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Autore: Lady_Cassandra    18/07/2014    3 recensioni
Dal primo capitolo:
"Punto il mio sguardo nel suo e noto i suoi occhi leggermente lucidi.
Capisco che le ho fatto più male di quello che credevo e mi sento mancare davanti a quella visione. Perché sono così idiota?
Scuoto la testa e la vedo afferrare la borsa, decisa ad uscire dalla camera, provo a bloccarla. “Caro, ti prego.. Come puoi pensare che io sia potuto arrivare a questo punto? Io non ti avrei presa in giro così..”
Lei mi guarda e si libera dalla mia presa. “Vai a morire” mi dice assumendo un’espressione gelida in viso.
Mi volta le spalle ed esce dalla mia camera senza aggiungere una parola di più.
Arrivata a metà corridoio, ritorna indietro e, piazzandosi di fronte a me, mi tira un sonoro schiaffo.
Rimango basito, incapace di reagire, e incasso il colpo senza replicare.
Si gira nuovamente e si avvia lungo il corridoio senza voltarsi. La sento soffocare un singhiozzo, intanto che abbassa la maniglia della porta d’ingresso, e stringo la mascella mormorando un tardivo ed insignificante “mi dispiace” "
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cupcakes e brutte notizie

 

Il giorno dopo, il mio buonumore è facilmente percepibile al punto da suscitare la curiosità del mio capo, che dopo avermi sentito fischiettare mentre mi dirigevo al mio ufficio, si presenta al mio cospetto con un sorriso beffardo che rende i suoi baffoni decisamente fuori moda ancora più demodé.

«Dimmi che il tuo buonumore è dovuto ad un’ottima vincita in borsa» esordisce dopo essersi richiuso la porta alle spalle.

Io mi mordo le labbra e scuoto la testa. «Mi dispiace, capo. Questa settimana non abbiamo combinato granché» confesso guardando con la coda dell’occhio la schermata del mio PC.

Lui sospira e si accende un sigaro sprofondando nella poltrona. È evidente che abbia qualche problema. «Mia moglie ha chiesto il divorzio» afferma tutt’un tratto dopo essere rimasto a fissare il vuoto per circa un minuto.

Io annuisco con aria seria, non so di cosa si sorprende; più di una volta, dopo averlo colto in flagrante, lo aveva minacciato, prima o poi doveva succedere.

«Quella stronza mi rovina!» esclama subito dopo battendo il pugno contro il bracciolo della poltrona.

Io rimango in silenzio lasciandolo inveire contro la sua futura ex moglie quando ricevo un messaggio di Carolina che mi ringrazia per il cupcake che le ho inviato questa mattina e mi chiede se più tardi sono libero.

Sto per risponderle confermando la mia disponibilità quando Girolamo, concludendo il suo monologo, mi chiede di andare dal suo avvocato come favore personale dato che lui dovrà occuparsi del trasferimento momentaneamente in albergo finché non troverà un appartamento.

«Certamente, capo. Chi è il suo avvocato?» chiedo rendendomi subito disponibile senza fare storie. Raggiungerò Carolina più tardi.

«Alberto Spadoni» non appena pronuncia quel nome, io sgrano gli occhi e deglutisco. Deve essere uno scherzo del destino, non può essere altrimenti.

«Dovresti portare le carte e dirgli che sarò da lui domani mattina. Non so se lo trovi, al massimo le lasci a sua figlia Alessandra» continua spegnendo il sigaro e lasciandomi ancora più sbigottito.

Decisamente il destino mi sta prendendo per il culo.

«Qualche problema?» domanda dopo aver notato la mia faccia perplessa.

«No, nessuno, si figuri» mi affretto a rispondere e afferro le carte che mi porge.

«A dopo, Ambrosi» mi saluta ed esce dal mio ufficio.

Tamburello le dita contro la scrivania indeciso se raccontare a Carolina della mia visita a casa Spadoni oppure se mentirle a fin di bene. Forse è meglio omettere questo piccolo dettaglio, d’altronde non sto facendo nulla di male.

 

*

 

Busso alla porta di casa Spadoni senza riuscire a smettere di battere il piede destro contro il pavimento dal nervosismo. L’ultima volta che ho varcato la soglia di questa casa è stato quando ho mandato a puttane la mia relazione con Carolina, dopodiché ad Alessandra non l’ho più vista o sentita; sia chiaro che nemmeno lei mi ha minimamente cercato.

