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Autore: Urlandocontroilcielo    19/07/2014    2 recensioni
Ancor prima dell’alba Ryan si stava rivestendo. Sarebbe dovuto essere a casa per le otto del mattino.
“Ehi, non volevo svegliarti”
“Scappi?”
“E’ tardi, ho delle cose da fare”
Si girò verso il comodino, la sveglia segnava le sei. C’era qualcosa che non andava, il dubbio continuava a frullargli in testa e questo rovinava la cena, le risate, il massaggio e la notte fantastica, lasciando posto alle paranoie abbandonate la sera prima. Tirò un sospiro e si accorse che non era affatto un buon risveglio anche perché lui se ne stava andando e questo per lei diventava sempre più difficile.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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qwqewew Un ricevimento per il nuovo avvio del Nichols Group, l’evento per festeggiare l’acquisizione del progetto più importante da quando Caleb Nichols aveva fondato l’azienda: la ricostruzione della parte edificabile di tutta Newport.
Un lavoro che avrebbe portato via parecchie energie a Kirsten, ma totalmente stimolante, anche se questo comportava l’eliminazione del campo da golf dove era solito giocare suo marito e quindi l’arrivo di un cucciolo di bassotto, per colmare i suoi “hobby” era sempre più certo a casa Cohen.
Oltre alle famiglie più in vista, ci sarebbero stati tutti i probabili acquirenti provenienti da diverse parti del mondo, il fatto che tutte le riviste di architettura ne avrebbero parlato era una cosa buona ma ora riusciva solo a sperare che niente andasse storto, non voleva che la prima domanda dei giornalisti con cui avrebbe avuto interviste il giorno dopo fosse su qualcosa di assurdo.
"Andrà tutto bene" le disse Sandy abbracciandola, non esisteva nessuno che la capisse quanto lui e che facesse ogni gesto nel modo giusto.
"Papà diceva sempre che l'inizio di un progetto è..."
"Fondamentale" concluse lui, che conosceva quella frase a memoria.
Per quanto non andasse d'accordo con Caleb si ritrovava spesso a pensare che se fosse rimasto ancora un pò con loro sua moglie sarebbe stata molto più serena.
"Papà diceva un sacco di stronzate... rilassati!" le disse Hailey prima di uscire, lasciandola sulla porta.



All’arrivo pensò di avere sbagliato posto; come se ci fosse un radar fu subito riconosciuto e i commenti si sprecavano, lo immaginava ma ora lo stava vivendo ed era diverso, per questo trovò il primo bagno e ci si buttò dentro. Era uno di quei bagni bellissimi classico per quei ricevimenti, ci si poteva mangiare da tanto che era ordinato; sapeva di essere agitato, lo capì bene quando fece fatica a togliere le lenti e cambiarle con il paio di occhiali, gli sembrava che i suoi occhi stessero andando a fuoco. Si appoggiò al lavandino per paura di svenire, sentiva le gambe pesanti e leggere allo stesso tempo, s’infilò nel primo gabinetto di corsa giusto per stare solo un po’ e far regolarizzare il respiro.
Seth era seduto nel gabinetto accanto, aveva l’ipod nelle orecchie, dio solo sa quanto trovava noiosi questi eventi e lui doveva esserci per forza: organizzato dalla sua ragazza e per rilanciare il gruppo di famiglia. Non aveva scampo.
Rispetto al solito con la presenza di Hailey si era divertito a prendere in giro tre quarti degl’invitati prima che sua madre li richiamasse all’ordine, poi era riuscito a litigare con Summer per una stupidaggine e infine si era chiuso in quel cesso. Grande serata. “Un’ultima canzone ed esco” era così che si era ascoltato le dodici tracce dell’ultimo album degli Oasis.
Ryan si chiedeva perché ci fosse andato. Quasi certamente perché dava troppo retta alla sua migliore amica, o forse perché non voleva più scappare, per aiutare Summer, per vedere contenta sua madre o per rivedere Hailey. Doveva assolutamente aiutare Summer, l’aveva vista così bisognosa di staccare da Seth e vuotarsi la mente che aveva promesso, avrebbe riallacciato quanto prima i rapporti con suo fratello… ecco perché era lì.
“Incredibile che sia qui” dicevano due ragazzini ai lavandini di quello stesso bagno.
