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Autore: jas_    19/07/2014    3 recensioni
[Nico Mirallegro]
Infondo che cos’era lei? Cos’erano i suoi capelli sfibrati, deboli e crespi in confronto a quelli perfetti di Taylor? Cos’erano i suoi occhi di un comune marrone in confronto a quelli azzurro cielo di Taylor? Cos’erano i suoi denti un po’ da criceto, come la prendevano in giro al liceo, in confronto a quelli perfetti di Taylor? Per non parlare del suo fisico minuto, la sua assenza di curve, la sua risata a maialino e il suo smalto perennemente rovinato. Nemmeno il suo vestito – quello della damigella d’onore, di un banale blu – era bello tanto quello di Taylor. E lo aveva visto, il sorriso che lei e Nico si erano scambiati quando lui l’aveva invitata a ballare. E Holly li aveva osservati ondeggiare al ritmo della musica con i loro corpi che si sfioravano, ma si era vergognata dei suoi stessi pensieri: che diritto aveva di essere gelosa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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What's in your mind?


 

Dopo aver discusso più del previsto, più di quanto si pensava fosse possibile, con Meredith, Holly si ritrovò di fianco al campetto nel quale Nico e Derek erano soliti giocare il giovedì sera.
Non era ancora convinta di quella mossa, Holly aveva paura di risultare appiccicosa, di esporsi troppo quando in realtà non ne aveva il diritto – Nico aveva la ragazza – ma Meredith aveva insistito così tanto che alla fine lei ci era andata in quel campetto il giovedì sera. Teneva la giacca di Nico appoggiata su un braccio, non era riuscita a restituirgliela la sera del matrimonio in quanto lui se n’era andato poco dopo la loro conversazione – Meredith le aveva detto che Taylor non si era sentita bene – e così l’aveva conservata con cura in camera sua per poco più di una settimana. Avrebbe potuto farsi viva il giovedì dopo ma la sua paura di sembrare fissata era maggiore della sua voglia di rivedere Nico.
Holly si avvicinò al campo e si chiese se fosse nel posto giusto. Il posto era completamente deserto sebbene le i fari che illuminavano l’erba sintetica fossero accesi. Aveva già in mano il telefono e stava per chiamare Meredith quando sentì degli schiamazzi provenire dall’edificio alle sue spalle. L’attimo dopo riconobbe Derek uscire da una porta. Holly alzò un braccio e lo chiamò attirando la sua attenzione, si avvicinò velocemente a lui.
«Holly! Che ci fai qui?» domandò lui.
«Devo ridare la giacca a Nico, l’hai visto?»
Lui annuì. «Si sta facendo la doccia, tra poco dovrebbe uscire. Scusa ma io devo scappare invece, fermati da noi a cena una volta di queste!»
«Certo, con piacere!» rispose Holly prima di salutarlo e guardarlo andarsene.
Non se l’era bevuta. Era impossibile che Derek non sapesse il motivo della sua visita quella sera, Meredith gli diceva qualunque cosa, troppe cose, e quella era una faccenda troppo importante per essere omessa.
Holly si guardò in giro per un attimo, indecisa sul da farsi. Stava per avvicinarsi all’edificio dal quale era uscito Derek, così da appoggiarsi al muro intanto che aspettava, quando la porta si aprì di nuovo.
Nico alzò lo sguardo non appena mise piede fuori dallo spogliatoio e le sue sopracciglia s’inarcarono in segno di sorpresa quando vide Holly, sorpresa quanto lui, in piedi a pochi metri di distanza con la sua giacca tra le braccia.
«Ehi!» esclamò lui, avvicinandosi a Holly e stringendola in un abbraccio che sapeva di shampoo.
«Mi sono lavato» scherzò Nico passandosi una mano tra i capelli ancora bagnati, e Holly annuì, ancora scioccata da quell’inaspettato abbraccio.
«Sono passata per ridarti la giacca» spiegò lei, porgendola a Nico.