In questo momento la porta si apre ed ecco, Alessandra che spunta sorridendo distrattamente.

«Sono qui per conto di Arturo Girolamo» affermo rimanendo sulla porta ed evitando di presentarmi. Spero che non mi riconosca.

«Certo.. Vuole accomodarsi?» domanda intanto che io frugo nella ventiquattrore alla ricerca della busta consegnatami da Girolamo.

Io scuoto la testa. «E’ questione di pochi minuti..»

Lei annuisce e mi fissa assottigliando gli occhi finendo per schioccare le dita. Mi ha riconosciuto?

«Daniele? Ma sei tu?» chiede difatti sorridendo leggermente maliziosa.

Io tossisco e annuisco mentre le porgo la busta che ho appena ritrovato.

«Mi sembrava che avessi un’aria familiare..» dice poi e posa le carte di Girolamo sul tavolino d’ingresso.

«L’ultima volta che ci siamo visti è stato..» continua mordicchiandosi le labbra e ridacchia. «Che fine hai fatto poi?»

Io scrollo le spalle. «Solite cose: mi sono laureato, trovato un lavoro..»

«Capisco. E stasera che fai? Lavori?» domanda ravvivandosi i capelli in modo sensuale come quando era all’università. Non è affatto cambiata, a quanto pare.

«No, mi dispiace. Sono già impegnato» taglio corto.

Lei inarca il sopracciglio destro e fa una smorfia con le labbra. «Peccato! Sarà per la prossima volta allora..»

Io annuisco e la saluto velocemente dopo essermi raccomandato di far avere la busta a suo padre e mi allontano impedendole di aggiungere altro.

 

Carolina’s PoV

 

La mia segretaria fa capolino dalla porta con aria innocente e si schiarisce la gola per attirare la mia attenzione. So perfettamente che vuole spettegolare e credo anche di sapere l’argomento.

«Allora?» domanda sedendosi sulla poltrona e cercando la prova di misfatto, ovvero la carta del cupcake.

«Allora cosa?» chiede retorica a mia volta facendo un sorrisetto un po’ furbetto.

Gabriella rotea gli occhi ed io scoppio a ridere. «Mi vuoi dire chi ti ha mandato il cupcake? Ringrazialo anche da parte mia!»

Io le lancio uno sguardo leggermente perplessa e lei mi spiega che il mio “spasimante” ne ha inviati due.

«Oh! Carino da parte sua» esclamo evitando di pronunciare il suo nome.

«Caro! Non fare la cattiva! Raccontami tutto.. è uno nuovo? È il tizio della festa di Capodanno?» chiede poi appoggiandosi con i gomiti sulla scrivania e sporgendosi verso di me.

«Nessuna dei due. È un mio ex, per così dire..» inizio il racconto su Daniele e lei mi segue annuendo di tanto in tanto.

Quando finisco di parlare e Gabriella sospira scuotendo la testa. «Sei sicura che ti puoi fidare?» domanda seria ed io scrollo le spalle.

«Non lo so, Gabri.. so che ci devo andare con i piedi di piombo, però in questo momento voglio solo vedere come va» confesso e lei annuisce.

«Comunque resta che tu sei il suo cupcake preferito!» scherza ridacchiando e facendomi diventare rossa come un peperone. Ha letto il biglietto che mi ha scritto!

«Scusa, non avrei dovuto leggere il bigliettino ma era una tentazione troppo grande..» ammette provando a fare un sorriso per farsi perdonare.

«Sei una pettegola, Gabri

In questo momento il telefono del mio ufficio squilla e lei risponde tentando di non scoppiare a ridere in faccia al suo interlocutore.

«Certamente, gliela passo immediatamente» afferma con tono serio e mi porge la cornetta.

«E’ Fatima!» m’informa facendo una smorfia ed io sospiro. Ora che problemi ha?

Dopodiché prendo la cornetta e Gabriella esce dal mio ufficio sussurrando un “a dopo”.

Io la saluto con un gesto della mano e dopo aver fatto un altro sospiro bello lungo, rispondo: «Fatima, dimmi tutto..»

