Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _AnnaWhite_    18/07/2014    4 recensioni
Un aereo.
La paura di volare.
Una stretta di mano.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Per Tutto il Viaggio

 

Eren era appena salito sull'aereo per Shiganshina, e trascinando lo zaino lungo lo stretto corridoio si era messo alla ricerca del suo posto a sedere.

Aveva perso il conto di quante persone gli avevano urlato dietro per come trasportava il suo bagaglio, quando lo individuò: era vicino al finestrino.

Un posto peggiore non poteva capitargli!

Aveva paura di volare, da sempre. Come avrebbe sopportato di stare proprio lì?

Per sua fortuna esistevano le tendine.

Mentre stava contemplando il posto, chiedendosi perché proprio a lui fosse successa una disgrazia simile, sopraggiunse un giovane uomo.

“Jaeger?”.

“C... C... Capo?” disse il giovane balbettando e girandosi verso la voce.

“Certo che sono io! Ti sembro qualcun altro per caso?” rispose il nuovo arrivato alzando un sopracciglio, e proseguì “Ora spostati che devo sedermi”.

“Vuole dire che il suo posto...”.

Era anche seduto vicino al suo capo. Rivaille Ackerman.

Peggio di così non poteva andare!

“Allora Jaeger?”.

“Sì, mi scusi! Mi siedo subito”.

Il giovane allora aprì lo sportello sopra il suo posto e vi pose il bagaglio; stava per offrirsi di riporre anche il bagaglio del compagno di volo, quando questi lo minacciò con lo sguardo.

Ci sarebbe arrivato da solo, nonostante la sua altezza.

L'uomo, infatti, era molto suscettibile in proposito e si rischiava una ginocchiata in testa al solo riferirsene.

Per la verità, a Eren era già capitato, il primo giorno di lavoro presso il quotidiano “Ali della libertà”.

Non avrebbe mai più commesso un errore del genere dopo quella esperienza.

Quando i due si misero finalmente a sedere, i passeggeri erano già saliti tutti.

La hostess, allora, annunciò l'imminente partenza e raccomandò i viaggiatori di allacciarsi la cintura.

Fu in quel momento, allacciata la cintura e sentendo il rumore del motore, che Eren iniziò a tremare.

Non solo: si irrigidì sul posto, artigliò con le mani i braccioli della poltroncina e chiuse gli occhi ripetendosi come un mantra: “Un'ora, solo un'ora di viaggio... Un'ora, solo un'ora...”.

Rivaille, vedendo la reazione esagerata del suo collaboratore, chiese: “Jaeger tutto bene?”.

Il giovane non rispose.

“Jaeger! Maledizione, rispondi!”.

Ma il ragazzo non ascoltava, paralizzato dal suo terrore.

L'aereo aveva appena iniziato a muoversi.

“... Eren?”.

Fu solo a quel punto, sentendo pronunciare il suo nome con una punta di preoccupazione, che il ragazzo smise di parlare.

Strinse i denti e cercò di dire qualcosa. Ma le parole non uscivano.

Avrebbe tanto voluto dire: “Tienimi la mano, perfavore...”.

Ma era il suo capo, come poteva fargli una richiesta del genere nonostante quello che provava per lui?

Fece un respiro profondo e poi balbettando rispose: “Capo, t... tutto be... ne...”.

L'aereo prendeva velocità.

Più la velocità aumentava, più Eren tremava e si aggrappava alla poltrona.

“Tsk... Sempre a creare problemi...”.

A quel punto Rivaille pose la sua mano su quella di Eren.

Il giovane sussultò sorpreso. Poi però iniziò a tranquillizzarsi; per prima cosa smise di tremare, successivamente rilassò le spalle e smise di aggrapparsi alla poltrona.

Ora doveva solo aprire gli occhi.

“Capo...”.

“Rivaille... Dato che ti sto tenendo la mano, possiamo anche abbandonare i formalismi”.

“Rivaille...”.

A quel punto fu l'uomo a sussultare.

Perché il suo nome suonava così giusto detto da lui?

Perché avrebbe voluto che lo ripetesse all'infinito?

Perché quando Jaeger era nei paraggi... Perché lui diventava così?

“Apri gli occhi Eren...” disse.

Il giovane tremò, ma non di paura: l'uomo gli aveva appena sussurrato quelle parole nell'orecchio.

Le sue labbra così vicine.

Rivaille proseguì: “Voltati verso di me e apri gli occhi...”.

Le parole così sussurrate non ammettevano repliche, ma erano comunque dette con una nota di dolcezza.

Eren iniziò a voltarsi, poi con un fremito di ciglia aprì gli occhi.

Mordicchiandosi le labbra, disse: “Tienimi la mano, perfavore...”.

“Per tutto il viaggio?”.

Annuì.

Allora Rivaille strinse la sua mano e intrecciò le dita con le sue.

Rimasero così fino alla fine del volo.

Per la prima volta davvero vicini. Davvero consapevoli dei sentimenti reciproci.









L'angolo sinistro della pagina:

Ciao a tutti! <3
Ho preso una minuscola pausa dalle JeanMarco, perché questa Ereri doveva essere scritta u.u
Mi ha tormentato per dei giorni, fino a quando non ho deciso di scriverla a PC, e anche lì mi ha creato non pochi problemi -.-"
Per fortuna shadowdust è riuscita a dare un senso a quell'orrore letterario XD
Detto ciò, spero sia stata una buona lettura! :D
P.S. La mia personalissimissima pagina su fb, Cheshire Cat, se volete news o altro :)

Ringraziamenti:

- i lettori che faranno un salto qui <3
- shadowdust, la mia salvatrice <3 Grazie di tutto Moglie :3
- il mio imminente viaggio in aereo O-O HELP!

Un bacio,
White ^^

  
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