Ancora non credevo alla conversazione appena avuta.
Ed mi aveva detto che la lettera era bellissima, mi aveva detto che si era commosso, mi aveva detto che avrebbe voluto rivedermi.
Io ero stata dieci minuti zitta, non riuscivo a dire una parola, mentre Ed continuava a chiedermi se ero ancora in linea.
Dopo chissà quanto tempo risposi, chiesi quando, dove.
Lui disse alle 5, nei camerini dell'alcatraz, prima del concerto.

Arrivai lì con Anna dietro, c'era una guardia davanti all'ingresso secondario, Ed mi aveva dato le istruzioni di dirgli che ero Zoe, e lui avrebbe capito.
Quindi eccomi lì “Sono Zoe” lui ci guardò un po' a tutte e due, poi disse ad Anna di andarsene, che non poteva entrare.
Lei ci rimase male, naturalmente, però sapeva che vedere... rivedere, Ed era più importante per me, sapeva del mio legamento quasi morboso verso di lui, sapeva quanto mi aveva fatto bene, quindi semplicemente mi abbracciò “Sono felice per te, vai e fai che questo sia il giorno più bello della tua vita.
La guardai con uno sguardo pieno d'affetto e poi la guardia mi accompagnò verso Ed.
Era bellissimo mentre accordava la sua amata chitarra.
Lo fissai per un bel po', incantata dai suoi movimenti, prima che lui alzasse lo sguardo e si accorgesse di me.
“Ehi” si avvicinò verso di me lasciando lì la chitarra mentre io ancora non riuscivo a far nulla “Come va?”
Gli feci un sorriso “Bene”
Mi guardò un po' storto “Dici la verità? Io sono qui se vuoi parlare, ho due ore prima che il concerto inizi, per due ore sono tutto tuo!” 
Mi avvicinai cauta verso di lui, lo guardai un po' senza dire una parola e poi lo abbracciai, mentre sentivo che le lacrime stavano già cominciando a scendere, e quando lui sentì la prima lacrima bagnargli la maglietta, mi sollevò la testa costringendomi a guardarlo “Ascoltami, oggi niente lacrime ok? Sono qui e voglio che tu sia felice, almeno per un po'” 
Quasi iniziai a ridere mentre lui diceva quelle parole “Queste sono lacrime di felicità, stai tranquillo.”
Lui mi sorrise e poi ci sedemmo in un piccolo divano.
Il divano era veramente piccolo, le nostre gambe si sfioravano e io inizia a non respirare più.
“Allora Zoe, ora mi dici veramente come va?” mi prese una mano e io entrai definitivamente in apnea.
Cosa potevo rispondere a quel punto? Andava tutto bene sul serio, avevo lui accanto, avevo la mia mano fra le sue, ero felice “Bene, ora va tutto bene” gli sorrisi mentre lui si incupiva.
“Non intendo ora, intendo in generale Zoe, ieri, l'altro ieri, domani che non ci sarò già più.”
Stavolta mi incupii anche io, perchè anche Ed cercava di rovinare tutto? Ci rimasi veramente male.
Così levai la mano fra le sue, quasi senza rendermene conto e mi raggomitolai da un lato.
Odiavo quando le persone facevano così, odiavo anche Ed in quel momento, ma ciò non durò a lungo, perchè lui mi riportò verso di se e mi abbracciò “Scusa, non volevo... non volevo rovinare la tua felicità” sospirò “semplicemente dopo quella lettera mi sono iniziato a preoccupare per te. In realtà mi sono preoccupato per te sin da quando ieri non riuscivi a muoverti e vedevo i tuoi occhi pieni di tristezza anche se eri davanti a me. Sai che mi sono sentito inutile in quel momento? E anche se mi riempie di gioia il fatto di saperti felice qui accanto a me ho bisogno che tu mi dica come stai. Io ho bisogno di aiutarti.”
Lo guardai stupita da quelle parole, non credevo fosse realmente Ed a parlarmi, credevo fosse un sogno “Ed, non c'è bisogno che ti preoccupi per me, non ne valgo la pena.”
Ed mi guardò in facci e incominciò ad accarezzarmi i capelli “Secondo me invece ne vali la pena, comunque se non ne vuoi parlare va bene così, tranquilla.”
Tutta quella confidenza mi stava prendendo alla sprovvista, e credo che fosse stato chiunque altro mi sarei staccata subito, invece era lui, e l'unica cosa che riuscì a fare fu rilassarmi al suo tocco.
Chissà per quanto tempo, lui mi accarezzò i capelli e io stavo ferma immobile senza voler far nulla.
Chissà dopo quanto tempo, la stessa guardia che mi fece entrare, si piazzò davanti a noi “Ed hai il concerto fra dieci minuti! Alzati e vai!”
Ed mi fissò, un po' incerto sul da farsi, poi mi diede un bacio sulla guancia “Rimani a guardai il concerto? Anzi, fai finta che la mia non fosse una domanda, tu rimani a guardare il concerto” mi sorrise a 32 denti e poi mi trascinò verso il mio posto, accanto al palco, lo avrei visto benissimo.
Così dopo 10 minuti eccolo lì, mentre cantava.
La sua voce dal vivo era qualcosa di spettacolare, fu la giornata più bella del mondo.
Finito il concerto, prima che me ne andassi lui mi fermò “Zoe, ci rivedremo mai?”
Lo guardai e scoppiai a ridere, il concerto mi aveva messo una tale voglia di vitalità che la mia risata fu quasi rumorosa “Tu, mi stai chiedendo a me se mai ci rivedremo? Ehi, qui sei tu il cantante famoso, non io!”
Allora lui mi prese e mi strinse a se, facendomi interrompere quella risata, e facendomi rilassare fra le sue braccia “Allora si, ci rivedremo, fra una settimana finisco il tour, ti chiamerò io” e mi diede un bacio sulla testa prima di lasciarmi andare.







Buonasera! Capitolo piccolissimo, lo so! Solo che non ho idee, completamente. Sono certa però che non sarà una fanfiction lunga, perchè ho solamente il finale in mente, quindi tipo saranno sicuramente 10 capitoli se non meno, non so quanto vi possa dispiacere in realtà, perchè capisco che è noiosa, o almeno per me lo è, quindi se uno si annoia a scrivere è un po' come cercare di dare senzazioni senza che tu provi nulla, quindi capito, mi dispiace di questa cosa. Scusatemi ancora, solo che piuttosto di lasciare la storia in tredici, preferisco finirla anche con pochi capitoli e piccoli ed arrivare al finale che ho in mente. Comunque ditemi voi se preferite che lasci la storia dopo così poco (dico, se vi pare troppo noiosa ditemelo, che mi risparmio la fatica di cercare qualche idea ahahah) oppure che cerchi di continuarla anche solo per qualche capitolo ed arrivare a un finale.
Grazie comunque se l'avete letta, mi fa un piacere enorme!