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Autore: Kieis_chan    18/07/2014    3 recensioni
Da un paio di anni la sua vita è cambiata e, la sua musica non ha più la stessa aggressività di una volta. Che l'amore ha fatto rammollire Eustass Kidd? Voi avete dubbi?
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love song









Era seduto al tavolo della cucina da ore ormai, eppure non aveva concluso nulla.




Erano quasi due anni che un loro disco non usciva e, la casa discografica stava facendo pressioni, era inutile dire che il resto del gruppo se ne fregava allegramente, infondo loro non ci mettevano nulla a strimpellare due accordi, era lui che doveva fare la parte più difficile. Il testo. Povero Eustass.




Grugnì, osservando truce il pezzo di carta.




Cosa cavolo poteva scrivere?




Aveva scritto su quanto schifoso fosse il mondo, di come era difficile vivere per strada, di come se l’era dovuta cavare per diventare qualcuno, eccetera, eccetera. Non poteva riscrivere su un nuovo album le stesse cose! Non voleva mica essere monotematico.




Cosa gli mancava in tutta quella matassa di roba?




-No non se ne parla. Non scriverò mai nulla di smielato.- borbottò al foglio, aumentando il suo sguardo torvo –Non ci riuscirai stronzo.- proclamò, sbattendo le mani sul tavolo, afferrando il foglio e stropicciandolo, lanciandolo dall’altra parte della stanza.




Invece lo farai Eustass.




La sua vita era cambiata sostanzialmente dall’ultimo disco, non era più così ‘incazzato’ con il mondo, adesso aveva una persona specifica con cui incazzarsi, ma non solo, era anche quella che lo ascoltava durante le sue crisi esistenziali, era quella che nonostante lo prendeva in continuazione per il culo lo sosteneva sempre, era quella con cui rideva e si dava all’alcool.




Si insomma aveva un ragazzo, e la cosa si era fatta anche abbastanza seria, dato che ormai vivevano assieme.




Ma lui non voleva scrivere qualcosa su di ‘loro’, era una cosa troppo smielata, quasi una dichiarazione e lui non ne era tipo. Era uno tosto.




Diceva lui.




Sospirò spettinandosi i rossi capelli, tirandosi qualche ciocca, si alzò ed afferrò il foglio stirandolo come meglio poteva con le mani –Non voglio.- mormorò in tono lagnoso, afferrò il suo i-pod e si mise le cuffie, ascoltando la melodia che i suoi compagni avevano già composto.




Afferrò la penna ed incominciò a scrivere qualcosa.




Sarebbe stata una dura giornata.






_______________________






Il cellulare squillava ininterrottamente, ma Kidd non osava rispondere, consapevole che gli sarebbe arrivata una ramanzina da li a breve.




Dopo la dodicesima telefonata mancata, si avete capito bene, si armò di coraggio e rispose, mettendosi l’anima in pace.




-Dove cazzo eri brutto bastardo.- urlò la voce dall’altro lato del telefono –Mi fai perdere tempo.-


-Avevo le cuffie e non ti sentivo.- mentì, osservando l’ennesimo foglio bianco.


-Bene, questo vuol dire che stavi lavorando?- domandò la persona dall’altra parte del telefono.




Kidd aspettò alcuni secondi prima di rispondere, incerto se prendere in giro il manager o se stesso e, alla fine, conoscendo il manager, decise di mentire a se stesso –Certo.-


-Bravo il mio ragazzo.- esclamò quello, adesso più tranquillo –Non starai scrivendo cazzate varie, su come è difficile vivere in questo mondo vero?- chiese Smoker e, Kidd poté immaginare il viso contorto dell’uomo mentre serrava la mascella su quel povero sigaro.


-No.- rispose secco, spostando lo sguardo al suo fianco, osservando la catasta di fogli accartocciati –Non sono così stupido.-


-Bravo Kidd.- disse quello dall’altra parte della cornetta –Sai che la casa discografica vorrebbe qualcosa di più commerciale.-




La testa rossa sospirò, perché invece di fare il cantante non aveva deciso di fare il meccanico? Sarebbe stato sempre più semplice di dover dar retta a tutte quelle persone.


-Si lo so.- borbottò scarabocchiando qualche omino impiccato.


-Devi scrivere qualcosa di romantico.-


-Lo farò.-


-Allora mettiti subito al lavoro cazzone, e guai a te se entro tre giorni non avrai finito.-




Kidd riattaccò il telefono dopo l’ennesima rassicurazione. Non era da lui essere così accondiscendente, ma quell’omone di Smoker lo inquietava. Ehi ma solo un pochino.




Si alzò demoralizzato, ed afferrò la chitarra, doveva comporre qualcosa di persona, per poter avere l’ispirazione per il testo.


Si risedette al tavolo, con tutto ciò che gli serviva, ed incominciò a strimpellare finché non toccò delle note interessanti.








__________________________








Law entrò in casa, stanco morto, colpa del turno in ospedale.


Si aspettò di sentire vari impropri e, la televisione a tutto volume con il rumore di qualche gioco, ed invece silenzio.




Che quel testone del suo ragazzo se ne era andato a zonzo da qualche parte invece di scrivere?




Aggrottando la fronte entrò nella sala silenziosa e, lì seduto al tavolo chinato a scrivere c’era Kidd, sommerso da una miriade di foglie accartocciati.




