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Autore: Newtmasinmyveins    20/07/2014    3 recensioni
IO SALVAVO ELIJAH, MA JAMES SALVAVA ME.
--Tratto dal 5° capitolo--
-Vampiri,Jane. - scandì da farmi ibernare.
- No...non è possibile.Non esistono.- scossi il capo di continuo a destra e a sinistra indicando un no incredulo.
- Se loro non esistono...Non esistiamo neanche noi. Angeli dannati, demoni, vampiri e noi? Noi li vediamo, Jane.-
-Tratto dall' 14° capitolo--
Quella sensazione sbarrò il mio stomaco.
Simile a quella di quando si dorme e poi. . . POUFF, si cade nel vuoto svegliandosi col fiatone.
Ahimè, quello non era un sogno.
Ricordavo solo che mentre cadevo nel vuoto e nel buio delle tenebre , James mi urlava stanco,
- Promettimi che ce la farai. Combatti , Jane. -
Erano dolci parole che sentivo a rallentatore.
Stavolta,sarei morta per davvero.
A bassa voce, con il poco fiato che mi rimaneva, prima di toccare il fondo e chiudere definitivamente gli occhi, gli risposi...
- Si. . . James, te lo prometto.- Sperando che potesse ancora sentirmi.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Diciassettesimo Capitolo

Il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.
-A. Jodorowsky
 
Incredibile.

L’unico aggettivo appropriato per quella situazione.

Stavolta, a differenza del precipizio dove Elijah mi salvò ,sapevo che era James.

James mi aveva appena detto :” Finché ci sarò io nessuno ti farà del male”

Ero esterrefatta da quella frase. Il mio sguardo si perse nel vuoti iniziando a fantasticare.James mi chiamava dal pianeta Cabret. Mi scuoteva,


- Jane, Jane che sta succedendo? Sei rientrata di nuovo in trans? -  Domandò preoccupato, io scrollai via i pensieri accennando  un lieve sorriso.

- No, è stato bello ciò che hai detto . . . Beh, almeno stavolta. . . Non sei Elijah. –ripetei il sorriso incerta, ero proprio impacciata.

- Sembri attratta da me. – sbottò sicuro con tono normale, ma investigativo.

- Ma che dici! Piuttosto. . . Come va la ferita? –

- Fa male , ma non è nulla di incurabile … Passerà. – sospirò, mettendosi a sedere( prima era sdraiato).

Alzò uno sguardo al cielo e lo seguii. Lo strato dell’ empireo era nero. Non opponeva limiti.  Ci si perdeva e a stento potevo vedere James.

- Jane, non ti vedo ed è un vero peccato. – soffocò una risata , io mi limitai ad un’espressione facciale annoiata e squallida.

- Però , ho una soluzione anche a questo. – disse reputandosi un genio , dopo ciò entro pochi secondi , eravamo illuminati; Con sé aveva una lucciola, simile a quelle del mio compleanno.


- Bene, ora che posso guardarti negli occhi . . .Come hai fatto a trovarmi?- domandai calma, mettendomi comoda per assistere al suo racconto.

Mi fissava e anche in lui, c’era qualcosa di diverso. Il suo sguardo era più malizioso del solito e non sapevo ciò che era peggio: se io solo con una sottoveste o il buio e non poter scappare.

- Beh, quando siamo stati divisi è come se in petto mi si è spezzato qualcosa. . . Quando sono caduto nel vuoto atterrando in un posto sconosciuto ,ho cercato di usare qualche potere per rintracciarti . . . Inizialmente, non riuscivo, poi però. . . Ho intercettato  i tuoi sogni,  e ti ho trovata in un sogno, ho visto che eri in una grotta. . . La stessa grotta dove io ero stato poco tempo prima di te. – sorrise , stesso lui era meravigliato da quello che raccontava. Io, invece, ero felice. Nonostante fossi con l’essere che sempre avevo odiato, sapevo di potermi fidare completamente di lui e che non sarei mai rimasta sola.
- Ho iniziato a correre cercando di orientarmi il più possibile … E tu lo sai. – disse indicandomi con aria circospetta.