 

*

 

Avrei preferito che le brutte telefonate della giornata si fermassero a quella di Fatima con l’ennesima lamentela sulla presunta mancanza di rispetto mostratele dalla sua editor che avrebbe cambiato tutto il romanzo. Inutile è stato provare a farle capire che fosse decisamente migliorato dopo il tocco di quella santa donna, che per colpa sua non può nemmeno godersi la sua maternità in santa pace, per lei sarebbe stato commesso un “oltraggio” alla sua creatività, o qualcosa del genere; ammetto che dopo i primi cinque minuti di litania, ho smesso di ascoltare.

Tuttavia, ora i miei problemi sono ben altri. Nel corso del pomeriggio, ho ricevuto un’altra entusiasmante notizia da parte dell’agenzia immobiliare con cui sono in trattativa per l’affitto del negozio; anzi, come direbbe un giurista “canone di locazione”.

A quanto pare, i gentili signori avrebbero deciso di raddoppiare il canone mensile mettendomi in una brutta posizione, considerato che non avrò mai sufficiente denaro per poter pagare in anticipo i sei mesi previsti da contratto entro fine mese.

Dopo aver ricevuto questa doccia fredda, la proposta di Daniele di andare a fare aperitivo insieme mi è sembrata perfetta e difatti ho accettato senza indugi.

Ci siamo dati appuntamento nel nostro bar ed ora sono qui ad aspettarlo. È leggermente in ritardo.

«Scusami, Caro.. ho trovato un po’ di traffico» si giustifica non appena arriva ed io faccio spallucce.

«Non fa niente» lo rassicuro e mi alzo in piedi per dargli un bacio sulle labbra, che diventano due.

Ci risiediamo e Daniele mi guarda aggrottando la fronte; molto probabilmente avrà notato il mio pessimo umore. «E’ successo qualcosa?» s’informa difatti.

Io sbuffo e incrocio le braccia. «Quegli stupidi dell’agenzia immobiliare hanno raddoppiato la cifra richiesta! Sono praticamente sotto di quindicimila euro..»

Daniele sbarra gli occhi e mormora un “caspita”.

«I miei investimenti in borsa come vanno?» gli chiedo con tono speranzoso.

«Non così bene..» risponde passandosi una mano fra i capelli ed io sbuffo di nuovo. «Mi dispiace..» continua.

«Tranquillo! Mica è colpa tua se io sono la solita sfigata!» esclamo e lo vedo ridere.

«Grazie per consolarmi! Ora dovresti dire che non sono una sfigata, sai?» lo apostrofo bonariamente.

«Ho fatto un fioretto: non posso dire bugie!» mi prende in giro e gli lancio uno sguardo storto. È decisamente un cretino.

«Direi che è il caso di bere» propone guadagnandosi subito il mio consenso. «Un Martini?» suggerisce ed io annuisco, anche se avrei bisogno di qualcosa di più forte.

Stiamo consumando l’aperitivo quando arriva l’ennesima brutta notizia della serata a peggiorare il tutto.

«Daniele, ciao! Ci rincontriamo? Due volte in un giorno sono parecchie!» mi giro verso la fonte di quella voce squillante che non mi pare nuova e mi ritrovo davanti Alessandra Spadoni nella sua striminzita mise più adatta ad una serata in discoteca che ad un banale aperitivo in un bar anonimo di Milano.

Dopo essermi ripresa dallo shock della sua visione, che ha lasciato di stucco anche il mio accompagnatore, mi concentro sulle sue parole. Che significa “due volte in un giorno”?

Mi volto Daniele che manda giù un sorso di Martini e arriccio il naso infastidita. Ma mi prende in giro? Ieri ci siamo baciati per la prima volta dopo undici anni e già scopro altarini? Meno male che ha fatto il fioretto!

«Non mi avevi detto che saresti stato in dolce compagnia questa sera» afferma poco dopo riempiendo di altre parole il silenzio imbarazzante che si è creato tutt’un tratto.

«Non pensavo che la cosa t’interessasse» risponde lui osservando la mia reazione con la coda dell’occhio.

Lei fa spallucce muovendo quei suoi odiosi capelli e si rivolge a me. «Piacere, io sono Alessandra» si presenta porgendomi la mano. Beh, se non altro devo essere cambiata parecchio dato che nemmeno mi ha riconosciuta.

«So chi sei. Io sono Carolina, ti ricordi? Eravamo nello stesso corso all’università» le ricordo con una punta di acidità che non riesco a fermare.

Lei inarca un sopracciglio sorpresa e ritira la mano. «Carolina? Caspita! Non avrei mai detto che eri tu..»

