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Autore: Juls18    19/07/2014    1 recensioni
Kimiko è una classica ragazza che deve iniziare il liceo. Il suo unico problema? Essere considerata la principessa della Teikoku, un soprannome che sembra non volerla abbandonare.
Gouenji è il campione della Inazuma Japan, uno degli eroi che ha portato la squadra alla vittoria al Football Frontier International.
Cosa succede se queste due persone si incontrano al liceo? Cosa succede se Inazuma e Teikoku si ritrovano al liceo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Conoscere per capire

Conoscere per capire

 

Le parole di Kidou non facevano che rimbombare nella testa di Gouenji.

-Statele lontana. Lei era una delle persone più fidare di Kageyama… non vi fidate di lei. Vi tradirà alla prima occasione… Lei non è quella che sembra-

Possibile che quella ragazzina, che sembrava così indifesa, fosse in realtà un mostro? Possibile che quello che gli aveva detto, quella tristezza nello sguardo che le aveva visto, fosse tutta una messa in scena? Soprattutto, a che scopo? Che cosa ci guadagnava? Kimiko non aveva mostrato alcun interesse per la vita scolastica. Studiava, andava bene nei test, ma non scambiava mai parola con nessuno, non aveva mostrato nessun desiderio a creare dei rapporti d’amicizia. Non aveva scelto nessuna attività extrascolastica, non si era interessata a nessun club sportivo, non sapeva nemmeno che lui e Kazemaru fossero entrati nel club di calcio. Possibile che fosse tutta una recita? Gouenji non lo riteneva possibile. L’aveva vista arrossire per essere stata sorpresa a dormire in classe. E aveva visto il suo sguardo quando gli aveva raccontato della Teikoku. Non gli aveva mentito. Kimiko, poi, non aveva voluto parlare di Kidou. Perché? E soprattutto… perché non riusciva a cancellare dalla mente quegli occhi così verdi? Quella sera, dormire, sarebbe stato molto difficile…

 

Kimiko non riusciva a dormire. Stava rivivendo nella mente tutto il percorso dalla scuola alla stazione che aveva fatto con Gouenji. Come aveva potuto dire quelle cose? Come aveva potuto raccontargli della Teikoku? Cosa l’aveva spinta ad aprirsi? Non lo faceva mai, men che meno con un estraneo, un estraneo, calciatore, amico di Kidou. Kidou… possibile che dopo due anni ancora le facesse così male pensare a lui? Possibile che non riuscisse a superare la cosa? E l’ultima frase di Gouenji ancora le ruotava in mente… fidati di Nonomi. Poteva veramente tornare a credere nell’amicizia? Soprattutto, poteva permetter ad un ragazzo che neanche conosceva di farle fare certi pensieri? Perché non faceva altro che pensare a lui? Possibile che provasse fiducia per una persona che non conosceva nemmeno? Quella notte dormire, non sarebbe stato affatto facile…

 

Il giorno seguente, Kimiko arrivò a scuola più tardi del solito. Si era svegliata tardi, colpa dei pensieri che la notte prima l’avevano tormentata e tenuta sveglia, ed aveva perso il treno che prendeva di solito. Aveva appena iniziato a salire le scale che portavano al secondo piano, piano dove c’era la sua classe, quando fu fermata da una voce che chiamava il suo nome.

-Kimiko… Kimiko, aspettami-

La bionda si voltò e vide arrivare, di corsa, una ragazza dai capelli rossi che conosceva bene.

-Buongiorno Kimiko! Ero sicura che fossi tu, ormai ti riconosco anche da lontano! Grazie per avermi aspettato!-

Le disse tutta sorridente la rossa.

-Buongiorno Nonomi-

Fu la risposta della bionda.

-Telegrafica come sempre, vedo. Almeno sono contenta di sapere che con qualcuno parli. Certo, mi ritengo un po’ offesa per il fatto che tu preferisca la compagnia di Gouenji alla mia, ma se almeno lui riesce a farti uscire qualche frase, va bene comunque…-

Kimiko si era immobilizzata sulle scale. Si voltò verso Nonomi

-Cos’hai appena detto?-

Nonomi le fece un sorriso un po’ malizioso.