- Io. . . ? – Arricciai la fronte stranita, ma poi … Il lampo di genio arrivò.

- Quindi. . . Sì, sì. . . Ora ricordo. Quando mi sono addormentata  ho sognato qualcuno che correva  nel buio e io lo inseguivo , ma non mi aspettava. – dissi facendola tragica.

- Era un segnale per dire” vengo io da te”, ma non fidarti … Sapevo che Malkfoc avrebbe usato qualche suo trucco per ingannarti. Che vigliacco. –digrignò i denti, schifato da ciò che il cattivo aveva fatto.

- Ovviamente, me la pagherà. – accennò un sorriso di guerra che a me. . . Piaceva.

- La pagherà a me! – sbottai con rabbia che pulsava nelle vene fino al midollo.

- Sei vendicativa, hai il ciclo? – sdrammatizzò e per la prima volta, anziché canzonarlo volevo proprio ridere però. . . Non potevo dirgli che ero la figlia di Malkfoc.

Ehi. . . Aspetta un po’, cosa ho appena detto?


Che scema.

Non sono sua figlia.

- Certo che tu e Malkfoc per essere legati di sangue, dovete essere parenti … Non credi? – James usava il cervello, non era tanto stupido come credevo. Beh, in quel caso, avrei preferito che rimanesse stupido.

- No. Non credo assolutamente … Forse perché, abbiamo origini in comune , ma parenti stretti no. – blateravo quello che capitava, ma avrei fatto di tutto per non destare sospetto. Non volevo che minimante sospettassero che fossi figlia di quella merda.

- Chi sa se il tuo fidanzatino è preoccupato. . .O se la starà spassando con un’altra. . . – Mi urtava il fatto che Elijah avesse potuto dimenticarmi da un giorno all’altro, ma il problema non era di giorni, poteva trattarsi anche di mesi. Avevo perso la cognizione del tempo.

Risposi istintiva, – Beh magari, se la sta spassando con l’adorabile Rebekah. – assunsi un’espressione malvagia e soddisfatta. 1-1

- Ma guardati! Sei patetica. Un umano metà angelo ti salva la vita, riportandoti alla tua umanità, mentre lui anziché angelo diviene un demone e quindi si trasforma in un umano metà cattivo  e tu. . . Mi tratti ancora cosi? – la sua espressione era esterrefatta. Già, sono incredibilmente egoista e .. . stronza aggiungerei.

- Tu mi istighi. .  .Ti ringrazio, ma io volevo solo nutrirmi da te. Poi. . .Se ricordi non ti ho mai chiesto di salvarmi soprattutto se dopo lo avresti rinfacciato. –

Mi alzai adirata, ma mi bloccò per il braccio tirandomi fortemente a sé.

Persi l’equilibrio. Caddi su di lui, a sua volta cadde anche lui e così. . . Ci ritrovammo in una situazione catastrofica. Ci fissavamo dritto negli occhi, i nostri volti come i nostri corpi erano illuminati dalle lucciole. . . Potevamo scrutare benissimo i gesti l’uno dell’altra. Imbarazzo.

Distolsi lo sguardo, i suoi occhi mi scrutavano. Era divertito, smorzò un sorriso  ammaliatore, sensuale, persuadente e forse, il caso di dirlo. . . sexy.

Mi alzai lentamente, sapevo che il petto gli faceva male, mi disse qualcosa.

- Se rimani mi sento meglio . – sussurrò con voce flebile.

Sbarrai gli occhi. Volevo parlare, ma forse.. . La lingua si era attorcigliata dato che sentivo che se avessi aperto bocca, avrei solamente combinato danni con il balbettare.

- Jane, davvero. . . Rimani. – sussurrò dolcemente, facendomi provare brividi per tutto il corpo a partire dalla nuca per fermarsi al fondo schiena.

Ingoiai. Ero immobile. Sotto me sentivo il suo petto a ritmo di respiro, il suo cuore battere e il suo profumo completamente buono. Ero stordita da non capire più nulla.

