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Autore: Soleil Jones    19/07/2014    1 recensioni
Questa è, praticamente, una Nota che ho scritto su Facebook per il mio Pg – George – a richiesta della player di suo fratello Fred. Non so, mi è piaciuta – Miracolo, oh! – e quindi ho deciso di pubblicarla.
Per favore, non linciatemi, prima o poi scriverò su qualcosa di meno straziante!
____________________ D a l t e s t o _________________________
« Dove sono? » Chiese più a se stesso che ad altri.
« In paradiso! O, beh, quasi. »
Ciò che sentì all’udire quella voce, la sua voce, non ha parole per poter essere descritto. Fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida, svegliarsi e scoprire che, no, non era mai morto davvero, quella lontana notte di maggio. Si era semplicemente addormentato.
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Vi auguro buona lettura!
Soleil Jones
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dedicata a Lele
La player del fratello gemello del mio George
che mi ha proposto di scrivere una cosa del genere 
e che con il suo fantastico PG mi fa sentire come se, come Georgie, avessi una metà dall’altro lato dello specchio.
 

 
Titolo: Mischief Managed
Autore: Soleil Jones .
Personaggi: Fred Weasley ; George Weasley .
Raiting: Verde .
Premessa: Questa è, praticamente, una Nota che ho scritto su Facebook per il mio Pg – George – a richiesta della player di suo fratello Fred. Non so, mi è piaciuta – Miracolo, oh! – e quindi ho deciso di pubblicarla.
Ora, perché dare questo titolo? Più che altro mi è stato ispirato da un’immagine trovata su Tumblr – E che ora non trovo più nelle cartelle del PC – in cui praticamente ci sono le lapidi di Fred e George affiancate. Su quella di Fred c’è scritto “Mischief” mentre su quella di George “Managed”. Ora, ho trovato la cosa simbolica: questa formula serve normalmente per occultare i veri poteri della Mappa del Malandrino una volta finito di fare ciò che… Ehm, ciò che si deve fare. Ma ciò poi, beh, non significa che essa non verrà di nuovo aperta!
Trovo che dirla sia come calare un sipario, e nel caso specifico delle due lapidi il sipario lo si cala sulla vita terrena. Ma, che dire, io me li immagino perfettamente Fred e George a far ammattire persino l’Arcangelo Gabriele! XD
Okay, ho spiegato tutto quel che dovevo spiegare, quindi vi lascio. Per favore, non linciatemi, prima o poi scriverò su qualcosa di meno straziante! Il Link della Nota lo metto come collegamento nel titolo.
Buona lettura!
 

Lumos!
I solemly swear that I am up to no good!
 
 
⊰   M  I  S  C  H  I  E  F       M  A  N  A  G  E  D   ⊱
 
 
 