-Sai, a scuola si racconta una certa storia…-

-Che storia?-

-Dicono che ieri sera, la principessa della Teikoku e l’attaccante numero uno della Raimon siano stati visti uscire insieme da scuola, e parlavano tranquilli, mentre si dirigevano verso la stazione. Qualcuno ha anche detto che c’era una atmosfera strana attorno a loro due, un’atmosfera quasi… romantica-

Mentre Nonomi aveva uno sguardo troppo malizioso, Kimiko era impallidita.

-Allora è vero!!-

Esclamò tutta contenta Nonomi.

-Sai, all’inizio non ci volevo credere, ma ora me l’hai confermato!-

Kimiko era pietrificata.

-Non è possibile…-

-Oh andiamo, non è poi così terribile…-

-Nonomi tu non capisci. L’ultima cosa che volevo era un pettegolezzo su di me. Ora tutti mi prenderanno ancora più di mira… dimmi che non è vero-

-Io non la trovo una cosa così negativa, sai?-

Kimiko guardò sconvolta la rossa.

-Come puoi dire una cosa simile?-

Nonomi sfoderò il suo miglior sorriso, prima di risponderle

-Pensaci. Questa deve essere la conversazione più lunga che io e te abbiamo mai fatto, e tu mi hai risposto questa volta. Non è stato un mio monologo… hai partecipato. E il fatto che anche ieri sera con Gouenji tu abbia parlato vuol dire che il muro che ti sei costruita attorno sta venendo giù. Finalmente ti stai aprendo con noi! Ed è la cosa migliore che possa esserci!-

Kimiko osservò Nonomi per alcuni secondi, in silenzio. Fu quasi tentata di darle ragione, ma qualcosa la bloccava.

-Ascoltami bene, Nonomi. Non ho nessuna intenzione di diventare tua amica. Ieri sera con Gouenji è stato un caso, punto. Io non ho bisogno di amici. Tanto meno di una rossa rompiscatole come te-

Nonomi la fissò a bocca spalancata. Kimiko l’aveva ferita, questo lo poteva vedere bene dagli occhi della rossa. Senza aggiungere altro, la bionda si avviò veloce su per le scale, diretta in classe. Non si voltò nemmeno una volta.

 

In classe, appena entrata, si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, più del solito. Fece finta di niente, ma arrivata al suo banco la maschera che di solito portava addosso, si frantumò. Sul suo banco era stata scritta una frase

“SPARISCI ODIOSA SMORFIOSA!! LASCIACI IN PACE, NON TORNARE MAI PIU’!!!”

Kimiko respirava a fatica. Si girò lentamente, cercando di mostrare una sicurezza che in quel momento non aveva, e appena la vide capì subito chi fosse la responsabile. Sachiko, circondata da un gruppo di ragazze, stava ridendo.

-Cosa c’è principessina? Qualche problema?-

Tutte le ragazze intorno a lei si misero a ridere. Kimiko sfoderò il suo sorriso migliore e si avvicinò lentamente a Sachiko.

-Devo ammettere, Sachiko, che non sei cambiata. Stesso atteggiamento da bambina di sei anni… mi aspettavo qualcosa di meglio. Se credi che basti così poco per fermarmi, mi conosci veramente poco. Sai, potresti pentirtene…-

Sachiko, per un attimo, perdette il suo sguardo sicuro e mostrò molta insicurezza.

-Andiamo Mizutami… qui non hai nessun potere. Non hai nessuno che ti copra le spalle… le tue minacce sono vuote-

Kimiko sfoderò il suo migliore sorriso sarcastico.

