Don't Say Good Bye
Don’t Say Good Bye
Un alba livida vide una figura avvolta in un lungo
mantello color dell’oro uscire dalla villa e dirigersi verso il sentiero che si
perdeva nel folto del Bosco dei Mille Guest.
La luce, non ancora abbastanza forte da penetrare del tutto tra le fronde degli
alberi disegnava strani ghirigori di ombre sul
terreno. Un uccello emise un verso sgraziato che si perse nel silenzio di
quella mattina.
La figura avvolta nel mantello si fermò per un attimo, quasi volesse tornare
indietro, poi, presa la sua decisione riprese a camminare a passo deciso
perdendosi infine nella penombra del sentiero inghiottito dal bosco.
La prima ad accorgersi della partenza di Suino dal Manto Color Dell’Oro fu Bacca dell’Immensa Vita.
Uscendo dalla sua stanza notò la porta della stanza del sacerdote aperta. Cosa
davvero strana visto che ormai tutti nella villa
sapevano che quella porta era sempre stata rigorosamente chiusa.
Incuriosita si armò di coraggio, altra cosa risaputa era che Suino non
tollerava assolutamente che qualcuno entrasse nella sua stanza, ed entrò
domandando a bassa voce se ci fosse qualcuno.
Tutto era in perfetto ordine. Il letto rifatto come se
nessuno ci avesse dormito, alcuni fogli sparsi sullo scriptorium, tutti bianchi.
Appoggiata ad una parete notò, poi, la mannaia che Suino usava per celebrare i
sacrifici. La lama era lucente e pulita quasi fosse
nuova. Eppure ne aveva visto di sangue. Ma per quanto
la usasse, non aveva mai visto quella lama sporca o
anche appena opaca. Sembrava quasi che fosse dotata di una vita propria e che
letteralmente assorbisse il sangue dei guest che uccideva.
Stava per uscire decisa ad andare ad informare l’altro sacerdote,
l’innominabile dalla lunga penna, quando vide qualcosa che le gelò il sangue
nelle vene.
Poggiata su di un mobile, giaceva la mezza maschera da
suino.
Nessuno aveva mai visto Suino senza la sua mezza maschera. E se adesso
quell’oggetto era li, staccata dal volto che aveva
coperto da sempre, poteva voler dire solo una cosa.
Suino era andato via dalla villa e dalla Setta.
. . . Webmiss Town si era svegliata da poco ma era già tutta in fermento.
Le locande avevano aperto i battenti ancor prima del sorgere del sole, e
lentamente i negozi stavano aprendo ad uno ad uno ed i commercianti si stavano
dando un gran da fare nell’esporre le loro mercanzie.
La vicinanza al Bosco dei Mille Guest, se da un lato era nociva per la
pericolosità intrinseca di quel posto, da un lato era molto vantaggiosa per le
locande e per i negozi.
La Setta dell’Oscura Chat richiamava molte persone ansiose di misurarsi contro
i membri della Setta. Persone che alloggiavano nelle locande,
che compravano nei negozi e che davano respiro all’economia di quel piccolo
villaggio.
Non tutti quelli che venivano a Webmiss Town erano però persone di cui fidarsi.
Sembrava quasi che la Setta fosse una calamita che richiamava le persone più
strane. E da qualche giorno, qualcuno aveva detto di
aver visto strani individui aggirarsi solo di notte per le stradine del
villaggio.
Persone ricoperte da lunghi mantelli neri, dalla pelle cerulea e dallo sguardo
vitreo che, silenziosamente , da soli o in piccoli
gruppetti si aggiravano per i vicoli e per le stradine.
Nessuno sapeva dove alloggiassero o quali fossero le
loro intenzioni. Tutti però erano concordi nel giudicarli pericolosi quasi
quanto la Setta, e, la vita notturna di Webmiss Town calò improvvisamente,
subendo un tracollo totale dopo che alcuni Guest vennero
ritrovati con la gola squarciata e senza più una sola goccia di sangue nelle
loro vene.
Vampiri.
Questa parola iniziò a circolare tra gli abitanti del villaggio. Probabilmente
giunti li per misurarsi con la Setta.
. . . – Dove può essere andato…??…- domandò Fuoco Del
Greco Inferno guardando l’Innominabile che, silenzioso camminava a lunghi passi
nella sala principale della villa. Il volto scuro, l’umore ancora più nero.
