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Autore: Luke987654321    19/07/2014    6 recensioni
Questa fan fiction sarà diversa: ci saranno più punti di vista (non solo dei tributi). Ogni tributo ha una sua storia, una sua caratteristica, una sua strategia, per questo è giusto analizzare ognuno nel dettaglio. La psicologia umana è complessa, ogni scelta che facciamo può modificare un qualcosa, innescando un meccanismo inarrestabile. Spero che vi piaccia, buona lettura😄✌️📖
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ingrid Watson (distretto sei)

Incomincio a correre appena sento il ronzio elettrico. Mi volto solo per curiosità, capisco che questi non sono degli ibridi ma droni. Nel distretto sei, i droni vengono usati per la costruzione dei treni o degli hovercraft. Papà era detto alla loro riparazione, vantava il loro utilizzo ora penso che lo maledica. O almeno io lo sto facendo.
Fortunatamente sono veloce, nella mia classe ero la prima nelle gare. Oltre ad avere una buona velocità ho persino una buona resistenza. Quello che devo fare adesso è evitare di pensare e correre. 
La neve sciolta ostacola i miei movimenti, tutt'attorno si sono formate delle sorta di pozzanghere che pian piano diventano di uno strano bianco sempre più intenso. Prendo la decisione di evitarle. Quel colore ha qualcosa di innaturale, di sbagliato. 
Capisco che il numero di droni è aumentato, il loro ronzio ora è sempre più forte. Mi rimbomba in testa, come se fosse una sorta di allarme: più lo sento più sono vicina alla morte. 
Non voglio morire, siamo rimasti in soli tre tributi forse potrei vincere. La fortuna è in mio favore, questa è una prova di velocità. Non credo che gli altri siano più rapidi di me. 
Per essere il gran finale gli strateghi si sono veramente impegnati, lo scorso anno hanno semplicemente appiccato un fuoco portando i due tributi restanti al centro di un grosso cerchio infuocato. Il vincitore, che se ricordo bene si chiamava Pit aveva spinto il suo avversario dritto nelle fiamme condannandolo ad una delle morti più dolorose al mondo, l'essere bruciato vivo. Avevano inquadrato il suo corpo che pian piano veniva carbonizzato, non credo che dimenticherò facilmente.
Un drone mi compare davanti ed io faccio appena in tempo per evitarlo. Riprendo a correre, questo è essenzialmente il momento più importante di tutta la mia vita.
Inizio a sentire il ronzio in più lati, pian piano mi stanno circondando. Mi costringono a passare per una pozzanghera bianca, correre li è più difficile. Ci sono zone più profonde in cui l'acqua fino alle caviglie.
Ho quasi oltrepassato del tutto la pozzanghera quando inciampo su un sasso. Cado a terra sulle ginocchia, sento la pelle sbucciarsi ma non è questo il mio principale problema.
Inizio a rialzarmi ansimante, mi blocco appena lo capisco. Non sento più il solito e tristemente familiare ronzio. Mi giro, attorno a me i droni si sono come arrestati. Non è un bene, se gli strateghi li hanno bloccati significa che sono serviti al loro scopo. Estraggo il coltello, la mia unica arma a disposizione, cercando il tributo più vicino. Se le mie teorie sono esatte uno dei due restanti è vicino. Devo ucciderlo o morirò.
Vedo una sagoma in lontananza e corro brandendo la mia arma. La luna è stranamente grande e luminosa oggi, se non fossi nel bel mezzo di una lotta all'ultimo sangue potrei restare a fissarla. Grazie alla luce dunque riesco a capire che il mio avversario è il ragazzo dal distretto cinque. Lui rimane fermo immobile il che mi rende abbastanza nervosa. Mi fermo a distanza di circa tre metri, dietro di lui riesco a scrivere alcuni droni anch'essi spenti.
Rimaniamo a fissarci per qualche secondo, non voglio ucciderlo ma devo. Lui è un'ostacolo, non voglio morire perciò lui dovrà morire. Ho già ucciso due volte ma questa situazione è abbastanza diversa. La prima volta che ho ucciso è stato per autodifesa, non posso negare di essere stata soddisfatta per la morte di quel bastardo stupratore. Quando invece ho ucciso quella strana ragazza è stato principalmente per spavento, quella ragazza era così strana e poi è stata lei la prima ad avventarsi contro di me. Ma in questa situazione è diverso, stavolta non è lui che vuole avventarsi o combattere contro di me, stavolta sono stata io ad avvicinarmi col coltello in mano.
Restiamo per qualche secondo a fissarci, nessuno dei due vuole iniziare a farlo. Mi domando se il ragazzo abbia già ucciso, continua a fissarmi con una espressione vuota in faccia. Penso che rimarremo così all'infinito, ma i droni si riaccendono venendo lentamente verso di noi. Credevo di essermi liberata definitivamente di quell'orrendo ronzio ma suppongo mi rimarrà impresso a vita. Iniziano a circondarci, lo spazio fra noi è loro si fa sempre più ristretto. È come se fosse una sorta di messaggio "se non vi uccidete tra voi vi uccideremo noi" che simpatici, sarebbe perfetto su una cartolina di buon natale.
Vengo presa dall'ansia e mi getto contro il ragazzo puntando il coltello alla sua gola. Lui sposta la testa e cadiamo a terra. Sono sopra di lui cercando di afferrare il coltello a terra prima che lui lo veda. Lui inizia ad aggitarsi, faccio di tutto per restare ferma. Inizia a strillare senza motivo, in preda alla confusione li tiro uno schiaffo. La reazione è immediata, il ragazzo diventa improvvisamente rosso in faccia e spingendo ancora più violentemente riesce a farmi cadere a terra. 
Lui mi sale sopra prendendo il mio coltello. Ho una sorta di flash, con quel coltello ero riuscita ad uccidere Augustus, riassaporare quel momento prima della mia morte è stato abbastanza strano. Il coltello mi penetra dritto nel petto, togliendomi tutta l'aria dai polmoni.
La fortuna non è mai stata a mio favore.




