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Autore: solonely182    20/07/2014    2 recensioni
La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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I gridolini che provengono dalla camera di Rick mi distraggono.
Cancello l’errore fatto con la matita e cerco di concentrarmi.
Dovrei prendermi la camera di Lux, almeno non sentirei Anne e Rick.
Riesco perfino a percepire il materasso che cigola.
Rabbrividisco.
Squilla il telefono, prevedo che non risponderà nessuno se non lo faccio io.
Sbuffo.
-Pronto?-
-Parlo con Josie Harries?-
Sospiro.
-Già, sono io-
-Chiamo dall’ospedale di Poway, a nome di Minerva Fontaine-
Mi sento impallidire.
-Cos’è successo?- ho alzato la voce di qualche ottava.
-Potrebbe raggiungerci quanto prima possibile?-
-Certo, arrivo-
Chiudo la telefonata e mi precipito per le scale.
 
Quando qualcosa mi sfiora la spalla, apro gli occhi di soprassalto.
-Tieni-
Un’infermiera mi porge una tazza di caffè.
-Oh, ehm, grazie- dico sistemandomi meglio sulla sedia.
-Da quando sei qui?-
Si pone al mio fianco mentre cerco un orologio.
-Tredici ore-
-Avresti bisogno di stenderti- suggerisce lei.
-Oh no, aspetto che Mini si svegli-
-E’ in camera, se vuoi, posso farti entrare, solo per poco però-
Sorrido.
-Magari-
Senza farsi notare la donna apre la porta.
-Stefan!- sbotta improvvisamente.
Mi affaccio.
Mini è circondata da fili e monitor che producono strani suoni a brevi intervalli, al suo fianco c’è Stefan che è poggiato con la testa sul lettino.
-Corinne, capiscimi, è l’amore della mia vita- spiega facendo spallucce.
Lei sbuffa e mi lascia entrare uscendo subito dopo.
-Cosa ci fai qui?-
-Mi ha chiamata l’ospedale, tu?-
-Corinne-
Gli lancio un’occhiata interrogativa mentre mi getto sulla poltrona posta al fianco del lettino.
-E’ mia sorella e fa l’infermiera, mi ha chiamato non appena…- aggiunge.
Annuisco, sembra davvero inquieto e sul punto di crollare.
Le stringe la mano.
-Sai che ha?- domando.
-No, almeno per ora non si sa niente-
-Dovremmo chiamare gli altri-
-Già, probabilmente più tardi-
Vedo le palpebre di Mini muoversi, mi avvicino.
-Mini?-
Lentamente apre gli occhi, sembra sorridere.
-Ehi- dice con fatica.
Si volta e non appena incontra il viso di Stefan resta come paralizzata.
Lui indietreggia lasciandole la mano.
-Scusa io stavo solo…- si allontana imbarazzato –Sono felice che ti sia svegliata-
Esce dalla camera.
-Cosa ci faceva qui?- mi chiede, non capisco se sia felice o turbata dalla sua presenza.
 -L’infermiera è sua sorella, Corinne-
-Cazzo, è vero, me n’ero completamente dimenticata che…-
-Come sei finita qui?- le chiedo senza lasciarle il tempo di terminare la frase.
Mi fissa.
-Stavo nella vasca da bagno e mi sono sentita male-
-Male come?-
-Ho avuto solo un mancamento-
-Non dirmi stronzate Mini-
-E’ vero- afferma con tono affaticato, lascio perdere.
So che non è in grado di sostenere ansia o altre preoccupazioni.
-Okay okay, perché mi hai fatto chiamare?-
-Tu sei l’unica a cui importa-
Improvvisamente entra il medico, ha l’espressione di chi ha appena avuto una giornataccia.
-Scusate l’interruzione ma avrei delle comunicazioni importanti da fare-
Faccio cenno di sì e noto comparire un velo di angoscia sul volto di Mini.
-Allora, dalle analisi del sangue risulta la presenza elevata di alcuni medicinali che vengono classificati come anti-depressivi-
Mi fisso le scarpe e spero che non ci sia niente di grave.
