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Autore: gwuncan99    19/07/2014    3 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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--->Capitolo XV


"Destinazione San Francisco!"


E a bordo del nostro nuovo pickup, appena rubato ai Bulls, potemmo dirigerci verso San Francisco. Cinquanta minuti sarebbero bastati a portarci a destinazione in macchina... a piedi chissà quanto c'avremmo messo, soprattutto se a complicare la camminata ci si metteva anche la mia ferita! Era stata una fortuna trovare il pickup. Mount Tamalpais State Park, era lì dove ci aveva portati Scott il giorno prima; forse era illegale parcheggiare un elicottero in una riserva naturale ma...chissenefrega! Infondo avevamo già compiuto molteplici azioni illegali e crimini vari; una in più o una in meno non cambiava nulla. 
E mentre dal finestrino scrutavo assente la fitta vegetazione - ai lati della nostra strada quasi deserta - e i numerosi boschi di alberi altissimi che coprivano tutto il cielo soleggiato sopra le nostre teste, mi domandavo come una banda di criminali nota come i Bulls, famosi soprattutto a New York, potesse aver piazzato un centro di controllo in un luogo lontano come Mount Tamalpais. E soprattutto: era stata solo una coincidenza che Scott ci avesse portati proprio lì per una breve scampagnata? Tutto ciò era maledettamente strano.

Portai il mio sguardo dietro di me, dove i tre ragazzi giacevano sul cassone da carico del pickup - modello Ford F-250 mi disse Duncan poco dopo essere partiti durante una breve chiacchierata, molto esperto nel campo dei motori; notai Geoff concentrarsi nel mantenere sempre gli occhi aperti, ma era abbastanza inutile poiché le varie buche sull'asfalto facevano tremare il veicolo e svegliare di colpo il biondino dal suo sonno. Nonostante tutto si addormentò comunque, dopo un lungo sbadiglio rumoroso. Scott e Heather erano quelli che parlavano di più nel nostro tacere: ridevano e scherzavano come due piccioncini, e il più delle volte si scambiavano frecciatine amorose. Rivoltante!
"Ahhahaha divertente, davvero!" sghignazzò l'asiatica portandosi una mano davanti la bocca.
"Non quanto te! Mi fai sempre sbellicare dal ridere!" le prese la mano scoprendole le labbra incurvate all'insù e la strinse forte. "E la tua bellezza mi fa impazzire..." le sussurrò poi a un orecchiò. Le accarezzò una guancia e l'avvicinò verso di lui, accompagnandola in un bacio a dir poco....VOMITEVOLE!
"Tsk." senza farmi sentire mi rigirai sbuffando, osservando persa nei pensieri la strada dritta davanti a noi. Alberi, alberi, alberi. Solo alberi attorno a noi, e un orizzonte ancora lontano direi. A braccia conserte mi abbandonai sul sedile in modo scomposto; volevo assolutamente fumarmi una sigaretta e scacciare via la visione di poco fa, ma purtroppo le sigarette le aveva Geoff in tasca, e di certo non lo avrei svegliato per un mio stupido vizio. Ne approfittai per osservare meglio il ragazzo accanto a me, la causa dei miei mali e dei miei beni: Duncan.
Scrutai i suoi perfetti lineamenti del viso un po' spigolosi e la sua mascella forte e decisa, il pizzetto nero sul mento, le labbra imbronciate ed i denti stretti, i piercing luccicanti sul naso all'insù e sul sopracciglio tirato verso il basso in un'espressione corrugata e ostile e quel suo sguardo glaciale puntato con attenzione davanti a lui; la cresta disordinata, da cui sbucavano ciocche di capelli qua e là nere e verdi, molto scolorite ma pur sempre trasgressive. Seguivo affascinata ogni suo gesto: il modo in cui portò la sua mano sulla cresta, scompigliandola più di quando non lo era già, per poi riportala sul volante ben stretta e energica. Diedi poi un'ultima occhiata ai suoi occhi azzurri e penetranti, ma a gran sorpresa scoprii di essere osservata anch'io.
"Perché mi fissi?" mi domandò con un tono di voce abbastanza freddo, ritornando poi a guardare strada.
"P-pensavo..." mi limitai a rispondere tremante, girandomi i pollici imbarazzata.
"Non pensare."
"Cosa?"
"Se pensi troppo ti rovini solo la vita."
"Ma se sei tu che me la stai rovinando!" ribattei quasi urlando - forse neanche rendendomi conto di ciò che avevo detto - ma non troppo per non farmi sentire dagli altri. Lasciai il punk con lo sguardo spento verso di me.
"Cosa?" disse a bassa voce guardandomi negli occhi. "Ti sto rovinando la vita." ripeté.
"Sì."
"Non saresti andata in capo al mondo con me? Non eri tu quella che aveva scelto di venire con me nonostante io ti abbia ridato la libertà? Non eri tu quella che mi amava, e che mi ripeteva sempre che con me era felice?"
"Non lo so più, Duncan."
Per placare i miei nervi - dopo aver occhiato un pacchetto di Marlboro sul cruscotto - mi accesi una sigaretta e mi abbandonai completamente al sapore della nicotina. Non dovevo pensare.
"Allora è così." 
Intanto ci stavamo avvicinando sempre di più a San Francisco.
Duncan ticchettava le dita sul volante, portando tensione nell'atmosfera.