- Ci ha lasciati…??…- domandò Regina dagli Occhi Color
Nocciola.
- Non ha lasciato nessun messaggio…- aggiunse Bacca dell?immensa Vita tenendo
in mano i fogli che aveva trovato nella stanza di Suino…-…si è tolto la
maschera, ha lasciato la sua mannaia ed è andato via, senza dirci nulla…-…c’era
una nota di stupore mista a rabbia nella sua voce…-…perché…??…-…
Un improvviso silenzio calò nel salone. L’Innominabile si era fermato ed il
suono dei suoi passi non rimbombava più tra quelle vecchie mura.
Tutti i presenti si voltarono a guardarlo rimanendo in silenzio. Con la
scomparsa di Suino adesso tutto il potere era nelle sue mani, unico sacerdote
rimasto. E toccava a lui prendere una decisione.
Abbandonare la Setta voleva dire morte.
Suino era tornato ad essere un Guest e come tale poteva venir ucciso
liberamente da chiunque, della Setta, lo incontrasse.
Ucciso, e sacrificato.
Aver lasciato poi la sua mannaia nella villa voleva anche dire che era del
tutto disarmato.
Nessuno infatti lo aveva mai visto con un arma
differente.
Solo, Guest e disarmato.
Nel Bosco dei Mille Guest.
La sua morte era praticamente certa.
. . . La figura con il mantello color dell’oro entrò nel
villaggio poco prima dell’ora di pranzo e si diresse rapidamente verso
la Locanda del Buon Pastore.
In tutta Webmiss Town non c’era un posto più malfamato e sordido di quello.
Il proprietario, un Guest tarchiato e laido era noto a
tutti per il fatto di stringere comunella con i peggiori briganti che
infestavano la zona. Alloggiare da lui voleva dire solo due cose. O si era un ladro o un assassino, o si era deciso di dare un
addio precoce alla propria esistenza.
Un tanfo di montone lesso e cipolle colpì la figura
peggio di un pugno facendolo barcollare.
- Locandiere…- lo chiamò con un tono autoritario che non ammetteva
repliche…-…vino e carne…-…poi, si sedette ad un tavolo guardandosi intorno.
Un piccolo spasmo lo costrinse a socchiudere per un breve secondo l’occhio che
per tanto tempo era stato coperto dalla maschera. Non era più abituato ad
usarlo e si stava affaticando.
All’inizio quasi non riusciva neanche a mettere a fuoco gli oggetti, poi, piano
piano ne aveva riacquistato l’uso, ma, era ancora
troppo debole e, rapidamente lo coprì con una benda nera.
Un movimento alle sue spalle attirò la sua attenzione.
Un guest ancora più grasso e sporco dell’oste gli si stava sistemando dietro
mentre un paio di suoi amici, molto più magri ma altrettanto sporchi
si stavano sistemando ai due lati per prenderlo in una morsa.
A breve gli avrebbero chiesto di dargli tutto il suo oro e di andarsene da li.
Questo se lui non avesse fatto qualcosa.
E, senza dargli il minimo tempo per reagire, si voltò verso il guest lardoso
alle sue spalle e, tirando fuori da sotto il mantello
un piccolo pugnale glielo puntò alla gola graffiandola quanto bastava per
stillarne alcune gocce di sangue.
- Piccolo moscerino…io ti…- ebbe appena il tempo di gridare il guest lardoso,
poi, con un rumore gorgogliante si portò le mani alla gola e, facendo una
schiuma rossastra dalla bocca si accasciò a terra morto
mentre sotto di lui si allargava una pozza di sangue.
Immediatamente gli altri due guest si allontanarono dal tavolo. Una morte cosi
subitanea, e quella schiuma rossastra dalla bocca volevano dire solo una cosa.
La lama di quel pugnale doveva essere stata intrisa con il veleno delle foglie
di Warfarin. Un veleno per il quale non esisteva antidoto e
che solo poche persone avevano il coraggio di usare.