 Scrollai eventuali pensieri sessuali che avrebbero potuto travolgermi da un momento all’altro,

- Sei un falso. – mi alzai di scatto fingendo di ignorare  tutto come se fossi stata dal primo istante impassibile al suo corpo e alle sue proposte indirette.

- Cosa? – si alzò a sedersi  e il suo tono era pungente.

- James non è il tuo vero nome. . .- Mi aggrappavo sugli specchi, non volevo che si ricreasse quella tensione.

Non mi rispose e sembrò cambiare argomento, per un certo verso. . .

- Se io sono falso, Jane. . . Tu porti la bandiera. – sbottò sicuro di sé , che indignazione! Mi aveva istigata e non ne sapevo neanche il motivo. Mi alzai di soprassalto allontanandomi per qualche centimetro,

- A cosa ti riferisci? – ero tesa.

Mi raggiunse e come suo solito giochino mi riprese per il braccio.

- Provi qualcosa per me, ma non lo ammetti. . .Anzi lo neghi. –

Cosa? Ma stava bene ?

- James, non cambiare discorso. Stavamo parlando del tuo n –

- Sei tu che adesso stai cambiando foglio.- mi interruppe, il suo tono risultava tagliente peggio delle lame.

La sua presa era salda, e i miei polsi iniziavano a maledirlo. I nostri occhi si perdevano in quelli opposti e morivamo lentamente. . .


- Jane. . .sii sincera almeno con i sentimenti. –disse con un filo di voce appuntito che sembrò quasi sfiorarmi l’anima.

- James. . . Non so di che parli io per te … -

Ho sempre odiato questi momenti. Come faccio a dirgli che non provo nulla? O meglio, che sono confusa? O meglio … Che è uno stronzo che però mi emoziona e mi rende la donna più felice del mondo, ma anche la più maledetta?  E’la mia malattia, ma anche la mia cura? Che le sue labbra mi fanno impazzire ogni volta che siamo vicini dimentico il mondo? Che magari. . . Gli strapperei anche i vestiti. Ma no! Non sono sicura di nulla e nel mio cuore, sono sicura che c’è ancora Elijah.

- Tu per me cosa? – domandava irascibile fissandomi dritto agli occhi.

- Io ti sono grata per tutto, ma non credo di provare quello che credi. – bofonchiai  distaccata e distogliendo lo sguardo.

Mollò la presa, era completamente colpito.

- . . .Ho sbagliato. Dovevo immaginarlo. . .- Era ferito, lo sentivo.

James provava qualcosa per me?

Forse non era l’unico. Il battito di cuore accelerato ogni volta che lo vedevo , era un segno, ma non potevo dirglielo.

- Meglio dormire.- suggerì.

- No. .. Voglio sapere il tuo nome. –

- Come sai che il mio nome non è James ? – domandò perplesso.

- Me lo ha detto Malkfoc – risposi sicura, l’unica cosa sulla quale non mentivo.

- O meglio, me l’ha fatto capire. . . – aggiunsi sottovoce.

-  Mi sembra giusto, tu mi hai detto ciò che pensi su quello che ti ho chiesto ed è meglio che ti dica il mio nome. – la rabbia era abbastanza evidente su quel volto di bello e dannato. Non potevo farci nulla, James usava le persone.

- Mi chiamo. . . – si avvicinò all’orecchio, ma non troppo  forse perché temeva  una mia scorbutica reazione e poi sussurrò,

- Drake. –Provai un brivido , non so se per lui o il nome. Magnifico e coinvolgente. Preferivo più quello ad un banale e comune “James”. Accennai un sorriso scadente e prendemmo a sedere , e poi. . .  l’uno di spalle all’altra ci addormentammo o almeno. . . Provammo.

Per qualsiasi essere quella notte dormii, ma non era così. I miei occhi erano chiusi, ma non dormivo né sognavo. La testa riviveva gli orrori degli ultimi giorni, ma senza una soddisfacente motivazione i miei pensieri si fermavano su me e James (Drake). Gli attimi in cui cadendo ero atterrata sul suo corpo esile, ma muscoloso al punto giusto; Pensavo al suo respiro, il suo alito fresco, l’irresistibile profumo e soprattutto alla sottospecie di dichiarazione.  Le palpebre volevano chiudersi. . . Forse, avevo preso sonno. . . L’unica motivazione perché quando mi svegliai, ero in una stanza abbastanza illuminata.  . . e James non vi era.

