prequel... quindi...ma aspetta! Inizia come il secondo film! Ma che caz..??

-Si... ma vedi che si va avanti?

-Me ne ero accorto!Grazie!

Mentre i personaggi conversavano in tedesco, a Marie non andava di lasciare che il silenzio si insinuasse tra loro.

-A parte l'italiano, tu parli altre lingue?

-Inglese, tedesco scolastico... me la so cavare, ecco... tu? Non dai l'idea di una brava con le lingue...- anche se le sue intenzioni erano delle più innocenti, si accorse della presenza dello squallido doppio senso, e cercò di tamponare al danno fatto, improvvisamente in imbarazzo -Cioè... voglio dire... mi sembri più il tipo da studiare storia dell'arte o greco antico o...aramaico, ecco!

Lei rise. -Hai azzeccato, in un certo senso: ho fatto il classico... quindi, teoricamente potrei parlare greco e latino... Ma se ci limitiamo alle lingue vive, inglese e francese... mastico un po' di spagnolo... ma non sono un fenomeno!

-Perché hai studiato tutte queste lingue se intendevi fare l'avvocato?

-Perché voglio anche viaggiare. E lo farò, appena avrò un po' di soldi da parte... A te non è mai capitato?

-Cosa?

-Di sentirti così fuori posto da voler cambiare, vedere se anche nel resto del mondo ci si sente così...

Abbassò il capo e, in quel preciso istante, capì quanto dovesse sentirsi fuori posto in ogni istante della sua esistenza.

-Sì, Marie. Ma, con il tempo, ho capito che non siamo noi a dover cambiare, ma chi ci sta intorno a doversi sforzare di capire.

Le prese il viso tra le mani e le sorrise incoraggiante. Lei lo guardò un attivo negli occhi, prima di scostare, forse troppo bruscamente, le sue mani dal proprio volto.

-Scusa, davvero... scusa. Ogni tanto ho questi sbalzi di umore e...e...beh... è allegata anche la stupidità e l'essere infantile. Scusa.

-Non devi scusarti per...- si schiarì la voce- perché ti importa di quello che gli altri pensano di te.

-Vorrei che non mi importasse, ma non è così...

-Però lo sembra... sai, a volte le cose esistono solo nella nostra mente o in quella degli altri. Quando capita che coesistano, si crea un bel rapporto.

-A te importa?

-Sì. Molto. A volte penso addirittura che mi importi troppo... sai, avevo più o meno i tuoi stessi complessi... solo che sono più egocentrico e egoista. E ho un'ottima considerazione di me. Tu no. E questo non aiuta.

Marie restò in silenzio un attimo, poi iniziò a scrutarlo attentamente. -Potresti anche piacermi, sai?

-Mi chiedo, piuttosto, perchè non dovrei...?

-Perché ho la vaga impressione che tu, una come me, la calpesteresti non appena ti farebbe comodo.. o sbaglio?

-Dipende, ovviamente...

-E da cosa?

-Beh... non mi conviene dirtelo, no?

-Facciamo così: per questa notte, e questa notte soltanto, sincerità assoluta da parte di entrambi. Ci stai?

-Affare fatto!

Le strinse la mano vigorosamente, prima di rispondere alla precedente domanda. -No, non calpesterei una come te. Non te lo meriti. Sei... non so come spiegartelo... ma, dopo che ti ho visto con le lacrime agli occhi... cazzo... come faccio a dirtelo? Una fortezza in solida roccia con le fondamenta di cristallo! Tu sei così! Cerchi di proteggere chi puoi quando non riesci neanche a capire cosa provi di preciso per loro. Li aiuti e basta. E una persona così non merita di essere massacrata da nessuno...

Le erano salite le lacrime agli occhi. -Questo è il tipo di persona che vorrei essere... fragilità a parte...

-A me sembri già così. Tornando a quella roba della sincerità... soffri il solletico?

Lei si coprì il più possibile con la camicia, prima di mormorare un sì intimorito. Lui le si avvicinò minaccioso e iniziò a farle il solletico sulla pancia, sotto i piedi e sulle gambe, dove scoprì essere particolarmente sensibile. Si agitava e rideva così tanto che, per evitare di farsi male, dovette mettersi a cavalcioni su di lei, prima di tornare a torturarla. Quando si rese conto di essere arrivato a pochi centimetri dal suo volto, si fermò di colpo.

-Ma...se... se tipo ora ti baciassi.. tu mi faresti la cortesia di applicare l'ombretto viola a nocche chiuse o mi lasceresti fare?

Il campanello trillò in quel momento.

Si alzarono entrambi, Alex andò ad aprire la porta e Marie a prendere i soldi per pagare.

 

Quando la porta fu richiusa, Alex si girò verso Marie.

-Dove eravamo rimasti?

-Non fare il furbo, ora mangiamo!- si girò di spalle e mosse un passo in direzione del divano, ma Alex la afferrò per i fianchi e l'attirò a sé. Lei protestò debolmente -Alex...si fredda...

-Hanno inventato il microonde apposta...

-Non credo proprio...

-Invece io ti assicuro di sì...

Alex mollò il cartone della pizza sul pavimento, prese in braccio Marie e la portò sul divano.

 

 

Il mattino dopo, Marie si svegliò piacevolmente intorpidita. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu Alex. Era sdraiato su un fianco, la testa poggiata su una mano, mentre l'altra impugnava una matita, con cui grattava su un foglio.

Aveva le sopracciglia aggrottate e gli occhi studiavano critici il suo operato. Tracciò un'altra linea sottile e alzò gli occhi su di lei. Quando si accorse del suo stato di veglia, buttò con nonchalance foglio e matita sul comodino, mentre la sua voce tradiva l'imbarazzo della situazione. -Buongiorno.

-Buongiorno.

Seguì un lungo silenzio ingombrante. Poi proruppero all'unisono: -Credo che tu mi debba delle spiegazioni.

Si sorrisero imbarazzati. Alex chiese, senza sapere se stesse scherzando o meno: -Per lo stalking o per ieri?

-Stalking?

-Lascia perdere!

-No, ora spiega.

Lui la guardò torvo un attimo, prima di iniziare a parlare. -Il disegno.

-Era quello che stavi facendo, stamattina?

-Sì. Sei un soggetto interessante. E questa mi sembra un'ottima spiegazione. Invece...

-Sì. Facciamo che ce lo diciamo a vicenda? È stato un errore. Punto e basta. Mettiamoci una pietra sopra e finiamola qui.

Alex si prese un secondo per studiarla. Poi fece un sorriso storto, mentre nei suoi occhi si rifletteva il barlume di follia tipico degli innamorati. -Anche la nutella è uno sbaglio, ma rende felici un mucchio di persone ugualmente. Quindi non vedo perché il nostro sbaglio non possa rendere felici solo noi. E non tirare fuori la stonzata delle persone fondamentalmente stonze, perché basta sforzarsi un minimo per riuscire a non esserlo...

Si guardarono negli occhi, come non avevano mai fatto prima.

-Il mio vero nome è Susanna.

-Alessandro.- Le sorrise -Latte o the, per colazione?

 

 

 

 

*Si nasconde, cerca di evitare pomodori, uova e mouse(che nel frattempo sono marciti)*

Sono scandalosa e imperdonabile, ma proprio non riesco ad aggiornare entro tempi umani... quidni spero siate clementi e mi facciate sapere presto cosa pensate di 'sta schifezza. :)

Grazie a tutti(anche se credo sarebbe più corretto dire tuttE) coloro che hanno continuato a seguire la storia, inserendola nelle loro liste :)

grazie davvero a chiunque stia ancora leggendo :))

  
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