Il ragazzo sorrise. «Avresti potuto darmela un’altra volta. Non dovevi passare apposta.»
Holly si strinse nelle spalle, evitando di dire che era stata contenta di passare apposta, di rivederlo dopo quasi due settimane, senza la sua petulante ragazza alle calcagna.
«Non c’è problema. Non avevo niente da fare quindi…»
Nico annuì, cominciando a camminare verso la strada e lasciando quindi il campo da calcio alle sue spalle.
«Il minimo che posso fare è darti un passaggio, casa tua è di strada.»
«Come fai a sapere dove abito?» fu l’immediata risposta di Holly, troppo sorpresa da quella novità per riuscire a trattenersi.
Nico parve a disagio per un attimo. «Non ricordo bene di cosa stessi parlando con Derek ma è uscito che tu abiti vicino a Camden, niente di che» spiegò, sorridendo nervosamente.
Holly annuì, leggermente delusa da quella risposta. Ma infondo cosa si aspettava? Che lui avesse apertamente chiesto a Derek dove lei abitava perché era interessato? Quello era il tipo di conversazione che intratteneva lei con Meredith. Nico aveva una ragazza, e anche se le faceva male ammetterlo, non si sarebbe mai innamorato a lei, nemmeno da single.
Holly era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse che Nico si era fermato e stava cercando le chiavi della macchina nella giacca, rischiò di andargli addosso ma riuscì a fermarsi prima.
«A cosa stai pensando così intensamente?» domandò divertito Nico mentre apriva la macchina e subito dopo la portiera.
Holly trasalì, cercò di pensare a qualcosa di credibile il più velocemente possibile ma Nico l’anticipò.
«Non sono affari miei, scusa.»
Holly scosse la testa. «Non preoccuparti.»
«È che ti vedo sempre con la testa tra le nuvole, come se con la mente fossi in un mondo parallelo, non so se mi spiego» confessò Nico.
Holly stava per rispondere ma lui continuò.
«Non prenderla come un’offesa, anzi. È che anche al matrimonio, mentre ballavo con Taylor, vedevo che ci guardavi ma era come se non vedessi realmente noi, come se stessi pensando ad altro. Eri assente e…»
Holly trasalì a quelle parole. Non solo fantasticava su un ragazzo felicemente fidanzato, non riusciva nemmeno a guardarlo senza passare per una sottospecie di stalker che fissa la gente.
«Ammetto che avrei voluto sapere cosa ti passava per quella testolina bionda» concluse Nico, distraendosi per un istante dalla guida per guardare il profilo di Holly.
«Cazzate» disse lei.
«Come scusa?»
«Per la mia testolina bionda. Passano solo cazzate» concluse.
Nico rise. «Non solo nella tua. Se sapessi cosa frulla nel mio di cervello.»
“Vorrei saperlo” pensò subito Holly, ma si morse il labbro inferiore per evitare di lasciarsi sfuggire qualcosa di troppo.
«Non mi batteresti» disse Holly, decisa a porre fine a quella conversazione il più presto possibile.
«Sentiamo allora.»
«Non credo che…»
«Forse, tu ammetti qualcosa e io pure. Se dirò qualcosa in giro tu potrai fare lo stesso. Saremo legati per sempre.»
Nico sorrise e le fece l’occhiolino, Holly non poté fare a meno di guardare quel sorriso per alcuni istanti e ritrovarsi a sorridere anche lei, senza nemmeno rendersene conto. Si fidava di Nico, anche se non lo conosceva nemmeno. Era quello il punto, non si conoscevano nemmeno e lei era in mezzo a quella che tutti definiscono una “cotta adolescenziale” sebbene lei non fosse più un’adolescente.
«Dovrei dire troppe cose, non abbiamo tempo» cercò di difendersi, notando di essere quasi arrivata a casa.
Nico non rispose, continuò a guidare in silenzio ma quando all’incrocio svoltò a sinistra Holly si allarmò.