Ero su un tavolo e avevo la sensazione di essere  un topo da laboratorio. Non mi sbagliavo.

- Ma guarda, la nostra bella addormentata si sveglia. – voce piena di cattiveria. Malkfoc.

Ero stufa. Mi rovinava la vita.

- Che brutta cera che hai . . .Davvero impressionante, perché dormivi con quel ragazzo? – ‘ quel ragazzo’ sicuramente si riferiva a James.

Mi alzai di scatto o almeno tentai, mi accorsi di essere legata a delle catene abbastanza fastidiose e pesanti. Con quegli aggeggi non mi sarei mai liberata.

- Dov’ è James? – digrignai a denti stretti, mentre continuavo a combattere contro le resistenti catene. Feci una smorfia di dolore.

- E’ salvo per mia sfortuna, ma non per troppo . – sorrise malizioso e di un’ intesa di ‘ ho già un piano’.

C’era troppa luce artificiale, come quella nelle abitazioni umane.  . .Sembrava di essere sulla terra. Sarebbe stato un miracolo.

- Dai Jane, un ultimo sforzo e poi vi lascio liberi. – sorrise, che nervi! Quando avrei potuto spaccargli la faccia? Il suo sorriso era peggio di chi ha una paralisi facciale.

- VI? Come mai questo plurale? – domandai  curiosa e confusa.

- Sei così noiosa. Mi dispiace rovinare i momenti romantici. . . Ma la circostanza è abbastanza divertente. – soffocò una risata. Era proprio divertito il vampiretto.

Non volevo desistere, continuavo a credere che se avessi combattuto le catene avrebbero rallentato la presa.

Fece una risata malefica.

Mi arresi. Per il momento, è ovvio.

- Dove siamo? – domandai avvilita.

- In un laboratorio. – rispose annoiato.


- Già . . .Dovevo immaginarlo, è per tagliare il legame di sangue? – domandai anche se già sapevo la risposta.

- Brava, la mia piccola. . .Non sei così stupida. Perspicace. – abbozzò un sorriso di quei deficenti che come sapete, avrei voluto rovinare.

- Oh, ecco il maestro Lauren. . . –

- Malkfoc ti prego, soffrirò. . . – supplicavo quell’essere viscido.

- E’ ovvio che soffrirai , soffriremo insieme, ma io lo reggo bene il dolore. –

Lauren era di sicuro il dottore di cui James aveva sospettato. Quel ragazzo non sbagliava una virgola, abbastanza acuto. Il vecchio-scienziato, era la brutta fotocopia di Einstein, mi guardava strabico e sapevo che non ero in buone mani. In quella situazione paranormale cercavo di trovare qualcosa di positivo: Se fossero riusciti a separarci e … Malkfoc fosse stato colpito io non sarei morta , ma se , invece,  avessero attaccato  me ? Sarei  stata l’ unica a morire.

- Rilassati Jane e au revoir . – sentii gli occhi pesanti, un’improvvisa sonnolenza e poi sentii del liquido scorrermi lungo il corpo. Un liquido caldo. Dolore ad un braccio.

Aprii a malapena gli occhi e stavo morendo dissanguata. Malkfoc era accanto a me, la scena poteva sembrare  un ambulatorio dove un buon padre dona il proprio sangue alla figlia, ma quello era un vero rito malefico  e io temevo che avessi ceduto prima del tempo finale.
Sentii il cuore rallentare, molto probabilmente nel mio corpo non vi era neanche una goccia di sangue.
Sentii di aprire gli occhi, dovevo sapere cosa stava succedendo intorno a me.
Intravidi il volto di Malkfoc amareggiato, proprio vero: Il dolore lo reggeva bene.

- Capo, mi dispiace, ma la mia invenzione ha fallito. –ammise rammaricato il vecchio togliendosi gli occhiali.