Due o tre commenti sulla faccenda, su Marissa, su quanto fosse bella… sull’aver visto Summer e Ryan che si salutavano… e in un attimo Seth si precipitò fuori, non poteva crederci. Nello stesso istante, dal gabinetto adiacente, Ryan ancor prima che quello finisse la frase scattò fuori come una molla e lo spinse con la faccia contro lo specchio. L’altro ragazzo si mise istintivamente al muro.
“Non farmi male” sarebbe bastato un movimento e la testa di quel ragazzo avrebbe potuto frantumarsi contro il vetro.
“Non sono io quello che picchia dei due!” fece Seth alzando le mani e sperando che tutto non degenerasse, quelle situazioni lo agitavano ancora adesso anche se si trattava solo di due mocciosetti che non avranno avuto nemmeno diciott'anni, sperava non fosse l'unico ad essersene accorto.
“Ma sono sicuro che se ora schizzate via non vi faremo niente e io non userò i miei magici superpoteri!” guardò Ryan che lasciò andare il ragazzo, il quale impaurito sparì subito insieme all’amico.
Ryan si appoggiò di nuovo al lavandino “Ciao” disse riprendendo fiato “Ti nascondi spesso nei bagni?”
“Abbastanza spesso, questi eventi sono noiosi ne vedi uno li vedi tutti”
Ecco la prima cosa da fare, non era pentito solo era difficile dirlo.
Se lo avesse detto subito il proseguimento sarebbe stato migliore, almeno per lui.
“Ti devo dire una cosa” “Una cosa grande” aggiunse subito dopo.
“Che genere di cosa?” domandò Seth un po’ turbato, non sapeva bene se da quello che era appena successo o dalla situazione totalmente inaspettata, non vedeva suo fratello da tempo e anche se esteriormente non lo dava a vedere poteva percepire la sua agitazione nel trovarsi lì.
“Una cosa e basta”
“Spara”
“Ho avuto una mezza storia co…
Nello specchio videro Kirsten comparire alle loro spalle, cercava suo figlio non immaginava di trovarne due, Summer le aveva parlato di una sorpresa, ma pensava a dei fuochi d’artificio a fine serata, questo era molto meglio. Meglio di qualunque cosa.
“Che ci fate qui?” chiese con un gran sorriso pieno di stupore, Seth la guardò divertito, indicando l’insegna sulla porta “Che ci fai tu qui… ti prenderanno per una maniaca!” sapeva di essere nel bagno sbagliato e non voleva passare per maniaca, ma cosa poteva farci se i suoi figli avevano l’insana abitudine di nascondercisi dentro? li pregò di andare al tavolo, per essere certa lì spinse fino a metà strada indicandogli le sedie come fossero bambini e si accorse che tutti gli altri posti erano vuoti, mettere tutta la famiglia allo stesso tavolo durante un evento era sempre stata un’ impresa che solo suo padre riusciva a compiere, ma per una volta fu contenta che suo marito le avesse disobbedito alzandosi…
Lo raggiunse dall’altra parte della sala al buffet dove immaginava fosse, stava ridendo con Hailey e per quanto non le facesse piacere, preferì non indagare sul motivo, la sua felicità superava di gran lunga ogni altro stato d’animo: “Amore, al tavolo, c’è una sorpresa per te! provo a recuperare Summer!”

Il primo pensiero fu che sua moglie avesse la febbre; non voleva alzarsi da quel tavolo dove aveva promesso sarebbe stato ma poi Hailey aveva proposto un “piccolo” giro di perlustrazione per vedere i trip della gente per bene, una cosa stupida che facevano, ma così divertente… al primo posto avevano messo “quella che con le sue protesi ci sfama l’ Africa” e di solito Kirsten non tollera vederlo fare comunella con Hailey, ma questa volta sembrava non averci neppure fatto caso, si precipitò al tavolo per vedere cosa avesse quell’effetto a dir poco magico.
Pensò che fosse un miraggio o qualcosa di molto simile. Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, ma ora era reale...
 “Ma… cioè… ciao!”
Lo salutò con un caloroso abbraccio, era ormai passato più di un mese da quella cena e pensava lo avrebbe rivisto chissà quando.
“Vi siete già presentati? lui è il marito di Hailey”
Per ora Seth si era limitato a un sacco di battute su quanto fosse vecchio e ricco e lui stava lì ad ascoltare, perché era bello sentirlo fare battute, anche se la metà le aveva già sentite dalla presunta moglie.
“Steve Morris”
“Ryan Cohen”
Famiglia Cohen” diceva il foglietto posto al centro del tavolo. Ed era proprio così.
