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Autore: miseichan    20/07/2014    23 recensioni
“Non è carino guardare due persone quando sono in intimità.”
“Non capisco.”
“Si stanno baciando. Non è carino star lì a guardare.”
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pillole di Baker Street'
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Non facciamo i difficili

 

 

“Sally, ti prego!”
“Al diavolo, Anderson.”
Anderson si bloccò, la bocca aperta in una muta protesta. 
“Ecco dove devi andare,” continuò lei, fremente. “Al diavolo!”
Anderson la guardò voltarsi e muovere i primi passi, la mente bloccata.
“No!” sbottò all’improvviso, deciso a non lasciarla allontanare. “Lasciami spiegare!”
“Non c’è niente da spiegare, non lo capisci?”
Non si era nemmeno girata, realizzò Anderson, sconvolto. 
“Aspetta!” provò ancora. “Non so... non saprei cosa fare altrimenti.”
“Altrimenti cosa?!” scattò lei, lanciandogli una rapidissima occhiata.
Anderson nascose un sospiro di sollievo a quel gesto: aveva ancora una possibilità.
“Sally,” mormorò avvicinandosi. “Non saprei cosa fare senza di te.” 

 

 

Poco più in là...

 

 

“John.”
John sollevò lo sguardo dalla borsa del cadavere: “Cosa?”
“Sta per succedere,” mormorò Sherlock, la voce bassa, parlando solo a lui.
“Cosa?” ironizzò John “Stai per dedurre chi è l’assassino? Perché...”
Sherlock indicò poco lontano, al di là della strada. 
“Oh.”
“Le sta chiedendo perdono per aver comprato uno zaffiro alla moglie.”
“...zaffiro?”
“E lei naturalmente capitombolerà.”
John osservò la coppia Anderson-Donovan e si sentì in colpa. 
“Non dovremmo guardare, Sherlock.”
“Aspetta,” sussurrò lui. “Manca poco.”
Altri quattro secondi e mezzo e Anderson annullò le distanze. 
Donovan non arretrò di un passo. 
“Ecco.”
Un secondo. Un solo secondo ed erano un tutt’uno. 
John distolse lo sguardo: “Smettila.”
“Cosa?”
“Smettila di guardarli, Sherlock.”
“Perché?”
John sospirò, roteando gli occhi e decidendosi a fronteggiarlo. 
“Non è carino guardare due persone quando sono in intimità.”
“Non capisco.”
“Si stanno baciando, Sherlock. Non è carino star lì a guardare.”
“Perché?”
John fece per rispondere ma Sherlock fu più veloce.
“Non li stiamo certo spiando, ti pare? Se non avessero voluto avere un pubblico avrebbero dovuto riservare queste dimostrazione affettive a una camera da letto.”
“Sherlock...”
“Non è per questo che si dice: prendetevi una camera?”
“A chi lo hai sentito dire?”
“Non è questo il punto, John.”
“Qual è il punto?”
“Il punto è che se volessi baciarti come si deve non lo fare di certo...”
Sherlock si zittì.
John sbatté le palpebre. Più volte. 
“Come?”
“Niente.”
“Che intendi con baciarmi come si deve?”
“Niente...”
“Quando mai ci siamo baciati tu ed io?”
“John.”
John prese un bel respiro e impose al proprio cuore di rallentare il battito. 
Sherlock che gli stringeva il polso, spingendolo dietro l’angolo, non aiutò per niente.
“John...”
“Mmm?”
“Stai iperventilando.”
“Non è vero. Sono un dottore, lo saprei se...”
Sherlock non gli diede modo di concludere la frase. 

 

 

Parecchio più in là...

 

 

“Oh, mio Dio.”
Mycroft alzò lo sguardo dal documento che stava firmando.
“Cosa?”
Lestrade non trovò parole. Si limitò a indicare lo schermo. 
“Oh.”
Terzo schermo dal basso, quarta fila. Telecamera a circuito chiuso. 
La visione non era perfetta, non frontale, ma dava perfettamente l’idea. 
E l’idea era che Sherlock stesse selvaggiamente baciando John. 
O viceversa, certo. 
“Oh?” ripeté, sconvolto. “Tutto qui? Oh?!
“Cosa vuoi che dica, Greg?”
“Io... Oh, per la miseria, Mycroft! Tuo fratello sta mangiando la faccia di John!”
“Non la metterei esattamente in questi termini.”
“Io... Io... oh, diavolo, l’ho sempre sospettato!”
“Era palese, non c’era niente da sospettare.”
“Guardali,” mormorò Lestrade, il tono quasi reverenziale. “E sono su una scena del crimine, mio Dio.”
“Non ti facevo così religioso.”
“Ha, ha, ha. Esilarante, davvero.”
Sherlock spinse John contro il muro più vicino e Lestrade trattenne il respiro. 
John avvolse la gamba attorno alla vita di Sherlock e Mycroft distolse lo sguardo. 
“Greg,” chiamò.
“Mmm?”
“Cos’è che ti sconvolge tanto?”
“Sono su una scena del crimine,” tentò Lestrade, non convincendo nemmeno se stesso.
“E poi?”
“John continuava ad affermare di essere etero,” smise di guardarli e fissò Mycroft.
“Forse lo è davvero.”
“Etero?”
Mycroft annuì.
“E come spieghi la pomiciata selvaggia?” borbottò Lestrade, indicando lo schermo.
“Geni Holmes,” scrollò le spalle Mycroft. “Non esiste difesa che regga.”
“Neanche l’eterosessualità.”
“Neanche l’eterosessualità.”

 

 

Ancora più in là...

 

 

“No!” 
Tutti si bloccarono. 
“No!” gridò Moffat “No, per la miseria!”
Nessuno si mosse. Nemmeno un respiro, non una parola. 
“Non devi baciarlo, Mark!” 
Mark ridacchiò, arretrando di un passo. 
“Mycroft Holmes non dovrebbe baciare Gregory Lestrade. Non qui, non ora, non...”
“Oh, dai.”
“No! Non è fattibile,” scosse la testa Moffat. “Dovete smetterla di baciarvi, basta.”
“Secondo me è fattibile.”
“Concordo,” giunse una voce.
“Non si può.”
“Stephen, ascolta. Non c’è niente di male.”
“C’è tanto di male.”
“Niente baci, quindi?”
“Assolutamente no.”
“Occhiate languide?”
“Mark...”
“Occhiolini? Flirt?”
“Mark!”
“Un’accenno osé di tanto in tanto?”
“Oh, Mark, per l’amor del cielo...”
“Abbiamo reso John e Sherlock gay,” sbuffò Gatiss. “Mi spieghi perché fai tanto il difficile?”

 

 

§

 

 

 

Sono mortificata. 
Non so cosa mi è preso. E’ uscita di botto, di sua volontà, alle dieci di sera. 
Quando proprio non si riesce a dire di no a un’idea, capite? 
Neanche alla più folle. 
E questa è folle, lo so. Praticamente demenziale. 
Ma c’era tanta gente che si baciava e io ero in vena di baci, perciò. 
Ecco a voi. 
Uh, buon proseguimento di vacanze a tutti! ;)

 




 

 

 

   
 
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