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Autore: Loki__Laufeyson    20/07/2014    1 recensioni
(REVISIONE in corso capitoli --- per ora non andrò avanti ma cambierò un po' di cose nei capitoli precedenti che non andranno ad influire molto sulla storia, mi scuso ancora per il ritardo)
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“Oh mio dio!!! Sembra di stare in una sauna qua dentro!” disse con la vista offuscata dal calore che emanava l'acqua bollente.
Non ci volle molto che Loki capì subito a chi appartenesse quella voce squillante e irritante.
“Ma che...!? Clary, esci! SUBITO!” era infuriato come non mai vedendo la ragazza andare verso la finestra per aprirla. Ma la testardaggine di quella non le permise di ascoltarlo.
“Su esci dall'acqua e vestiti” gli disse amichevolmente girandosi verso di lui e facendogli un gesto con la mano che lo intimava ad alzarsi. Ma il dio rimase lì, guardandola irritato senza dirle una parola.
“Dai su! Che aspetti? Op op” si avvicinò a lui battendo le mani.
Non sopportando quel gesto il dio si mosse di scatto, imprigionandole i polsi della ragazza in una stretta di ferro.
“Non osare. Mai più. A fare. Così” la minacciò scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro e gli occhi pieni di rabbia, mentre la tirava a sé con lentezza mentre
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Truth

 

 

 

Corrugò la fronte, accigliato. “Clary, io non potrei mai arrabbiarmi con te. Tu non hai fatto niente” continuò ad accarezzargli le goti che avevano iniziato ad assumere un colorito tendente al rosa. “Dai, parla tranquillamente” continuò ad incitarla a parlare. Era strano, per Loki, sentirla tacere così. Spesso Clary era una ragazza di tante, forse troppe, parole. Si ricordò che molte volte, quando era ancora su Midgard, durante le prime settimane, si era ritrovato ad odiarla per quanto parlasse. Ed ora, invece? Che cosa era successo per lasciarla così, senza parole? “Clary, ti prego, parlami”
“I-io non lo sapevo” sentì la sua voce ottava, quasi come se fosse impastata dal pianto e, infatti, quando Clary decise di guardarlo, finalmente, dritto negli occhi, Loki li trovò brillanti, pieni di lacrime non ancora versate. E solo allora, Loki, si preoccupò.
“Cosa? Casa non sapevi? Calry, parla” spostò le sue mani, portandole a massaggiarle le braccia. Sapeva che quel gesto l'avrebbe tranquillizzata, ma questo non accadde.
“Questa mattina, quando mi svegliai, mi sentii male. Andai in bagno e vomitai, come mai avevo fatto prima. Ero a casa di Luke e, lui, decise di controllarmi per vedere se c'era qualcosa che non andava. – tirò su col naso, cercando di reprimere le lacrime – Mi disse che non avevo niente, che era stato sciocco a preoccuparsi. Io gli credetti e, poco dopo, crollai dal sonno. Quando mi svegliai Luke mi avvertì che era venuta Frigga e--”
“Frigga? Perché?” la interruppe, lui. Perché mai Frigga era dovuta andare da lei? Cosa era successo?
“Solo dopo, Luke, mi disse che, sì, stavo bene ma che avevo qualcosa, dentro di me. Mi disse che aveva chiamato Frigga solo per accertarsi che, quello che aveva visto, era vero, perché lui non è molto esperto con quel tipo di magia e, quindi, pensava che si era sbagliato ma Frigga disse che non aveva sbagliato”
“Cosa non aveva sbagliato?” si stava preoccupando. Era preoccupato per la salute di Clary, se era stato necessario l'intervento di Frigga, allora la questione era molto seria.
Clary tirò ancora su col naso ma una lacrima gli sfuggì. “I-io pensavo che non era possibile ma controllai di persona e scoprì che era tutto vero. Io non sapevo che... – un singhiozzo gli sfuggì – Ti prego non arrabbiarti” iniziava ad agitarsi. Loki iniziò, seriamente, a preoccuparsi, così fece la prima cosa che gli venne in mente: posò le mani dietro la nuca di Clary e la strinse a se, permettendogli con quel gesto dolce, ma non troppo forzato, di poter 'affondare' la sua testa nel proprio petto. Era un gesto protettivo, il suo, e, anche se il suo corpo gli implorava di allontanarla per via delle ferite, iniziò a regalargli altre attenzioni e incoraggiamenti, iniziando ad accarezzargli i capelli e posando dolci baci su di essi.
“Shhh. Calma, ora calmati. Respira. Va tutto bene” sentiva che ancora aveva il respiro mozzato, così continuò a parlargli e a cullarla dolcemente.