-Probabilmente è stata quella la causa della perdita dei sensi, adesso le devo fare una domanda alla quale deve rispondere sinceramente Minerva, okay?-
-Sì-
-Da quando tempo non hai le mestruazioni?-
-Quattro mesi-
Le lancio un’occhiataccia.
-Va bene, facendo due più due e soprattutto per mezzo delle analisi e altre cartelle, abbiamo notato che dall’aborto a oggi sei dimagrita di ventitré chili, l’uso di anti-depressivi ha quindi confermato la mia supposizione, ovvero la dismorfofobia-
-E’ grave?- domando ansiosa.
-Assolutamente no, è semplicemente causata da mancanza di autostima, ma può portare all’anoressia nervosa e quindi alla bulimia, perciò è necessario intervenire subito con una terapia di gruppo-
-Cosa?! Mi rifiuto-
-Mini…- cerco di parlare.
-No- m’interrompe.
-Perché no?-
-A nessuno importa che sono una fottuta stronza bulimica-
-A me sì e anche a Stefan come hai potuto vedere, a tutti importa-
Sospira.
-Ci penserò su dottore, grazie-
L’uomo esce in silenzio.
-Perché tutto questo?-
-Sai quando vuoi una vita perfetta e poi cambia qualcosa e tutto sembra precipitare? Ecco perché-
Sta piangendo.
-Hai solo sedici anni, non puoi punirti per ciò che è accaduto in passato. Non è stata colpa tua il divorzio dei tuoi, né l’aborto-
Qualcuno bussa alla porta.
Entra Stefan.
-Cosa vuoi?-
-Sempre gentile, eh? Comunque c’è una sorpresa per te-
Improvvisamente vedo Anne, Mark, Rick, Lux e Tom comparire nella stanza.
-Cosa diavolo…?- esclama non appena se li ritrova davanti.
Sul suo volto scavato e quasi irriconoscibile compare il suo sorriso luminoso.
Lux le tira un colpetto sulla spalla.
-Pensavo mi odiassi- commenta Mini.
-Naah, credo di volerti molto bene invece- fa Lux abbracciandola.
Stefan e Anne restano in disparte, fino a quando Anne scoppia a piangere.
-Oh Mini, non hai idea di quanto io sia stata…-
-Va tutto bene- risponde lei in tono amichevole.
Cerca di sollevare le braccia come per abbracciarla e Anne ci si fionda.
Mi sento di troppo e decido di andare in corridoio.
Sulla stessa sedia dove ho passato circa tredici ore c’è Stefan, mi avvicino.
-Grazie a Dio sta bene- annuncia massaggiandosi le tempie.
-Già, perché non entri?-
-Oh no. Mi odia, non voglio rovinarle questo momento-
Scoppio a ridere.
-Credo che tu le piaccia-
Adesso lui sta ridendo.
-Se solo gli piacessi minimante, non mi tratterebbe così- afferma abbattuto.
-Si è solo bruciata, tutto qui-
-Che lingua parli?-
-Idiota, intendo dire che le devi dare tempo per guarire, si tratta di autodifesa-
-Quindi mi stai dicendo che ha paura che io possa ferirla come ha fatto Shon?- chiede.
Gli rispondo con un cenno.
Rimaniamo in silenzio, probabilmente entrambi persi nei propri pensieri.
 -Ti va di entrare con me?- domanda dopo qualche istante.
-Okay-
Lo accompagno nella stanza, le lacrime che prima erano di disperazione sono mutate in gioia.
Vorrei parlare con qualcuno ma ho paura di iniziare ad urlagli contro, come è accaduto con Mark, perciò in una frazione di secondo in cui Tom si pone al mio fianco, mi ritrovo a stringergli la mano quanto più forte possibile.
 
 
Salve a tutti, come al solito ho provato ad aggiornare quanto prima c:
Già dai capitoli precedenti avevo fatto notare che Mini non mangiava molto, soprattutto nel settimo (quello in cui vomita…).
Aggiornerò quanto prima!
Spero vi sia piaciuto e al prossimo capitolo! C:
  
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