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Autore: Henya    18/07/2014    3 recensioni
Era una fredda e luminosa giornata. I raggi del sole, dopo essere rimasti nascosti dietro un cielo cupo e grigio per diverse settimane, avevano finalmente deciso di fare capolino tra le nubi. Forse la primavera aveva deciso finalmente di arrivare .
Sebbene splendesse il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, fuori il mondo appariva freddo, persino attraverso i vetri chiusi di una finestra. Sembrava che non vi fosse colore nelle cose, eppure il sole stava piano piano restituendo agli edifici e al paesaggio circostante i suoi naturali colori, eppure tutto ai miei occhi si presentava in bianco e nero.
Un piccolo esperimento ancora da definireXD Buona lettura :)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III

"Anche il più sanguinante dei cuori è destinato a guarire". [cit.]








All'inizio non volevo una relazione. Non volevo essere coinvolto.
" Kai, non siamo fatti per stare soli!" .
Lei era convinta di questo. Lo si vedeva dal tono fermo e deciso con cui pronunciava questa frase, a cui io non riuscivo ad attribuire un significato.
Forse perchè non ci credevo.
E non volevo crederci.
Per anni, avevo vissuto fuori dal mondo, circondato da quattro mura grigie e umide, sapendo che oltre, là fuori, non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi e che nessuno sarebbe venuto dentro a liberarmi.
Per anni avevo urlato a squarciagola come un pazzo e a rispondermi era sempre stato lui: il mio eco.
Il mio eco era stata l'unica voce a rispondermi.
La mia ombra era stata l'unica amica a starmi accanto.
Chiudere gli occhi e fingere di star bene non bastava.
Se davvero non eravamo fatti per stare soli, allora mi chiedevo per cosa.
" La vita è questa! Se siamo qui...è per stare insieme, per costruire. Siamo qui per costruire qualcosa..."
Questa era stata la sua risposta.
Costruire insieme qualcosa.
Non riuscivo ancora a capire.
E le cicatrici che segnavano la mia schiena  le spiegavano il perché.
Lei le conosceva bene e forse le aveva pure contate mentre la notte giacevo accanto a lei.
In certe notti insonni mi capitava di sentir le sue dita scorrere lungo di esse ed io, ad ogni tocco, speravo tanto che  svanissero.
Ognuna  portava con sé un ricordo.  
L'amaro ricordo di chi aveva impugnato sadicamente quella frusta e lasciato sulla schiena delle ferite che non si sarebbero più rimarginate.
Segni talmente profondi da colpirti persino dentro: ed era lì che il dolore si faceva più lacerante.
" Kai, anche il più sanguinante dei cuori è destinato a guarire".
Lei me lo ripeteva spesso.
Voleva guarirmi, ma io non glielo permettevo.
Voleva abbattere quel muro impenetrabile, che avevo iniziato a costruire da anni.
Avevo persino cercato di allontanarla da me, escogitando tutti i modi per farmi odiare.
Ben presto, tuttavia, mi resi conto che c'era qualcosa che non andava.  
Quel circolo vizioso che sino ad allora aveva governato la mia vita non sembrava più funzionare:  al male non rispondeva più il male; non venivo più costretto a chinarmi per chiedere perdono, bensì venivo perdonato, anche quando non l'avrei meritato.
Ed io sapevo di non meritarlo.
Non meritavo quella mano che aveva cercato in tutti i modi di farmi rialzare.
Non avrei mai dovuto afferrarla.
Avrei dovuto sapere che lei non ne avrebbe avuto la forza e che, inevitabilmente, sarebbe sprofondata insieme a me.

Non doveva andare in questo modo.

Lei non doveva finire nelle sue mani, perchè sapevo cosa erano capaci di fare.
Lo avevo sperimentato sulla mia stessa pelle, dopotutto.
Il solo pensiero che le sue sporche mani contaminassero la purezza della sua anima mi mandava in bestia.

" Non osare toccarla, neanche con un dito!" lo minacciai stringendo i denti e sforzandomi di conservare il poco autocontrollo che mi era rimasto.
Ma era difficile..
Stringevo con rabbia la cornetta del telefono, ma nella mia mente era il suo collo ad essere circondato dalla mia mano.
Quel collo che quel giorno avrei dovuto spezzare, senza pensarci due volte.
Un errore.
Un imperdonabile errore che mi costò caro e che fece sì che potesse ancora respirare per progettare la sua vendetta contro di me.
Non riuscivo a capire come avesse fatto.
Eravamo fuggiti senza lasciare tracce, eppure era riuscito, inspiegabilmente, a trovarmi.

" Non preoccuparti, è un po' triste, ma ci penseremo noi ad allietare la sua permanenza qui finchè..."
Aveva accennato ad un Noi: non era solo.
" Se provi a farle del male, io..."
" Tu cosa, Hiwatari?".
Già, io cosa? In quella circostanza ero impotente: una mossa sbagliata e tutto sarebbe andato in frantumi, di nuovo.
Dovevo ancora rendermi conto che era lui ad avere il coltello dalla parte del manico, non più io.
Quando cominciò a ridere maleficamente, riemerse dalla mia memoria il ricordo dell'immagine del suo volto, di quel ghigno malefico che esprimeva la sua soddisfazione nell' avere la situazione in pugno.
E lo era.
Stava mettendo in atto il suo gioco.
Un gioco che prevedeva una strategia ben precisa, la quale mi fu subito chiara.

" Quanto sei disposto a dare per riaverla?".

Nel giro di pochi secondi mi ritrovai a contrattare con il Diavolo in persona.