Un sorriso si dipinse su più volti. Sandy non era uno che si emozionava facilmente, ma quando in macchina quella sera, di ritorno da Portland dopo la cena, Kirsten non resistendo aveva subito tolto la tesi della borsa e si era fermata a fissare la copertina imbambolata, non poté fare altro che inchiodare con la macchina a sua volta.
Aveva cambiato cognome e sentirglielo dire così con la massima naturalezza era una specie di orgoglio da padre che non si poteva spiegare e soprattutto sapeva che il più felice era Seth. Suo figlio non aveva commentato, ma di certo aveva sbirciato quella tesi che appositamente avevano lasciato sul mobile della cucina, era certo che Seth aveva letto anche la dedica e che l’ordine dei nomi non era casuale:
“A Seth, Sandy e Kirsten, le prime persone che hanno creduto in me, la mia famiglia”.

Poteva ritenersi soddisfatta, era rimasto un unico posto libero, quello di Summer e solo perché era impegnata a fare in modo che andasse tutto per il verso giusto, non ci fu verso di toglierla da tutte le cose che stava controllando, ma la perfezione per Kirsten c’era già: i suoi figli erano lì, non desiderava nient’altro.
Anche Sandy era felice, quella era la sua famiglia, bè Steve era un pò un intruso, lo aveva visto tre volte in tutto e non sapeva nulla di lui, certo è uno degli azionari più famosi di tutto il Texas, quelle poche volte che ci aveva parlato si era trovato a disagio, non sapeva neppure perché ci parlasse, era un matrimonio di convenienza cosa poteva chiedergli?
Non chiedergli nulla... sicuro in tutta la vita gli hai parlato più tu di quanto abbia fatto io! è un matrimoniofake!” gli aveva candidamente risposto Hailey, prima di uscire di casa, mentre si infilava la fede che metteva solo in quelle occasioni, facendo contorcere Seth delle risate; a lei piaceva farlo ridere, soprattutto se considerava che di lì a poco si sarebbe preso un palo in piena faccia, a lei piaceva farlo divertire sempre, anche se quel termine aveva portato ad una discussione con sua sorella.
“E’ fantastico essere tutti qui no?”
“Direi! è il ricevimento più importante degl’ultimi vent’anni anni!” fece Steve di rimando.
Era ovvio che sarebbe successo, come il sole d’estate, Seth si passò una mano sulla testa e infilzò con lo sguardo suo padre, se forse non avesse usato quel aggettivo indefinito sua madre non si sarebbe ricordata della presenza di Hailey e avrebbe continuato a fissare orgogliosa lui e Ryan.
“Puoi evitare di essere annoiata?”
“Come posso evitarlo se lo sono?”
Quella bomba a orologeria che s’innescava ogni volta che stavano nello stesso raggio per più di dieci minuti era esplosa un’altra volta.
“Non farmi fare figure con gli amici di papà”
“Non dirò a quella signora che con una delle sue protesi ci sfama l’Africa, se proprio ci tieni” rispose lei ricordando e indicando la famosa tizia, Seth voleva evitare, aveva ancora impresso quello schiaffo, di cui poi non aveva trovato modo di parlare con sua madre e l’ultima volta che aveva provato a sedare una discussione tra loro non era andata bene, ma questa volta non era solo, aveva Ryan:
“Ehi, quanto tempo è che non vedi Hailey?”
“Anni”
“Secoli”
“Infinito?” aggiunse lui senza sapere il perché, il tentativo di cambiare discorso era fallito miseramente, certo suo fratello e sua zia avrebbero potuto aiutarlo un po’ di più…
“Mostra un minimo d’interesse, almeno durante la presentazione”
Hailey, guardò per aria, c’era forse un manuale che spiegava come si facesse a mostrarsi interessati?
“Senti: ti giuro che l’interesse per questa cosa mi sgorga nelle vene, dio riesci ad accontentarti del fatto che sono qui?”
Era questo che non sopportava, ogni volta che partecipava a queste cose sembrava facesse una grazia al mondo.
“Guarda che tu non fai un favore a nessuno a essere qui, tu devi essere qui”
“Io non devo proprio niente e se mi dici un'altra volta che devo qualcosa a qualcuno che vegeta qui prendo il microfono e dico quello che penso di papà, accontentati della mia noia”
“Perché non ci date un taglio?” a Sandy non piaceva affatto intromettersi, ma se fossero andate avanti così avrebbero catturato l’attenzione di tutti e non voleva che sua moglie si rovinasse la serata più importante solo perché nessuna delle due sapeva frenarsi.