Dylan Dixon (distretto cinque)

Nei libri l'eroe subisce delle perdite prima della sua più totale vittoria. Ma tu, da lettore, sai che, nonostante tutte le perdite e sconfitte, alla fine tutto andrà bene, perché in effetti è l'eroe e quindi vincerà. Nei libri però non c'è scritto che prezzo bisogna pagare per esserlo, non descrivono quanto faccia male le perdite. 
Ho visto Daisy, la mia compagna di distretto, morire. Le sono stato affianco nel momento prima della sua morte, è stata una cosa orribile. Era simpatica, saremmo potuti diventare amici, ma ovviamente nulla di ciò è possibile agli Hunger Games.
Forse Marcus aveva ragione, non ero pronto per questi giochi l'ho capito solo adesso. Uccidere una persona è orrendo, ti porta via una parte di te che nessuno potrà mai restituirti. È come se l'elemento che ci distinguesse dagli animali venisse estirpato, lasciandoci come bestie selvagge.
La ragazza del sei compie gli ultimi spasmi per poi fermarsi morente a terra. È morta, per colpa mia. Sono un assassino, chi sono io per decidere quando la vita di qualcun altro deve morire? 
Chi sono io per pensare che la mia vita è più importante di quella di un altro? 
Fino a questo momento gli Hunger Games sono stati abbastanza in discesa, sarebbe stato troppo facile continuare a sopravvivere senza scontrarsi con nessuno. Ma questo momento doveva pur arrivare, se volevo realmente vincere dovevo uccidere almeno una persona. Prima ero sicuro che ci sarei riuscito senza problemi, ma solo ora comprendo che nessuno può realmente saperlo finché non ci passa.
E se voglio vincere dovrò farlo nuovamente. Ma io voglio ancora vincere? Questa è la reale domanda, voglio ancora prendere in considerazione che la mia vita sia più importante di quella di un altro ragazzo?
Ora come ora non saprei cosa scegliere, avevo promesso a Max che sarei tornato per lui, volevo dimostrare ai miei genitori e a Marcus che io avrei potuto vincere. Ma non voglio uccidere ancora. 
Devo di cedere adesso, in questo momento. Scorgo la sagoma del ragazzo dal distretto tre, credo si chiami Mike. La mia vita è più importante di quella di Mike? Lui è un perfetto sconosciuto per me, potrebbe essere una persona orrenda. Potrebbe aver ucciso lui la maggior parte dei tributi. Ma d'altronde potrebbe essere una brava persona, capitata negli Hunger Games a causa di uno scherzo della sorte, proprio come me.
È il momento di decidere ma io non sono pronto. 





