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Autore: The Stranger On The Moon    20/07/2014    1 recensioni
La Bella e la Bestia, il Gigante e la Bambina, la Spada e la Rosa, così li chiamavano.
Poi la Bella ha domato la Bestia, la Bambina ha piegato il Gigante e la Rosa ha spezzato la Spada.
Come, chiedete?
Lui un tempo l'ha chiamato Peccato,
Lei un tempo l'ha chiamato Amore.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexander Andersen, Enrico Maxwell, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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*You Spin Me Round - Marilyn Manson

9. You Spin Me Round

-Ora, stammi dietro e non mi intralciare. I ghouls non sono intelligenti come i vampiri o le draculine, ma possono essere ugualmente pericolosi. Un morso da parte loro, e sarei costretto ad ucciderti. Perciò stai all'erta e osserva.-
Queste erano le parole che si rigirava in testa la ragazza, riparandosi dietro la mole dell'uomo.
E avrebbe voluto seguirle, davvero. Lei non era un tipo invadente: era lì per imparare, si sarebbe mossa solo se glie l'avesse ordinato lui.
Però alla vista dei ghouls fu colta da una febbre, una strana follia fulminante che le annebbiò il cervello e la portò a spintonare via il prete per poter correre avanti, le armi sguainate.
-Miryam!
Nulla da fare: prima che potesse anche solo mettere mano ad una baionetta più di venti ghouls stavano crollando a terra, seguiti dalle rispettive teste.
Guardò con una certa impotenza la ragazza che volteggiava all'intorno, macellando mostri finché ne vedeva - ora piantando una lama nel collo di questo, ora facendo saltare le cervella a quest'altro con un calcio - e poi, finiti i bersagli, si fermava un istante a tirare il fiato: dopodiché saltò sopra all'ultimo cadavere che aveva decapitato, gli praticò uno squarcio verticale per tutta la lunghezza del torace e prese a devastarlo con gli artigli che teneva fra le dita, ansimando come un animale.
Poteva anche lodare la tecnica elegante e pulita con la quale aveva messo fuori combattimento l'orda di mostri, ma tornare ad infierire sui cadaveri in quella maniera bestiale gli sembrava inutile e ributtante: ed era già abbastanza arrabbiato perché gli era balzata davanti ignorando tutti gli avvertimenti.
-Miryam!-Ruggì quindi, prendendola per un braccio ed allontanandola dal cadavere con uno strattone.
Lei lo fissò senza vederlo, gli occhi di un grigio lattiginoso quasi bianco e le mani rosse di sangue fino ai gomiti. Lo degnò per un istante soltanto; poi iniziò a tirare per liberarsi, tendendo verso la carneficina che aveva lasciato a metà.
Ritenne opportuno assestarle un violento scossone, nel tentativo di farla tornare in sé.
-Cosa credi di fare, idiota?- Urlò intanto a pieni polmoni -Quello che stai facendo è da senza Dio!-
Gli toccò fermarsi a metà, perché da un angolo del corridoio - li avevano spediti in un dannato ospedale psichiatrico in Francia - saltò fuori una nuova ondata di ghouls.
La scaraventò indietro con tutta la forza che aveva, sperando che ci rimanesse, e si slanciò in avanti senza guardarsi alle spalle: pensò solamente a distribuire baionette in gola a quegli esseri immondi, borbottando qualcosa a proposito della Bibbia, dell'Iscariota e della punizione divina sulla Terra in tono crescente. Fu con immenso piacere che spaccò il cranio dell'ultimo di quegli abomini con un "EEEIMEN!" e un bel sorriso: si fregò le mani, soddisfatto, e se ne andò a perlustrare il resto dell'edificio completamente dimentico della ragazza.

Quando si batté il manico di una baionetta sulla fronte, mezz'ora dopo, colto da un'illuminazione, non si allarmò più di tanto: se Miryam era ancora in preda a quella brama di sangue allora probabilmente stava strappando il fegato ad uno dei corpi che si era lasciato dietro; altrimenti stava seguendo la scia di sangue per ritrovarlo, e lui non doveva fa altro che voltarsi e andarle incontro.
Non si aspettava certo di trovarla in mano al vampiro che aveva scatenato quel macello, semi svenuta.
-E tu che ci fai qui?- Lo interrogò il mostro, un ex dottore dal camice più rosso che bianco -Non è un posto da preti, questo.-
-Io sono il boia di Dio, l'agente del castigo divino sui miscredenti...-Iniziò trionfante, finché l'altro lo zittì con un gesto noncurante.
-Splendido, davvero splendido. Ora rimani fermo dove sei o la ammazzo senza neanche morderla.
Ah, già. Miryam.
-Oi, ragazza-La chiamò quello, infilandogli le mani sotto la camicia-Vuoi diventare immortale?-
Miryam aprì lentamente gli occhi. Inquadrò lui a malapena.