Avevamo appena imboccato il famosissimo Golden Gate Bridge, quando Duncan ricominciò a parlare; la sua freddezza calava sempre più.
"C'era da aspettarselo. Uno come me cosa avrebbe potuto portare nella tua vita? Guai, sofferenze. Ecco cosa. Ma sai che c'è, Gwen?" si voltò verso di me inebriandomi della sua delusione. "Io avevo creduto in un noi."

Crack.

Il suono del mio cuore andato in frantumi. Cosa avevo fatto?

"Sei stato tu e i tuoi scatti di rabbia a rovinare ancora di più le cose! Hai persino picchiato Geoff! E per cosa? Per Scott?! Gli stai dando troppa importanza!!" sbottai gesticolando nervosamente; chiusi i finestrini sperando di non essere sentita da Scott e Heather.
"Io?! Sei tu e la tua gelosia che gli danno importanza! Guarda!" rianimata la rabbia di Duncan, ci girammo tutti e due verso i due ragazzi dietro lo sportello che ci divideva: Scott e Heather stavano ancora limonando e strusciandosi tra di loro. "A cosa stai pensando, eh? Cosa provi vedendoli, eh Gwen?!" continuò il punk insistendo su una risposta. Riportò lo sguardo sulla strada.
"Niente! Basta! Non ti ci mettere ancora!" risposi ispirando poi dalla sigaretta.
"Tsk."
"E' normale che mi dia fastidio ma..."
"Ecco. Ti da fastidio!"
Secondi di silenzio...
"Almeno lui mi ha aiutata con la ferita quando mi hai spinta per terra." obbiettai incrociando le braccia e guardando fuori dal finestrino. Non ottenni risposta, solo un "Siamo arrivatiiiii" eccitato di Geoff.
Vero, eravamo arrivati. Finalmente, ecco San Francisco.



 
***



Ecco l'aria della città. Il rumore dei clacson delle automobili bloccate nel traffico, persone che camminavano di fretta nella folla e ragazzi che passeggiavano mano nella mano nei parchi. E mi venne in mente New York, affollata, iperattiva, una città che non dormiva mai; il mio piccolo appartamento in affitto, la mia camera disordinata, i muri sporchi di vernice delle mie tele, l'unico passatempo che riuscii a trovare dopo il lavoro. L'arte, l'arte della pittura, la mia grande passione da quando ero piccola...
"Abita in 498 Sea Cliff Ave. Non puoi sbagliare, è davanti al mare. E' una bellissima villetta..proprio come lei..." disse Geoff eccitatissimo e ansioso sbucando dal finestrino di Duncan, per poi sospirare pensieroso.
"Paragonare la tua ragazza ad una villetta non è una cosa tanto romantica..." ragionai io perplessa, ma non ottenni attenzione da parte del biondino, troppo impegnato a discutere con Duncan.
"Geoff. Ritorna al tuo posto. So perfettamente dov'è Bridgette. Ho anche un navigatore, non mi servi tu." ribatté ostile, e mise a moto la macchina, seguendo le indicazioni del GPS.
Il biondino si risedette silenziosamente, passando sopra, anche questa volta, all'acidità di Duncan.

