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Autore: Green 182    18/07/2014    0 recensioni
Dal primo capitolo:
(...)
Mi misi a dar da mangiare alle anatre nel laghetto.
“Dove vanno le anitre d'inverno?” pensai, e mi venne da ridere.
Quel libro era proprio forte.
Probabilmente il mio preferito.
Probabilmente l'unico che avevo letto.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~IT'S OKAY, IT'S ALL OVER~

 

Salii le scale, arrivai in soffitta, aprii la porta. Ero terribilmente spaventato.

-Stare nella stalla non mi piaceva, i cavalli mi tenevano sveglia di notte- una voce angelica che proveniva da dietro di me.

Mi girai, cagandomi addosso dalla paura.

-Ssamara?!-

Lei annuì.

Capelli neri che le incorniciavano il viso, la pelle pallida, il vestitino bianco ormai sporco e bagnato, come del resto i piedi.

Mi afferrò il braccio, ebbi dei flash.

 

La bambina era affacciata al pozzo mentre canticchiava.

Aveva i capelli sciolti, il vestitino bianco.

Davanti a se aveva una collinetta in cui i cavalli erano liberi di pascolare.

Anna era alle sue spalle.

-Non è bellissimo qui, Samara?-

La bambina non rispose e continuò a guardare davanti a se.

-Così tranquillo...- proseguì la donna - io so che adesso tutto andrà meglio-

Dopodichè cercò di soffocarla con una borsina di plastica.

-Tu sei ciò che ho desiderato di più-

Quando intuì che probabilmente Samara era morta, la buttò dentro al pozzo.

Samara cadde nell'acqua a peso morto e poi si riprese, alzò gli occhi.

Tutto quello che vide fu uno spicchio di luna bianca e poi la luna intera, ma nera.

Un anello, diciamo.

 

Ritornai alla realtà, lei non c'era più. Ero spaventatissimo.

Scesi le scale ancora allibito da quello che avevo 'visto'.

Arrivai in soggiorno, c'era il camino ancora acceso, Dave stava dormendo sul divano davanti ad esso. Mi avvicinai e vidi che nel camino c'era qualcos'altro oltre che la legna. Mi accovacciai davanti al focolare ed estrassi con la pinza quel qualcosa dal fuoco.

Era una carta d'identità...Evelyn Osorio...Evelyn?! Ma che cazzo?!

C'era qualcosa d'altro che non sapevo.

Strattonai Dave sul divano e lo svegliai.

-Eh?!- disse ancora addormentato.

-Guarda!- gli porsi la carta d'identità mezza bruciata ma ormai raffreddata.

-Che?- era ancora intontito.

-Evelyn...la madre biologica di Samara-

Sbarrò gli occhi -E perchè la sua carta d'identità è qui?!-

-E' questo che vorrei scoprire-

-Si ma...vorrei dormire ora- sbadigliò.

-L'ho vista di sopra- ammisi.

-COSA?- esclamò.

-Si...shhh...nella sua camera- spiegai -mi ha preso per un braccio e 'mi ha fatto vedere' quello che le era successo-

-Oddio...Jimmy, hai la febbre?!-

-Sto. Bene- puntualizzai -So cosa ho visto e non ero ubriaco-

-Ti credo- si arrese.

-E dobbiamo scoprire perchè la carta d'identità di Evelyn è qui-

-Se era nel fuoco, qualcuno nasconde per forza qualcosa, e l'unico qualcuno qui, è tua mamma...-

-Già...- ci pensai su.

-Ci penseremo poi, okay?-

-Okay!- sorrisi.

Lo presi di peso e lo portai di sopra. Lo misi sul mio letto e lo coprii con le coperte.

-Grazie papà- mi disse.

Risi e gli stampai un bacio sulla fronte

-Notte Dave-

-Notte Jimmy-

Spensi la luce.

 

-Io non dormo mai- sentii sussurrare nel bel mezzo della notte.

Aprii gli occhi lentamente nel buio.

-David?!- gli accarezzai i capelli, ma poi notai che erano lunghi, allora accesi veloce la luce e urlai.

C'era Samara nel mio letto e mi afferrò ancora per il braccio.

 

La donna con in braccio la bambina si avvicinò alla fontana.

Spicchio di luna.

La bambina che non piangeva quasi mai, quella volta lo stava facendo, aveva paura dell'acqua.

Dalla finestra un'altra donna stava guardando, svegliata dai pianti, chiamava Evelyn, le chiedeva di fermarsi.