Gli sembrava di essere ritornato in dietro nel tempo, quando Clary, su Midgrad, aveva subito quella violenza e ogni volta che aveva, di notte, un incubo lui era sempre lì, per lei, a rassicurarla, accarezzandogli i capelli e rassicurandola.
Esattamente come stava facendo in quel momento.
Era sempre riuscita a sbalordirlo, Clary, col suo carattere: quando erano fuori dimostrava sempre un carattere distaccato, quasi aggressivo, vero le altre persone e, invece, quando si trovava con lui – che fossero da soli nel loro appartamento o fuori, in un ambiente pubblico – , lei tirava fuori un altro carattere, quello dolce e indifeso, forte ma non troppo distaccato. Era un'altra persona, quando era con lui. Quasi come se avesse una doppia personalità.
E questo lo sorprendeva, si stupiva nel vedere una ragazza come lei che, d'avanti alle persone comuni, si dimostrava forte e intoccabile e, quando era d'avanti hai suoi amici, si dimostrava amabile.
Era, per lui, come vedersi allo specchio, dopo tutto. Con la piccola differenza che, lui, non aveva molti amici. Calry, anche se forse non lo sapeva, era uguale a lui.

Sentii un borbottio, distraendolo così dai suo pensieri. Era sicuro che Clary aveva detto qualcosa ma non capì cosa, di preciso. “Clary, puoi ripetere? Non ho capito” un altro bacio sulla testa, poi glie la sollevò, in modo che potesse vederla negli occhi, ora non più ricoperti di lacrime.
Un altro borbottio.
“Clary, parla normalmente, non ti mangio mica” scherzò, sperando che anche nel viso di lei si dipingesse un sorriso. Cosa che non accadde, ma non per questo Loki non smise di sorridere, sperando in qualche modo di contagiarla.
“Aspetto...” non concluse neanche la frase che aveva già abbassato la testa.
“Hei, no, no, no. Ora te mi guardi negli occhi e mi dici che cosa aspetti” gli afferrò di nuovo il viso e la costrinse a guardarlo.
“Aspetto...un bambino”

E in quel momento, Loki, sentì il mondo crollargli a dosso.

 

“Perché non gli hai lasciato il tempo che spetta ad ogni padre?”
“Non potevo rischiare” fu la sua secca risposta.
“Rischiare? E cosa di grazia?”
“Credi davvero che Loki possa redimersi? – le sue risate iniziarono a riempire tutta la stanza – Non prendermi in giro, Frigga” si era stancato di quella discussione. Erano andati avanti con quel discorso dalla fine della cena e, ancora, Frigga non voleva capire.
“Pensi che lo stia facendo? E' mio figlio e anche se tu lo rinneghi, per me rimarrà sempre tale e finché non sarà in salvo io non smetterò di combattere, Odino” il modo in cui pronunciò il suo nome lo spiazzò, erano rari i casi in cui Frigga si dimostrava così distaccata.
“Anche se questo significherebbe andare contro gli ordini del tuo Re?” si girò a guardarla anche se lei, al suo fianco, continuava a fissare il celo stellato.
“Anche se porterebbe a questo. Io non mi arrenderò mai” e poi, finalmente, lo guardò negli occhi, dopo tutta una serata in cui aveva evitato il suo sguardo.
“Dovrai, prima o poi” tornò a guardare d'avanti a se. Aveva un piano e l'avrebbe portato a termine. Forse, se l'avrebbe riferito a Frigga, lei, si sarebbe, almeno in parte, calmata. Forse.
“Perché pensi che lo farò?”
“Perché, Loki, anche se ne è all'oscuro, sta affrontando un prova e se fallirà si sarà condannato da solo” decise di rientrare nelle loro stanze, sperando che Frigga facesse altrettanto. Speranza che presto si avverò dato che vide sua moglie affiancarlo e, posandogli una mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi, incrociando così i suoi occhi.
“Di che prova stai parlando?” almeno il tono freddo l'aveva abbandonato, sostituito da una nota di spavento ma anche di speranza.
“Sono molto consapevole che Loki disprezza la propria razza e sono anche sicuro che non accetterà quel bastardo” era molto difficile, per Odino, chiamare quell'abominio: 'bambino'.
“Che stai dicendo? Perché non dovrebbe accettarlo? Lui ama Clary e sono sicura che sarà entusiasta di avere una famiglia con lei”
“Più sicura del fatto che non permetterà che quell'abominio nasca, così da evitargli una vita piena di dolore? Avanti, Frigga, so che puoi arrivarci anche da sola. Loki non accetterà mai quella cosa, solo perché sarà come lui: un mostro, uno Jotun”
“Lui non è un mostro!”
“Sicura che anche lui la pensi allo stesso modo?” il silenzio che ne seguì, per Odino, fu più che sufficiente come risposta.
Si guardarono negli occhi per un tempo che, per Odino, parvero secoli, prima che Frigga parlò: “Comunque, ancora, non hai risposto alla mia domanda”
“Oh, Frigga, possibile che non ci sei arrivata?” la beffeggiò. Eppure sembrava di essere stato abbastanza chiaro.
“No. Illuminami”
“Loki dovrà dimostrare che è veramente cambiato e quali sono i veri sentimenti che prova per quella ragazza e quell'abominio. Se lo accetterà, se non proverà a ucciderlo, allora avrà superato la prova e potrà essere libero. Ma, in caso contrario...”
“Allora informa il boia che i suoi servigi non sono più richiesti”
“Io, se fossi in te, non prenderei decisioni così affrettate”