Fallito? Come? Chi mi ridava il sangue brutti stronzi?

- Ha fallito? Razza di idiota? Non vedi che sta cedendo … può morire. – Malkfoc urlava isterico e non era affatto buono di cuore, temeva che con la mia morte sarebbe morto anche lui.

- Mi disp.. – il vecchio si scusava e reputava incredibile come stranamente non avessero funzionato le sue invenzioni INFALLIBILI.

- Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. La porterò con me, ma intanto sappi che hai le ore contate e se proverai a scappare , ti troverò in capo al mondo . –

con fare minaccioso , Malkfoc abbatté le catene che mi impedivano di fuggire, mi prese in braccio e ci recammo in un luogo a me sconosciuto.

- Io sarò anche uno scienziato fallito, ma non sarò mai come te. Un padre fallito. -                             

Aprii gli occhi stanchi solo perché avevo udito la parola “ padre”. Mai possibile che tutti sapessero che ero la figlia di Malkfoc? Ma non è vero!

L’uomo malvagio pronunciò parole di incantesimi e il dottore anziano divenne pietra.

Feci un sussulto, ma poi la stanchezza dominò il mio corpo, facendomi chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo.

Il primo dei cinque sensi che si attivò per primo fu il naso che annusava odore di fresco e pulito. La freschezza candida e pura mi fece aprire lentamente gli occhi e al mio fianco vi era la dolce Nicole, era bello vederla, ma nella mia testa avevo  un groviglio di confusione. Dove era James? Avevo bisogno di lui.

- Sei così debole. . . – affermò Nicole imbevendo uno strofinaccio e  appoggiandolo  sulla mia fronte.

- Stavi morendo dissanguata. –confermò e io ne ero perfettamente a conoscenza.

- Lo so. . . – pronunciai con un filo di voce. Ero flebile.

- Tra poco viene l’innominato. . . – disse con un accento acuto.

-  Hai visto un ragazzo: alto, biondo, carino , occhi blu e vestito tutto di nero ? – domandai allarmandomi  al solo pensiero che gli fosse capitato qualcosa.

- Sì, ma sta bene. . . – abbozzò un sorriso e poi strizzò l’occhio in segno di occhiolino.

- Mica male il tuo James. – Quell’espressione così confidenziale, non mi portava ad essere gelosa, ma solo a pensare: CHE BEL RAPPORTO HO CON MIA SORELLA.


Lei sa che  ci apparteniamo?Sento di no.

- Stanno parlando. . . –  aggiunse distogliendomi dai mille interrogativi.

- James e Malkfoc che parlano? – domandai stranita e lei, smorzò un’espressione insicura come se dovevo sapere altro.

- Sono nell’aula magna ad ovest. C’ è una trasfusione di sangue. . . – Non avrei mai voluto sentire l’ultima parola. Ero stanca , come potevo correre per impedirglielo?

Dovevo impedirglielo. Mi alzai lentamente dal letto,

- Cosa vuoi fare, Jane? – domandò preoccupata Nicole, mentre mi aiutava a scendere cauta dal letto.

- Lo può uccidere, e stavolta definitivamente o peggio, può convertirlo in un demone. Non voglio. – Ero in piedi, avevo l’equilibrio e solo allora notai che ero vestita in maniera più comoda: Un pantaloncino nero largo, una maglia dello stesso colore e delle scarpe comode. E. . . Ero attaccata ad un filo, tipo una flebo.

- Perché ho quest’ ago nella vena? – domandai arricciando la fronte. Perplessa.

- Rischiavi di morire e . . . Malkfoc ha pensato di darti il suo sangue, non fare mosse azzardate. Quel sangue ti salva. – si avvicinò e mi strinse le mani con dolcezza. Ero più serena.

- Non voglio il suo sangue, Nicole aiutami. . . James è importante per me. – la supplicavo e lei, non insistette. Mi liberò da quella flebo. Grazie alle sue indicazioni, uscii dalla torre alla ricerca di James.