Mike Beauchamp (distretto tre)

È così che doveva finire? Dovevo finire proprio io in finale? Con la morte di Amanda una parte di me se ne andata, la vedevo come una sorellina da proteggere. Ricordo ancora quando la vidi in allenamento mentre tirava i coltelli, non pensavo realmente che fosse così brava. Da quel giorno ho sempre pensato che fosse immortale, ho odiato il momento in cui annunciò la sua alleanza con i favoriti. Forse ero solamente geloso di lei, o forse avevo paura che non sarei riuscito a proteggerla. 
Avrei puntato tutti i miei soldi su di lei, e invece eccomi qui davanti al tributo restante. Uno di noi due sarà il vincitore di questa edizione. 
Non posso perdere, devo vincere. Devo vincere per la mia famiglia, per vendicare Amanda, per il mio distretto e per me stesso.
Stringo il coltello tra le mani, i droni hanno formato una sorta di cerchio tra me e il mio rivale, si sono riattivati venendo minacciosamente verso di noi. 
Ora o mai più penso, mi sto avventando contro il ragazzo quando succede. Un azione che non dimenticherò mai, un azione che non ho mai visto in nessun' altra edizione degli Hunger Games.
<< Addio Max >> urla con voce spezzata il ragazzo del cinque per poi buttarsi contro i droni. Sento i suoi strilli di dolore, il suo sangue schizza in ogni parte dell'arena. I droni si fermano, il cannone batte. 
<< Signore e signori, vi presento il vincitore dei 56esimi Hunger Games: dal distretto tre Mike Beauchamp >> la voce di Claudius Templesmith.
Eppure io non mi sento per nulla un vincitore.

♦️♦️♦️

Il viaggio di ritorno provoca in me strane emozioni contrastanti. Dovrei essere felice, ho vinto, sono ancora vivo è tra poco sarò nuovamente nel mio distretto con la mia famiglia. Ma penso che non sarò mai felice, non realmente. Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo gli orrori dell'arena. Il ragazzo con la testa divisa in due dalla sua stessa ascia, Amanda in fin di vita con la ferita nello stomaco e il ragazzo del cinque mentre si getta contro i droni. Ho chiesto alla mia accompagnatrice il nome del ragazzo e tutti i dati che aveva a sua disposizione, non so ancora perché l'ho fatto.
Più mi avvicino al mio distretto più mi sento confuso, non sarà mai come prima. Cambierà tutto, nulla sarà mai più come prima. Ma suppongo sia un bene, non posso far finta di nulla, non posso far finta che tutto questo non sia successo. Anche se provoca dolore devo ricordare sia i momenti felici che quelli brutti. Lei non merita di essere dimenticata, lei merita di vivere almeno nei miei ricordi.  
Non proverò a seppellire i miei incubi nell'alcool o nella morfina altrimenti tutto questo sarà stato vano, il gesto di Dylan sarà stato inutile.
Il treno arriva puntuale alla stazione, vengo scortato da due pacificatori. Per la prima volta rivedo la mia famiglia mentre mi saluta urlandomi quanto mi vogliono bene. E anch'io dopo tanto tempo, li rivolgo un sorriso salutandoli e andando ad abbracciarli.

1 TRIBUTO RIMASTO




Angolo scrittore: voglio fare i miei infiniti ringraziamenti alle persone che hanno letto o recensito la mia fan fiction. Il vostro sostegno è stato fantastico e leggere le vostre recensioni mi ha fatto un immenso piacere. Spero che la mia fan fiction vi sia piaciuta così come le mie scelte. Scriverla si è rivelata piuttosto dura, sono state numerose le volte in cui ho eliminato varie bozze di capitoli anche già finiti.
Mi dispiace che il tutto sia finito, ma tornando indietro non cambierei nulla della storia. 
Grazie a tutti.
  
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