Le suore la raggiunsero in giardino mentre stava immergendo Samara nell'acqua.

Una delle suore prese la neonata, le altre trascinarono via la madre.

 

-Jimmy!!- Dave si precipitò in camera, mentre io ansimavo per lo spavento.

Ero sudato.

-Hey...- gli risposi ancora sconvolto.

Mi abbracciò forte.

-Sono qui, sono qui- mi disse.

-Lei, lei era qui...- balbettai, guardando l'altra parte del letto.

Notai che era bagnata.

Poi gli presi il viso con le mani.

-Ma tu dov'eri?-

-Sono andato in cucina a bere qualcosa-

Annuii.

-Hai scoperto ancora qualcosa?-

Scosse la testa.

-Devo parlare con lei, devo farmi dire dov'è Evelyn-

-E' una pazzia...e se ti fa del male?-

-Me l'avrebbe già fatto- risposi non troppo convinto.

Mi alzai dal letto e andai verso la soffitta.

-Jimmy?- mi girai di scatto -Dove stai andando?-

-In soffitta, mamma. Che ci fai sveglia?- pronunciai quel 'mamma' in modo automatico, mi aveva mentito e mi dava fastidio.

-Vi ho sentito parlare. E perchè vai in soffitta?-

-Devo parlare con Samara-

Fece finta di non capire.

-Lei è morta...-

-Ma la sua anima no- risposi freddo.

-Si è fatta vedere?- chiese spaventata.

E le come poteva saperlo o pensarlo?

-Si, perchè?- parlai sempre in modo freddo, avvicinandomi alla soffitta.

-Ti ha fatto male?- mi prese per un braccio per farmi girare.

-NO! SMETTILA!- mi liberai dalla presa.

-Che ti prende?-

Mi girai completamente verso di lei.

-Perchè non me lo dici tu, Evelyn?- le mostrai la carta d'identità mezza bruciata.

Si portò le mani alla bocca e una lacrima le scese sul viso.

Buttai violentemente il documento in terra e me ne andai deciso di sopra.

-Jimmy?-

-LASCIAMI STARE- risposi senza girarmi.

Salii le scale, entrai in soffitta e andai direttamente nella sua camera.

-Samara, ho bisogno di parlarti...-

-Sono qui- ancora con voce angelica da bambina, una bambina che non crescerà mai.

Comparve dietro di me, quindi mi girai.

Era sempre uguale. Un angelo.

-Sei...mia sorella?-

Lei annuì.

Mi passai le mani sul viso, mi sedetti sull'unica sedia che c'era. Scricchiolò leggermente sotto al mio peso. Iniziai a piangere.

-Mi dispiace tanto- dissi singhiozzando.

La guardai.

-Avevo un demone dentro...-

-Lo so- affermai.

-COSA VUOI ANCORA?!- mia...nostra madre comparve sulla porta.

-Mamma...- sussurrò la bambina.

-Non farle del male- mi misi davanti a Samara.

-E' lei a far del male a noi-

-Non è così e lo sai anche tu- ribattei -C'era un demone dentro di lei, lo sai meglio di me-

Sbuffò.

-Lei è buona- continuai.

-Sono io, mamma. Il demone è morto...- le si avvicinò.

-Samara?-

La bambina annuì, nostra madre la abbracciò.

-Jimmy...- Samara mi chiamò e io andai ad abbracciarla.

-Perdonami Samara, perdonami per averti ignorata per tutto questo tempo- Evelyn si scusò con lei, e lei apprezzò.

-Devo andare...vi voglio bene-

La sua immagine diventò sempre più debole.

-Vedi la luce?- le chiesi, e lei annuì.

-Ti vogliamo bene anche noi, Samara- Evelyn stava piangendo.

La mia sorellina scomparve definitivamente.

Era andata in pace.

Uscimmo dalla camera, chiudemmo la porta. Vidi mia madre che mi sorrise, ricambiai.

Scendemmo al primo piano dove c'era Dave ad aspettarci.

-Hey, allora?- si alzò di scatto dal divano appena ci vide.

-Ha visto la luce- risposi.

Sorrise.

-Era mia sorella-

-Oh...- rispose spiazzato e si guardò intorno.

Gli appoggiai una mano sulla spalla.

-Pizza per festeggiare?-

-Ci sta- rispose.

 

-Brindiamo-

Tutti e tre alzammo i bicchieri e li facemmo scontrare tra loro.

-A Samara-

-A Samara- rispondemmo insieme.

 

~It's Okay, It's All Over~

 

  
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