Dovevo aiutarlo, nonostante le poche forze lottavo con tutta me stessa. Poi. . . Mi fermai, una porta mi era sospetta. Mi girai intorno, non vi erano guardie. “Bene” , pensai. Spinsi in avanti lentamente sperando che la porta si aprisse senza cigolare.

Una stanza cupa e silenziosa si presentava dinnanzi ai miei occhi. Molto simile dove ero  stata tempo fa da sola con Malkfoc. Tutto era di legno ed enormi scaffali facevano intendere che fosse una biblioteca. Libri ovunque e un tavolo enorme e quadrato era al centro della sala. Avanzai cauta , mi bloccai nel sentire delle voci. Provenivano da un angolo. Stavo attenta a non fare rumore, il problema è che vedevo la maggior parte delle cose sfocate e perciò aprivo e chiudevo gli occhi.

- Ma guarda chi c’è , non c’è bisogno che cammini in punta di piedi . – Malkfoc mi aveva scoperto e su un tavolo , simile nella mia condizione vi era James. Non era legato, ma vedevo in volto che era sofferente. Appena mi scrutò, la sua espressione divenne più rilassata come se volesse farmi credere che non soffriva il dolore. Che idiota. Sempre orgoglioso.

- Vedo che ti sei rimessa in sesto, non ti uccide nessuno. – Accompagnò ciò con una solita risata malefica e assordante.

- Cosa vuoi fargli? – domandai dura avanzando senza paura.

- Si è scoperto che Malkfoc Morewood ovvero io, abbia tre discendenti. –disse placido e sorridente.

- E che li abbia tutti molto vicini.  . . Purtroppo, alcuni sono abbastanza stupidi da poter morire da un momento all’altro,  essendo legati di sangue,  la loro morte è anche la mia .–Un essere malvagio che godeva ad ogni parola pronunciata.

Nicole e io, mettiamo caso che eravamo le sue discendenti, ma il terzo?

Grattai il capo confusa e poi Malkfoc si arrese, così, di sbotto.

- Per ora biondo. . . Ti conviene non attaccarmi FLIUSHJUIO . –

Era un incantesimo senza catene, ma permetteva comunque di tenere James in una coperta invisibile che lo stringeva al punto da provocargli  lividi e mancanza di fiato.

- Le porte per uscire di qui sono tutte sigillate, marcirete qui fin quando. . . Non trovo un modo per disfarmi di voi e ricordate: Se siete qui è perché non voglio la vostra morte. O meglio la mia .- un’altra risata malefica e James lentamente scese dal tavolo, scrollando di dosso eventuali residui di polvere.
Uscimmo insieme in silenzio, la situazione era critica. Come potevamo scappare?  Abbastanza lontani da Malkfoc , James provò a parlare,

- Hai idea di chi siano i tre discendenti di Malkfoc? – domandò debole e curioso allo stesso tempo.

- No. – mentii.

- Dobbiamo  stare vicini anche se mi odi anche se.. .Ami Elijah. – abbassò lo sguardo e si schiarì la voce;Era rotta dall’emozione o meglio da quelle cose che non voleva dire.

Mi fermai a guardalo e il mio cuore era partito . . .Chissà dove. James mi faceva impazzire, mi salvava e mi mandava all’inferno e tutto ciò in un solo minuscolo secondo. Mi rendeva debole e forte allo stesso tempo. Mi portava nell’empireo del paradiso  per poi farmi precipitare nel più tenebroso degli abissi.

Accennò un sorriso scadente, e proseguimmo a camminare nel  tombale silenzio.

Sentivo di sbagliare, ma mi aveva fatto troppo male. . . Tutte quelle brutte parole come mostro, succhia sangue mi avevano ferito nell’anima, ma era grazie a lui se adesso potevo accettarmi di più , dato che ero di nuovo umana.


