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Autore: Be_Strong_ Girl    19/07/2014    2 recensioni
"Non ti importa quello che la gente possa pensare di te?" mi guardò solo per un istante, poi iniziò ad osservare le onde che si infrangevano sul mare.
"Prima mi importava." Non lo guardai, mi limitai solamente ad alzare un angolo della bocca mentre i ricordi invasero la mia mente.
"E adesso?" iniziò a giocherellare con la sabbia. Non capiva, cercava risposte ma, in effetti, non c'era nessuna risposta da trovare.
"Adesso guardo il mare" sorrisi.
"Ma come fai? uscirei pazzo." batté un pugno sulla sabbia, per una frazione di secondo mi voltai attirata dal suono, poi riposi il mio sguardo sulle onde. "E di me? Ti è mai importato cosa potessi pensare?" mi guardò, stavolta. Non distolse lo sguardo, cercava contatto visivo. Era semplicemente bellissimo.
"Tu hai stravolto tutte le mie regole." mi voltai a guardarlo, perdendomi nei suoi occhi. "Di te mi è sempre importato." gli sorrisi leggermente con un piccolo segno di amarezza sul volto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le grida aumentavano sempre di più, Rachel non voleva più ascoltarle, ne aveva abbastanza ormai. In quel momento,mentre suo padre e sua madre si urlavano contro, si chiese se veramente un giorno sarebbe finito tutto quanto ma, in fondo, era ancora una bambina e la speranza non l'avrebbe abbandonata, fino agli anni a venire. Era seduta in un angolo della sua camera, in una posizione che la rivelava ancora più fragile di quanto già non fosse,mentre i lunghi capelli mossi le ricadevano sulle spalle curve, lei cercava di stringersi le ginocchia al petto il più possibile, cercava quasi di perforare quel suo inutile cuore. Le lacrime scendevano rapide e,in quel momento più che mai,Rachel voleva solamente smettere di sentire tutto ciò che le stava attorno,quasi come se diventare sorda sarebbe stato un privilegio. Era talmente piccola per essere testimone di urla sovrumane e di rumori più che erotici provenienti dalle mura di casa sua, ma era abbastanza grande per provare il dolore che le stava lacerando il cuore.
In quella stanza Rachel era intenta a far passare una delle sue crisi di ansia,affogandola nelle lacrime. Il cielo, che tanto sembrava avercela con lei, risultò per la medesima volta traditore e, come se godesse della sua sofferenza, fece entrare in stanza e sua madre, ubriaca e mezza nuda. Rachel aveva solamente dieci anni e, nella consapevolezza della sua età, si chiese se qualche Dio lassù ce l'avesse con lei.

"Piccola bastarda, che fai seduta come una poveraccia?" l'odio che uscì dalla bocca della madre sembrava infinito ma,più che mai in quel momento, Rachel doveva solamente stare zitta. Non c'era Jack al suo fianco, era completamente sola e sapeva con certezza cosa succedesse quando non c'era Jack a proteggerla.
"Che ascolti ah? tappati quelle luride orecchie. Adesso mamma e papà vanno a divertirsi, si? Tu farai finta di essere sorda." una risata che puzzava di alcol si fece spazio nella camera, mentre tutto successe in pochi istanti. La donna, che in corpo non aveva neanche un briciolo di bene materno, si avvicinò a Rachel e le tirò uno schiaffo, poi un altro e,infine, un altro ancora. Senza un motivo specifico dieci minuti dopo si trovò distesa a terra con del sangue sparso vicino a lei, il suo. Era talmente piccola per affrontare la malvagità della vita,talmente piccola per affrontare un dolore simile. L'ultima cosa che ricordò prima di perdere completamente i sensi fu la sagoma della madre che usciva dalla stanza barcollando e un volto vicino a lei che le chiedeva perdono, sentendosi colpevole della tortura che aveva subito la sorella. Mentre la mente di Rachel perdeva pian piano lucidità i rumori ripresero il loro circolo vizioso dentro un silenzio assordante. Intanto le sue povere guance venivano bagnate dalle lacrime del fratello che, ancora una volta, le chiedeva perdono.