«Non starete mica facendo una rimpatriata? In quel caso, mi sento offesa» esclama sorridendo maliziosa. «Potevi pure invitarmi» continua rivolgendosi a Daniele.

«Al dire il vero, si tratta di un appuntamento..» chiarisce lui tossicchiando.

«Oh! Allora vi chiedo scusa se vi ho interrotti» si scusa fintamente senza tuttavia accennare a volersi allontanare.

«Non preoccuparti. Stavo giusto per andarmene..» rispondo e mi alzo di scatto afferrando il cappotto. Questa farsa non la sopporto più.

Anche Daniele scatta in piedi e mi lancia uno sguardo leggermente disperato. Ha capito che sono furiosa.

«Scusami, ciao..» la saluto di malo modo, mi avvio verso l’uscita e la sento domandare a Daniele se ha detto qualcosa che non va.

Non aspetto nemmeno a sentire la risposta di Daniele ed esco come una furia dal locale. Possibile che non ci possa proprio fidare di quello stronzo?

«Carolina! Aspetta..» eccolo che mi rincorre. Siamo alle solite, non cambierà mai questa situazione..

«Caro, per favore! Non ho fatto niente..» afferma prendendomi per il braccio e costringendomi a voltare.

«E allora come mai non mi hai detto che sei stato con lei oggi pomeriggio?» lo incalzo svincolandomi dalla sua presa.

«Ti giuro che non è successo nulla. Come ti ho detto al telefono, ho portato le carte di Girolamo al suo avvocato, per questo l’ho vista! Suo padre è l’avvocato di Girolamo» spiega e sospiro. Ma perché non me l’ha semplicemente detto?

«Mi spieghi perché non mi hai detto che il suo avvocato era Spadoni?» domando provando a tenere un tono calmo.

«Non lo so. Lì per lì, ho pensato che potevo omettere questo dettaglio..» fa spallucce e punta il suo sguardo per terra.

«Daniele, come pretendi che questa storia possa funzionare se mi menti su una simile stupidaggine? Se non c’era nulla di male perché non me lo hai detto?» provo a farlo ragionare.

«Ti ripeto, non lo so! Ho pensato che se te lo avessi detto, avresti fatto storie..» risponde e mi prende per mano.

«Scusami, è stato idiota. Avrei dovuto dirtelo, è solo che poteva sembrarti strano! Insomma, proprio lei e sinceramente non credevo che l’avrei rivista. Non oggi almeno..» blatera di fretta ed io scuoto la testa.

In questo momento non ho più voglia di sentire le sue scuse, ho altri problemi per la testa. «Va bene, Daniele, lasciamo perdere.. Ora vado, si è fatto tardi»

«Ti accompagno a casa?» mi domanda provando a sorridermi.

«No, prendo la metro. C’è una fermata qui vicino» accenno e mi avvio mentre lui mi segue.

Mi volto verso di lui e sbuffo spazientita. «Daniele, per favore!»

«Non ti lascio andare finché non mi dici che è tutto ok..» afferma facendomi perdere la pazienza del tutto.

«Smettila di fare stronzate e sarà tutto ok!» gli rispondo acida e lui scoppia a ridere.

«Si può sapere perché ridi?» chiedo incapace di trattenermi dal ridere anche io; la sua risata ha sempre quest’effetto su di me.

«Perché è strano sentirti dire parolacce. Hanno un suono diverso pronunciate da te»

Io alzo gli occhi al cielo e sospiro. Non ci sono dubbi: mi farà impazzire.

«Sicura che non vuoi che ti accompagni? La metro è un posto pericoloso la sera» insiste fissando i suoi occhi grigi nei miei. Ha molto talento nell’arte della persuasione, devo riconoscerglielo.

Io faccio spallucce e annuisco; in fin dei conti, non sono così arrabbiata. Poteva succedere molto di peggio..

«Dai, andiamo!» mi circonda le spalle con il braccio e ci incamminiamo verso la sua auto.

«Comunque devi dirmi sempre la verità» ribadisco seria e lui annuisce dicendo che ho ragione.

«Io voglio fidarmi di te, però tu mi devi dare una mano»

«Lo so..» risponde mentre disattiva l’antifurto della Cabriolet. Prende il mio viso fra le mani e posa un bacio sui miei capelli prima che salga in auto.

«Sei ancora arrabbiata?» mi chiede facendo gli occhi da cucciolo e io annuisco.