James Pov:

Camminavo in silenzio, le guardie di Malkfoc lanciavano occhiatacce di tutti i tipi, ma poi con il solito “ sguardo incenerente “ li fulminai. Jane, era accanto a me come sempre fissa nei suoi pensieri. Avevo ammesso di provare qualcosa per lei, perché non faceva lo stesso? Avevo sbagliato troppe volte, ma l’avevo salvata e sapevo benissimo a cosa andavo incontro facendola nutrire da me. Volevo darle la mia vita, la libertà che quel giorno di novembre le strappai catapultandola a Micenesis credendo che nel mio mondo fosse al sicuro, che stupido! Sono sicuro che mi maledice e che vorrebbe una vita normale, ma il problema è questo: NON E’ NORMALE. NON APPARTIENE AL MONDO DEGLI UMANI, e per quanto mi riguarda ci credo pienamente. E’ speciale e non può essere la creatura di un mondo dove tutto viene sminuito , dove i valori scarseggiano. Jane è speciale .Pura. Che mi importava che aveva baciato Elijah, che odiava il sushi, che provava invidia per Rebekah, che mi aveva rifiutato? (Tra l’altro. . . Era l’unica ad aver rifiutato un figo come me), ma per questo era maledettamente una FATA.

“Mi  è venuta  a cercare. E’ preoccupata per me”.

 Illuso, il bambino che aveva pianto solo una volta pensava che. . . Non era come diceva lei; Non aveva fiducia in me, ma qualcosa provava. Lo sentivo.
Non avevo mai amato qualcuno e né sentivo il bisogno di farlo, ma lei mi aveva attivato il cuore facendolo impazzire. Perdere il controllo. Ecco, adesso mi sta fissando e non mi sono mai sentito così idiota.


Jane Pov:

James era strano, ma cosa era normale dopotutto? Io che morivo e poi . . . Risorgevo(?) Bah, non so neanche come si dice. Umana, vampira, umana. Nord Carolina, Micenesis e Cabret. Pianeti inesistenti. Quando sarei morta davvero, o almeno. . . Avrei trovato la pace ? Perché tutta quella magia a me ? Cos’ avevo di tanto speciale ?

- James, tutto bene ? – domanda  retorica.

- Potrebbe andare meglio. – rispose freddo, distanziato.

- Credo che morirò di crepacuore se  salta fuori che sono imparentato con Malkfoc, infondo. . . Non so bene le mie origini e poi, non è detto che sia mio padre naturale. E’ una cosa piuttosto strana, quando ero più piccolo Alyson mi spiegò che creature umane nascevano con un valore non nella media situatosi nel sangue e lì era scritto il loro futuro, ma soprattutto se erano in grado di. . . Avere poteri. –

James accennò una riflessione scavando nel passato, se io non ero figlia di Malkfoc nel senso che lui e mia madre , oh … tralasciamo! Molto probabilmente  nel mio sangue c’era qualcosa di sovrannaturale.

- Tranquillo James, di certo non sei  tu quello imparentato. – mi scappò una parola di troppo, credo.

- In che senso? – domandò sospetto e mi riempì di domande – Tu sai qualcosa?-

- Jane parla. –

- No, non so niente, l’ho detto perché tu e lui non vi somigliate proprio. – enunciai titubante.

- Non centra la somiglianza, ti ho appena spiegato che il nesso è il sangue. – sbottò arrabbiato.

- Eh va bene, ma sta  calmo. – irritata cercavo di calmarlo.

- Scusami. – disse poco dopo. Pentito.

- Sei strano più del solito. . . A parte Malkfoc c’è qualcosa che ti turba? – domandai spaventata dalla futura risposta. Adesso, eravamo fuori: il vento giocherellava con i miei capelli e stranamente il cielo sembrava più sereno. James teneva tra le mani la lucciola che ci guidava ed illuminava.

- Mi turba la conversazione di ieri, ciò che ti ho detto. . . Ho sbagliato, Jane. – mi fissò negli occhi e sembrava davvero dispiaciuto.

- Sei divertente. . . – dissi serena e con tono sdrammatizzante.

- Mi hai chiamata mostro, succhia sangue e non mi ha mai chiesto scusa;Ieri, invece, non hai detto nulla di sbagliato e – mi interruppe, mettendo dolcemente il suo indice sulle mie labbra. Perché non mi scostavo(?) Ero terrorizzata al tal punto di aver spalancato gli occhi.