“Io mi stavo facendo i fatti miei”
“E’ proprio quello il problema”
Ecco appunto. Non si sarebbe mai abituato a questo loro spasmodico bisogno di avere l’ultima parola su ogni cosa e Steve non lo aiutava per niente, certo se avesse detto qualcosa probabilmente il suo matrimonio oltre ad essere finto sarebbe anche finito.
“Hai almeno dato un occhio alla bozza se ti fanno domande?"
“Si certo che ho dato un occhio; trovo assurdo lasciare del verde di fianco ad un’autostrada che produrrà smog come fosse ossigeno, hai intenzione di costruire anche degli igloo sotto il sole?”
Questa volta fu Seth ad alzare gli occhi al cielo, forse uno schiaffo sarebbe stato meglio, sua madre ci aveva messo circa due anni ad acquisire il progetto e quella che girava per casa era una semplice bozza, su cui però lavorava da quasi un anno e ora arrivava sua zia a fare battute ecologiche come niente fosse, si aspettava di vedere il tavolo ribaltarsi da un momento all’altro.
“Ti spiace se andiamo a parlare di là?”
Si era stancata di quest’altezzosità da anticonformista di sua sorella - non che fosse una novità - ma soprattutto aveva paura, una paura folle che quella mina vagante mandasse a rotoli la serata. Sarebbe stata capace di farlo, aveva perso il conto di quanti ricevimenti avesse rovinato a suo padre, tanto da convincerlo a mandarla dall’altra parte del mondo…
A Ryan spiaceva che Hailey fosse nervosa, forse perché non l’aveva mai vista così, bè tranne l’ultima volta, ma più che nervosa in quel caso gli parve proprio incazzata; si accorse che era terribilmente a disagio; finì con il domandarsi come potesse essere completamente tranquilla mentre gli chiedeva un prestito per saldare un debito per cocaina e totalmente nervosa nello stare con quella che in fondo dovrebbe essere solo la sua famiglia.
“Ti dispiace se andiamo a parlare di là?” Kirsten accentuò di più il tono, questa volta Hailey non poté fare finta di non sentirla e si alzò per allontanarsi con lei, non le dispiacque nemmeno, levarsi da quella situazione così intricata per il suo cervello.
Ryan voleva fare qualcosa per lei o almeno sapere se stesse bene, cercò il suo sguardo un paio di volte senza trovarlo mai, anche se era ovvio avesse altri pensieri, era chiaro lo stesse evitando.
Se Anna lo avesse visto, avrebbe avuto nuovi punti per avvalorare le sue tesi ma Anna è la stessa persona che dice "non bisogna pensare sempre a tutto prima di fare una cosa, a volte è meglio farla e basta".
Ed era giusto si evitassero, erano nel posto sbagliato, il momento era sbagliato, per fare qualunque cosa, ma in fondo non costava niente e non ci avrebbe fatto caso nessuno, il tempo di pensarlo e l'aveva già fatto.
Quando Hailey gli passò vicino per allontanarsi con Kirsten le sfiorò la mano.


Summer in un angolo piuttosto nascosto della sala oltre a lanciare sguardi omicidi a qualche cameriere che non faceva abbastanza bene il suo lavoro si prese un attimo per respirare: era dalla mattina che non si fermava, tutto sembrava funzionare, era così agitata, organizzare un evento del genere, un conto erano le feste per i compleanni della gente ricca, un altro occuparsi di un evento che sarebbe stato ricordato per i prossimi trent'anni. Kirsten aveva insistito tanto, assicurandole che non lo faceva solo perché era la fidanzata di Seth, poi Ryan aveva promesso che se lei si fosse buttata si sarebbe buttato anche lui ed ora eccoli;
Incrociò per sbaglio o forse no, il suo sguardo, così senza attendere risposta, prese Ryan e se lo portò sulla pista da ballo, certa se ne fosse accorto anche lui.
“Come va?”
“Non bene”
“Sei un pezzo di ghiaccio”
“Come fai a stare qui?” chiese accentuando l’ultima parola come se quel “qui” dovesse essere infinitamente famigliare a entrambi.
“Abitudine? devi solo aspettare una mezzoretta succederà qualcosa di più eccitante, tipo un ubriaco che vomita da qualche parte e il fatto che tu sia qui passerà in secondo piano”
La guardò poco convinto. Cosa poteva esserci di più interessante per dei pettegoli arricchiti di Ryan Atwood che ritorna a Newport dopo la morte di Marissa Cooper?