-Sachiko… cara, dolce, ingenua Sachiko. Pensi davvero che io sia così priva di risorse?-

Lo sguardo di Sachiko, in quel momento, mostrava solo una cosa, paura. Kimiko continuava a sorridere, il sarcasmo evidente nel suo sguardo. Indietreggiò poi lentamente, e si avviò verso l’uscita della classe. Dietro di lei non si sentiva nessun rumore. Appena uscita dall’aula, le lacrime che fino a quel momento Kimiko era riuscita a trattenere, vennero fuori inesorabilmente. Sbatté un pugno per frustrazione contro il muro. Lei non era così… aveva giurato che non l’avrebbe mai più fatto, minacciare ed essere sarcastica. Si era promessa che non avrebbe rivissuto quello che era successo alla Teikoku… eppure ora, eccola lì, a piangere contro se stessa. Si mise a correre, senza nemmeno lei sapere bene dove stava andando, l’unica certezza, era che si stava allontanando il più possibile da quell’aula, da quel banco, da quella scritta e soprattutto… da se stessa.

 

 

Gouenji sentì le urla provenire dalla classe ancora dal piano di sotto. Era insieme a Kazemaru e stavano tornando dall’allenamento mattutino.

-Sai, sembra la voce di Nonomi…-

Fecero le due rampe di corsa, e appena entrarono in classe videro Nonomi che stava per mettere le mani addosso a Sachiko. Gouenji e  Kazemaru si lanciarono contro Nonomi, afferrandola e portandola il più lontano possibile dalla ragazza.

-Che sta succedendo?-

Chiese Gouenji. Nonomi guardò il ragazzo, e poi indicò un punto della classe. Seguendo con lo sguardo, Gouenji vide che Nonomi gli indicava il banco di Kimiko. Quando vide la scritta, fu tutto chiaro.

-È stata lei!-

Disse Nonomi, incenerendo con lo sguardo Sachiko.

-E se anche fosse? A te che importa?-

-Come puoi scrivere una cosa del genere e non provare nemmeno un briciolo di rimorso?-

-Rimorso? Per quell’odiosa smorfiosa so-tutto-io, che mi ha anche minacciata? Tu non la conosci, lei è…-

-Solo una semplice ragazza che non fa male a nessuno! Dimmi, cosa ha fatto di così grave da quando la scuola è iniziata? Niente. Se ne sta per conto suo, non dice mai niente, è come se fosse invisibile!-

-Così invisibile da fare l’idiota con lui ieri tornando a casa? Ma non hai capito? Ci ha ingannato tutti quanti! Ieri lei è riuscita…-

-Sono stato io ad accompagnarla in stazione-

Tutti fissarono Gouenji.

-Era tardi, l’ho solo accompagnata-

Nonomi fissò incredulo Gouenji. Spostò poi lo sguardo su Kazemaru, che confermò tutto con un cenno del capo. In classe il silenzio era pesante. Tutti fissavano Gouenji, che non staccava gli occhi di dosso da Sachiko.

-Dov’è?-

Sachiko inghiottì a vuoto, mostrando tutta la sua agitazione.

-Dov’è?-

Richiese di nuovo il ragazzo.

-È uscita dalla classe… non so dove sia. Io…-

-Direi che hai già fatto abbastanza-

Gouenji si avviò verso l’uscita, seguito da Kazemaru e Nonomi. Prima di uscire, però, si voltò verso la ragazza

-Ti consiglio di pulire bene il banco di Kimiko prima che il professore entri in classe, non vorrei essere costretto a dire tutto al preside-

Poi i tre uscirono.

 

- Dove sarà ora? Potrebbe essere ovunque!! E se non è più a scuola? Potrebbe essere tornata a casa… non so nemmeno dove abita!! Cosa facciamo?-

Nonomi parlava a razzo, un’evidente preoccupazione nella sua voce.

-È ancora a scuola-

Kazemaru e Nonomi si voltarono verso Gouenji.

-Come fai a dirlo?-

-Lo so e basta. Dividiamoci, abbiamo più possibilità di trovarla. Appena uno la trova, chiama gli altri-

E senza aggiungere altro, Gouenji lasciò indietro i due ragazzi. Quando fu lontano dalla vista, Nonomi si voltò verso Kazemaru

-Credi che sappia veramente quello che fa?-

Kazemaru guardò la ragazza.