La matita le cadde dalla bocca finendo sulla piramide di libri che era al suo fianco, Rachel si rese conto di cosa stesse succedendo in quel preciso istante e si maledì mentalmente. Lei stava ricordando, consapevole che era la cosa più stupida che potesse mai fare. Prima che però si potesse punire per essere stata talmente sciocca qualcosa attirò la sua attenzione, qualcuno aveva bussato alla porta della camera. Andò ad aprire, maledicendosi per la seconda volta in quel giorno.

"Posso entrare?" Nate era proprio davanti a lei.
"No. Ciao" chiuse immediatamente la porta e si andò a distendere sul pavimento dove prima stava studiando ma, ovviamente, il ragazzo non si sarebbe arreso così facilmente. La porta continuò a tuonare per altri cinque minuti e, stanca, andò ad aprire.
"Molto gentile da parte tua chiudermi la porta in faccia."
"Grazie. Sono sempre così gentile nelle prime ore del mattino" un sorriso si fece spazio sul volto del ragazzo che riuscì perfettamente a nasconderlo a Rachel, in parte almeno. Non sapeva con precisione il motivo del perché quella ragazza l'attirasse così tanto ma, comunque sia, in quel momento non era li per lei.
"Posso entrare?"
"E perché mai dovrei farti entrare? Sai il tè delle cinque è stato ieri,sei in ritardo. Mi dispiace." con molto astio si spostò di lato per permettere il passaggio del ragazzo. Capì che non era di certo li per lei e, comunque sia, non voleva neanche che lo fosse.
"Grazie" disse mentre si sedeva sul letto, sul letto di Rachel. La ragazza, seppur contrariata dal gesto del ragazzo, decise di non farci tanto caso, avrebbe cambiato le lenzuola cinque minuti dopo che se ne fosse andato. Nel frattempo si sistemò nella sua vecchia posizione, sdraiata a terra con le gambe lievemente alzate e i piedi incrociati. Nate la guardò, pensando che nella sua semplicità era davvero bellissima.
"Stai zitto si? Devo studiare."
"Senti...volevo dirti che mi dispiace,per ieri." Rachel si irrigidì di colpo, credeva che fosse davvero così stupida? Dal'altra parte, Nate era davvero dispiaciuto. Aveva passato tutto il giorno a pensare a come avrebbe fatto per scusarsi e ad evitare i suoi amici, sperando capissero. Ma,in fondo, che mai poteva saperne Rachel?.
"Dispiacerti? Dici sul serio?" si alzò in fretta e si parò davanti al ragazzo. "Mi prendi per il culo no? NO CHE NON TI DISPIACE!" gli urlò in faccia mentre Nate non distoglieva lo  sguardo dai suoi occhi. "Se ti dispiacesse davvero non avresti fatto il cretino ieri. Credi di essere migliore degli altri per caso? Ti sbagli, di grosso. Tu e i tuoi razza di amici siete solamente..." non riuscì a terminare la frase, le parole le morirono in gola. Ma che stava facendo? Si stava trasformando in un qualcuno che aveva sempre odiato, era davvero disposta a ferire gli altri solamente per far sentire meglio se stessa? Certo che no.
"Come ti chiami?"
"Che c'entra adesso scusa?"
"Rispondimi. Non ci siamo neanche presentati."
"Sai il mio nome. Lo hai sentito dire alla rossa,il primo giorno." sbuffò, non le piaceva di certo questo giochetto.
"Lo so. Ma non ci siamo mai presentati, mi pare." sorrise alzandosi dal letto mentre tagliò di molto le distanze tra i loro visi. "Piacere, Nathan. Nathan Lancaster. Chiamami Nate." Rachel sentì un qualcosa sfiorarle la pancia, distolse appena lo sguardo dai suoi occhi così magnetici e fissò nel punto in cui aveva sentito il brivido attraversargli la pancia. Era solamente la mano di lui che si era esposta per una stretta amichevole. Tornò a fissarlo negli occhi.