"Eccola! Eccola! Eccola!!" urlò Geoff saltando dal cassone da carico del pickup senza neanche aver dato tempo a Duncan di frenare l'auto. Sea Cliff Ave; era una strada da cui sorgevano molte bellissime ville, tra cui la 498, quella di Bridgette.
"Ehi! Dove stai cercando di scappare?!" urlò il punk, agitando le braccia alzate al cielo, al festaiolo che correva.
"Da Bridgette!" fu la risposta ovvia di quest'ultimo.
Scesi dall'auto, ritrovandomi davanti al mare di San Francisco, l'Oceano Pacifico; e pensare che New York si affacciava all'Oceano Atlantico. Ero lontanissima da casa.
Mi raggiunsero anche Scott e Heather; il loro affiatamento non mi stupiva affatto, neanche i loro ebeti sorrisetti stampati in faccia. 
Seguimmo tutti e quattro Geoff senza scambiarci una parola, finché non presi coraggio a parlare con Scott.
"Grazie mille, Scott." mormorai guardandolo negli occhi.
"Di cosa?" domandò perplesso.
"Di averci portati qui. Senza te a quest'ora staremmo ancora a casa di Heather a nasconderci dagli sbirri." ridacchiai io sorridendogli un attimo dopo.
Ottenni un'occhiataccia da parte di Duncan.
"Beh...questo è il minimo." ghignò infine. 
Arrivammo davanti alla porta della famosa ragazza.
Era una villetta a due piani all'apparenza molto grande, color sabbia con un muro del medesimo colore che la circondava, in cui era situato anche il garage e qualche adorabile fiore. Geoff aprì il cancelletto nero e salì con lentezza i gradini che lo portavano alla porta di vetro della casa. Non c'era più la fretta che aveva poco fa mentre correva come un pazzo, ora era bloccato da una strana sensazione dentro la sua anima. Ad ogni passo il cuore sembrava arrivare sempre più sul punto di scoppiare. Alzò la mano tremante portando l'indice verso il campanello...
Bridgette Fairlie, il nome scritto sul citofono. Era proprio lei, e lui lo sapeva. Lui conosceva la città, l'indirizzo, la casa, tutto ciò che la circondava, tutto di lei. Sarebbe servito per poter andare da lei un giorno, e quel giorno era arrivato.
Bastò un tocco sul pulsante ed il campanello suonò.

I presenti erano in defribrillazione all'idea di poter conoscere Bridgette, in particolare io e Duncan fremevamo dalla voglia di vedere la loro faccia quando si sarebbero incontrati: lui si muoveva sul posto nervosamente, scompigliandosi la cresta, fissando pensieroso il suo amico. 

"Arrivo!!" quella voce delicata e gentile oscurò i nostri pensieri, e mozzò per un secondo il fiato di Geoff.
Vide arrivare una piccola figura sbiadita dall'altra parte della porta di vetro semi trasparente; la mano di lei sulla maniglia e lui che tremava dalla gioia. La porta si aprì.

Dapprima con un sorriso smagliante, la ragazza cambiò subito espressione ad una sorta di sorpresa dovuta a ciò che aveva avanti, o meglio, a chi aveva davanti.
"...Geoff?" sussurrò lentamente; rimasero a guardarsi negli occhi quei pochi secondi che sembravano ore interminabili.
Lei, alta poco più di me e molto magra; aveva un viso acqua e sapone semplicemente bellissimo, gli occhi verdognoli e dei lunghi capelli biondi spettinati e raccolti in una coda; indossava una maglietta celeste, un paio di pantaloncini da mare in stile floreale e dei sandali marroncini.
Si portò tutte e due le mani affusolate davanti la bocca, mentre una lacrima solcava la sua guancia.
"Piccola..." mormorò Geoff con gli occhi lucidi traboccanti di lacrime che tra non molto sarebbero uscite fuori non smettendo più.
"S-sei tu? Sei tu?!...N-non ci credo...no-non ci credo!" balbettò insistentemente la ragazza, mentre i singhiozzi si facevano sempre più frequenti.
"Sono io..Sono G-Geoff!" singhiozzò anch'esso.
Bridgette stava per perdere i sensi, ma Geoff la prese al volo, stringendo forte fra le sue braccia, cosicché i due poterono abbandonarsi fra i pianti isterici di gioia.
"M-mi sei mancato..t-tantissimo!" urlò la ragazza bagnando tutta la maglietta del festaiolo, che non esitò a risponderle sempre con più emozione."Ti amo..ti amo..ti amo..." le mormorò all'orecchio; le sue lacrime scendevano veloci, senza fermarsi.