-Non lo so…-

-… Andiamo a cercare Kimiko. Forza Kazemaru-

Detto questo, trascinò via il ragazzo, senza dargli la possibilità di opporsi.

 

 

La campana della scuola aveva già suonato l’inizio delle lezioni da dieci minuti buoni. Sapeva di essere in ritardo e che l’assenza non sarebbe passata inosservata, ma non era riuscita ad alzarsi. Kimiko non aveva fatto altro che stare lì, seduta, a piangere. Le lacrime non avevano smesso di scendere dagli occhi nemmeno per alcuni secondi. Era come se tutta la sofferenza degli anni passati fosse venuta fuori, trascinandola in una spirale di dolore infinita. Fu così che la trovò lui. Seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro, le ginocchia alzate verso il petto e la testa appoggiata su di esse. Non riusciva a vedere il suo volto perché i capelli lo avevano ricoperto, formando una spessa cortina bionda. Ma i capelli non potevano impedire ai singhiozzi di pianto di farsi sentire. Stava tremando, e piangeva. Lui si sedette accanto a lei, senza dire una parola, e le scostò i capelli. Quel movimento le fece alzare la testa di scatto. Gouenji si trovò a fissare i suoi grandi occhi verdi, resi ancora più scuri a causa delle lacrime, che lo fissavano con uno sguardo spaventato, ma appena la ragazza si rese conto chi era, vide la paura andare via, sostituita da un leggero imbarazzo.

-Che cosa ci fai qui?-

Riuscì a dire la ragazza, con la voce rotta dal pianto.

-Ti stavo cercando-

Le rispose lui. Lei lo fissò

-Perché?-

Lui si prese un po’ di tempo prima di risponderle. Intanto il pianto di Kimiko si andava calmando.

-Scusarmi-

-Scusarti? E per che cosa?-

-Per la situazione in cui ti ho cacciato-

Kimiko lo fissò stupita.

-Che situazione?-

-La scritta sul banco. È colpa mia. Se non avessi insistito per riaccompagnarti, non saresti qui ora. È colpa mia-

Kimiko scosse la testa.

-Non è colpa tua. Prima o poi sarebbe successo comunque. Anche alla Teikoku mi capitava…-

Questa volta fu il turno di Gouenji di fissarla allibito.

-Allora… perché tu…-

-Perché l’ho fatto di nuovo-

Il ragazzo la fissò sempre più sbalordito.

-Fatto cosa?-

Kimiko si voltò verso Gouenji, e lo fissò negli occhi per tutto il tempo.

-Per quello che le ho detto. L’ho minacciata! Mi sono comportata nel modo in cui avevo giurato di non comportarmi più. Sono stata presuntuosa, sarcastica e insolente. In un minuto è venuta fuori la principessa della Teikoku, l’allieva di Kageyama. L’odiosa e acida Mizutami, quella ragazza che non sono io! Io non sono così. Io…-

Le lacrime avevano iniziato a scorrere di nuovo dagli occhi di Kimiko. Tuttavia lei continuava a parlare, sfogandosi, anche con la voce rotta dal pianto.

-Quando Kageyama si rivelò essere quello che era, io persi tutti. Tutte le persone che mi avevano fino al giorno prima salutato ora mi evitavano. Bisbigliavano quando io passavo, mi indicavano. Dopo il tradimento di Kidou fu anche peggio. Ero rimasta la sola ad essere considerata l’allieva di Kageyama, ero diventata la sua copia. Ero diventata la doppiogiochista, perché avevo ingannato tutti senza far vedere il mio vero volto, ero diventata falsa e crudele. Si sparse la voce che mi ero servita delle persone che prima mi stavano attorno, soprattutto di Kidou. Quando lui se ne andò, molti lo interpretarono come un segno del fatto che volesse liberarsi del gioco di Kageyama che ancora lo costringeva ad eseguire i suoi ordini, ordini che io, essendo ancora fedele al vecchio preside, gli passavo. Sono stata isolata da tutti, attaccata ogni giorno, presa di mira. E per sopravvivere sono diventata come mi descrivevano. Il sarcasmo era la mia arma, come il cinismo e la strafottenza. Facevo credere a tutti di non avere paura, di non dare peso a nessuno di loro, ma non era così. Prima di iniziare il liceo mi ero promessa che mai sarei ricorsa, di nuovo, a quei trucchi. Invece, stamattina, ho infranto la promessa fatta a me stessa. Non voglio tornare ad essere quella che ero prima, non voglio… Voglio solo essere lasciata in pace…-