«Guarda che io abito dall’altra.»
«Il mio coinquilino oggi non c’è, abbiamo tutta la sera per poter confessarci le nostre cazzate.»
 
 
 
L’appartamento di Nico era un bilocale col muro fatto di mattonelle rosse e il parquet per terra. Era ordinato per essere il covo di due maschi e profumava terribilmente di lui.
«Ti sei sistemato bene» osservò Holly, togliendo la giacca mentre si guardava intorno ed appoggiandola sul divano.
Nico annuì, buttò la borsa dell’allenamento accanto alla porta e si avvicinò al frigorifero.
«Hai fame?» domandò, aprendo lo sportello per poi richiuderlo sconsolato.
«Sono le nove di sera» osservò Holly.
«Non ho ancora cenato ma non c’è niente da mangiare» disse Nico, frugando nel congelatore. «Ho trovato una pizza surgelata» aggiunse vittorioso, mostrando il cartone ad Holly. 
Mise la pizza nel microonde ed aprì di nuovo il frigo per prendere due bottiglie di birra.
«Spero che ti piaccia perché non ho altro» spiegò Nico, stappandole e porgendone una a Holly per fare un brindisi.
«Sei fortunato allora» ribatté lei divertita.
Il ragazzo le sorrise e fece sbattere i due colli delle bottiglie tra di loro. «Ai nostri segreti» disse facendole l’occhiolino prima di prendere un lungo sorso della sua birra.
Holly lo guardò chiudere gli occhi e tirare leggermente la testa all’indietro mentre il suo collo si muoveva nel deglutire la bevanda. Era così bello da fare male, ancora faticava a rendersi conto che era in casa sua ed erano soli. Era più che consapevole che non sarebbe successo niente tra di loro ma quando alcune ore prima aveva deciso di andare a ridargli la giacca non avrebbe mai pensato che sarebbe finita nel suo appartamento a bere birra.
Quando Nico riaprì gli occhi Holly fu costretta a riscuotersi dai suoi pensieri ma il sorriso che il ragazzo le rivolse le fu sufficiente per capire che era stata beccata.
«Di nuovo» disse lui.
Holly lo guardò con un cipiglio confuso in viso, sebbene sapesse a cosa si stava riferendo. «Di nuovo, cosa?»
«Quello sguardo. A cosa stavi pensando?»
Holly cercò il modo più adatto di dirgli ciò che le frullava per la testa, certa che Nico avrebbe capito subito se lei stava mentendo oppure no, ma fortunatamente il timer del microonde suonò prima che dalla sua bocca uscisse una parola.
Nico prese la pizza e tornò a sedersi di fronte a Holly. «Vuoi un pezzo?» le domandò.
Lei scosse la testa. «Non ho fame.»
Nico mangiò velocemente, chiacchierarono di un po’ di tutto, degli studi, dei loro hobby, gusti musicali e in fatto di cinema lasciando perdere l’argomento precedente. Holly scoprì che Nico sapeva suonare la chitarra.
«Mi suoni qualcosa?» domandò lei.
Il ragazzo si pulì la bocca con un tovagliolo e scosse la testa. «Non sono così bravo.»
«Per favore!»
Holly cominciò a guardarsi intorno alla ricerca dello strumento ma in salotto non c’era.
«È al sicuro in camera mia» osservò Nico, intuendo cosa Holly stesse cercando.
«Ti prego! Puoi fare anche solo tre accordi e smettere di suonare.»
«Ho detto di no!»
Nico rise e aprì il frigo per prendere altre birre, Holly si perse solo per un istante ad ammirare la sua schiena messa in risalto dalla maglietta aderente prima di parlare senza nemmeno rendersi conto di ciò che stava facendo.
«Scommetto che a Taylor suoni di tutto.»
Holly si pentì delle sue parole nell’istante stesso in cui queste uscirono dalla sua bocca, Nico la guardò sorpreso e poi leggermente dispiaciuto.