«Giusto un po’..» dico facendo il gesto con le dita e lui sorride.

«Mi farò perdonare» afferma con sicurezza ed io alzo gli occhi al cielo. Diverse cose ha ancora da farsi perdonare.

Saliamo in auto e partiamo alla volta di casa mia senza dirci molto durante il tragitto.

«Ci vediamo domani?» domanda dopo aver parcheggiato di fronte al mio palazzo.

«Domani ho un impegno..» mento. Non mi va di rendermi troppo disponibile.

«Io invece giovedì sera» dice a sua volta mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Con la Spadoni?» chiedo sarcastica guardandolo dritto negli occhi, lui sorride e si umetta le labbra.

«Non me la perdoni, eh?» io scuoto la testa e incrocio le braccia girando il viso dall’altro lato.

«Comunque devo vedermi con mia nonna» mi racconta. Oh! Sveva! Era sempre stata così carina con me, Daniele all’epoca ci aveva presentate.

«Salutala da parte mia»

Lui annuisce e mi propone di vederci venerdì sera. «Ti preparo una cenetta per farmi perdonare»

«Quindi dovrei venire a casa tua?» domando con tono malizioso. Non credo che sia esattamente una cenetta quello che ha in mente.

«Beh, se vuoi, posso venire io da te..» suggerisce facendo spallucce.

«Sarebbe meglio» rispondo. A casa posso avere un maggior controllo della situazione.

«Allora a venerdì!» mi dà un bacio a fior di labbra che mi strappa un sorriso.

«A venerdì..» lo saluto ed esco dall’auto.

 

Daniele’s PoV

 

Riparto dopo averla vista entrare nel suo palazzo e sbuffo. Sono idiota: non ci sono dubbi! Oltre ad essere sfigato..

Ma proprio lì doveva venire quella cretinetta di Alessandra? Migliaia di locali più alla moda e più interessanti in giro per Milano e lei proprio in questo doveva finire? Bah! Pare che mi ha seguito!

Trovo il semaforo rosso e mi fermo approfittandone per accendere radio che trasmette le ultime notizie della giornata; le ignoro completamente e prendo il cellulare per scrivere un messaggio a Caro.

“So che su di me c’è tanto da lavorare, ma spero che tu abbia sufficiente pazienza”  premo “invio” e scatta il verde.

Mi auguro che le passi, anche se non posso negare che abbia ragione; faccio spallucce e accelero sorpassando diverse auto. Poco male, mi farò perdonare e so anche come.

 

*

Il resto della settimana passa piuttosto lentamente; ogni giorno devo sopportare il pessimo umore  di Girolamo che inveisce contro l’ex moglie in ogni occasione, facendomi pregare perché il venerdì arrivi il più in fretta possibile.

Non appena scoccano le sei di pomeriggio, scappo come una furia ringraziando Dio pera vermi fatto sopravvivere a quella settimana.

Mi faccio una doccia e mi vesto con tranquillità indossando un paio di jeans con la prima camicia che mi capita sotto mano; devo cucinare io questa sera.

Arrivato a casa di Caro, trovo il portone del palazzo aperto e m’infilo senza bussare al citofono; sulle scale incontro una signora sulla cinquantina che mi lancia un’occhiata maliziosa leggermente agghiacciante. Ho sempre ricevuto avances da varie milf, ma le ho quasi sempre rifiutate, non riesco a trombarmi le cinquantenni, soprattutto quelle castane. Mi ricordano mia madre.

Busso alla porta e aspetto che Caro venga ad aprirmi dandomi un’ultima sistemata ai capelli e facendo attenzione a non rovinare il girasole.

«Ciao..» mi saluta aprendo la porta. Anche lei è vestita in modo semplice, indossa un maglioncino a righe beige e blu e un paio di jeans a sigaretta, ai piedi porta un paio di ballerine blu; a quanto pare, continua ad usarle. Non ho mai capito la sua passione per questa scarpa.

Mi sporgo per darle un bacio sulle labbra ma lei si volta appena in tempo e finisco per baciarle la guancia. Perfetto, è ancora arrabbiata.

«Questo è per te..» dico porgendole il fiore e mi sorride.

«Grazie» si sposta per farmi passare ed entriamo in casa. Mi guardo attorno alla ricerca di Ambra che sembra assente. Ottimo, un’intera cena con lei non l’avrei sopportata.