 

Nella stanza era caduto un silenzio di tomba.
Persino su Hel ci sarebbe stato più rumore.
Da quando gli aveva detto la verità, Loki, si era ammutolito. Non parlava più, non la guardava neanche. Aveva pianto, sì, in precedenza ma solo perché aveva avuto timore della reazione che avrebbe avuto Loki: che non avrebbe accettato quella piccola creaturina che stava piano piano crescendo dentro di lei; che non accettasse il suo stesso figlio. Aveva sperato con tutta se stessa che avrebbe compreso, che non l'avrebbe rifiutata solo perché ora stava per diventare padre.

“C-chi?” il suo tono si era fatto incerto, quasi timoroso di una verità troppo scomoda. Clary si accigliò, che Loki stesse pensando ciò che lei temeva?
“Cosa?” voleva accertarsi, prima di commettere un qualsiasi errore. La situazione era già troppo delicata, sarebbe stato meglio – secondo Clary – procedere con cautela.
“Chi è il...padre?” d'accordo, era successo ciò che temeva. Possibile che, dopo quella prigionia, il Dio degli Inganni, si sia rintontito? Inutile dire che, Clary, dopo aver sentito quella domanda appena sussurrata, sentì qualcosa dentro di lei rompersi, esplodere.
“Stai supponendo che, dopo quello che è successo nella Terra, tra me e te, io sia andata con un altro uomo? Per chi mi hai preso, per una lurida puttana?! Io non farei mai una cosa del genere! E poi, che avrei ottenuto?! Avere un bastardo che mi cresce dentro?” le parole gli uscirono con più rabbia di quanto sperasse. Strano, eppure nella mente di Clary comparivano meno velenose.
Vide Loki sospirare e abbassare ancora di più, se possibile, lo sguardo.
“Allora, dimmi, come lo chiami, se è mio, se non 'bastardo' o 'abominio'?” solo allora si decise di guardarla negli occhi. Quelli di lui non erano pieni di rabbia, come Clary si aspettava, ma avevano una nota di...tristezza? Perché mai dovrebbe essere triste? Arrabbiato, furioso o anche disgustato...queste reazioni le avrebbe comprese – più o meno – ma mai triste.
Eppure, nonostante lo sguardo di Loki, dentro Clary esplose qualcosa.
“Che vuoi dire? Che, per te, quello che c'è stato quel giorno, su Midgrard, era stato solo un divertimento? Un passatempo?! Per caso stai insinuando che, quello che c'era stato tra noi, era solo una scopata?! Che, in quel momento, non hai provato niente oltre che il piacere, nel vedere le mie cosce aperte?! Sono stata questo per te, Loki: na puttana?!” quelle parole lo stavano ferendo, lei ne era consapevole ma, ormai, il suo cervello non connetteva più con la sua bocca. Anche se dure, amare e taglienti, le parole continuavano a uscire fuori, incontrollabili. Fino a quel momento, Clary, non aveva mai sputato fuori parole così pesanti – se non si contava, ovviamente, sua madre – , non a Loki. Ad ogni nuova parola che diceva, vedeva gli occhi di Loki diventare sempre più lucidi. Era uno spettacolo a dir poco orribile, per il cuore di Clary, ma comunque non riusciva a fermarsi. Il cuore, il cervello e le labbra erano del tutto staccate tra loro, ormai ogni uno aveva una volontà propria.