-S-sì...
-Mir--!
-Zitto!-Urlò il medico, serrando la presa attorno alla vita della ragazza -Prima però devi unirti a me-, riprese, tornando a rivolgersi a lei-e poi sarai sotto il mio comando. Lo farai?-
-S-sì...Sì, mio signore...-Rispose, girandosi verso di lui.
Deglutì, stringendo la presa sulle baionette e digrignando i denti. Cosa stava dicendo? Le aveva dato di volta il cervello? Che fosse sotto ipnosi?
-Ah, una donna che collabora-,ghignò il vampiro.
La vide portare le mani alla scollatura, come a volersi slacciare la camicetta...
E prima che lui potesse fare alcunché si strappò la croce d'argento dal collo, piantandola dritta nel cuore del vampiro.
Mentre crollava in ginocchio gli prese la testa fra le mani e lo guardò negli occhi.
-Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...
Con l' "amen" e una rapida torsione gli staccò di netto la testa dal collo. Non contenta, la gettò a terra e spappolò il cranio sotto lo stivale.
-Cane miscredente-Borbottò, tergendosi il volto dal sangue con un angolo della camicia. Poi alzò lo sguardo sull'uomo esterrefatto davanti a sé.

-Mi raccomando, mi mandi a sbattere contro lo spigolo del termosifone con più violenza, la prossima volta- Ironizzò -non sono riuscita a rompermi la testa del tutto.-
Poi crollò a terra.

-È stato un, uhm, un ghoul- Spiegò all'infermiera, quando si presentò con Miryam svenuta fra le braccia -Già. Un ghoul. Molto grosso.-
Quella, preoccupata, la trasportò nella sua stanza e, diagnosticatole un trauma cranico, le bendò la testa dicendo:-Speriamo si svegli presto.-
-La veglio io-Si offrì lui, in preda ai sensi di colpa.
-Ah beh, padre-Commentò la suora-Se non ha niente di meglio da fare.-


Passò le prime tre ore a sonnecchiare e a leggere il breviario.
Poi si stufò e iniziò a bighellonare per la stanza.
Gli unici elementi che la distinguevano dalla sua erano la minor quantità di libri, un leggio con un libretto di inni aperto al "Canto del mare"e una maggior quantità di cose ammonticchiate sul comodino.
Visto che era quello l'elemento più interessante ed era di fianco a lui, decise di ficcare il naso.
Il primo oggetto che gli capitò sotto mano fu un libro, una favola per la precisione: la Bella e la Bestia. Forse lo leggeva prima di andare a dormire.
Il secondo fu un altro libro di inni, con un segno al Cantico delle Creature in italiano.
Il terzo fu piccolo astuccio di legno,vuoto: suppose che contenesse il ciondolo a forma di croce, visto che aveva una preghiera incisa nell'interno del coperchio.
Il quarto era un diario, che aveva iniziato a tenere quando aveva imparato a scrivere: lo ripose immediatamente senza aprirlo.
I seguenti due erano il Vangelo e la Bibbia, due libriccini decisamente consunti.
In fondo a tutto c'era una foto vecchia, ingiallita e con gli angoli arrotondati dall'usura. Nel retro c'era scritto, in un corsivo sottile:"Che il tuo angelo custode ti protegga, che la Madonna vegli sul tuo riposo e che il Signore ti custodisca nella tua innocenza, Candide".
Voltò la foto: c'erano Christiane e Miryam a sorridergli, simili in una maniera straordinaria.
Christiane aveva però qualcosa di malinconico nel suo sorriso, come la consapevolezza che di lì a poco non avrebbe più potuto abbracciare sua figlia.
E lui ne sapeva qualcosa.
Ora che la esaminava meglio, però, notava che in alcune parti era sbiadita, così come la scrittura sul retro: Miryam doveva averci pianto sopra parecchie volte.
Lui lo sapeva, sua madre l'aveva amata sino all'ultimo.
Volse lo sguardo su di lei, che dormiva tranquilla. Coi capelli color del mogano sparsi sul cuscino e i tratti distesi, sembrava il ritratto della purezza.
Non una spietata assassina a sangue freddo.
Ma che le era preso dentro a quel posto? Non la credeva capace di una simile crudeltà. Aveva anche disobbedito agli ordini, cosa che normalmente non si sarebbe mai sognata di fare. E poi aveva avuto dei nervi d'acciaio con quel vampiro, nonostante la botta in testa.
Era stata senz'altro brava, ma... Ricordava d'aver visto quella crudeltà in una recluta poche volte. Una soltanto, in realtà.
Sospirò e tornò ad osservare la ragazza, tanto per il gusto di farsi male, e il diavolo non gli passò nemmeno per la testa.
Certo che era proprio bella, eh. Aveva una straordinaria perfezione dei lineamenti, e la pelle bianca e liscia come la carta.
Allungò quasi involontariamente una mano, poi si bloccò, incerto. Ma lei non avrebbe comunque sentito niente, no? Era svenuta...
Si tolse il guanto. Tant'è che doveva accarezzare una donna, voleva sentirla sulla propria pelle.
Accostò le dita alla sua guancia e fece scorrere lentamente il pollice sullo zigomo.
Era minuta: anche i bambini lo erano, e ci era abituato, ma lei era minuta in una maniera diversa, fragile, tutta femminile. Una maniera che gli rimescolava il sangue nelle vene.