"Rachel, Rachel Moore." soffiò solamente, mentre era intenta a stringergli la mano lo scrutò meglio, notando lineamenti che prima non aveva neanche intravisto. Nathan Lancaster era alto, molto più di lei. I capelli,non troppo corti, erano ribelli e semplicemente magnifici. Qualche ciocca andava a destra, altre erano adagiate sui lati e il ciuffo alzato. Il colore ricordava tanto quello del cioccolato fuso, Rachel aveva sempre amato il cioccolato. Spostò lo sguardo più in basso e si soffermò sugli occhi.Erano magnetici, perversi e seducenti allo stesso tempo,di un colore azzurro così limpido e impuro da lasciarsi aggredire da tante piccole sfumature più scure, poi più chiare. Rachel pensò che il numero adatto per dare un giudizio a occhi del genere non fosse un numero compreso tra zero e dieci, ne tra zero e un milione. Guardandoli pensò solamente all'infinito. Abbassando lo sguardo di poco si soffermò sulla bocca rosea, era carnosa e, per un'istante, Rachel si domandò se fosse l'entrata per il peccato, con molta probabilità lo era veramente. Successivamente si soffermò sul viso in generale, aveva lineamenti dolci e duri allo stesso tempo e chiedendosi se quei lineamenti non rispecchiassero completamente la sua anima, Rachel notò anche che non era troppo muscoloso, ne troppo magro. Aveva le spalle larghe e questo la fece sicuramente impazzire, credendo che potesse proteggersi dal mondo tra di esse. In quel momento, mentre lo fissava, la speranza si riaccese in lei. Forse l'avrebbe lasciata più martoriata di prima ma, per lei, valeva la pena credere che quel ragazzo potesse, in un modo o nell'altro, entrare a far parte della sua vita.
"Bel nome, Rachel" un sorriso apparse sulla bocca del ragazzo, gli occhi di lei ricaddero di nuovo su quelle labbra, credeva di desiderarle.
"Dovrei crederci?" lo sguardo risalì di poco il viso del ragazzo e si soffermò di nuovo sui suoi occhi. Cosa voleva dire con quella domanda non lo sapeva neanche lei, non si riferiva di certo al complimento che le era stato fatto per il suo nome. La domanda in questione si riferiva a tutto,in modo generale.
"Come, scusa?"
"Dovrei crederci? Si insomma, all'aspetto da bravo ragazzo e tutto il resto. Dovrei crederci?" Per un'istante, uno solo, Rachel credette che Nate avesse sorriso, poi tutto scomparve lasciando posto solamente ad un fastidioso ghigno.
"Vorresti crederci?" le si avvicinò, di poco.
"Non lo so." lo liquidò distogliendo lo sguardo. Fu proprio in quel momento, mentre l'agitazione tradiva le parole di Rachel, che entrò in stanza la rossa, facendo allontanare Nate da quella distanza tra i loro visi a dir poco misera. Mai come in quell'istante aveva provato sollievo nel vedere entrare Jade e, anche se abitualmente provava fastidio nei suoi confronti, in quel momento dovette ammettere di esserle eternamente grata.
"Interrompo qualcosa?" la rossa alzò un sopracciglio, di certo non era talmente stupida da non rendersi conto che, in un modo o nell'altro, qualcosa stava succedendo lì, in quella stanza.
"Solite domande stereotipate eh? No, gli stavo dicendo solamente che è un fottuto cretino" Rachel mise le mani in tascha. Non sapeva se quel gesto fosse segnale di agitazione o imbarazzo, fatto sta che, comunque sia, l'aveva consolata in qualche modo. 