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Fu tutto estremamente veloce, così tanto che neanche se ne accorse.
Morire, dopotutto, non voleva dire sparire – Questo lo sapeva bene, lui, custode di un pezzo di anima non sua – ma semplicemente passare oltre.
Fu più veloce che addormentarsi, dopodiché George si sentì leggerissimo, forte come da tempo non lo era più. Si svegliò esattamente dove si era assopito. A casa sua, nel posto che aveva visto passare tutta la sua vita come un treno in corsa, inarrestabile nonostante tutto.
Non capiva perché si sentisse così agile, così vivo, finché non passò davanti a uno specchio – Aveva permesso la presenza di massimo due specchi in casa, quello del bagno incluso – e non si vide.
Boccheggiò incredulo, sentendo una morsa allo stomaco; ricordava perfettamente cosa volesse dire, per lui, da circa cinquant’anni prima ad allora, incrociare il suo stesso sguardo.
Ricordava di aver cercato tanto la sua individualità, di modo da non rivedere lui nel suo volto, di modo che la sua famiglia guardandolo non pensasse che di lui avrebbero dovuto essercene due.
Non ebbe mai fine, la tortura che era l’assenza del suo gemello; ma non era quello il punto, ora.
Il punto era che riflesso allo specchio c’era lui.
Perché non poteva trattarsi di altri, giusto? George non aveva più vent’anni, i suoi capelli non erano più di un rosso così acceso e brillante, la sua pelle non era più così liscia e priva di imperfezioni – Lentiggini escluse.
Eppure, quando mosse un passo indietro, come scottato, il Fred dello specchio si mosse con lui. Allora mosse un braccio, e anche lo specchio lo fece; salutò con la mano, e anche il suo riflesso fece altrettanto.
Prese, da sotto la maglietta, la lancetta di sua madre; quella che divideva con Fred fin da quando erano bambini e che non era più parte dell’orologio di Molly Weasley dal 2 maggio 1998, e alzando appena il viso vide anche il lui dello specchio farlo. La osservò bene: il tempo non l’aveva rovinata, lui stesso l’aveva protetta con vari incantesimi.
Guardò la mano con cui la teneva, non riconoscendole neanche, poi comprese – In parte.
Dalla finestra filtravano i raggi del Sole estivo, fortissimi come George non li aveva mai visti. Così si avvicinò, lasciandosi alle spalle, senza nemmeno voltarsi, un vecchio accoccolato su una vecchia poltrona, che pareva dormire profondamente, cullato da Morfeo.
Si affacciò alla finestra e la luce forte – Troppo forte – del Sole lo abbagliò tanto che George dovette ripararsi gli occhi con una mano e strizzarli. Quando li riaprì, si ritrovò seduto in mezzo al bianco screziato d’azzurro. Si guardò intorno, dunque, alzandosi di scatto.
« Dove sono? » Chiese più a se stesso che ad altri.
« In paradiso! O, beh, quasi. »                                            
Ciò che sentì all’udire quella voce, la sua voce, non ha parole per poter essere descritto. Fu come ricevere una secchiata d’acqua gelida, svegliarsi e scoprire che, no, non era mai morto davvero, quella lontana notte di maggio. Si era semplicemente addormentato.
Un sorriso sincero, forte e infantile come non ne sfoggiava di sua spontanea volontà da tempo, illuminò il viso del rosso che, voltandosi, vide il suo gemello, il quale sorrise in egual maniera.
« Questo dipende da ciò che sceglierai di fare, almeno. » Continuò.
George non ricordava fossero così uguali, eppure così diversi – Fisicamente, così come caratterialmente.
Seppe subito di non star vedendo la sua immagine riflessa, perché sul viso sorridente di Fred, sulla sinistra, c’era la fossetta che a lui non era mai spuntata.
Il tempo era passato, incessantemente, sì, ma i ricordi di loro, celati dalla sottilissima nebbia del tempo, riaffiorarono nitidi e intensi. Quel passato ora non gli sembrava più così lontano; non gli sembrava più di sognare, riesumandolo. Tutt’un tratto i suoni delle sue memorie – Suoni fatti di risate; quelle di Ron, di Ginny, di Percy, di Charlie, di Bill, dei suoi genitori, sue, di Fred, dei loro amici di Hogwarts, dei bambini che visitavano i Tiri Vispi – riempirono l’aria nello stesso istante in cui lo fece la voce di George.
« Ciao, Freddie! »
Non c’era mai stato bisogno di effimere manifestazioni d’affetto tra loro, ma dopo tutto quel tempo George non riuscì a non tornare quel bambino di sette anni che, ricordava, si rifugiava nel letto del fratello con cui condivideva la stanza – E viceversa – nelle notti temporalesche.
Così, semplicemente, si mosse veloce verso Fred e lo travolse in un abbraccio che fece barcollare quest’ultimo, il quale colorò l’aria di azzurro con la sua sola risata – Cristallina, prorompente, forte, allegra – e  che prontamente rispose alla sua stretta.
« Ciao, Georgie! »
La risata unanime dei due fuochi rossi di Hogwarts tornò, da allora, a colorare il mondo di allegria; non si erano lasciati molto, alle spalle, sulla Terra.
La leggenda dei due gemelli Malandrini che fuggirono a cavallo delle loro scope da scuola seminando il panico coi loro fuochi d’artificio in periodo di guerra viveva ancora ad Hogwarts, dove tracce di loro – Come parte della Palude Portatile – erano rimaste, indelebili.
Dei Weasley della Gold generation c’erano oramai soltanto l’imbranatissimo Ronnie e la piccola Ginny.
E alla Tana, di loro, non c’era nient’altro che un vecchio orologio, le loro altezze sullo stipite della porta della cucina, i loro maglioni in soffitta e tante, tantissime foto, molte delle quali ritraevano due gemelli: il Grifondoro che sopravvisse a metà e che portò nel mondo la gioia dei Tiri Vispi, e l’eroe che morì per la libertà del Mondo Magico e per le risate altrui, i cui capelli rimasero color carota per sempre.
 
 
Mischief managed!
Nox.
  
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