Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Shayla_the_angel    03/09/2008    2 recensioni
Questa è la fic originale che avrebbe dovuto intitolarsi I'm Bill Kaulitz, ma ovviamente ho dovuto cambiare il titolo...in ogni caso lei fa la cameriera in albergo...quella notte ci sono le stelle cadenti...un desiderio comune e uno scambio d'identità...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vi chiedo umilmente perdono se in questi capitoli non ho ringraziato nessuno…sono una merdaccia…(ç_ç)…comunque vorrei ringraziare NICEGIRL…addirittura scrivere da Dio? Nooooo dai che arrossisco (^///^)…e tutte le ragazze che recensiscono tra cui

Niky 94 e Lollipop_CB

Arumi-chan mi spiace che questo capitolo non sia spassoso…ogni tanto sono macabrosa…!!!Come detto, questo capitolino è un po’ triste…ah chiedo perdono se ad un certo punto il nome della protagonista è passato da Clara a Carola…lavorare a due fic contemporaneamente mi fa impazzire!!! Scusatemi ancora, provvederò a sistemare il prima possibile…bene e ora capitolo…7!

 

 

07. Ricordi

 

Ancora non ci potevo credere. Quel ragazzino aveva smesso di parlare a suo fratello per un’idiozia simile.

“Wait how long would you wait
just for me to call
I know you make mistakes
yeah but
I hope some day you have it all

 

Cause I feel like a prisoner
trapped inside your broken world
while I'm playing the victim again
running in circles
to me it's all the same
and though nothing's gonna change
I hope someday you have it all
take this aggravation that I've thrown myself into
change this situation just cause I need something new
and still

 

I feel like a prisoner
trapped inside your broken world
while I'm playing the victim again
running in circles
to me it's all the same
and though nothing's gonna change
I hope someday you have it all
I hope someday you have it all


if we could all depend [on what we know]
if you could understand [I'm losing control]
that I'm [losing control]
that I'm [losing control]
that I'm [losing control]”

 

I Sum 41 interruppero il mio filo di pensieri.

Bill mi guardava. Odiavo quella faccia, perché era la stessa che facevo io, quando mi dicevano qualcosa che mi feriva profondamente. La fortuna di quella situazione era che potevo leggere tutto quello che provava quel ragazzo solo guardando le sue espressioni.

“Senti Bill, ora lasciamo perdere”.

“Posso chiederti perché te la sei presa tanto?”

Mi fermai a fissarlo, incapace di pensare a qualsiasi cosa.

Perché mi aveva fatto quella domanda?

“Bill non ti posso rispondere! Non ti voglio rispondere!”pensai.

“È una storia lunga e non ne voglio parlare”dissi. Il tono della mia voce lasciò trasparire tutta la mia sofferenza. Mi dovetti fermare. Gli occhi velati di lacrime.

“Scusami…io non volevo…”disse Bill, porgendomi un fazzolettino di carta.

“Non ti preoccupare…va tutto bene”

“Sicura?”

“Sì. Solo una vecchia cicatrice che fa ancora un po’ male”.

“Una vecchia cicatrice che fa ancora dannatamente male! Non dire balle!”.

Bill mi guardò. Sospirai.

Perché volevo parlarne? Mi avrebbe fatto ancora più male riportare quella storia alla luce del sole, dopo essere stata sepolta per più di dodici anni nei luoghi più oscuri della mia coscienza.

“Anche io avevo una sorella. Gemella. Si chiamava Hellen”

Il ragazzo non emise una sola parola.

“Avevamo dieci anni. Stavamo giocando vicino ad un pozzo che c’è dietro casa nostra”

Le immagini riaffiorarono nitide.

Hellen, così identica a me, ma così diversa. Più spensierata, più felice…eterna.

“Non so come, ma lei ci cadde dentro. Era profondo quel fottutissimo pozzo. Cominciò a piangere, dicendo che si era fatta male ad una spalla e che c’era un sacco di roba molle attorno a lei. Del fango”

Mi asciugai le lacrime.

“Corsi a chiamare mia madre e mio padre. Fortunatamente erano a casa tutti e due. I pompieri arrivarono quasi dopo mezz’ora. Fu inutile provare a calarsi, poiché il peso del pompiere e il tentativo di scavare fuori mia sorella la fecero sprofondare ancora di più. Io e i miei genitori eravamo appesi all’ultima debole speranza che mia sorella riuscisse ad attaccarsi a qualcosa”

Bill mi porse un altro fazzoletto.

“Hellen continuò a piangere, a gridare aiuto, mentre i soccorritori cercavano d’inventarsi un modo per tirarla fuori”

Nell’abitacolo della macchina scese il silenzio. Io non avevo voglia di raccontargli che mia sorella era morta soffocata qualche minuto dopo continuando ad urlare il nome di mia madre e lui non voleva sentirlo.

Lo guardai, attraverso il mio velo di lacrime. Anche lui aveva gli occhi lucidi.

“Io…sono un completo imbecille…”disse ad un tratto.

La voce terribilmente tremolante.

“Sono un idiota…mio fratello…io gli voglio bene…se lo perdessi…probabilmente morirei per il dolore”disse.

Non gl’importava di piangere davanti a me.

Non era uno di quei ragazzi odiosi che, solo perché erano maschi allora non potevano farsi vedere piangere.

A lui non importava che avesse diciotto anni, che fosse ormai un uomo.

Lo ammiravo molto.

“Dove sei stato nascosto per tutto questo tempo?”mi ritrovai a pensare.

Riacquistai la calma di sempre, poi ripresi a guidare.

“Mi dispiace averti fatto parlare di questa cosa…”mi disse dopo un lungo momento di silenzio.

“Non ti preoccupare. Mi sono tenuta dentro questa storia per troppo tempo e mi ha fatto bene rievocare questo fantasma spaventoso…”dissi, sorridendogli.

Cambiai la marcia, lui mise la sua mano sopra la mia e mi sorrise. Non era un gesto dovuto al fatto che provasse qualcosa per me, lo capivo dal suo sguardo. Si vedeva che provava solo simpatia e la cosa mi rasserenava parecchio.

“Sai, sono contento di averti conosciuta”mi disse, scendendo dalla macchina.

“Senti, io ora vado in albergo e prendo qualcosa di tuo fratello. Per la precisione, cosa potrei prendere?”

“Boh…”

“Un capello no, visto che ha i rasta”

“Giusto…quindi potresti prendere…un calzino…”

“Ok…stasera ti porto da Daniel, ok”

“Ah, a proposito di Daniel…ha chiamato stamattina…non ha senso stare ancora con uno del genere, fidati”mi disse.

Non volevo sapere.

“Ascolterò la segreteria più tardi. Ora devo andare”

Bill mi salutò con la mano, poi rientrò in casa.

“Devo andare in bagno…”pensai, ricordando il disagio di quella mattina.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Shayla_the_angel