«Lei non mi ha mai chiesto di suonarle qualcosa.»
Se Holly pensava di aver raggiunto il fondo con le sue parole, la risposta di Nico fu in grado di farla sentire peggio. Boccheggiò per alcuni istanti, incapace di formulare qualunque frase quando avrebbe dovuto davvero parlare.
«A cosa stai pensando adesso?» le chiese Nico, senza distogliere gli occhi dai suoi nemmeno per un istante.
«Che devo tornare a casa. Che è stato uno sbaglio venire qua» rispose Holly alzandosi dalla sedia e cercando con lo sguardo la sua giacca.
Nico si avvicinò a lei fino a quando la distanza tra i loro corpi fu di pochi centimetri. Scosse la testa e «bugia» sussurrò.
Holly deglutì senza tuttavia smettere di guardare Nico negli occhi.
Il profumo che aveva sentito quando l’aveva abbracciata all’inizio di quella serata si era rifatto vivo e poteva percepire persino il suo respiro rilassato e il suo alito che sapeva di birra. Non sapeva se la tachicardia fosse causata dalla sua vicinanza o dalla situazione in generale. Avrebbe voluto solo annullare le distanze tra di loro, sentire le sue mani sul suo corpo e non solo per un abbraccio, le sue labbra sulla sua pelle e i suoi capelli tra le sue dita.
«A cosa stai pensando ora?» le domandò lui.
Holly non rispose.
Nico alzò la mano destra e le accarezzò i capelli, spostandole una ciocca dietro l’orecchio. Abbassò poi il viso fino a quando le sue labbra non lo sfiorarono e le prese il lobo fra i denti facendo sospirare Holly. Le sue labbra si spostarono poi sotto il suo orecchio, sul suo collo, sulla sua mascella e sulla sua guancia mentre con la mano sinistra le accarezzava i capelli.
Holly si ritrovò a chiudere gli occhi, sopraffatta dalle emozioni e da un piacere che non pensava fosse possibile provare con soli baci. Quando le labbra di Nico si allontanarono dalla sua pelle aprì gli occhi e lo scoprì fissarla intensamente per un solo istante prima di buttarsi sulle sue labbra con ferocia. I loro denti si scontrarono a causa della foga di quel gesto e Holly si ritrovò a dischiudere immediatamente la bocca per lasciare il pieno accesso alla lingua di Nico.
Le mani di Holly si mossero velocemente sul corpo del ragazzo, cercando di sentirlo il più possibile come se quello fosse un sogno e potesse risvegliarsi da un momento all’altro. Aveva aspettato quel momento per così tanto che aveva paura che l’incantesimo si spezzasse, Nico si rendesse conto di cosa stava facendo e si allontanasse da lei dicendole di andarsene. Invece non accadde. Nico le accarezzò la pancia e la schiena, le tolse la maglietta, i jeans e la biancheria e Holly fece lo stesso con lui senza dimenticarsi di baciargli il collo, il petto e ancora una volta quelle labbra che prima di allora aveva sfiorato solo nei suoi sogni.






Ho scritto questa storia ad Aprile, l'ho postata alcune settimane fa senza un particolare motivo, in realtà non mi aspettavo nemmeno che qualcuno la leggesse visto che non è sui soliti One Direction e invece mi avete lasciata piacevolmente sorpresa!
Volevo solo avvisarvi che dira tre capitoli, l'ho scritta prendendo spunto dalle "flashfic" che leggo su Tumblr su Nico ma anche My Mad Fat Diary e ho pensato di provare a cimentarmi anch'io in questa tipologia di racconto visto che al momento non ho né la voglia né la testa per mettermi a scrivere una long. 
Forse le cose vi sembreranno affrettate, leggendo le vostre recensioni mi avete detto che il comportamento di Holly sembra piuttosto ossessivo ma io credo che per fissarsi su una persona basti vederla anche solo una volta, questo capitolo invece credo che parli da sé :)
Alla prossima!
Jas
   
 
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