- Oste…- chiamò di nuovo la figura…-…vino e carne…e faccia portare via
quest’ammasso di immondizia prima che inizi a
puzzare…-…
. . . Tutti nella villa si aspettavano una decisione radicale da parte del
sacerdote. Tuttavia, l’Innominabile dalla Lunga Penna non pronunciò alcuna
sentenza di morte per il traditore limitandosi solo ad ordinare che la sua
stanza venisse chiusa a chiave e che la sua maschera
fosse gettata nel fuoco.
Per lui e per tutti, Suino dal Manto Color dell’Oro
era morto e tale sarebbe dovuto restare per l’eternità.
Ma quando entrò nella stanza per prendere la maschera e
compiere la sua volontà, ebbe l’amara sorpresa di non trovare più la mezza
maschera.
Tutto era rimasto come era stato trovato, tranne
ovviamente i fogli bianchi che erano stati presi da Bacca, ma la maschera era
scomparsa.
Con un ghigno, uscì fuori e, chiuse a chiave la porta.
. . . – Sto per chiudere…- biascicò l’oste della
Locanda del Buon Pastore avvicinandosi alla figura con il mantello color
dell’oro. Per tutto il giorno se n’era rimasto seduto al tavolo a bere e a
mangiare come se fosse senza fondo…-…tra poco sarà buio e non è bene rimanere
aperti quando il sole è calato…-…
- . . . – senza dire una parola la figura si alzò lasciando cadere sul tavolo alcune monete, e, sempre senza
dire nulla uscì dalla locanda.
Non c’era ormai più anima viva in giro.
Tutti gli abitanti del villaggio si erano già rifugiati nelle proprie case ed
avevano già sprangato porte e finestre.
Un secondo dopo il tonfo delle due pesanti porte della locanda annunciò che
anche quella aveva chiuso i battenti.
- Aspettiamo…- sussurrò incamminandosi verso il centro del villaggio. La sua
attesa non fu molto lunga.
Pochi minuti dopo il tramonto, alcune figure vestite di nero iniziarono ad
uscire dai vicoletti bui e stretti del villaggio e, avanzando lentamente si
diressero verso la figura che, tranquillamente si sedette sul bordo della
fontana osservandoli.
Aveva sentito di loro da un guest che aveva incontrato nel bosco pochi giorni
prima. Un guest che se l’era cavata.
Da qualche giorno strani individui vestiti di nero e pallidi come morti si
aggiravano durante la notte per il villaggio. E gli
strani omicidi erano iniziati.
Guest sgozzati ma senza la minima traccia di sangue dentro o
fuori il corpo. E nessun’altra ferita. Solo un
taglio netto fatto da carotide a carotide.
Non era opera neanche di vampiri.
I vampiri mordono.
Ma lui sapeva di chi si trattava.
Esseri molto simili ai vampiri che vivono e cacciano di
notte, dalla pelle cerulea. Esseri che cacciano in
branco e che riconoscono un solo capo alla volta. Un
capo che diventa tale solo uccidendo il vecchio capo. Esseri
che diventano dei mostri per scelta di vita e non per nascita o incidente…
- Blooders…- bofonchiò vedendoli avvicinarsi a lui lentamente. Vestivano
sempre tutti nello stesso modo. Lunghi mantelli neri su vestiti anche essi neri. La pelle resa quasi slavata da un trucco
pesante. Le unghie delle mani lunghissimi ed affilate
come rasoi.
Non avevano bisogno di bere il sangue per sopravvivere. Potevano vivere anche
mangiandosi una bella bistecca. E non avevano neanche
bisogno di stare al riparo dalla luce del sole. Ma
quel modo di vivere era ormai diventato parte di loro e non lo avrebbero
abbandonato mai.
- Guest875496…- biascicò il Blooders più vicino a lui. Una voce
di donna…-…non ti si vede da un bel po’ di tempo…-
Quel nome…Guest875496…non era più abituato a sentirlo. Cosi come non era più abituato a sentirsi parlare con un tono di
voce poco rispettoso.
Lui era uno dei sacerdoti. Appunto. Era.
Si ricordò che si era tolto la maschera ed aveva lasciato la villa. I suoi
compagni della Setta.
Senza una parola, senza una spiegazione.
Era andato via e basta, ripiombando nel suo passato e riappropriandosi dei suoi
ricordi.
Se ne era andato…
Per sempre…
- Già…Harmony…- gli rispose alzandosi ed abbracciando la donna…-…da una vita…-…
Suinogiallo © 2004