«Siamo solo io e te?» domando comunque per sicurezza mentre mi tolgo il cappotto.

«Sì, Ambra è uscita..» mi racconta e m’indica l’appendiabiti vicino alla porta «Mettilo lì..»

In questo momento, nota il bustone che ho ancora in mano e mi chiede cosa sia.

«L’occorrente per cucinare!» rispondo con grosso sorriso e mi avvio verso la cucina che ho intravisto.

Carolina mi guarda perplessa e incrocia le braccia sotto al seno. «Daniele, io ho la roba per cucinare, sai? Abito qui con Ambra da quasi cinque anni..»

«Non ne ho dubbi, ma io cucino solo con le mie cose. Sono fissato» le spiego e lei annuisce appoggiandosi al tavolo della cucina.

«Deduco che non devo toccare nulla allora» afferma ed io annuisco. Quando cucino io, nessuno deve avvicinarsi.

«Ti preparo il cous cous. Se non ricordo male, la cucina marocchina ti piace» dico e lei fa cenno di sì con la testa.

«Oh, prima che me ne dimentichi. Prendi il vino e mettilo in frigo» le porgo le due bottiglie di bianco e dopodiché tolgo il resto degli utensili ed ingredienti dalla busta ed inizio a darmi da fare chiedendo a Caro qualcosa di tanto in tanto.

Nel frattempo, lei apparecchia in soggiorno e la sento canticchiare. Ha sempre avuto la mania di canticchiare per ogni cosa; lo faceva anche la mattina presto per svegliarmi, quelle rare volte che si era fermata a dormire da me.

Ritorna in cucina e mi osserva districarmi fra i fornelli con uno sguardo fra l’incuriosito e il sorpreso. Forse non si aspettava che avessi così tanta dimestichezza con la cucina, quando ci frequentavamo a mala pena sapevo cucinare un piatto di pasta.

«Quando sei diventato così bravo?» domanda infatti avvicinandosi alla padella per annusarne il contenuto.

«Tutt’un tratto mi è esplosa la passione per la cucina» le racconto e la faccio assaggiare un po’ di cous cous.

«E’ ottimo!» esclama leccandosi le labbra. Lo assaggio anche io per assicurarmi che sia cotto a puntino e le chiedo di passarmi i piatti.

Una volta pronti, ci spostiamo in soggiorno ed io verso il vino che ho già trovato aperto nei bicchieri.

«Hai già iniziato a bere?» la prendo in giro, le ho sempre dato dall’alcolizzata per scherzo dato che regge l’alcool molto meglio di me.

Lei scrolla le spalle. «Giusto un bicchierino»

Propongo un brindisi a noi e i bicchieri tintinnano dando inizio alla cena che secondo le sue parole è buonissima.

«Sul serio, Dani dovresti fare il cuoco» mi dice bevendo un altro bicchiere di vino. È già al sesto e non dà il minimo segno di cedimento, a differenza mia, che sento la gradazione alcolica salire.

Io faccio spallucce. «Magari potresti aggiungere un servizio catering alla tua attività!»

Lei scoppia a ridere e annuisce. «Diventeresti un mio dipendente però!»

Si alza e viene verso di me sedendosi sulle mie gambe. «Vuoi essere un mio dipendente?» sussurra con voce sensuale al mio orecchio.

«Ti avviso che sono piuttosto tirannica» continua. Con le punta delle dita il mento su cui sfiora il filo di barba e posa un bacio dietro l’orecchio facendomi deglutire. Che intenzioni ha?

«Caro..» provo a fermarla ma lei continua imperterrita spostandosi sul collo. Forse anche lei è un po’ brilla oppure è diventata piuttosto audace in questi anni..

Sento le sue mani accarezzarmi gli addominali da sopra la camicia e mi mordo l’interno delle guance per impedirmi di fare qualcosa di avventato; allontano le sue labbra dal mio collo distraendola con un lungo bacio che lei interrompe quando scoppia a ridere.

«Forse sono leggermente brilla» ammette agitando il dito indice in aria ed io inarco un sopracciglio.

«Forse?» chiedo retorico mentre lei si mordicchia il labbro inferiore.

«Credo che sia meglio mangiare il dolce..» aggiunge e si alza per tornare in cucina.

Anche io la seguo e la vedo tirare fuori un tiramisù dal frigorifero; da sempre è il mio dolce preferito, ma il suo è quello che preferisco in assoluto. Non ho mai mangiato un tiramisù così buono come quello che prepara lei.