“Fidati, c’è sempre qualcosa di più interessante… se vuoi, prendo il microfono e dico che ti fai Hailey Nichols, sai che botto!”
Lo sentì ridere appena e non c’era nulla di divertente in realtà, era colpa di Summer e di come diceva le cose.
“Dopo parlo con Seth” la rassicurò.
“Grazie, anche perché tra cinque giorni parto e quindi…” lasciò la frase sospesa, consapevole che avrebbe dovuto lasciarlo e voleva farlo quanto prima... se da una parte aveva la morte nel cuore per com’erano andate le cose, dall’altra non vedeva l’ora di staccare e partire, questa volta era il suo turno e Ryan lo aveva capito, lui si era preso fin troppo tempo e poi era così determinata che non avrebbe mai cambiato idea.
Aveva deciso di non dirgli la destinazione, per paura di ritrovarsi Cohen sottocasa e lui, la discrezione fatta a persona, non gliel’avrebbe mai chiesta, ma in fondo sarebbe stata una cosa carina da fargli sapere.
“Vado in Irlanda!”
Doveva essere un bel posto, Ryan sarebbe dovuto andarci con Hailey ed altri suoi amici prima che succedesse di Kaitlin e gli sarebbe piaciuto un sacco, ma poi avrebbe dovuto dirle così tante cose che…
“Acumeportamivia, lo so che ha una casa, infatti vado là” disse lei con naturalezza.
“Lei non la può usare, ora è presa con il lavoro, è stata così gentile da prestarmela…”
Non ne era stupito, in fondo Hailey era la persona più gentile che conoscesse, se poteva far star bene una persona o regalare un sorriso lo avrebbe sempre fatto, di questo era sicuro, era una delle cose che gli piacevano di lei, lui non era così bravo a regalare sorrisi e felicità.
Strabuzzò gli occhi. Forse era il cognome a rendere lenta la comprensione del cervello femminile.
“Pensi davvero che mi presti casa sua perché le sto simpatica? vediamo: Seth è l’unico motivo per cui ogni tanto si palesa qui e io lo sto per lasciare, io adoro sua sorella e lei la odia, io sono il prototipo della ragazza ricca e viziata, tutto ciò che a quanto pare schifa dal profondo… penso che sia carina con me solo perché tu hai speso buone parole nei miei riguardi!”
”Io ho speso buone parole per te? dav-ve-ro-?”
“Ooh si! e con più persone! altrimenti non mi spiego perché Kaitlin Cooper mi abbia passato il succo senza prima sputarci dentro”
Kaitlin la mattina era stata educata con lei, non certo amichevole, ma educata, ed era già un ottimo risultato comprendeva la sua ostilità, ma se lei e Marissa erano come sorelle cosa poteva farci?
"Sembra tutto a posto no?" era sicuro che Summer ce l'avrebbe fatta, quando gli aveva detto di essersi buttata nel lavoro, pensò che se lo aveva fatto con la stessa foga con cui lui si era buttato sullo studio, quella serata dovesse essere estremamente importante, per questo era lì, per dargli tutto il suo appoggio. Se si fossero rialzati sarebbe stato insieme e se fossero caduti sarebbe stato ugualmente insieme.
"Hai visto Hailey? ti sembra in procinto di fare qualche cazzata?"
"Che domanda è?" Ryan strizzò gli occhi
"Non ne ho idea, ma sai, Kirsten mi ha fatto mettere due camerieri in più per controllarla ed è un pò inquietante, anche il signor Nichols lo faceva sempre... io avrei evitato ma Kirsten è più preoccupata dalla sua presenza che da qualsiasi altra cosa..."

Nonostante lei fosse almeno cento volte più brava di lui a non darlo a vedere, ora sapeva che anche Summer aveva, come lui dei momenti in cui si ritrovava a pensare che se ci fosse stata Marissa una cosa assolutamente difficile sarebbe stata la più facile del mondo.
"Chino voleva essere un complimento?"
Scrollò le spalle, era solo una cosa che aveva notato e sapeva che il merito era suo, effettivamente poteva scegliere altro.
"Fammi capire tra tutti i complimenti che potevi farmi per un ricevimento del genere scegli di dirmi che i cessi sono molto puliti?"
poi rise, era decisamente buffo vedere quanto volesse essere carino, non riuscendo a trovare le parole giuste, ma in fondo era lì per lei e quella notte a Portland era stato quanto di più chiaro ci potesse essere per entrambi.
"Hai capito no quello che volevo dire..."