Gouenji non disse niente per tutto il tempo. Lasciò parlare Kimiko per tutto il tempo, lasciandole la possibilità di buttare tutto fuori. A volte la cosa migliore era solo rimanere in silenzio e ascoltare. Quello che le raccontò, tuttavia, lasciò sconvolto il ragazzo. Possibile che quella ragazza avesse subito tutto quello?

-… non vi fidate di lei…-

Perché le parole di Kidou gli tornavano in mente proprio adesso?

-Perché non hai lasciato anche tu la Teikoku? Perché non te ne sei andata?-

Kimiko guardò il ragazzo, sorpresa. Gouenji sostenne il suo sguardo. Fu lei ad abbassarlo per prima.

-Non me lo permise-

-Chi?-

-Mio padre. Quando raccontai quello che stavo subendo mio padre mi disse che se avessi cambiato scuola sarebbe stato come ammettere una mia sconfitta. “Se non riesci a sopportate alcune battute, come pensi di fare nella vita Kimiko?” Queste furono le parole di mio padre. La sconfitta non è una soluzione mai accettabile in casa mia. Per questo non me ne sono potuta andare-

-Come posso crederti?-

Quella domanda stupì tutti e due.

-Perché dovrei mentirti?-

-Kidou…-

Quel nome bastò a Kimiko per capire.

-Ti ha detto di non fidarti di me-

Non era una domanda, lo sapevano entrambi. Questa volta fu il turno di Gouenji di distogliere lo sguardo.

-Kidou e io eravamo migliori amici al primo anno. Eravamo entrambi protetti di Kageyama, passavamo molto tempo insieme, anche se può sembrare strano. Quando non era impegnato con gli allenamenti, stava con me in biblioteca, a studiare. Quando scoprimmo delle partite truccate e del modo vergognoso con cui aveva cercato di eliminarvi… fu uno shock. Devi capire che per me Kageyama non era solo un preside. Era un amico, un confidente, qualcuno che credeva ciecamente in me. Passavo più tempo con lui che con mio padre, era una figura di riferimento. All’inizio non volli credere a quello che dicevano. Fu per questo che litigai con Kidou. Io cercai di difendere Kageyama, e Kidou mi puntò il dito contro. Mi disse che se lo difendevo dovevo fin dall’inizio avere avuto un ruolo attivo nei suoi piani. Sicuramente io sapevo tutto quello che aveva fatto, dalle partite truccate a tutto il resto. “Solo una persona coma Kageyama può difenderlo. Sei come lui… una degna erede”. Così mi disse. Kidou era l’unica persona con cui mi ero aperta, lo consideravo un vero amico-

-Per questo non ti fidi di nessuno?-

Kimiko annuì.

-Lui doveva conoscermi meglio di tutti. Invece ha preferito seguire quello che dicevano gli altri, senza nemmeno cercare di capirmi-

-Non vi siete più parlati?-

Kimiko scosse il capo.

-A che servirebbe? Io per lui sono come Kageyama. Doppiogiochista e incline al tradimento. Già troppe volte sono stata insultata, non ho voglia di sentirmi dire le stesse cose anche da lui. A cosa serve parlare con qualcuno che tanto non vuole ascoltarti?-

Gouenji osservò quella ragazza così strana ai suoi occhi. Era incredibilmente vulnerabile, ma aveva dentro di se una forza incredibile. Si vedeva che quello che aveva passato l’aveva ferita, ma l’aveva anche resa molto forte. Fu in quel momento che decise di crederle.

-Kidou si sbaglia su di te, e anche tutti quelli in classe-

La bionda osservò il ragazzo, occhi chiari che si specchiavano in occhi scuri.