Nate Lancaster si stupì molto della risposta di Rachel, non se l'aspettava di certo e, secondo la sua opinione, era stata piuttosto dura, in un certo senso. Non le aveva risposto, aveva preferito lasciare perdere per non fare una scenata, di sicuro avrebbe finito con il ferirla di nuovo, lo faceva con tutti.Notò con piacere che, quando si voltò per un solo istante nel chiudere la porta alle sue spalle, Rachel aveva alzato la mano in segno di saluto, attenta a farsi vedere solamente da lui. Nate non era convinto del gesto amichevole che la ragazza aveva fatto nei suoi confronti, ma non poté fare altro che ripensarci con molto piacere mentre si allontanava insieme a Jade dalla Stanza 315. Era rimasto stupito e di certo l'aveva anche notato la ragazze che adesso lo affiancava ma, sinceramente, non gli importava più di tanto, in quel momento era semplicemente felice.

"Nate, ti sto parlando..." Jade posò leggermente la mano sulla spalla del ragazzo.
"Mmh..ti ascolto" aveva risposto semplicemente.
"No, non mi ascolti. Che è successo con la ragazzina?"
"Niente. Che vuoi che succeda?"
"Si sincero, che è successo? Ti parlo da circa un'ora è l'unica volta in cui mi hai ascoltata veramente è stata adesso, mi ascolti solamente perché ti sto parlando di Lei."
"No, non è vero. Sii seria, neanche ci parlo con quella li. Quella di oggi è stata solamente la quarta volta che le ho parlato." sorrise inconsapevole. Bastava il pensiero di lei per renderlo felice?.
"Ah..quindi tieni il conto ti quante volte gli parli?" In quel momento Nate si rese conto di essersi tradito con le sue stesse parole ma, in fondo, non sapeva neanche lui cosa gli stava succedendo.
"No..dai Jeje, sai che non me ne frega nulla."
"Allora perché sorridi?" 
"Mi vieti di sorridere adesso?"
"No, ma sorridi da quando parliamo di lei."
"Senti, sei un po paranoica si? Parliamo di altro." indurì il tono di voce, era irritato.
Per il resto della giornata Nate fece solamente finta di ascoltarla, notò con sorpresa che Jade era davvero noiosa, in realtà.Qualche volta accennava un si con la testa, tanto per fare un po di scena ma, chiaramente, la sua mente era altrove. In un primo momento pensò di  nuovo a quella fragile mano che si era alzata per salutarlo, non aveva capito se Rachel era cosciente del gesto che aveva compiuto o, semplicemente, le era venuto spontaneo fino al punto di non averci fatto caso. Pensò che era bastato davvero così poco per renderlo felice, non l'aveva baciata o toccata, aveva solamente ricevuto un saluto e, per il momento, gli bastava. Nel momento in cui però sentì pronunciare dalle labbra di Jade il nome "David" si immobilizzò del tutto. La ragazza parve non farci caso all'inizio ma, subito dopo, si fermò di colpo cercando di avere una qualsiasi risposta da parte sua. Non reagì immediatamente ma, dopo qualche minuto, fissò dritta negli occhi la ragazza e sposto la mano di lei che, qualche attimo prima, gli aveva afferrato il braccio.


Intanto Rachel aveva finito di studiare e aveva deciso di lasciar scivolare via i suoi pensieri insieme all'acqua bollente. Aveva notato che, inconsapevolmente, aveva alzato la mano in cenno di saluto quando Nate stava per andarsene e,chiaramente, aveva anche notato il sorriso che si era stampato sul viso di lui dopo quel gesto. Non lo aveva fatto in modo intenzionale e, quello che poco prima aveva detto a Jade, lo pensava veramente ma li, mentre l'acqua scorreva frenetica sulla sua pelle, pensò che non le era dispiaciuto affatto salutarlo e, in un certo senso, era quasi felice di averlo fatto. Per il resto non ci pensò più di tanto, non le importava. 
Poco dopo un'ora era distesa sul letto con il pc tra le gambe, guardare qualche film strappalacrime non faceva male di tanto in tanto, aveva pensato.Le erano sempre piaciuti i film d'amore e sapeva già che, qualunque film avrebbe scelto, sarebbe finita in una pozzanghera di lacrime poco dopo la fine. Decise perciò di attrezzarsi prima ma, mentre si alzava per prendere la scatola di fazzolettini, le arrivo un'email. Decise di aprirla pur sapendo di chi fosse.