"Si, ma è divertente vederti così..." rise di nuovo.
Per quanto era un piacere vederla un filo più rilassata, pensò di rendersi utile, le fece notare che c’era davvero un cameriere che stava sputando, nei cocktel però, nello sguardo di Summer che si avventava sul malcapitato aveva visto almeno venti modi per trucidare quel “Ragazzetto brufoloso”.


“I mille modi in cui può svoltare una serataaa” era una specie di motto che usava Luke per raccontare le cose a lui e Martin, una specie di incipit che finiva con qualche strano aneddoto o qualche strano racconto tra le lenzuola di qualche ragazza.
Quando tu ti prefissi un’idea su come devono andare le cose e poi succede tutt’altro.
Lui non l’aveva mai usato e Martin meno che mai, ma forse a questo giro sarebbe stato il suo turno.
Aveva deciso di cercare Seth, gli avrebbe parlato, chiesto se potevano tornare ad avere un rapporto e sarebbe tornato a Portland sperando non lo odiasse, per la storia di Hailey; questo era il piano.
Era all’entrata, di solito lui e Seth si trovavano lì, uscivano dall’entrata.
Solo che invece di Seth aveva trovato Julie Cooper, ubriaca e delirante.
Hailey l’aveva salvato, molto di più che saldare un debito per droga e aveva salvato quel party, quella serata: aveva preso la macchina, convito Julie a salirci senza dare nell’occhio -cosa per niente facile- aveva assecondato i suoi deliri e i suoi insulti a Ryan semplicemente prendendola in giro e smorzando il tutto, l’aveva portata a casa ed era riuscita anche a non litigare con Aron Fishman, il nuovo marito di Julie, un tipo poco simpatico che non si era accorto sua moglie fosse uscita da casa.
Lui l’aveva solo assecondata come un automa, uno spettatore il cui film è la sua vita.


Seth ci aveva pensato a lungo in quei giorni, dare una possibilità a Ryan o no.
Aveva rivisto quel filmato quante volte? cento? duecento? come se da quel minuto e tredici di video potesse vedere cinque anni di silenzio. Dopo quella sera non aveva più sentito Anna, le aveva mandato un messaggio ma lei non aveva risposto, sapeva che il loro rapporto era così, cinque ore ogni tre anni per loro valevano più di ventiquattro ore tutti i giorni. Durante la loro cena non aveva scoperto molto di Ryan, proprio nulla in verità Anna evadeva ogni domanda come solo lei sapeva fare e lo aveva lasciato con quel filmato. Poi era arrivata la tesi, aveva provato a leggerla un po’ di notte, quando sua madre la lasciava incustodita, ma oltre a non capirci nulla si fermava solo all’intestazione e alla dedica, in fondo si dice sia quello l’importante di una tesi...doveva ammettere almeno a se stesso che era felice che avesse cambiato cognome, lui un tempo ci teneva tanto che Ryan lo facesse… e ora era lì, insomma era lì in carne e ossa, avrebbe potuto chiuderlo in una stanza e raccontargli gli ultimi cinque anni della sua vita, a dire il vero moriva dalla voglia di farlo… e poi si fidava di Anna, per questo scelse di andarlo a cercare.
Sapeva dove alloggiava ed era pronto, a patto che anche a lui interessasse davvero sapere della sua vita.


Si fece lasciare davanti all’hotel non si sarebbe fermato per la notte, aveva previsto di provare a rimanere anche per la colazione, ma sarebbe tornato a Portland, non vedeva l’ora di sentire le lamentele di Kaitlin perché quel casco per capelli in realtà non è per nulla diverso da un casco normale, poi forse avrebbe cercato Seth.
Ora erano da soli e lui si sentì istintivamente meglio, come succedeva sempre. La guardò per un attimo, pensò che per quanto odiasse doversi mettere elegante era davvero bella, doveva proprio essere sfinita per aver lasciato persino scegliere il vestito ad altri, quel vestito blu le stava benissimo, ma lei odiava il blu.
Era bellissima se doveva essere sincero. Non le aveva mai fatto quel genere di complimenti e iniziare ora sarebbe stato... stupido.
“Parliamo un po’?” il suo tono fu un sussurro nonostante fossero soli, quasi volesse cancellare i modi decisamente bruschi usati le ultime volte che si erano visti.

La vide rabbrividire per il freddo e le diede la sua giacca. Lei sorrise. Gli piaceva vederla sorridere e quella sera non era mai capitato.