Nel cuore, qualcosa si era spezzato, ma c'era comunque rimasta una piccola luce di speranza, di amore.
Il cervello cercava in tutti i modi di trovare una soluzione plausibile, per le parole di Loki, ma, anche se inutilmente, non riusciva a far tacere quelle labbra che, probabilmente – anzi no, sicuramente – , avrebbero rovinato ogni cosa di lì a poco.
Sentiva la testa dolergli, gli occhi pungere come se ci avessero conficcati delle spine. Ma nonostante quel dolore, non riusciva a fermarsi. Non riusciva a controllare la rabbia che gli bolliva dentro.

“Ti giuro, che non è quello che intendevo. E' solo che...non pensavo che...” le parole gli morirono in gola, forse per le troppe lacrime che minacciavano di cadere da un momento all'altro.
“Certo. Perché, ovviamente, te, il più furbo e intelligente Dio di tutta Asgard, non aveva pensato alle conseguenze! Ammetto che anche io non ci avevo pensato, ma comunque il mio primo pensiero non è stato quello che poteva essere stato di un altro uomo! Ero sicura che eri tu, il padre. Non esiste altra soluzione” per quando gli facesse pena lo stato – ma soprattutto lo sguardo – di Loki, non poté trattenersi.
“E come fai ad esserne certa? Che sia mio, intendo” la sua voce si era fatta più flebile, meno udibile, molto più timorosa di prima.
Gli occhi di Clary ribollirono di rabbia ma prima che Loki facesse o anche pensasse di dire qualsiasi cosa, Clary gli afferrò la mano con la mancina mentre la destra se la portò in grembo. Era una magia un po' complessa, ma non così tanto che fosse, in qualche modo, pericolosa per il bambino.
Con la mente, scavò affondo, dentro di lei, finché non trovò l'Aura del bambino e, usando il collegamento che aveva creato, unendo la sua mano con quella di Loki, fece vedere a quest'ultimo l'Aura che, in quel momento, vibrava più che mai di una forte luce – come se sapesse degli occhi di Loki su di lui e che, in qualche modo, con quel gesto, lo volesse salutare – .
Loki non disse niente, neanche quando Clary interrompé il contatto. Continuò a guardare il vuoto. Scioccato o impaurito, questo Clary non lo sapeva.
“Un'Aura non può mentire. E senti un po' la notizia del giorno: anche le puttane possono avere un bambino” l'ultima frase, per Loki, era stato come uno sputo in pieno viso, un veleno che gli ustionava tutto il viso, tanto era il dolore di quelle poche parole. Una lacrima gli sfuggì, seguita subito dopo da altre due. Clary ne era certa: ormai l'aveva spezzato. E, ne era certa, anche dentro di lei qualcos'altro si spezzò, nel vederlo così.
“Non chiamarti in questo modo...i-io ti ho--” la sua voce, roca, soffocata dal pianto, venne bloccata da quella di Clary, molto più dura, forte e sicura della sua.
“Cosa?! Tu che cosa hai fatto?! Mi hai amato, forse?! – non aspettò neanche la risposta che già iniziò a ridere ma ritornò subito seria – Non farmi ridere, Loki. Ne hai raccontate così tante di bugie che, davvero, proprio a questa, io non ci credo” si alzò dal letto ma non riuscì a fare un altro passo che già Loki l'aveva afferrata per il braccio.
“Fidati, ne ho dette molte di menzogne e su questo non mi giustifico, perché è la verità, ma fidati se ti dico che ho provato, e lo provo tutt'ora, qualcosa per te. Ed è proprio per questo affetto che ti chiedo, anche se è una cosa orribile, di sbarazzarti del bambino. Lo so, non è una frase che ti aggrada ma è per il suo e il tuo bene. Ti prego, Clary” altre lacrime gli sfuggirono ma non furono abbastanza sufficienti per calmare Clary, non dopo quello che gli aveva appena detto.
“Sbarazzarmene? Sbarazzarmene?! Con quale coraggio me lo chiedi?! Io ho fatto tutto per te! Ti ho dato il mio amore, ti ho curato, ti ho portato via da quelle prigioni!” si divincolò dalla stretta di Loki che, ad ogni parola, la sentiva allentare sempre più la presa, come scottato.
“Si, hai fatto tutto questo e molto di più, Clary. Sei stata come un'ancora di salvezza per me ed io ora voglio esserla per te” gli spiegò con calma, con la voce che ancora gli tremava.
“E decidi di proteggermi, chiedendomi di abortire?! Preferirei morire che uccidere questo bambino” non provò più ad allontanarsi, ormai voleva affrontare tutta la questine.
“Credimi lo farai. Ancora il bambino non c'è, non esiste, è ancora un ammasso di cellule, ecco perché ti chiedo di farlo ora. Ti prego, Clary. Gli risparmierai una vita piena di sofferenza”
“Sofferenza? E a chi, di preciso? La tua o la sua?”
“Che cosa intendi dire?”
“Hai paura che io ti abbandoni, vero?” a quella domanda lo vide esitare per un po', che avesse colpito nel segno?
“Io non penso...bhe, a dire il vero, un po' s-si, ne ho timore ma è anche p-perché--”
“Loki, io non potrei mai abbandonarti. E soprattutto non lo farò proprio ora che ho questo bambino. E' tuo, è mio, è nostro. Non potrei mai abbandonarti” si era un po' calmata, almeno in parte. Non aveva compreso che Loki aveva davvero pura che l'avrebbe abbandonato dopo che il bambino sarebbe nato. Non l'avrebbe mai fatto. E, anche se era arrabbiata e aveva sgridato per tutto quel tempo, dentro di lei un'altra emozione si fece spazio: il dispiacere.
Non aveva pensato a quello che Loki temeva più di tutto e una di queste cose glie l'aveva menzionato: l'abbandono.
Si trovò un po' sciocca nel non averlo capito subito. Tutti l'avevano abbandonato ed era normale che ora, dopo aver saputo del bambino, aveva temuto di subire un'altra volta lo stesso rimorso.