«Ti piace ancora, vero?» mi chiede mentre taglia una fetta.

«Ovviamente..» confermo e afferro il piattino che mi porge.

Mentre mangiamo il tiramisù in cucina, dopo aver recuperato quello che resta della seconda bottiglia di vino, Caro si siede di nuovo sulle mie gambe senza provocarmi almeno.

«Ti sei sporcata di cioccolata» le dico e la pulisco con un tovagliolo.

«Anche tu!» commenta divertita e mi sporca lei stessa facendomi la linguaccia.

Io la guardo storto e la sporco sulle labbra di proposito. «Adesso mi pulisci» mi minaccia fintamente ed io obbedisco senza farmelo ripetere due volte.

Schiudo le labbra applicando una leggera pressione sulle sue ed entro nella sua bocca lentamente; sento la sua lingua stuzzicarmi il palato e prendo a baciarla con maggiore decisione mentre le sue mani s’infilano nei miei capelli..

La posizione che abbiamo assunto mi torna piuttosto scomoda perciò la prendo dai fianchi e la siedo sul tavolo trovandola incredibilmente leggera. Continuiamo a baciarci finendo quasi semi sdraiati sul tavolo della cucina quando sentiamo qualcuno tossicchiare.

Io mi rimetto subito in posizione eretta e mi ritrovo Ambra che ci guarda con aria leggermente schifata posando le mani sui fianchi. «Ciao Ambra..» la saluto passandomi una mano sulla nuca e lei fa un finto sorrisino di cortesia.

Anche Caro si sistema lisciando i capelli e tenendosi a debita distanza da me. «Avete finito?» ci rimprovera Ambra ridendo sotto i baffi. Molto probabilmente trova tutta la situazione piuttosto esilarante.

Le guance di Caro s’imporporano all’istante. «Vuoi un po’ di tiramisù?» chiede per sviare il discorso e Ambra scoppia a ridere.

«No, grazie!» risponde. «Io ora vado in camera. Se decidete di fare sesso, avvisatemi che mi metto le cuffie!» continua facendo imbarazzare ancora di più Caro che squittisce il suo nome e si allontana lasciandoci da soli.

Io guardo Carolina che ridacchia sotto i baffi e rido anche io. «Ti do una mano a sistemare?» mi offro e lei annuisce.

Ci mettiamo al lavoro finendo di pulire tutto all’una e mezza di notte passata. Nel frattempo, l’effetto del vino mi è passato, posso tornare a casa senza beccarmi una multa almeno.

«Io vado a casa..» accenno a Caro che mi guarda con aria leggermente assonnata.

«Sei sicuro di farcela? Se vuoi, puoi dormire qui..» mi propone puntandomi addosso i grandi occhioni blu.

«Non mi pare il caso..» ammicco e lei annuisce divertita.

«Ci vediamo domani?» domando prima di uscire di casa sua. «Vorrei portarti in un posto..»

Caro aggrotta la fronte e inclina la testa verso destra. «Dove mi devi portare?»

«Domani vedrai!» rispondo mantenendo il mistero. «Buonanotte..» le do un altro bacio ed esco.

Sono sicuro che la mia sorpresa le piacerà moltissimo.

 

 

Angolo autrice:

Scommetto che di tutto vi aspettavate tranne che io tornassi così presto! Beh, in effetti, non me l’aspettavo nemmeno io! Credo che sia l’effetto da fine sessione finita, considerando poi che non ho lezioni fino a Settembre inoltrato, credo che tornerò a postare più frequentemente.

Come avrete visto, i nostri due beniamini continuano la loro “love story”, nonostante Daniele combini ancora qualche casino..

Spero  che lo perdonerete! Lui ci prova con tutto sé stesso, ve lo garantisco! Ma ancora deve imparare!

Caro, da parte sua, è abbastanza paziente, oltre ad essere innamorata di Daniele (giusto un po’, eh!)

Bene, non vi annoio più con i miei discorsi e vi auguro una buona serata e un felice weekend! Alla prossima, mes amies!

PS: ovviamente vi ringrazio ancora una volta per tutto il vostro supporto, soprattutto a Serpentina, Ila, Abracadabra e Pat69 che hanno commentato e anche a chi ha messo la storia fra le seguite e le preferite *--* grazie ancora!

 

 

 

  
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