Inutile dire che mi commossi anch'io, ritrovandomi con la vista appannata per colpa degli occhi lucidi; sbattei ripetutamente le palpebre, raccogliendo le lacrime sul volto con l'indice e cercando Duncan con lo sguardo.
Era lì, dietro di noi, seduto sul bordo della strada con il volto coperto da una mano.
Mi avvicinai cercando di non rovinare il commovente momento di Geoff e Bridgette.

Intanto il festaiolo aveva messo in braccio la sua ragazza mentre lei gli accerchiava la vita con le gambe, iniziando a baciarsi come non ci fosse un domani, ancora piangenti ma felici.

"Duncan." lo richiamai a bassa voce, ma non si girava. "Duncan!" esitai, spintonandolo leggermente con la mano.
Si girò verso di me dopo aver tirato su col naso; alzando il viso mostrò tutte le lacrime che aveva cacciato in silenzio lontano da tutti.
"D-Duncan.." mormorai stupita, ma non riuscendo a togliermi il sorriso sulle labbra.
"Perché quel sorriso?" mi chiese con un tono di voce stanco, tenendosi la testa con una mano.
"Non mi aspettavo che ti commuovessi di fronte ad una scena del genere."
"Beh..." fissò i due ragazzi intenti a limonare. "Sono solo felice per Geoff...tutto qui."
"E...?" lo incitai poi a continuare.
"E....Sono felice di essere riuscito ad arrivare qui a San Francisco, nonostante il mio pessimismo."
"Mh..."
"Che significa quel mh?" mi domandò irritato storcendo il naso.
"Lascia perdere." dissi fredda, congedandolo per seguire i ragazzi che stavano per entrare in casa.
Geoff mise con cautela la sua ragazza a terra, allontanandosi lentamente dalle sue labbra di malavoglia; le strinse la mano e insieme attraversarono la porta della villetta, e dopo ancora da Scott, Heather, me ed infine Duncan, che si era ripreso dal suo momento di debolezza e si era alzato dal marciapiede.
"Devo dirti tante cose, Bridgette." disse il festaiolo mentre ci dirigevamo in salotto.
La parete, interamente bianca, era adornata di diversi dipinti colorati ed astratti, poster di surfisti e tavole da surf, e qualche cornice raffigurante la biondina sorridente con allo sfondo il lungomare. C'erano due divani di pelle bianchi con dei grandi cuscini celesti e blu, ed un tavolino di vetro al centro riempito di statuine di fate e gufi, cornici con sue varie foto da piccola ed un vaso di rose blu; davanti al divano c'era una grande tivù a schermo piatto, a sinistra una libreria di legno chiaro immensa e piena di libri che ricopriva tutta la parete e a destra una finestra con le sue tende celesti. Il colore predominante era il blu.
Ci sedemmo attorno al tavolino, non smettendo di osservare i comportamenti impacciati di Geoff e Bridgette che non si vedevano da chissà quanto. Si tenevano mano nella mano, sembravano attaccati con la colla.
"Volete qualcosa da mangiare, da bere, un caffè?" ci propose la surfista gentilmente, alzandosi dal divano.
"Un caffè, se non ti dispiace."
"Sì, anche a me." ripeterono all'unisono Scott e Duncan, guardandosi male subito dopo.
"Io no, solo un bicchiere d'acqua e zucchero...Mi gira la testa..." mormorai io portandomi la mano sulla fronte. 
"Subito!" rispose la ragazza, preoccupata, sorridendo a tutti. "Tu, tesoro?" parlò poi al festaiolo, guardandolo amorevolmente.
"Una birra." ribatté con una linguaccia, facendo sghignazzare la ragazza. 
"Ho di meglio!"