Anche se dentro di lei ancora si scatenava un guerra tra ragione e rabbia, si sedette di nuovo accanto a Loki e, delicatamente, lo abbracciò.
“Scusa, non sarei dovuta esplodere in quel modo. Non avevo capito che potessi provare tale cosa.”

 

Clary non era stupida. Aveva sbagliato parole e lei aveva reagito nel più giusto dei modi. Sì, lui: Lingua d'Argento, si era espresso male con le parole. Non poteva negarlo, la notizia l'aveva spaventato, forse anche gioito – sì, forse – . Ovviamente lui amava Clary, avere un figlio da lei era una cosa magnifica ma dentro di lui, in un angolo, lì nascosto nel buoi, aveva paura. Paura, sì, per il futuro di suo figlio. Non voleva che soffrisse come aveva sofferto lui. Clary, forse per la troppa rabbia, non l'aveva capito ma ovviamente non glie ne dava una colpa.
Per un piccolo momento fu felice che il bambino fosse suo, e aver visto la sua Aura, così brillante e bella, era stato lo spettacolo più bello di tutto Yggdrasill. Una cosa indimenticabile, meravigliosa.
Non sapeva perché non l'avesse detto a Clary, ciò che in realtà pensava, forse per la paura di vederla arrabbiata ancora di più. Si era preoccupato a morte, aveva avuto paura che lei l'avrebbe abbandonato, prima, quando si era alzata dal letto. E, sì, aveva anche paura che, una volta nato il bambino, lei se ne sarebbe andata per vivere una vita migliore, lontana da tutti, lontana da lui. Non gli era dispiaciuto affatto dimostrarsi così debole, mettendosi a piangere d'avanti a lei, perché sapeva che con lei, lui, poteva essere se stesso e le lacrime si erano fatte troppo pesanti da trattenere.
Aveva esitato nel parlare anche perché sapeva che, Clary, aveva bisogno di sfogarsi e, come lui, odiava quando qualcuno lo interrompesse.
Quello era un altro, dei molti altri aspetti, in cui si somigliavano.
Sperava con tutto se stesso che, dopo aver sciolto quell'abbraccio, lei non se ne sarebbe andata. Non voleva che se ne andasse.