“Grazie per…”
“Figurati, mi fa piacere portare Julie Cooper a casa perché ubriaca persa che ci racconta di suo marito impotente, così mi sento davvero a Newport! fino ad ora è stato tutto tranquillo, troppo, il massimo della vita è stato Sandy che ha cambiato il colore della tavola da surf!”
Ryan sorrise, insomma fino a poco fa stava su una macchina con Julie Cooper che l'attimo prima gli diceva avrebbe ammazzato anche Kaitlin e poi che era un bravo ragazzo…totalmente invasata. Ora era semplicemente sereno, per la prima volta in tutta la sera, in tutto il giorno, sarebbe stato ore a parlare con Hailey di qualunque cosa. A volte capitava passassero nottate intere a parlare, non erano molte le persone con cui gli piaceva confrontarsi ma con lei sì, non aveva mai conosciuto una persona così intelligente nel modo di pensare e non solo, credeva che Hailey nella vita sarebbe potuta riuscire in qualunque cosa.
“Dov’è che sei sparita?” glielo chiese solo perché certo di poterlo fare.
Lei fece finta di pensarci su, catturando il suo sorriso.
“Io devo esserci a questi eventi, ma poi a un certo punto devo sparire!”
Anche lui aveva provato la voglia di sparire più volte in quella serata.
Questa volta restò lì a rispondere al telefono, ormai immaginava Hailey sapesse tutto e aveva visto Kaitlin, quindi non aveva alcun senso allontanarsi.
L’aveva chiamato solo per augurargli la buonanotte e per assicurarsi stesse bene, per una volta evitò di essere opprimente, era con Anna e quindi non c'era nulla di cui preoccuparsi.
“Fai la cosa giusta con Kaitlin” disse quando lui stava rimettendo in tasca il cellulare. Sapeva che aveva bisogno di quelle parole ma visto che lo pensava veramente dirlo non fu difficile; lo stimava davvero, lei riusciva a malapena a prendersi cura di se stessa, non doveva essere stato semplice scegliere di prendersi cura di una persona da un giorno all’altro.
“Crescere con uno tra Julie e Jimmy equivale a schizzare fuori di testa” spiegò Ryan togliendo le mani dalle tasche.
“Come scegliere tra una colonscopia e una rettoscopia” precisò lei, risero per la scelta della metafora quanto più azzeccata.
La verità era che a Hailey oltre a non esserne capace, non andava di rendere l’atmosfera tesa, era stata una serata pesante per entrambi e stavano bene così.
Ryan fu felice di essere lì e tutto si sarebbe aspettato quella sera ma non di essere felice e spensierato anche per un solo istante… gli fu però chiaro che stavano chiudendo un qualcosa che non aveva nome ma che comunque aveva fatto parte della sua vita per quasi due anni e voleva dirglielo di Marissa, avrebbe voluto dirlo prima… e invece era finita come Anna aveva detto: “Se non glielo dici tu finirà che lo saprà da altri” non era importante prima, ma ora avrebbe voluto tornare indietro per poterglielo dire.
Tutta quella schifosa situazione di gente che ne aveva parlato e Julie Cooper in macchina che vaneggiava gli aveva almeno facilitato il compito, così come se fosse tutto implicito lo disse: “E visto che hai scoperto perché sono andato via da Newport, ti sarà più chiaro anche il perché sono qui: non mi piace lasciarmi male con le persone”
Hailey fu presa in contropiede, così dovette inventarsi una cazzata. Disse la prima che le venne in mente e non ne aveva mai detta una così grande.
 “Voglio riprendere i rapporti con la mia famiglia e non credo che venire a letto con te sia un buon presupposto per guardare negl’occhi mia sorella”
“Tu e Kirsten avete tanto da ricostruire e avete già perso troppo tempo ma… davvero!?” era a dir poco incredulo. Così lei s’inventò una cazzata ancor più grande.
Era brava in questo. Raccontare una versione alternativa. “Quando siamo uscite, ci siamo chiarite su un po’ di cose e abbiamo deciso di riprendere il nostro rapporto, ricostruirlo…” era una cosa a cui nessuno avrebbe creduto, nessuno tranne lui.
In realtà era semplicemente stata nella sala degli abiti a giocare a Ruzzle e messaggiare con le sue amiche, ma non gli dispiaceva, aggiungere un merito alla visione già idilliaca che lui aveva di Kirsten.