Arrivò subito dopo con una teglia di muffin al cioccolato, tre caffè, il mio bicchiere d'acqua ed una bottiglia di vino - all'apparenza molto pregiato. Posò il tutto sul tavolino, lasciandoci liberi di servirci da soli.
"Questo è un vino francese...L'ho tenuto da parte per questo giorno.." maneggiò con cura la bottiglia, porgendola a Geoff con un sorriso.
Il ragazzo controllò l'etichetta. "Champagne Dom Ruinart 2002...Ma...Quanto l'hai pagato?" rimase sconvolto.
"Intorno ai 200 dollari..." rimase ancora più scioccato! "Ma volevo che questo giorno fosse speciale, e come se non con un bel bicchiere di Champagne da bere insieme?" spiegò Bridgette guardandolo negli occhi contenta.
"Sei tu a renderlo speciale..." obbiettò dolcemente Geoff, baciandola a fior di labbra.
"Che carini." commentò Scott sorseggiando il suo caffè. Qualcosa mi diceva che stava mentendo.
Intanto girai il mio bicchiere d'acqua con un cucchiaino e lo bevvi tutto d'un sorso. Duncan mi fissava.
"Bene, pronti a stappare questo vino in nostro onore?? Uuuuh uuuh!" ululò Geoff alzandosi in piedi e preparandosi a togliere il tappo di sughero dalla bottiglia.
Uno..due...tre. POP! Il tappo saltò, facendo fuoriuscire la schiuma dello Champagne.
"Uuuuh Uuuh" urlò entusiasta Geoff, riempiendo due bicchieri di vetro per lui e la sua ragazza. "Gradite anche voi?" lo offrì poi a noi.
"No no..dopo il caffè non mi piace molto." risposero tutti, tranne io che sembravo assente per colpa del mio mal di testa.
I due piccioncini brindarono e bevvero il loro vino. "Al nostro amore!!" Ma...qualcosa li interruppe.
Uno strano suono risuonò nelle nostre orecchie, il rumore del vetro che si rompeva. Schegge di vetro volarono sul pavimento. La bottiglia esplose in un milione di frammenti. Vino che sporcava la moquette e i loro vestiti.
Stettero tutti in silenzio, ammutoliti dall'accaduto; Geoff e Bridgette erano rimasti di sasso.
"Ops...Colpa mia...Scusatemi tanto..." ci girammo tutti verso l'interlocutore: ritrovammo Scott alzato, che si grattava la nuca per la vergogna. "Ho messo male il gomito..."
"TU...PEZZO DI MERDA. FIGLIO DI UNA TR-" "Fermo!" la surfista bloccò Duncan dalla sua furia omicida che si stava scaraventando sul rosso. "Non preoccuparti, Duncan...E' stato un incidente!" difese Scott cercando di essere la più tranquilla possibile.
"Scusami tanto...Ti aiuto a ripulire io." disse Scott amichevolmente, mettendosi in ginocchio per terra e raccogliendo i pezzi di vetro.
"Grazie mille."
"Tsk. 200 dollari buttati nel cesso. E per colpa di chi?" mormorò arrabbiato il punk, congedandosi da tutti.
"C'è la stanza degli ospiti al secondo piano! Seconda stanza a destra!" gridò Bridgette al ragazzo, ormai salito dalle scale.
Mi alzai anch'io dal divano, stufa ormai della banale situazione creatasi. "Vado a fumarmi una sigaretta." e detto questo uscii di casa. Heather mi seguì, mentre nella stanza erano rimasti solo Geoff, Bridgette e Scott che puliva il disordine commesso.
"Comunque...Io sono Scott, piacere." il rosso allungò la mano verso quella della surfista, stringendogliela calorosamente. "Voi potete anche andare in camera, finisco io di pulire il mio macello. Sicuramente Geoff dovrà raccontarti un sacco di avventure, e magari vorrà farti conoscere Gwen! Sai...lei è un loro ost-" "Okok, basta così! Parlerò io con Bridgette, se non ti dispiace." lo interruppe il festaiolo alterandosi. Portò la sua ragazza in un'altra stanza della casa, lasciando a Scott la libertà di ghignare sospettosamente.