“Perdonami te, mi sono espresso male. In realtà, sono contento ma ho anche paura. Provare qualcosa di profondo per te, quando abbiamo fatto l'amore, è stato qualcosa di unico, che non dimenticherò mai. Se anche fossi, in qualche modo, stata un puttana per me, secondo te mi sarei comportato così? Andiamo, so che mi conosci troppo bene per sapere la risposta” sentì poggiarsi sulla sua tempia un bacio, poi un altro ancora. Amava quando gli dimostrava così tanto affetto con quei piccoli gesti. Si ritrovò a stringerla contro di se, affondando il naso sui suoi capelli, così da sentirne il profumo.
“Scusami. Sono stata impulsiva e sciocca. Non ho pensato a te, a quello che avresti potuto provare, una volta che il bambino sarebbe nato”
“Ancora con l'intenzione di tenerlo?” Clary alzò la testa dal rifugio che si era creta nel suo collo, e il suo sguardo bastò a Loki per provocargli un brivido per tutta la schiena. “D'accordo. Sappi comunque che non smetterò mai di chiedertelo”
“E tu saprai quale sarà la mia risposta, perché io non cambierò idea. Io lo tengo, se non lo vorrai allora quando nascerà me ne andrò su Midgard, magari con Luke, e vivremo lì. Ma sappi che non ritornerò” quelle parole bastarono per zittire Loki. Sapeva che Clary era dura e irremovibile, ma non poteva arrendersi.
“Non voglio che tu vada via” gli intimò. Non voleva che andasse via senza lui. Sarebbe stato troppo se, anche lei, l'avrebbe abbandonato. Voleva bene a quell'ammasso di cellule ma non voleva che soffrisse.
“Allora accettalo. Lo amerai, ne sono sicura, e lui amerà te. Saremo una famiglia, o forse è proprio questo che ti spaventa?” gli chiese guardandolo negli occhi.
“Non ho paura di avere una famiglia con te. E' solo che trovo dura l'idea di far soffrire nostro figlio” era la prima volta che usava la parola 'nostro'. Eppure, doveva ammettere che, non suonava tanto male.
“Finché gli staremo accanto, insieme, non soffrirà, te l'assicuro” gli sorrise, un sorriso dolce che, dopo quelle grida, era come balsamo, per Loki. Si trovò a rispondere al sorriso, forse non con la stessa dolcezza ma, almeno, ci aveva provato. Anche se Clary non aveva compreso a pieno ciò che Loki intendeva, lui, fu comunque felice di quelle parole.

Rimasero così per un po'. Non seppe per quanto ma ogni minuto che passava, Loki, era entusiasta di passarlo con lei. Nel vedere i suoi occhi, così belli come il cielo, brillanti, provò – come ogni volta che li guardava – un senso di piacere, felicità e amore. Clary non smetteva mai di essere bellissima, hai suoi occhi, era come se, ogni volta che la vedeva, fosse la prima. Vedere tanta bellezza, racchiusa in una sola persona, era una cosa magnifica. Persino dopo la loro 'discussione', dopo le parola che Clary aveva usato, Loki continuava ad amarla.