“Sono contento… ti accorgerai che… è fantastica” in quelle parole poteva sentire tutta la sincerità del mondo, per questo guardò altrove, non avrebbe mai e poi mai pensato una cosa del genere di sua sorella, aveva sempre evitato di parlar male di lei con Ryan, l’unica volta che successe litigarono come mai nella vita, ma era sicuramente l’ultima persona con cui avrebbe riallacciato un rapporto, se avesse potuto avrebbe rotto anche quel poco che c’era.
"Così Summer..."
"E' una brava ragazza... anche se mi ha piazzato due camerieri addosso"
"Era moolto dispiaciuta, avrebbe evitato! era anche convinta non te ne accorgessi"
"E' un pò ingenua" aggiunse, cosciente che Hailey non era una a cui la si faceva facilmente.
Non c'erano molti motivi per cui Ryan tornasse a Newport, quindi il motivo era quello, ma lei era tranquilla, quasi divertita.
"Credevo che poi quando sarebbe successo non saresti stata davvero tranquilla" disse ridendo, era incredibile. Non che lui fosse agitato, ma nemmeno così calmo.
Lei non era tranquilla, ma per altri motivi. Aveva deciso a sedici anni che non le sarebbe importato niente di quello che pensavano gli altri e poi aveva abituato Seth ad aspettarsi qualunque cosa da lei e soprattutto sapeva che Seth le avrebbe sempre voluto bene perchè era l'unica persona per cui finiva a Newport.
"Da me non si aspetta niente, visto che ci siamo persi per colpa mia"
"Non sempre deve esserci una colpa,
magari non vi siete mai persi"
Sorrise, erano poche parole a cui però gli sarebbe piaciuto credere.
Sandy, Kirsten. Seth e Summer. Quanto fosse stata gentile a prestarle casa.
Kaitlin. Quanto fosse difficile tenere il suo passo.
Luke e la sua nuova idea mensile, fare il pompiere e quella divertentissima cena piena di frecciatine su di loro che lo ha portato alla gloria.
Suo marito. Un simpatico vecchio. O un vecchio simpatico.
E poi Newport. I ricevimenti di Newport, era divertente dirle che ne aveva salvato uno. Non le era mai capitato e questo macchiava un pò il suo curriculum. E Hailey ci teneva a quel curriculum...
"Domani parleranno lo stesso più di me che di te"
"Non credo proprio" disse Ryan sicuro.
"A tutti gli eventi a cui ho partecipato ho combinato qualcosa, invece ieri niente, questo fa più notizia che qualsiasi altra cosa, fidati"
"Mi sento quasi in colpa, magari fai ancora in tempo..."
"Non l'ho rovinato, ma nemmeno salvato... dai... insomma non dire più così"
"Okok" rise lui alzando le mani. "Però... un pò lo hai salvato..."
Ryan si divertiva, stava lì appoggiato alla moto a prenderla in giro, senza nemmeno ricordarsi di essere a Newport.
"Puoi dire a Kirsten che siamo andati a letto insieme ma non che ho salvato quella cosa..." "Anzi... soprattutto a Seth, deve credere che io stavo stendendo un tappeto rosso per far entrare Julie Cooper..."
Ryan li aveva proprio esauriti tutti gli argomenti per restare ancora lì con lei. Rimaneva solo quanto fosse bella la luna ma non era il caso, per questo continuava a prenderla in giro perché si lasciava prendere in giro, non aveva mai conosciuto una persona così poco permalosa e poi la sua risata è bella e coinvolgente.

Doveva essere un bacio casto e puro ed inizialmente fu così, ma poi, forse entrambi, pensarono che sarebbe stato l’ultimo. Nonostante la giacca rabbrividì ancor di più, il freddo non centrava niente.
“E’ solo che tu…”
“Ti prego non lo fare, non guardarmi con occhi diversi perché mi è morta la ragazza”
Si fermarono dopo un tempo imprecisato, solo perché non avevano più fiato.
Sussurravano. Tenendo le fronti vicine.
Se fosse riuscita a guardarlo in quel modo sarebbe stato tutto più facile.
E ci aveva provato tutta la sera, mentre tutti ne parlavano a pensare a lui in quel senso.
In realtà non c'era un modo preciso di parlare di queste cose per loro, passavano da una cosa stupida a una cosa del tutto seria e visto che non stavano insieme era normale che qualunque cosa fosse potesse finire in qualsiasi modo.
Anche con un bacio.



Non poteva credere a quel che stava vedendo, a dir la verità pensava di svenire.
O di schiantarsi in macchina, o anche solo di non riuscire più a cancellare quell’immagine dalla sua mente.


  
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