-Tu non sei come tutti credono. Io lo so-

-E come pensi che questo possa cambiare le cose? Tu sei uno solo… loro sono molti di più. Ne vale veramente la pena?-

-Certo che ne vale la pena!!-

Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto, verso la voce che aveva parlato. Nascosti dietro l’angolo c’erano Nonomi e Kazemaru.

-Nonomi?-

Chiese esitante, Kimiko. La rossa si gettò addosso la bionda, stritolandola in un abbraccio.

-Ero così preoccupata per te! Quando sono entrata in classe e ho visto la scritta sul tuo banco… credimi, ho quasi picchiato quella smorfiosa per averlo fatto!-

-Volevi picchiare Sachiko?-

-Certo!-

Kimiko guardò sconvolta prima la ragazza, poi i due ragazzi. Fu Kazemaru a risponderle

-Siamo arrivati appena in tempo. Se io e Gouenji fossimo tardati anche solo di un minuto, credo che l’avrebbe picchiata veramente-

Nonomi si voltò verso i ragazzi.

-E avreste dovuto lasciarmi picchiare veramente quell’antipatica. Non credo che nessuno avrebbe sentito molto la sua mancanza, se per qualche settimana fosse finita in ospedale!-

-Non è un buon motivo per picchiare qualcuno-

-Ehi, io un motivo ce l’avevo-

-Perché?-

Tutti si voltarono verso Kimiko.

-Perché cosa?-

-Perché fai tutto questo? Cosa ti spinge a prendere le mie difese? Dopo tutto quello che ti ho detto, perché ancora non mi lasci stare?-

-Perché so che non lo pensavi davvero-

Kimiko guardò Nonomi.

-Ho ascoltato quello che hai detto prima a Gouenji. Sulla Teikoku e quello che hai passato, e ora capisco. Tu non vuoi che io non sia tua amica, tu non vuoi essere ferita di nuovo. C’è molta differenza. Non ti mollerò più adesso!-

-Mollarmi?-

Nonomi guardò Kimiko, sorridendo.

-È semplice. Ora, tutta metà della popolazione femminile della scuola ti odierà, perché penseranno che tra te e il signorino qui, Gouenji, ci sia qualcosa-

-Ma non c’è niente tra noi due!-

disse Kimiko, arrossendo. La rossa ridacchiò.

-Comunque, metà popolazione femminile ti odia-

-Come puoi sapere che metà delle ragazze della scuola mi odia?-

Nonomi sfoderò il suo migliore sorriso sarcastico.

-È semplice. Metà è fan di Gouenji, l’altra metà di Kazemaru. Quindi…-

I due si guardarono, visibilmente stupiti, ma fu Kazemaru a parlare

-Cosa vuoi dire, scusa?-

Nonomi si voltò verso i due ragazzi.

-Veramente non lo sapete? Da quando siete arrivati sono stati fondati due fan club, uno per Gouenji, l’altro per te Kazemaru. A quanto sembra, il 98% delle ragazze della scuola ha aderito ad uno dei due club-

I ragazzi la fissarono sconvolti.

-Stai scherzando, vero?-

-Affatto. Per questo per Kimiko le cose si mettono male. Le tue fan, Gouenji, ora le saranno addosso. Penseranno che fra voi due ci sia qualcosa e le daranno battaglia. Quello che ha scritto Sachiko è quello che pensano in molte-

Questa volta fu Gouenji a parlare.

-L’ho solo accompagnata in stazione. Come possono pensare che ci sia altro?-

-Ti hanno vista con lei, e tanto basta. Anche se tra voi non c’è niente di sentimentale, rimane il fatto che tutti penseranno il contrario. Per questo, cara Kimiko, dovrai fare affidamento su di me. Io sarò l’unica a rivolgerti la parola e a volere rimanere tua amica. Quindi ora non puoi più rifiutare, diventerai mia amica-

-Non capisco come le due cose possano essere legate…-

Nonomi la guardò stupita.