I suoi pensieri vennero interrotti da un continuo bussare alla porta e, prima che si aprisse, furono costretti a separarsi dal loro abbraccio e, cercando di ricomporsi, si voltarono verso la porta, per ricevere il loro visitatore. E, Loki, nel vedere chi era entrato senza il consenso di uno dei due, si irrigidì di colpo. Che fossero venuti per riportarlo dentro quella cella? Ormai, anche se improbabile come sorte, Loki non faceva altro che aver timore che succedesse. Che lo riportassero in quel luogo lercio e maleodorante. Ormai si doveva aspettare di tutto, dal Padre degli Dei.
La guardia si arrestò in mezzo alla stanza, non poco vicina al capezzale, e si rivolse a Clary, ignorando prontamente la presenza di Loki: “Lady, ora può tornare nei suoi appartamenti, faremo noi la guardia al prigioniero” li avvertì in modo pacato.
Vide Clary rimanere lì, accanto a lui, impassibile anche nello sguardo. “Vi avviso che, da ora, il principe Loki non è più un prigioniero, e vi sarei anche grata se gli dimostrasse un po' più di rispetto” ammonì la guardia. E Loki notò solo ora che non si era inchinata, anche se non gli importava più di tanto.
Vide la guardia tentennare per un secondo poi fare un – anche se palese – inchino. “Mi dispiace, mio principe. My Lady, se fosse così gentile da seguirmi”
“Oh, non si preoccupi. Per la salute del principe starò io qui. Se per voi non è un disturbo, ovviamente” Loki, poteva giurare, che in quel momento gli era difficile riconoscere la sua Clary. Il modo in cui si stava rivolgendo alla guardia, i modi aggraziati con cui gesticolava con le mani – ovviamente non intendeva dire che, in altre occasioni, quei modi, erano inappropriati – proprio come faceva ogni Lady del regno.
“Gli ordini del Re sono--”
“Ovviamente non intendo dire che dovete andare contro gli ordini del vostro Re. Potete rimanere lì, a fare la guardia, se vi gradisce, ma io preferirei stare qui, almeno per questa notte. Le ferite sono ancora troppo fresche e non voglio rischiare che capiti qualcosa al principe” si trovò a spiegare Clary con pazienza, quasi come se avesse a che fare con un neonato. Loki, al contrario, avrebbe già perso le staffe con una guardia cocciuta in quel modo.
Vide la guardia per un po' immobile, indecisa sul da farsi, poi fece un – palese – inchino e prima di uscire si rivolse, stranamente - secondo Loki – , ad entrambi: “Come desiderate, My Lady. Principe Loki. Vi auguro la buona notte”
Loki si trovò a non spiccicare parola, come aveva fatto per il resto della conversazione, e vide la guardia uscire dalla camera e chiudersi la porta dietro le spalle. Per un attimo Loki e Clary si guardarono, poi pochi attimi dopo scoppiarono a ridere insieme. “'Mi dispiace, mio principe'” vide Clary mimare la guardia quando aveva operato quella sottospecie d'inchino, e Loki non poté non trattenersi nel ridere ancora di più. “Credimi se ti dico che: avrei voluto spaccargli quella faccia da stronzo con un pugno, dopo che aveva fatto quello stupido gesto che forse avrebbe chiamato: inchino” la sentì ammettere tra una risata e l'altra.
“E che dire di te? 'Oh, non si preoccupi. Per la salute del principe starò io qui. Se per voi non è un disturbo, ovviamente'. Non ti facevo così...gentile, nel rispondere ad una guardia” si alzò dal letto, barcollando, e, una volta che fu di fronte a lei, l'abbracciò, cerando di non aggrapparsi il più possibile a lei.
La strinse a se come se quel contatto ne valesse della sua vita. Era un contatto piacevole: sentire il corpo caldo di lei attaccato al suo, freddo. Si completavano: lui il freddo di Jotunheim e lei il caldo di Asgard. A Loki parve che, quando stavano insieme, diventavano una cosa sola.
Sentirla rispondere all'abbraccio, con la stessa intensità, era una gioia inspiegabile, per lui.
“Certe volte mi tocca essere così 'gentile' sennò mancherò di convinzione” gli sussurrò all'orecchio, come se gli avesse appena rivelato il più importante dei segreti.
“Quale convinzione intendi, mia cara?” era la prima volta che la chiamava così, e ci trovò anche un noto di malizia nella propria voce, e seppe che Clary provò una certa eccitazione, nell'essere chiamata così, notando le sue guance tingersi di rosa e sentire un brivido passarle per la schiena.
“Nel dimostrarmi la dolce e ingenua ragazza che si occupa del suo bel principe” gli rispose con il più raggiante dei sorrisi. 'Il suo bel principe' un bell'appellativo, non cera che dire, e a Loki piaceva. “Andiamo a letto, amore” gli scoccò un bacio a fior di labbra e, staccatosi dall'abbraccio, la vide iniziare a spogliarsi d'avanti a lui, senza nessuna vergogna, e questo fece ridere Loki che, intanto, si era seduto sul bordo del letto. Era difficile, per lui, rimanere in piedi senza rischiare di cadere.
“Alla faccia della ragazza: dolce e ingenua. Ma ti dico, dolcezza, che i miei muscoli ne risentiranno un po'” disse tra le risate, gesto che influenzò anche Clary che, scherzosa, gli gettò in volto la sua veste.
“Sei un maiale!” lo rimproverò, mancando però di convinzione dato che continuava a ridere.
Una volta che Clary lo aiutò a spogliarsi si sdraiarono sotto le coperte, abbracciati l'uno all'altra, con solo l'intimo che li proteggeva da un contatto più profondo.
Delle ferite che dolevano, in quel momento, gli importavano poco e niente, l'unica cosa importante erano loro due, insieme.

 

Amava il freddo che emanava la pelle di Loki, preferiva di gran lunga quel freddo famigliare che un corpo caldo e muscoloso. Gli dava un senso di piacere, quel freddo, e la faceva sentire a casa. Anche il profumo della pelle di Loki era tonificante, piacevole. Tutto, di Loki, gli scaturivano tale sensazioni, che sia il suo corpo o il suo carattere.
Ammetteva che prima era stata un po' troppo dura. Si era scusata, certo, ma comunque il senso di colpa rimaneva. Forse era vero che Loki si era espresso male ma comunque lei non avrebbe dovuto reagire in quel modo. Che avessero entrambi sbagliato o meno, in quel momento non importava. Erano insieme, ad abbracciarsi e amarsi, questo era la cosa più importante.