- Invece ieri ho sbagliato tutto.  . .Dovevamo continuare a fingere. Dovevamo continuare a non fregarcene l’uno dell’altra, ma è così bello vedere che appena uno sta male l’altra è preoccupata e viceversa , siamo una forza INSIEME. – gesticolava. Non avevo mai visto così un James così naturale. Era sincero.

- James è bello ciò che dici e credo che . . .-  mi bloccò e per fortuna perché ero in panico.

- Sei l’unica a cui darei ascolto anche se fossi incazzato nero. Sei l’ unica per cui, andando a mare, non guarderei il mare, ma Te. Sei l’unica  per cui io riesca a perdere la concentrazione leggendo un libro. Non importa cosa stia accadendo, o se si tratti del mio libro preferito. Basta vederti o solo sentire il tuo nome che ritorno alla realtà. E per me non è normale tornare alla realtà; E ti giuro. . . Sei l’unica che mi fa andare in paranoia e mi fa passare notti insonni. Tu non sei chiunque. Tu sei l’unica capace di affidarmi alla luce o alle tenebre. Tu sei e per me non c’è  niente di meglio. –

Ingoiai.              

- Lo so, sono un disastro; Volevo scusarmi e ora ho peggiorato, ma non ce la facevo più. Non posso odiare chi.  . .-

- James non dirlo per favore. . . – lo interruppi e piangevo. Avrei tanto voluto  baciarlo e farlo mio, ma non potevo. . . Sentivo che era sbagliato. Intanto, pioveva e a noi non importava.

- Vedi? Non so che pensare, adesso piangi e . . . -  si avvicinò per coprirmi in un suo caldo abbraccio e non lo scostai. Anche lì , sotto gocce d’acqua che scendevano innocue voleva proteggermi.

- E’ sbagliato Jam.  . .- gli diedi un nomignolo. Tempo fa lessi che i nomi abbreviati si davano quando vi era confidenza.

- Sai, - rise  un po’ – Tempo fa. . . Mi ha chiamato anche Elijah così ,gliene ho dette un sacco, ma tu chiamami come vuoi. Sono peggiorato d’amore quando sei caduta nel vuoto , pensavo di averti persa per sempre. – ammise distaccandosi.

- Jane, guardami negli occhi. – dolcemente prese il mio viso tra le sue mani delicate, ma allo stesso tempo forti da poter uccidere 10 demoni tutti assieme.

- Ti aspetterò, perché amare significa anche rinunciare e se ami Elijah come dici, non interferirò.  . .- Ingoiò. Era giusto. Non obbligava. Io, continuavo a denudarmi dalle lacrime. Piangevo ininterrottamente.

- E sappi che. . . Sei stupenda quando sorridi. Dimentica e proseguiamo. – James o meglio dire Drake, aveva segnato in me sia da stronzo che da buon angelo pentito. Stava a me decidere il mio futuro , Elijah e il resto, ma avevo brutti presentimenti e forse io e James non eravamo tanti distanti, ci accomunava qualcosa e i miei presentimenti di rado si sbagliavano.

Sorrisi. Era questo che dovevo mostrare a lui e a chi mi circondava: Un sorriso ,una finta me, una me serena... anche se dentro stavo morendo.


Spazio Autrice: Eccomi!^^ So che è trascorso abbastanza tempo, ma il mio pc ha avuto un virus e prima di farlo formattare la mia mente smemorina ha ricordato per fortuna di salvare il capitolo 17, non è nulla di che , immagino abbiate trovato abbastanza errori, ma credo che non vi aspettavate alcune scenette rivelatorie. Ho introdotto il James Pov di nuovo come l'inizio, c'era bisogno di sapere cosa il nostro James pensava. Beh, tutto qui...A breve pubblico il primo capitolo di Patologicamente Stronzo. Un bacio a tutte e ringrazio ancora per una volta Gigia3, BeautifulNana, Cassiopea, Fofi01 . . . Insomma a chi recensisce, ma anche a chi segue. Siete la mia forza!
   
 
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