-Per fortuna che sei un genio della Teikoku… Le due cose sono legate perché da ora in poi sarò l’unica a difenderti. Vuol dire che non potrai contare su nessun altro, tranne me. Ok, forse anche su questi due qui dietro, ma principalmente dovrai contare su di me. Quindi non puoi fare altro che accettare di diventare mia amica-

-Guarda che sono in grado di difendermi da sola, non ho bisogno del vostro aiuto-

-Lo so. Ma io voglio aiutarti, perché, per qualche strano motivo, io voglio veramente diventare tua amica. Sei stata la prima persona con cui ho parlato a scuola e, ammettilo, c’è stato un feeling da subito, anche se tu ti ostini a non ammetterlo-

Kimiko ci pensò su. Un’amicizia non si decideva così a tavolino, lei lo sapeva bene, ma era vero quello che Nonomi aveva detto. Le era piaciuta fin dal primo giorno. Era una ragazza solare, sempre allegra, non aveva mai visto una persona più determinata, e poi non l’aveva mai guardata in modo strano o con sospetto. Si, forse poteva fare un’eccezione per lei.

-E va bene… ci sto!-

Nonomi, per un attimo, la fissò allibita. Poi, le buttò le braccia al collo, ridendo

-Era ora! Bene, da oggi non ti mollo più. E per iniziare… oggi pomeriggio vieni a casa mia, no anzi, andiamo a fare shopping… no, no, ci sono, andiamo al karaoke. Ma che dico? Facciamo tutte e tre le cose, e poi ti fermi a dormire a casa mia, facciamo un pigiama party. O forse è meglio…-

Kimiko si mise a ridere.

-Ho come l’impressione di avere appena firmato la mia condanna a morte…-

Anche Nonomi si mise a ridere, seguita dai due ragazzi, che avevano assistito alla scena senza dire niente.

-Fidati di me: saranno i tre anni più belli della tua vita. Giusto ragazzi?-

-Certo-

Dissero in coro Kazemaru e Gouenji. Kimiko rise ancora.

-Comunque, parlando di cose serie… cosa è successo ieri sera? Insomma, che ci facevate voi due, insieme, ieri sera?-

Gouenji e Kimiko si guardarono. Fortunatamente, furono salvati dalla campana della scuola

-Sarà meglio andare in classe… abbiamo già saltato la prima ora-

-Giusto, andiamo-

Sia Kimiko che Gouenji iniziarono ad avviarsi. Nonomi e Kazemaru rimasero indietro.

-Sbaglio o se la sono appena svignata?-

-Direi che ci hanno proprio piantati in asso…-

-Sai che questo può voler dire solo una cosa, vero?-

Kazemaru guardò guardingo Nonomi.

-Dobbiamo scoprire cosa nascondono!-

-Dobbiamo?-

-Certo. Tu interroghi Gouenji, io Kimiko-

Kazemaru scosse la testa.

-Saranno tre anni d’inferno…-

Disse sottovoce.

-Hai detto qualcosa?-

-Niente-

E anche Kazemaru iniziò ad avviarsi verso l’aula.

-Non vorrai farmi fare tutto da sola… vero?-

 

 

La vita a scuola per Kimiko era peggiorata, proprio come Nonomi aveva predetto. Le fan di Gouenji, che si erano rivelate molto più numerose di quanto lei potesse mai immaginare, le avevano fatto una guerra costante. Per fortuna che Nonomi era al suo fianco. Anche se quasi tutti la odiavano, la sola presenza di quella rumorosa ragazza dai capelli rossi era capace di farle dimenticare tutto il resto e di farle tornare il buon umore. Anche Kazemaru e Gouenji le stavano dando una mano. In classe avevano come formato uno scudo protettivo intorno a Kimiko, e lei gliene era grata. Gouenji poi era una presenza rassicurante per la ragazza. Lui non le parlava spesso, ma sapeva che se avesse avuto bisogno, lui sarebbe corso subito in suo aiuto. Non sapeva se Gouenji si fidasse di lei o meno, ma sembrava che per ora la cosa non fosse importante. Piano piano la situazione sembrava essersi stabilizzata. Tutti a scuola sapevano che tra la principessa della Teikoku Kimiko e il calciatore della Raimon Gouenji si era istaurata una sorta di amicizia, e la cosa sembrava essere stata accettata, anche se molte delle fan di Gouenji ancora la guardavano male. Ma Kimiko aveva iniziato a fregarsene di quello che gli altri le dicevano dietro. Ora aveva una vera amica su cui contare, e questo era molto più importante.