Si rannicchiò ancora di più contro il corpo – ora diventato letteralmente: tutto pelle e ossa – di Loki, affondando la testa nel suo collo e spargendo in esso piccoli baci. Gli piaceva fargli questi giochetti, provocandolo anche un po'. Lo sentì ridere e posare le sue mani sui suoi fianchi, avvicinandola ancora di più al suo corpo. Continuò con i baci, sostituiti certe volte da dei morsetti.
“Ti diverte così tanto provocarmi in questo modo?” lo sentì chiedere, la voce un po' roca dal piacere, e per questo, Clary, ne fu entusiasta.
“Non sai quanto, amore mio” la voce sensuale, senza staccarsi dalla sua pelle, continuò a dare piccoli morsi e baci, risalendo fino al mento. “Tu, non sai quanto io provi gioia nel vederti così” continuò a salire fino ad arrivare alle labbra e, solo allora, si fermò.
“Cosa c'è?” gli sentì chiedere, notando il suo improvviso blocco.
“Domani mattina, quando le guardie se ne saranno andare, passerò nella Camera delle Guarigioni, almeno faremo qualcosa per queste” alzò una mano e percorse il perimetro delle labbra di Loki, lì dove si trovavano dei profondi buchi, avvolti dalla crosta.
“Potrebbero vederti” poggiò la fronte contro quella di Clary e iniziò ad accarezzarle i fianchi fino a risalire su per la schiena e fermandosi su di essa.
“Non mi costerà nulla dire qualche menzogna, tu, dovresti esserci abituato. Forse le prigioni hanno tolto un po' del tuo smalto” costatò, sorridendo.
“Forse, non scherzare su questo. Hanno lasciato, sicuramente, qualche ferita” lo sentì aumentare la stretta, quasi in gesto protettivo o rassicurante.
“Aspetteremo che si cicatrizzino tutte, allora. Tanto non vado da nessuna parte” iniziò ad accarezzargli i capelli, troppo lunghi a come lei si era abituata.
“Ormai sono sicuro che potrò contare sempre su di te” finalmente, Loki, rispose al sorriso e gli baciò la fronte, dolce.

Dopo poco si addormentarono così: abbracciati l'uno all'altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

 

Ciao a tutti!!!!

prima di tutto mi scuso per il mio ritardo nel pubblicare ma ero partita per l'estero e quindi internet era caput hahahahahahha ma spero che con questo capitolo mi sia fatta perdonare!! <3<3
Ammetto che è stato difficilissimo lasciare che la litigata continuasse per tanto, quindi gli ho fatto fare subito pace hahahah (forse l'aria “esterna” mi a resa più dolce...non saprei ahahhah) e...come potete aver visto, siamo arrivate al punto dove Loki ha scoperto del bambino, rimarrà così calmo ancora per tanto tempo? Bha...chi lo può sapere hahahaha ormai è tutto da vedere...può succedere di tutto in quei due mesi.
Piccolo spoiler sul prossimo capitolo: spero che accetterete la presenza di alcuni Vendicatori! (e per chi non è d'accordo...mi dispiace, ormai il capitolo è già stato scritto, I'm sorry) XDD ahhaha e bene sì, ho trovato il momento giusto per aggiungerli nella storia!! Ora, non so per quanto rimarranno presenti...ma spero per tanto! Non ho voluto aggiungere tutti ma solo due (ci ho messo un po' per scegliere...ma alla fine ho scelto i migliori e...il motivo per cui ho scelto proprio loro si saprà presto) e spero che la loro presenza non vi dia noia ;)

bha....non so che altro aggiungere quindi...spero con tutta me stessa che vi sia piaciuto il capitolo e che me lo dimostrate lasciando una recensione (anche piccola di due o tre parole mi basta).
Per finire ringrazio mille volte le perone che avevano recensito lo scorso capitolo: Gaia_neve_ e Foxx . Grazie mille ragazze, senza di voi io davvero non sarei arrivata a questo punto e la storia sarebbe morta subito dopo il 3 capitolo (se non prima). Quindi grazie, grazie e ancora grazie...spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!! ;)

per chi interessasse qui la scio il link del mio indirizzo facebook:

https://www.facebook.com/lokilaufeyson.efp

 

Alla prossima, bacioni e a presto!!!!! <3 <3 <3 <3

 

 

  
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