Una vita umana in cambio di soldi: questo era quello che ad una prima ipotesi si poteva azzardare.

Troppo semplice e insensato in quel contesto.
Perchè avrebbe voluto dei soldi, da me?
Non gliene avevo rubati e sinceramente non li avevo.

E anche se avessi avuto miliardi e miliardi di soldi, non sarebbero mai bastati.

La sua strategia prevedeva qualcosa di ben più sofisticato.

" Ti propongo uno scambio...".

Non un semplice scambio.

" Voglio qualcosa che per me vale molto di più della vita di questa puttanella..."

Quel qualcosa non aveva mai avuto valore per lui...fino ad allora.

Ecco cosa desiderava veramente.

" La tua vita...in cambio della sua!"

Quel qualcosa ero Io.

Per soddisfare la sete di vendetta, la sua mente aveva escogitato questo piano:  uno scambio di vite umane.

" Ci tieni davvero a salvare la vita di questa bambolina?".

E in altre circostanze mi sarei pure complimentato per questa sua astuta strategia.

" Allora Kai, quale delle due, per te, ha più valore adesso?".

Una strategia capace di metterti con le spalle a muro.
Un piano degno di portar il suo nome : Vladimir Vorkof.









Il luogo dell'incontro non distava molto da quello in cui avevo lasciato Boris e la sua auto, eppure quel percorso mi stava sembrando infinito.
Più andavo avanti e più mi sembrava di tornare indietro.
Non indietro fisicamente, bensì psicologicamente.
La mia mente stava ripercorrendo a ritroso, come una sequenza di diapositive, momenti del passato che avevo cercato in tutti i modi di eliminare.
La mia memoria mi stava giocando un brutto scherzo e quello non era il momento migliore per andare fuori di testa.
In seguito a quella telefonata, l'odio, la rabbia, il rancore che avevo cercato negli anni di reprimere, si erano risvegliati ed ancora più forti di prima.
Di lì a poco l'avrei rivisto e il solo pensiero bastava a farmi ribollire il sangue al cervello.

Il mio cammino stava per giungere al termine.
Passo dopo passo ero finalmente riuscito a superare quel bosco ombroso, le cui folte chiome degli alberi impedivano ai raggi del sole di penetrare all'interno.
Quando uscii i miei occhi vennero investiti dalla luce del sole, che  di lì a poco sarebbe scomparso all'orizzonte.
Ci volle qualche secondo prima che i miei occhi si riprendessero.
E quando lo fecero si guardarono intorno per subito dopo scorgere da lontano la presenza di un grande albero isolato, un'auto e delle figure poco nitide in piedi vicine ad esso, ma che sembravano guardare proprio nella mia direzione.

Era lì il luogo dello scambio.

Ebbi un attimo di esitazione, durante il quale mi sembrò mancare il respiro.
Quello che avevo davanti era un'enorme distesa di verde attraversato da una striscia di strada sterrata, che mi avrebbe condotto fin lì.

Feci solo tre passi avanti, dopodichè fui preso di soprassalto dal suono di una voce.

" Porta le mani in alto e avvicinati lentamente!".

A cui subito seguì il rumore di un caricatore di fucile.

Il cuore sembrò spostarsi all'altezza della gola.
Feci un respiro profondo e seguii l'ordine: alzai le mani e portai i piedi, lentamente uno dopo l'altro, avanti.

Quando le distanze si ridussero a pochissimi metri, riuscii finalmente ad avere le immagini dei loro volti più nitide.
Erano quattro uomini.
Colui che teneva il fucile mi era completamente estraneo, mentre i due ragazzi appoggiati all'auto avevano qualcosa di familiare.
C'era un quarto uomo, posto più avanti di me, che mi dava le spalle ed era l'unico che conoscevo e che avrei riconosciuto tra mille, anche di schiena.

Continuavo a tenere le mani in alto ed era  difficile riuscire a respirare con un fucile e occhi ostili puntati addosso.
A rompere il silenzio fu il suono della sua fredda, aspra e tagliente voce.

" Ben ritrovato, Kai Hiwatari".

Quel saluto, arrivò alle mie orecchie come la sentenza finale di un giudice che condannava l'imputato a morte.

Il mio respiro, già debole, cominciò a venir sempre meno, non appena il suo capo si mosse, e lentamente si voltò in mia direzione.

Anche la prima volta che fui portato nel suo ufficio si presentò in ugual maniera: mi dava le spalle, e mi mostrò prima la metà destra del suo orribile volto e poi l'altra.
Stava succedendo la stessa cosa.
C'era solo una piccola differenza:
una parte del suo volto non era più uguale all'altra.

" Chi non muore si rivede...Kai".

















Salve a tutti ^_^
Rieccomi qui.
In questo capitolo sono emerse un bel pò di cose.
Spero vivamente che non abbia deluso le vostre aspettative. ( paura modalità ON)
Come sempre sono insicura quindi attendo con ansia il giudizio finale. ^_^""
Come qualcuno aveva già intuito, il famoso direttore èVlady <3 (<__
Kai è stato messo di fronte ad un bivio: salvare la vita di quella ragazza dalle sue grinfie, per sacrificare la sua vita, perchè non vuole che qualcuno paghi per una colpa che ha commesso lui in passato e a quanto pare sembra pure tenere parecchio alla vita di lei.

Ahora, mis queridos lectores ^_^"
sta a voi, che siete giunti vivi fin qui,  dirmi la vostra opinione.
Segnalatemi particolari errori, le vostre incertezze, boh ditemi voi XD

Grazie a voi che avete recensito ^_^ e che avete letto  e messo tra seguite e preferite.

Un bacio...



Henya






























   
 
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