Fu durante un soleggiato pomeriggio di scuola che Kimiko e Gouenji si trovarono in una situazione simile a quella che aveva scatenato tutto. Kimiko era in classe, e stava riordinando la cartella prima di tornare a casa, Gouenji aveva finito l’allenamento e stava per tornare a casa. Si guardarono ma non si dissero niente. Kimiko si sentiva tremendamente in imbarazzo. Andò il più veloce possibile alla porta, ma prima di uscire si fermò. Si voltò verso Gouenji che la stava fissando.

-Io… io volevo dirti grazie per quel giorno, per avermi lasciata sfogare-

-Non devi ringraziarmi-

-Invece si. Mi hai lasciata parlare, senza giudicarmi. Grazie-

Il ragazzo annuì con la testa. Kimiko si voltò di nuovo verso la porta, ma prima di uscire, disse ancora una cosa

-So che non posso costringerti a fidarmi di me, e so, che tra me e Kidou tu ti fidi di più di lui ma… quello che ti ho detto è la verità, la mia verità. Non sono come Kageyama, non lo sono mai stata, e non ho mai saputo niente dei metodi che usava per vincere le partite, lo giuro. Volevo solo dirtelo…-

E poi se ne andò, correndo il più velocemente possibile. Non aveva avuto il coraggio di dirgli quelle cose negli occhi, perché il solo pensiero di vedere negli occhi di Gouenji il dubbio l’avrebbe distrutta, e non ne sapeva nemmeno il motivo…

 

 

Kidou non era un ragazzo che si stupiva facilmente. Eppure quella sera, quando si era trovato alla porta di casa sua Gouenji, tutto quello che provava era stupore.

-Gouenji! Questa si che è una sorpresa-

-Scusa per il disturbo-

-Nessun problema-

Gouenji si guardò intorno.

-È la prima volta che mi vieni a trovare a casa… deve essere una cosa importante se sei venuto fino a qui. Che succede?-

Il biondo non gli rispose subito. Si avvicinò alla scrivania di Kidou, dove vide una foto della Raimon. Era la foto che avevano scattato dopo la cerimonia del diploma, in ricordo della Raimon e di quello che avevano passato e affrontato insieme.

-Gouenji… che succede?-

-Kidou… devo chiederti un favore-

-Dimmi-

Gouenji si girò, e guardò Kidou negli occhi mentre gli poneva la domanda che l’aveva tormentato per troppo tempo.

-Cosa è successo tra te e la Mizutani?-

 

 

 

 

 

********************************************************************************

 

Ciao a tutti!

Per prima cosa lasciatemi dire una cosa: GRAZIE!!! Grazie a tutti quanti, quelli che hanno letto il primo capitolo, chi ha recensito, chi ha messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!!! Grazie, grazie, grazie di cuore! Grazie anche per la fiducia che mi avete dimostrato, questo fandom mi è nuovo, e vedere che la mia storia piace mi ha reso molto sicura di me e mi ha fatto venire ancora più voglia di scriverla! Quindi, anche se l’ho già detto e posso risultare ripetitiva, GRAZIE!!

Tornando alla storia, ho lasciato un po’ con il fiato sospeso nel finale, lo so. Ma mi sono resa conto che era il momento migliore di interrompere il capitolo, qui mi sono voluta concentrare di più su Kimiko e sulla sua vicenda personale, il momento di Kidou arriverà!

Come sempre, ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere anche questo capitolo, e se volete lasciare una recensione, sapete come la penso!

A presto, spero, con il prossimo capitolo.

Un bacio grande dalla vostra

Juls

  
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