Senza che l'avesse veramente voluto, le dita scivolarono sul collo e indugiarono sulle clavicole.
Si irrigidì e ritrasse la mano di scatto, come se si fosse scottato.
Cosa gli stava succedendo? Aveva veramente pensato di scivolare sotto la scollatura? Era davvero arrivato a quel punto, lui che di pensieri simili non ne aveva mai fatti? Idiota!
Si portò una mano alla testa, imbarazzato. Quei pensieri lo turbavano profondamente. E poi, l'altra notte, quel sogno... Era successo quando aveva dormito con lei. Gli era parso di essere nelle mani d'una sirena o di una meretrice, che lo sfiorava voluttuosamente e lo chiamava con parole di miele.
Poteva non essere stato un sogno, ma... Miryam? Lei che non sarebbe mai riuscita nemmeno a dargli del tu, toccarlo in quella maniera? Era ridicolo.
Si era svegliato sconvolto... E affascinato. Totalmente sedotto, anzi. Poterlo vivere anche nella realtà, almeno una volta... Sarebbe stato perfetto.
Già. Perfettamente perverso, idiota.
E perché? Non sarebbe andato nemmeno contro al voto di castità...E forse sarebbe riuscito a calmare i bollori, cedendo parzialmente.
Cedere parzialmente a Satana, è questo che vuoi?
Basta con quella storia!Lui doveva proteggere quella ragazza, lei non poteva essere il demonio. Forse era addirittura un angelo.
Della morte?
Che assurdità. Lui ammazzava freaks a palate e non per quello era una cattiva persona.
Comunque sei un prete. Non puoi farlo. C'è il voto di castità.
Già, bella roba. La Bibbia diceva anche "non uccidere", eppure non lo chiamavano "Ghigliottina Andersen" perché era un appassionato della rivoluzione francese.
Ma perché ti stai cercando tutte queste scuse?Tu non hai mai avuto bisogno di una donna, i piaceri della carne non ti interessano!
E allora, forse, non era la lussuria a tormentarlo, e nemmeno il demonio.
Oh no.
Eh sì.
No, non pensarci neanche. Non può essere.
Non osò dirlo nemmeno nella sua testa, tanto era sconvolgente l'enorme semplicità della cosa, ma ogni minuto che passava sentiva quel pensiero farsi sempre più forte.
Quella tortura senza fine non era il richiamo del peccato. Gli occhi per cui sospirava di giorno e che sognava di notte non erano opera dell'Inferno.
I pensieri che lo assalivano non erano di perdizione.
Non c'era alcuna prova divina.

Amore.
Era innamorato, ecco il fatto.
Ne rimase talmente sconvolto che decise di dormirci su.

 

  
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