Poveri alberi.




Con un ghigno si avvicinò alla poltrona e, sfilandosi la giacca incominciò a dire -Bentornato amore, come è andata la giornata oggi?- la giacca finì sulla comoda poltroncina –Un po’ stancante.- ammise, avvicinandosi al compagno –Avrei preferito poltrire tutto il giorno come te.- punzecchiò cingendolo da dietro –ma invece vedo che hai tentato di lavorare.- osservò infilando il viso nell’incavo del collo del rosso inspirando il suo odore.




Kidd grugnì in segno di disapprovazione –Amore un corno.- borbottò  incrociando le braccia al petto –Sono arrivato alla conclusione che è tutta colpa tua.- sentenziò imbronciandosi.




-Per cosa di grazia?-


-Se non mi avessi infastidito, non ci saremo mai messi insieme e, quello stronzo di Smoker, non mi avrebbe rotto le palle per scrivere cose smielose.- borbottò infastidito –Quindi è tutta colpa tua.-


Law alzò un sopracciglio, cercando di non perdere la calma, conscio che il suo ragazzo era solito dare fiato alla bocca –Punto primo, non sono io ad averti ‘infastidito’, ma sei stato tu a farmi la corte come un cane in calore.- disse calmo, mordendo il collo del rosso –E secondo, se ti disturbo così tanto posso sempre fare le valigie e tornare a casa dai miei.- proclamò allontanandosi di qualche centimetro, ottenendo la reazione desiderata.


Era proprio vero che Kidd era tutto fumo e niente arrosto.




Kidd gli afferrò un braccio tirandolo a se –No, preferisco che resti qui, non si sa mai, magari mi viene voglia di scopare e, da solo non è il massimo.- disse arrossendo lievemente, consapevole che era una frana a dire balle.




Il moro sospirò, riaccoccolandosi nell’incavo del suo collo, sbattendo ripetutamente le ciglia, solleticandolo. Doveva vendicarsi infondo no?


-Sei riuscito a scrivere qualcosa?- gli chiese in un soffio.


La testa rossa sospirò, afflosciando le spalle –Ci ho provato.- ammise demoralizzato –Ma non credo che sia il massimo.- borbottò arrossendo.


-Tutto ciò che scrivi non è mai il top, eppure la gente ti segue Eustass-ya. Mi chiedo ancora con quale coraggio.- lo prese in giro il moro, beccandosi una gomitata al fianco.


-Prendi la chitarra, suoni tu.- gli disse allontanandolo da se e porgendogli lo spartito, sedendosi poi sul divano.




Fin dal primo giorno, che aveva scoperto che Law sapeva suonare la chitarra, Kidd ne aveva approfittato, dato cha a lui quello strumento infernale proprio non lo tollerava.


Il moro sospirò ed afferrò lo strumento ed il foglio, dirigendosi verso il divano sedendosi sullo schienale, dando le spalle al rosso.




-Posso iniziare?- gli chiese e, senza aspettare risposta, incominciò a strimpellare e dalla cassa armonica incominciò ad uscire una dolce melodia.


Law rimase stupito da quel dolce suono. Solitamente le basi del gruppo del suo ragazzo erano, come dire, ‘’rumorose’’.




La roca voce di Kidd, inondò la stanza chiara e forte.




È lontano il giorno in cui ho incontrato te,


come un piccolo fiore piegato dal vento.


Siamo ancora molto infantili e ci sono stati anche momenti in cui ci siamo fatti del male a vicenda


ma abbiamo anche ricordi in cui ridiamo insieme.





Il rosso poggiò la testa sulla schiena del suo ragazzo, muovendola lentamente, come una carezza.




I sentimenti che ho stretto forte al mio petto


non cambieranno, è un unico


"ti amo"





Law arrossì lievemente nel sentire quelle semplici parole uscire dalla bocca del suo compagno, così schivo nell’esprimere i suoi sentimenti.


Continuarono a suonare, finché la canzone non terminò e, la stanza calò nel silenzio.


Rimasero così per qualche minuto, finché Kidd non prese coraggio –Ti piace?- gli chiese abbassando il capo, cercando di nascondere il rossore sulle sue guance.


Law ghignò, annuendo –Allora mi ami.- disse, passandosi la lingua sulle labbra.


-Mi sembrava ovvio no?- borbottò Kidd, dandogli un pugno sulla spalla.


Il moro rise, stringendo la presa sulla chitarra –Oh, come sei romantico Kiddi.- lo canzonò, scivolando al suo fianco afferrandogli il volto fra le mani –Forse la cosa è reciproca.- sussurrò, facendo collidere le loro labbra in un bacio passionale.




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Note di me:
Buona sera, buongiorno e buon pomeriggio. Ed eccomi di nuovo qui. Devo ammettere che ci ho messo tanto per scrivere questa ‘cosa’, si non posso considerarla una shot, dato che non sono proprio soddisfatta. Ebbene si, più che altro non mi piace il finale, mi sembra forzato, ma dato non mi veniva finale migliore, mi sono detta ‘postiamola ugualmente’, le mie amate ragazze mi faranno sapere cosa ne pensano!
Vi volevo avvisare che questa sarà l’ultima storia fino a settembre, forse. Un bacio enorme a tutte quante <3!
  
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