" Mia Cara Rachel
Rieccomi qui, davanti al pc pronto per scriverti un'ennesima stupidissima email. Avrei tante cose da raccontarti ma non sono sicuro di farlo, almeno non adesso. Non so con precisione con quale coraggio io abbia deciso di scriverti dopo un anno di completo buio. Sono stato imperdonabile, lo so, ma in un modo o nell'altro sento il bisogno di scriverti. Non so fino a dove tu leggerai questa sottospecie di lettera, non sono sicuro neanche del fatto che tu sia arrivata fin qui o, semplicemente, del fatto che l'abbia aperta e non cancellata. Continuerò a scrivere comunque, con la speranza che arrivi fino alla fine. Non so con precisione cosa io voglia scriverti, non so se gradirai le mie parole. So e sento che ti ho delusa profondamente, so di essere stato completamente un emerito idiota. Mia dolce Rachel, mi dispiace moltissimo di averti fatto del male e, in verità, non sai quante ore al giorno io passi a maledirmi per il mio stupidissimo comportamento. Adesso, in questo istante, sento di dirti la verità però. Tu meriti di conoscerla ma, probabilmente, la conosci già. Non ho mai affrontato l'argomento nelle volte precedenti ma è giunto il momento, c'è un inizio per tutto in fondo no?. Bene, sento di dirti che l'unico motivo per cui io ti abbia lasciata da sola è che non ne potevo più, ero stanco. Non sopportavo più un altro grido, un'altra parola in più, se non me ne sarei andato sarei morto di dolore. Io li odiavo quelli, esattamente nel modo in cui loro odiavano noi. So di aver sbagliato a lasciarti quel bigliettino come ultimo saluto ma, sicuramente, non avrei retto un addio, non da parte tua. Con quella lettera volevo solamente farti capire che il nostro era un semplice arrivederci e sinceramente non so se ci sarei riuscito con le parole, non so neanche se sarei riuscito ad andarmene dopo aver pianto insieme. Rachel lo rifarei di nuovo e devi perdonarmi per questo. L'unica cosa che ti chiedo è solamente di potermi perdonare, non sopporterei di vivere un giorno in più sapendo che mi odi.
Non importa se non risponderai, volevo solo che ascoltassi ciò che avevo da dirti.
Mi manchi Rachel, da morire.

                                                                                                                                                                                                                           Tuo Jack."


Vuoto, era tutto ciò che sentiva. Era triste, amareggiata e, a tratti, colpevole. Non aveva mai voluto evitare il fratello, ogni qual volta che le arrivava qualche email combatteva contro la voglia di dirgli che lei non era delusa da lui, bensì da se stessa. Voleva gridargli in faccia che era la persona più impertante che aveva e, anche se la distanza aveva deciso di entrare nelle loro vite, lei non l'avrebbe mai odiato, ciò che sentiva era un bene proveniente dall'anima. Eppure, negli anni, non era mai riuscita a scrivergli neanche una singola parola e lei stessa si chiedeva il motivo di tanta freddezza. Ora, a distanza di un anno di silenzio, voleva solo urlargli il bene che gli voleva, lasciando perdere tutto per una volta. Fu più forte di lei, non scrisse niente, si accovacciò solamente nel letto, con uno scoiattolino che era accanto al suo cuore.

"Rachel, ehi che succede?" presa dalla furia di sentimenti non si era accorta che Emily aveva assistito alla scena. Adesso le era seduta accanto, mentre con una mano l'accarezzava dolcemente.
"Sono vuota." riuscì solamente a dire.

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Salve bellezze!
Rieccomi ancora qua ^_^
Vorrei solo dirvi che sono felice che le persone che seguono la storia stiano aumentando.
Aspetto una vostra recensione per farmi capire come vi sembra la storia e, soprattutto, per migliorarmi!
Alla prossima! <3
Vi ricordo il mio profilo facebook:  https://www.facebook.com/profile.php?id=100004170976289
  
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