***

[...]
"Sta esagerando troppo a parer mio." commentò Heather con la sua sigaretta tra le dita ed un tramonto sul mare davanti ai nostri occhi.
"E' normale...E' pur sempre il mio ex..."
"Ma..Gwen! Come fai ancora a difenderlo! La regola base di un rapporto è la fiducia! E lui non te ne sta dando neanche un po'!" obbiettò. Sapevo benissimo che stava cercando in tutti i modi di farmi lasciare con Duncan, ma di certo non ci sarebbe riuscita lei a farmi cambiare idea su di lui. 
"Non sai proprio nulla di Duncan."
"E invece molte cose le so, osservo tutti io."
"E Scott l'hai mai osservato?" la stuzzicai io. Era strano che io andassi contro Scott, ma non potevo sopportare tutto ciò. "E' scontroso con Duncan da quando sa che è un ladro, quando siamo stati attaccati dai Bulls sulla spiaggia lui non c'era nemmeno, inventando poi una scusa all'ultimo momento, poi la bottiglia di vino che Bridgette aveva tenuto da parte per Geoff spaccata per terra...Non so se fidarmi ancora di Scott, io. Poi tu non so."
"Dici così solo perché sei gelosa della nostra nuova affinità!" lo difese lei incrociando le braccia.
"...Io sto del parere che più Scott è qui con noi, più la mia relazione con Duncan fallisce, quindi la colpa è di Scott." non dovevo dargliela vinta.
"E io sono del parere che il tuo caro ragazzo ti stia soltanto facendo finire nei guai, e soprattutto...Stia pretendendo troppo da te!"
"Vai al diavolo!" imprecai, buttando la cicca sulla sabbia ed incamminandomi verso casa di Bridgette.
"Ehi! Non vorrai mica lasciarmi da sola!" si alzò anche lei seguendomi irritata.
"Era quello il mio obbiettivo!" ribattei scontrosa, accelerando il passo.
Ora ci trovavamo davanti alla villetta; mi girai verso di lei.
"Duncan  non si fida di te." mi schernì.
"No. Duncan ha paura di perdermi." 
"O meglio, ha paura di perdere..contro Scott."

E tutto si fa così oscuro.
Mi portai istintivamente la mano sulla testa dolente.
"M-mi gira la testa...ho la nausea..." mormorai dondolando sul posto. Tutto intorno a me girava. "Ugh!" mi coprii la bocca con le mani, ma non servì a fermare la sensazione di vomito. Corsi dietro dei cespugli, rigettando tutto ciò che avevo ingerito quel giorno, ovvero poco o niente. Finii la tortura, sotto gli occhi stupiti di Heather.
"Ma che ti prende!" mi strinse le spalle, guardandomi stupefatta. "Sei pallidissima! Forza, entriamo dentro! Devi mangiare qualcosa e riposarti!" mi trascinò per qualche metro, ma la scansai violentemente, cominciando ad agitarmi come non mai.
E persi i sensi, cadendo fra le braccia di Heather terrorizzata.

"AIUTO! GEOFF! DUNCAN!!" urlò a più non posso la ragazza, non muovendosi poiché non era in grado di portarmi in braccio.
La porta dell'ingresso si spalancò. Bridgette e Geoff corsero sulla strada, verso il punto in cui ci trovavamo noi.
"GWEN E' SVENUTA! E' SVENUTA!" continuò a urlare, provocando la pessima reazione di Bridgette, che emise un grido di paura.
"DUNCAN! DUNCAN!" strillò più che poteva la surfista, attirando l'attenzione di tutto il vicinato.
Geoff mi prese in braccio a mo' di sposa, mantenendo la calma - a differenza delle ragazze - e portandomi dentro casa. Intanto Duncan stava scendendo rapidamente le scale, trovando la porta aperta, ed io senza sensi fra le braccia di Geoff.




 
---->Angolino dell'autrice<----
Bene bene bene...Mi sento soddisfatta! Ho finito il capitolo!
Alle cinque di notte e dopo un mese ma...ormai c'ho fatto l'abitudine.
Sta diventando difficile continuare la storia e quindi credo di eliminarla.......


Ci avete creduto, eh??? ;P
Come faccio a terminarla proprio ora che arrivano le mie parti preferite, quelle che aspettavo da tanto..eppoi...Ecco Bridgette!!*-*
Ditemi che almeno una lacrimuccia di gioia vi è scappata, dai!:P
Scott cos'ha in mente?
Duncan e Gwen faranno pace?
Geoff avrà detto tutta la verità a Bridgette?
Questo e molti altri colpi di scena nel prossimo capitolo,
che spero di aggiornare prima di Natale!^^
Bye bye, e spero in qualche recensione!

gwuncan99
  
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